Grazie per la tua testimonianza che reputo importantissima. È vero, non la vivo sulla mia pelle, non la comprendo, purtroppo, ma cosa posso fare per attutire questa esplosione di emozioni??
Andare ad un parco avventura, ad esempio, comporta, senza dover gestire crisi, già una certa organizzazione che costa una certa fatica, per quanto mi riguarda, che non brillo in funzioni esecutive. Se poi ci aggiungiamo anche la crisi, succede regolarmente che si "sommino" i nervosismi di tutti e viviamo una specie di piccolo inferno, tanto da ripetere l'esperienza il più tardi possibile. Poi si passa una bella giornata di solito, ma il ricordo di "ciò che succede prima" mi fa rimandare all'infinito l'eventuale ripetizione dell'esperienza.
Esperienza analoga: la festa di compleanno. Lui compie gli anni a novembre, e si comincia a parlarne già da settembre... Ansia mia al pensiero di dover organizzare e pulire la mia perennemente disordinata casa. Lui continua a dire di non volere la festa di compleanno e ad arrabbiarsi... Ormai non ci caschiamo più : gliela organizziamo e basta perché un anno successe che effettivamente non stavamo facendo nulla salvo verso la fine (qualche giorno prima) incavolarsi perché la festa l'avrebbe voluta.... Di corsa a prenotare la sala...
Tutto quello che sto per scrivere prendetelo come una chiacchierata di una persona che non può offrirvi soluzioni certe e così vi offre qualche ragionamento più o meno sensato o attinente. Diciamo anche che vado a ruota libera e non so cosa uscirà fuori perché improvviso.
Vorrei potervi offrire qualche soluzione pratica ma non è affatto semplice, e capisco che certe incongruenze logiche possono spiazzare, come minimo, e lo dico da Asperger, quindi non saprei cosa consigliarvi dato che se io dicevo che una cosa non la volevo fare, anche se poi cambiavo idea e l'avrei voluta fare e no: hai detto di no e non la fai e questo non è che me lo imponesse qualcuno, lo facevo da solo.
Ho sempre avuto questa caratteristica: sono coerente anche quando esserlo va contro i miei interessi anche quando ciò mi faceva soffrire e spesso pretendevo la stessa coerenza dagli altri, inutile dire che per le altre persone risultassi assurdo o comunque un estremista. E ho vissuto una situazione familiare molto diversa quindi passavo moltissimo tempo da solo e lo gestivo io, tipo che a 11 anni avevo le mie chiavi di casa. E per una persona soggetta a sovraccarico, che non necessita di persone intorno, che sia la propria madre o dei bambini, era la situazione "ideale", ma la situazione ideale in assoluto lo sappiamo non esiste quindi anche lì potremmo individuare aspetti positivi e negativi ma questa è un'altra storia.
Ritornando ai vostri figli, le contraddizioni potrebbero nascere dalla mancanza di consapevolezza, che poi è quello che ha raccontato Lupa riguardo a quando era bimba: se non capisci cosa ti turba, cosa ti sovraccarica, se non capisci cosa succede e perché succede, tutto il resto viene filtrato attraverso quel sovraccarico, quel nervosismo, quella confusione, quella esplosione aggressiva di emozioni/sensazioni e quindi no questo no non mi piace, poi si calma e allora sì questo mi piace.
Soluzioni pratiche? Tipo affrontare la situazione con la calma di un maestro zen? (non picchiatemi!) Lasciargli tutto il tempo per calmarsi in un luogo tranquillo e finalmente capire cosa vuole senza pressioni esterne? Magari quando se ne sta tranquillo ed è collaborativo gli chiedete, senza accuse e senza scuse solo per capire, di spiegarvi quelle contraddizioni se lui sa il perché? E se non lo sa ci si riflette sopra insieme se ne ha voglia, magari può raccontarvi come si sentiva in quei momenti se ne conserva il ricordo?
La storia delle fargole con la panna mi ha divertito non poco ahahahah, certo essere spettatore delle "sventure" altrui può diventare intrattenimento, e attenti alle bucce di banana.
