Un breve test sull'empatia

Nonostante la lunga pagina su Wikipedia a riguardo, l'empatia - come significato vero e concreto - ha per me una definizione ancora teorica e da dizionario.
Facendo questo test (breve) http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/test/empatia/index.html, tralasciando il risultato in se, ho trovato nella motivazione del risultato un'illuminazione:
hai così poca familiarità con il tuo mondo interiore che non riesci a percepire quello degli altri [...] probabilmente la vita ti ha imposto regole dure ecc.
Nelle domande ho ritrovato riferimenti a fatti realmente successi:
la persone che mi racconta confidenze in lacrime e io, non sapendo che fare, alla fine parlo del mio gatto, regalando almeno un sorriso;
chi mi racconta il viaggio appena fatto e io che prendo spunto per paragonarlo alla mia esperienza.
Forse anche qui nel Forum mi sono lasciato prendere la mano nel commentare alcune discussioni (anche vecchie) perdendo il nocciolo dell'argomento. Mi spiace.
Trovate riscontro facendo il test?
Mi spieghereste terra, terra, cos'è l'empatia?
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Commenti
"Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi
esagerare. Qualche volta non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che essere empatici va
bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo, compassione, pietà. E in tal caso tendi a
tagliare corto. Questione di sopravvivenza."
In realtà io credo che l'empatia è qualcosa di più primitivo rispetto a come lo dipingono sul sito del test, nel senso che scatta o non scatta in maniera innata a seconda delle persone. Qui da più una definizione di ascolto e di compassione. In tal caso sì, ci sono situazioni in cui le persone pretendono ascolto e attenzione senza meritarlo (come diceva mia madre "Hanno delle fregnacce!"). A queste persone non do ascolto, non più di tanto. Alle persone che invece meritano ascolto, perché hanno reali difficoltà o problemi va invece tutta la mia attenzione.
Nel senso, mi pare di aver notato in me stessa delle contraddizioni su questo piano, segno che secondo me ci sono delle sottocategorie all'interno dell'argomento "intelligenza emotiva" che vanno considerate separatamente. Per esempio in me convivono due opposti. Da un lato credo di avere davvero una sorta di empatia, che non so se possa essere considerata davvero tale, oppure semplicemente un partire dal principio "di base vorrei che fossimo tutti felici" e rilevare dentro di me successivamente quanto dista da tale affermazione lo stato d'animo della persona che ho davanti, percependone la relativa emozione (mia, che è di soddisfazione se l'altro è contento, e che è di dispiacere se sento che l'altro non lo è).
E comunque se una persona riesce a mentire da bravo attore, mentre la consideri in buona fede, come fai poi a fidarti della tua empatia per decifrare le situazioni?
Però c'è da dire che se so di non potermi affidare alla mia empatia per valutare una persona, posso farlo cognitivamente, anche se ovviamente ci vuole più tempo
Allora, se la mia empatia cognitivamente mi aiuta a costruire opinioni, ma poi al dunque me ne scordo e torno il superfiducioso degli altri (con relative fregature), come si fa a fare di un'esperienza un "codice"? Come, dove ti si stampa? Perche' non mi funziona?
Pure io mi sono chiesta più volte se potessi fare l'attrice e la risposta, proprio per questo motivo, è sempre stata negativa.
Test dell'empatia. Il tuo risultato
Puoi provare simpatia e antipatia,
ma per te l’empatia è un grande mistero. Hai così poca familiarità con
il tuo