Io penso che siamo sottoposti a troppi stimoli, una continua stimolazione che assume forme e contenuti molteplici e in continuo cambiamento. Penso che il progresso tecnologico, e con esso intendo la Tecnica in senso generale, sia progredito troppo velocemente rispetto alla nostra mente e ora la nostra specie è simile ad un bambino molto intelligente, che conosce poco e male la propria interiorità e presta poca attenzione e di conseguenza prova scarso interesse verso tutto ciò che non può essere osservato quantificato e catalogato in maniera evidente e con una almeno sufficiente precisione. Bimbo che si trova sopra un'astronave che comprende solo in parte anche se quella parte gli è sufficiente a farla più o meno funzionare.
Io la trovo una situazione potenzialmente molto pericolosa.
Questa continua sovra stimolazione può rappresentare un problema in generale per una specie che ha vissuto molto più tempo in assenza di questa sovra stimolazione, dato che il cervello umano si è andato strutturando nel corso di molto tempo, probabilmente la più importante rivoluzione della specie umana, quella che ha reso i Sapiens differenti e ha sancito la loro supremazia e dominio (no, non eravamo gentili con quelli "meno svegli" di noi, li abbiamo fatti estinguere), la Rivoluzione Cognitiva è avvenuta appena 70.000 anni fa, e dico appena perché il tempo passato prima che arrivassimo a quella rivoluzione è molto più lungo. L'uso del fuoco per dire risale a 300.000 anni fa e molto tempo passo prima che lo raggiungessimo.
L'accelerazione tecnologica da fine ottocento inizio novecento fino ad ora è stata mostruosa se pensiamo a cosa abbiamo scoperto e creato in un arco di tempo così breve, soprattutto se lo mettiamo in relazione con il tempo trascorso prima e quanto tempo abbiamo impiegato allora per raggiungere alcuni traguardi.
Detto questo, se una tale sovra stimolazione può rappresentare un problema in generale per l'essere umano abituato da lunghissimo tempo ad altri ritmi e stili di vita, può diventare un problema ancora maggiore per persone che possono andare in sovraccarico più facilmente rispetto alla condizione media->norma->neurotipicità.
In un mondo iper veloce iper luminoso iper sonoro iper schermato iper produttivo iper uniformato iper standardizzato...insomma io già mi sto sentendo male solo al pensiero, se non reggi la botta finisci che fai il botto, finisci ai margini, un alieno, un disadattato, e io lo so bene.
p.s. è da pochi anni che ho capito quanto possa essere importante condividere le proprie esperienze, una buona parte di quello che ho raccontato qui l'ho detto forse a due persone e il restante mai a nessuno, fino a pochi anni fa per me sarebbe stato impossibile scrivere in uno spazio pubblico e meno che mani raccontare di me, e allora provo a raccontarvi e offrirvi punti di vista, differenti possibilità, senza nessuna pretesa di verità ci tengo a dirlo; se io posso esservi utile in qualche modo ne sono lieto, e voi aiutate me ascoltandomi e confrontandovi, mi piace leggervi
Grazie davvero per la tua condivisione. Io sono un pó preoccupata per mio figlio. Da un lato vorrei che fosse più autonomo, dall'altro rischio di essere troppo tollerante. Percepisco le sue difficoltà e questo mi fa male, penso che là fuori di casa verrebbe "sbranato" dagli altri, se noi non cerchiamo di dargli gli strumenti per affrontare il mondo. Perché un domani dovrà rapportarsi con gli altri che non saranno i suoi genitori. E non saranno così comprensivi.
@mammarosanna dobbiamo essere ottimiste e pensare che troveranno un loro modo di stare al mondo. Non tutti sono cattivi c è anche tanto di buono ...e un posto c è per tutti . Noi intanto aiutiamoli senza spianargli troppo la strada poi, e questo vale per tutti, cosa sarà è un'incognita. Ma i nostro ragazzi hanno le loro risorse io ci credo fortemente
@mammarosanna dobbiamo essere ottimiste e pensare che troveranno un loro modo di stare al mondo. Non tutti sono cattivi c è anche tanto di buono ...e un posto c è per tutti . Noi intanto aiutiamoli senza spianargli troppo la strada poi, e questo vale per tutti, cosa sarà è un'incognita. Ma i nostro ragazzi hanno le loro risorse io ci credo fortemente
Lo penso anche io, questo perché nessuno può farcela da solo, potresti avere anche tutte le buone intenzioni e le doti del mondo ma se incontri solo persone che ti insultano e ti prendono a calci in bocca o hai le doti di qualche martire santificato oppure non penso che finirebbe bene, che tu sia NT o ND.
E questo lo dice una persona che certe cose le ha capite da poco, per la maggior parte della mia vita ho oscillato tra l'anarchico e l'autarchico, poi ho dovuto accettare che non sono una divinità monoteista e dando un calcio in culo al mio orgoglio (non è stato necessario solo questo, ovviamente la faccenda è più complessa) ho chiesto aiuto.
È vero, e mi riallaccio all'inizio del mio messaggio, esistono persone buone, che ti aiutano anche se tu per loro sei un estraneo che magari non vedranno mai più, racconto questo episodio: quando frequentavo l'università (in realtà vagavo ovunque, con il corpo e con la mente, e non
frequentavo mai le lezioni) quando veniva l'ora di dover mangiare cosa succedeva?
Andavo in un forno dove facevano una pizza che adoravo solo che era pieno di persone e regolarmente succedeva che io non ero in grado di far valere il mio diritto dopo essermi messo in fila e quindi venivo scavalcato sistematicamente, quel giorno ero lì tipo immobile da mezz'ora davanti il bancone e le persone continuavano a ignorarmi e passarmi avanti (sono 1,90, diciamo che non passo inosservato) e alla fine una delle ragazze che stava dietro il bancone ha sbottato dicendo ma scusate non vedete che tocca a lui? E così si è rivolta a me direttamente e io ho potuto prendere la mia pizza e mangiare.
Sarebbe stato sufficiente che andassi a prendere la pizza alle 11 per dire invece che all'ora di pranzo e non avrei trovato nessuno, oppure potevo prepararmi il pranzo a casa (come faccio ora) e così starmene tranquillo nel mio angolo a mangiare senza andare in giro a e dover scegliere luoghi e fare la fila e stare male. Eppure in quei momenti magari pensavo ai baffi di Lemmy Kilmister o agli ultimi giorni di vita di Kant invece di elaborare strategie per affrontare situazioni che si ripetevano spesso sempre con le stesse modalità.
Sì il mondo può essere un luogo veramente brutto e cattivo e doloroso, ma c'è anche molto altro, anche se quando sei nel bel mezzo della tempesta è difficile riuscire a vederlo.
È vero, e mi riallaccio all'inizio del mio messaggio, esistono persone buone, che ti aiutano anche se tu per loro sei un estraneo che magari non vedranno mai più
Sì per gli atti di gentilezza, per rapporti più profondi non sono così ottimista. Direi che per trovare persone affini bisogna frequentare veramente un gran numero di persone. In genere le persone non danno molte opportunità in fase di prima conoscenza, (al primo sgarro.... t mandano) e per il lavoro poi non ne parliamo.. Disposti a tollerarti solo se sei "Dott. House".
Se frequenti tante persone aumenti le possibilità certo, aumenti però anche l'esposizione a dinamiche positive e negative (con la speranza di riuscire a gestirle) e purtroppo spesso il negativo ci segna e i suoi echi influiscono più a lungo nel tempo. (Certo se non sei disposto a rischiare non è che ti vengono a bussare a casa.)
Potresti frequentarne tante e se ti dice male non trovi nessuno che ti è affine, o per vari motivi quell'affinità non emerge in quel dato spazio-tempo e le due persone non legano, e il simile non riconosce il simile.
Al contrario potresti frequentarne pochissime e se ti dice bene incontri la persona che diventa tua moglie, e ora mi è venuta in mente l'esperienza di Nemo.
Sul mondo del lavoro preferisco non esprimermi, questo aspetto dell'esistenza è qualcosa che mi crea molti problemi, perché se posso scegliere di isolarmi ed evitare i rapporti umani per stare tranquillo, il lavoro non puoi eluderlo a meno che non nasci ricco o con la predisposizione di un S. Francesco o di un sadhu indiano.
Vi volevo dire sottovoce (per non rompere l.incantesimo) che le cose con Tom stanno andando decisamente meglio. Io non urlo, non impongo, non sclero. Ho capito che per convincerlo a fare una cosa che non gli piace, oltre al solito "chiamino" dei devices(se fai subito i compiti ti meriti due video al tablet o la nintendo) conta molto il mio atteggiamento. Non avevo chiaro fino a che non l ho sperimentato quanto il mio broncio e stare zitta ( non rispondergli o non calcolarlo) lo stimoli a fare "il bravo" molto di più che sgridate infinite. Da tre gg gli dico : ci sono i compiti sd vuoi ti aiuto se no fai da solo, sappi che se vuoi un video devi farli. Poi ovviamente non è che fa le corse e allora io inizio a mettere il muso e dire che non sono contenta che non vederlo lavorare è una delusione e....magicamente è venuto a fare i compiti . Serio concentrato e produttivo. Fosse vero che dura mi sento miracolata. Forzamammenon molliamo mai. Una via ci deve essere
Torno indietro di un po'. Ho letto solo ora.
Io mi porto addosso il broncio di mia madre, il ricatto affettivo. Ero diventata la bambina "perfetta" , ubbidientissima che pur di avere un sorriso (che non mi sono mancati, ma sub-condicio) avrebbe fatto tutto... Anche ciò che riteneva sbagliato, anche ciò di cui non aveva voglia. Fino a fingere interesse anche su cose di cui non me ne fregava nulla, ma mamma era tanto contenta! Così abbiamo alimentato un circolo di follia. L'alternativa era la sgridata folle ed estenuante. Funziona? Si se vuoi pace, sì. E la pace la vogliono tutti. Qualcuno deve pagare il prezzo della pace Alla fine di questo mio adattamento, "gli altri" avevano ragione a prescindere, il loro volere aveva un maggior peso del mio
Attenta che non sia il tablet la sua agognata meta, ma tu. Oggi ho 52 anni e mi ritrovo a scavare per cercare cosa NON sono e a trovare il coraggio di perdonarmi. Perdonare mia madre è stato più facile che perdonare me stessa. Io sono rimasta una persona indomita, docilmente indomita, forse per questo è così difficile perdonarmi
Ho letto che sei una persona allegra, ma quando stai male, sprofondi.... Ecco metti una pezza lì. Tuo figlio non ha ancora gli strumenti per capire.
Il mio desiderio da bambina era fare l'acrobata del circo. Oggi dopo anni di psicoterapia, capisco quanto questo fosse espressione di un bisogno molto serio di equilibrio. Non solo mio, ma di tutto il sistema
Grazie di cuore. Mi rivedo io perfettamente nella tua descrizione. Anche io sono così per dinamiche molto dure nella mia famiglia di origine. Hai ragione. La meta di mio figlio è il tablet ma anche tanto vederci contenti. Però su cose base credo sia normale. Intendo se devi fare i compiti e non li fai è chiaro che la mamma non può essere contenta e neanche le mae. Per il resto sono per la libertà io gli ripeto sempre che a me va bene come è. Lui non è sbagliato ma quel comportamento va aggiustato magari insieme...
Certo @bet è il senso della misura. Il problema è che non si ha un limite si va dal capibile compito (che capisco e condivido - io ho un senso del dovere molto forte) alla frivolezza del nastro nei capelli
Poi non è mamma che dovrebbe essere contenta del risultato (il compito fatto) o del bambino che ha fatto il compito, ma è il bambino che dovrebbe essere soddisfatto di ciò che ha fatto per la sua creazione e la mamma rallegrarsi della soddisfazione del bambino.
Volevo spiegare meglio la mia patologia è molto particolare es l ultima volta che sono stata male è stato due anni fa . Non mi citavo più perché stavo bene da diverso tempo e la ricaduta è iniziata con un paio di brutti attacchi di panico ( nei quali non faccio niente di strano sono diventata bravissima a camuffare) poi nei giorni seguenti ho iniziato a non avere appetito a non riuscire a dormire, battiti 100 fissi. Astenia assoluta con un motorino dentro di ansia senza causa. Così si manifesta la mia depre. Ho preso 3 sett dal lavoro. Ricominciato la cura e tornata normale. Mi piace parlarne perché come dice @dreamloop chi non prova non può sapere ma provare a capire sì. Sono una paladina del contro stereotipo. Depressa patologica= triste, "pazza", negativa...anche la mia è una patologia invisibile. Nella vita mi sono sentita dire un milione di volte" che bel carattere tu sei sempre così serena positiva..." ehhhh
@vera68 io sono perfettamente d accordo con te. Io punterei a quello, alla motivazione intrinseca. Ma finché non c è va bene anche l estrinseca . E poi onestamente credo che la motivazione sia costruita su tante cose. Il riconoscimento sociale è importante per tutti anche da adulti. Se il capo ti stima sei spinto a non deluderlo e tanti altri esempi. Il problema è sempre il famoso equilibrio...
L'estinseca quando c'è solo quella, trascina una falsa intrinseca: una motivazione intrinseca illusoria. Un'intrinseca che non sta in piedi da sola. Una motivazione che dipende pur sempre dallo sguardo dell'altro. Non lo faccio per me, ma per l'approvazione che questo comporta. Fermo restando che l'approvazione sia una parte di noi necessariamente (penso che chi è totalmente insensibile all'approvazione/disapprovazione non abbia neanche la capacità di mettersi in discussione e che quindi abbia un bel deficit) e che la nostra identità passa attraverso lo sguardo dell'altro, la motivazione intrinseca slegata dall'approvazione di un'altro sia il più alto atto di libertà che una persona possa avere. La motivazione estrinseca, quando è troppa o esclusiva, tarpa le ali. È come chiedersi se è meglio uno che si trascina con le stampelle (si muove solo per dipendenza) o uno che sta in sedia a rotelle (ha talmente bassa autostima che non si muove proprio)
Io mi porto addosso il broncio di mia madre, il ricatto affettivo. Ero diventata la bambina "perfetta" , ubbidientissima che pur di avere un sorriso (che non mi sono mancati, ma sub-condicio) avrebbe fatto tutto... Anche ciò che riteneva sbagliato, anche ciò di cui non aveva voglia. Fino a fingere interesse anche su cose di cui non me ne fregava nulla, ma mamma era tanto contenta! Così abbiamo alimentato un circolo di follia. L'alternativa era la sgridata folle ed estenuante. Funziona? Si se vuoi pace, sì. E la pace la vogliono tutti. Qualcuno deve pagare il prezzo della pace
Sono d'accordo. Che fare se a tuo figlio non importa un bel niente se gli altri sono scontenti anzi, preferisce quello alla "fatica di doversi impegnare a fare ciò che gli pesa"? Mentre il tablet per lui risulta una più valida spinta?
Mio figlio da tempo mi chiede di comprargli dei mostri allungabili pubblicizzati in tv. Decido di comprargliene uno come rinforzo, che lui con entusiasmo si porta a terapia per farlo vedere alla psicologa e condividerlo. Misteriosamente quando lo vado a prendere questo mostro non c'è... Lui dice che la terapista lo ha involontariamente rotto. Io non chiedo spiegazioni e mi fido.
Circa un mesetto dopo torna a a bomba sulla questione mostri: questa volta ne chiede 2 per fare la lotta... Un pomeriggio in cui si è impegnato molto decido di accontentarlo anche se, gli faccio notare, l'altro lo aveva rotto.... Lui puntualizza che però lui non c'entrava... Ok...
Gli compro i mostri, lui felicissimo.... Ci gioca per un paio di giorni e li condivide con me, col papà, con la terapista... Poi arriva una lezione a distanza... Dopo 4 ore di collegamento faticosissime lui cerca di giocare con me ma io non potevo perché dovevo cucinare, il padre era al computer, così va in camera sua e per un pò sta lì...tranquillo... Quando lo chiamo per mangiare scopro che, per passare il tempo aveva squarciato uno dei 2 mostri per vedere cosa usciva dall'interno...
Questa mi pare una cosa perfettamente nella norma. Non dico giusta, i giochi non si rompono, bisogna avere rispetto ecc. Ma ci sta. Chi di noi non ha mai tagliato a zero i capelli ad una bambola o non ha appunto bucato o smontato per vedere...
Mio figlio da tempo mi chiede di comprargli dei mostri allungabili pubblicizzati in tv. Decido di comprargliene uno come rinforzo, che lui con entusiasmo si porta a terapia per farlo vedere alla psicologa e condividerlo. Misteriosamente quando lo vado a prendere questo mostro non c'è... Lui dice che la terapista lo ha involontariamente rotto. Io non chiedo spiegazioni e mi fido.
Circa un mesetto dopo torna a a bomba sulla questione mostri: questa volta ne chiede 2 per fare la lotta... Un pomeriggio in cui si è impegnato molto decido di accontentarlo anche se, gli faccio notare, l'altro lo aveva rotto.... Lui puntualizza che però lui non c'entrava... Ok...
Gli compro i mostri, lui felicissimo.... Ci gioca per un paio di giorni e li condivide con me, col papà, con la terapista... Poi arriva una lezione a distanza... Dopo 4 ore di collegamento faticosissime lui cerca di giocare con me ma io non potevo perché dovevo cucinare, il padre era al computer, così va in camera sua e per un pò sta lì...tranquillo... Quando lo chiamo per mangiare scopro che, per passare il tempo aveva squarciato uno dei 2 mostri per vedere cosa usciva dall'interno...
27 euro presi e buttati al vento...
Tra l'altro questi aggeggi sono fatti in materiale gommoso che ti chiede di essere rotto. Su you tube ci sono video di gente che si diverte a rompere questi giochi in ogni modo. Non mi fraintendere, li trovo veramente pessimi e diseducativi ma purtroppo circolano e sono convinta che questi giochi sono fatti per essere rotti il più presto possibile dai bimbi. Mia figlia ne ha rotti soprattutto di quelli antistress che si deformano.
Questa mi pare una cosa perfettamente nella norma. Non dico giusta, i giochi non si rompono, bisogna avere rispetto ecc. Ma ci sta. Chi di noi non ha mai tagliato a zero i capelli ad una bambola o non ha appunto bucato o smontato per vedere...
Io.... I giocattoli "soffrono" Tagliare i capelli di una bambola? Che poi non ricrescono? Irreversibile? Mai! Sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto orrore. È la sua irriversabilità a spaventarmi
Edit: È la mia responsabilità in un atto irreversibile che mi blocca.
@mammarosanna Io da piccola tagliavo gli abiti di Vera (Mia madre la chiamavo sempre per nome, mai "mamma"). Era la mia creatività: Dal suo abito, fare un'altra cosa. Non sono stata mai capita purtroppo. LOL.
@mammarosanna Io da piccola tagliavo gli abiti di Vera (Mia madre la chiamavo sempre per nome, mai "mamma"). Era la mia creatività: Dal suo abito, fare un'altra cosa. Non sono stata mai capita purtroppo. LOL.
Anch'io chiamavo i miei genitori con i nomi di battesimo... non li ho praticamente mai chiamati mamma e papà. Essere Aspie può avere qualche correlazione con questo?
@io sono NT. ho riempito cicciobello di punture di acqua a 4 anni fino a farlo pesare 12 kg. ho ghigliottinato le barbie, aperto solo la scatola cranica, tagliato i capelli a zero. Care mamme perchè tanta risolutezza? saranno ND , ma meritano di giocare come preferiscono.... dopo le barbie usate come cavie io ne ho volute altre, ovviamente, che mi sono state regalate di buon cuore.
ah, a volte ho seppellito giocattoli. giuro, sono NT.
@mariadimagda orrore solo a leggere ciò che hai fatto alle bambole!
Sulle punture, ricordo che per esorcizzare la puntura mi sono bucata il sedere con un ago da cucito per un pomeriggio intero, pensando che mi sarei abituata così...
Avevo invece 15 anni quando, mentre ero in vacanza studio in Inghilterra, arrivò la notizia da parte di mia madre che il mio cane si era lussato la spina dorsale e per la seconda volta era rimasto paralizzato ( la prima volta era un cucciolo e si è salvato per il rotto della cuffia, quasi un miracolo). Mia madre mi ha chiamato per prepararmi al fatto che avrebbe potuto non sopravvivere. La professoressa che ci accompagnava, mi disse "che bello, spero che muoia" e si è messa a ridacchiare Io ho gridato un Nooo disperato, mi sono messa a piangere. Non volevo neanche sentire una cosa così orribile. L'ho odiata oltre che reputata inutilmente e stupidamente cattiva.
Mammarosanna qualche anno fa ero da amici in un’altra regione. La mia amica rimprovero’ suo figlio nt di 8 anni perché aveva rovinato un gioco con dei disegni e tagli. “Ti ho detto mille volte che le cose si pagano e i soldi io e papà ce li andiamo a guadagnare lavorando!” Il figlio con le lacrime agli occhi ma risoluto rispose “si ma tu l’hai comprato per me! E me lo hai regalato. Adesso perché dici che lo devo usare come vuoi tu?” Trovai che il ragionamento non facesse una piega. Forse tuo figlio pensa lo stesso ma non sa dirlo...
Commenti
Grazie per la tua testimonianza che reputo importantissima.
È vero, non la vivo sulla mia pelle, non la comprendo, purtroppo, ma cosa posso fare per attutire questa esplosione di emozioni??
Andare ad un parco avventura, ad esempio, comporta, senza dover gestire crisi, già una certa organizzazione che costa una certa fatica, per quanto mi riguarda, che non brillo in funzioni esecutive.
Se poi ci aggiungiamo anche la crisi, succede regolarmente che si "sommino" i nervosismi di tutti e viviamo una specie di piccolo inferno, tanto da ripetere l'esperienza il più tardi possibile.
Poi si passa una bella giornata di solito, ma il ricordo di "ciò che succede prima" mi fa rimandare all'infinito l'eventuale ripetizione dell'esperienza.
la festa di compleanno. Lui compie gli anni a novembre, e si comincia a parlarne già da settembre...
Ansia mia al pensiero di dover organizzare e pulire la mia perennemente disordinata casa.
Lui continua a dire di non volere la festa di compleanno e ad arrabbiarsi...
Ormai non ci caschiamo più : gliela organizziamo e basta perché un anno successe che effettivamente non stavamo facendo nulla salvo verso la fine (qualche giorno prima) incavolarsi perché la festa l'avrebbe voluta....
Di corsa a prenotare la sala...
Percepisco le sue difficoltà e questo mi fa male, penso che là fuori di casa verrebbe "sbranato" dagli altri, se noi non cerchiamo di dargli gli strumenti per affrontare il mondo.
Perché un domani dovrà rapportarsi con gli altri che non saranno i suoi genitori. E non saranno così comprensivi.
In genere le persone non danno molte opportunità in fase di prima conoscenza, (al primo sgarro.... t mandano) e per il lavoro poi non ne parliamo.. Disposti a tollerarti solo se sei "Dott. House".
Io mi porto addosso il broncio di mia madre, il ricatto affettivo.
Ero diventata la bambina "perfetta" , ubbidientissima che pur di avere un sorriso (che non mi sono mancati, ma sub-condicio) avrebbe fatto tutto... Anche ciò che riteneva sbagliato, anche ciò di cui non aveva voglia. Fino a fingere interesse anche su cose di cui non me ne fregava nulla, ma mamma era tanto contenta! Così abbiamo alimentato un circolo di follia. L'alternativa era la sgridata folle ed estenuante.
Funziona? Si se vuoi pace, sì. E la pace la vogliono tutti. Qualcuno deve pagare il prezzo della pace
Alla fine di questo mio adattamento, "gli altri" avevano ragione a prescindere, il loro volere aveva un maggior peso del mio
Attenta che non sia il tablet la sua agognata meta, ma tu.
Oggi ho 52 anni e mi ritrovo a scavare per cercare cosa NON sono e a trovare il coraggio di perdonarmi. Perdonare mia madre è stato più facile che perdonare me stessa.
Io sono rimasta una persona indomita, docilmente indomita, forse per questo è così difficile perdonarmi
Ho letto che sei una persona allegra, ma quando stai male, sprofondi....
Ecco metti una pezza lì. Tuo figlio non ha ancora gli strumenti per capire.
Il mio desiderio da bambina era fare l'acrobata del circo. Oggi dopo anni di psicoterapia, capisco quanto questo fosse espressione di un bisogno molto serio di equilibrio. Non solo mio, ma di tutto il sistema
- io ho un senso del dovere molto forte) alla frivolezza del nastro nei capelli
Poi non è mamma che dovrebbe essere contenta del risultato (il compito fatto) o del bambino che ha fatto il compito, ma è il bambino che dovrebbe essere soddisfatto di ciò che ha fatto per la sua creazione e la mamma rallegrarsi della soddisfazione del bambino.
Non lo faccio per me, ma per l'approvazione che questo comporta.
Fermo restando che l'approvazione sia una parte di noi necessariamente (penso che chi è totalmente insensibile all'approvazione/disapprovazione non abbia neanche la capacità di mettersi in discussione e che quindi abbia un bel deficit) e che la nostra identità passa attraverso lo sguardo dell'altro, la motivazione intrinseca slegata dall'approvazione di un'altro sia il più alto atto di libertà che una persona possa avere.
La motivazione estrinseca, quando è troppa o esclusiva, tarpa le ali.
È come chiedersi se è meglio uno che si trascina con le stampelle (si muove solo per dipendenza) o uno che sta in sedia a rotelle (ha talmente bassa autostima che non si muove proprio)
Sono d'accordo. Che fare se a tuo figlio non importa un bel niente se gli altri sono scontenti anzi, preferisce quello alla "fatica di doversi impegnare a fare ciò che gli pesa"? Mentre il tablet per lui risulta una più valida spinta?
Mio figlio da tempo mi chiede di comprargli dei mostri allungabili pubblicizzati in tv.
Decido di comprargliene uno come rinforzo, che lui con entusiasmo si porta a terapia per farlo vedere alla psicologa e condividerlo.
Misteriosamente quando lo vado a prendere questo mostro non c'è... Lui dice che la terapista lo ha involontariamente rotto.
Io non chiedo spiegazioni e mi fido.
Circa un mesetto dopo torna a a bomba sulla questione mostri: questa volta ne chiede 2 per fare la lotta...
Un pomeriggio in cui si è impegnato molto decido di accontentarlo anche se, gli faccio notare, l'altro lo aveva rotto....
Lui puntualizza che però lui non c'entrava...
Ok...
Gli compro i mostri, lui felicissimo.... Ci gioca per un paio di giorni e li condivide con me, col papà, con la terapista...
Poi arriva una lezione a distanza...
Dopo 4 ore di collegamento faticosissime lui cerca di giocare con me ma io non potevo perché dovevo cucinare, il padre era al computer, così va in camera sua e per un pò sta lì...tranquillo...
Quando lo chiamo per mangiare scopro che, per passare il tempo aveva squarciato uno dei 2 mostri per vedere cosa usciva dall'interno...
27 euro presi e buttati al vento...
Comunque niente più giochi...
Tagliare i capelli di una bambola? Che poi non ricrescono? Irreversibile?
Mai!
Sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto orrore.
È la sua irriversabilità a spaventarmi
Edit:
È la mia responsabilità in un atto irreversibile che mi blocca.
Io da piccola tagliavo gli abiti di Vera (Mia madre la
chiamavo sempre per nome, mai "mamma").
Era la mia creatività: Dal suo abito, fare un'altra
cosa.
Non sono stata mai capita purtroppo.
LOL.
Non ti preoccupare.
--- Non l'ho mai saputo, credo lo abbia rotto lui e abbia raccontato una frottola.
Sulle punture, ricordo che per esorcizzare la puntura mi sono bucata il sedere con un ago da cucito per un pomeriggio intero, pensando che mi sarei abituata così...
Avevo invece 15 anni quando, mentre ero in vacanza studio in Inghilterra, arrivò la notizia da parte di mia madre che il mio cane si era lussato la spina dorsale e per la seconda volta era rimasto paralizzato ( la prima volta era un cucciolo e si è salvato per il rotto della cuffia, quasi un miracolo). Mia madre mi ha chiamato per prepararmi al fatto che avrebbe potuto non sopravvivere. La professoressa che ci accompagnava, mi disse "che bello, spero che muoia" e si è messa a ridacchiare
Io ho gridato un Nooo disperato, mi sono messa a piangere. Non volevo neanche sentire una cosa così orribile. L'ho odiata oltre che reputata inutilmente e stupidamente cattiva.
Il figlio con le lacrime agli occhi ma risoluto rispose “si ma tu l’hai comprato per me! E me lo hai regalato. Adesso perché dici che lo devo usare come vuoi tu?”
Trovai che il ragionamento non facesse una piega. Forse tuo figlio pensa lo stesso ma non sa dirlo...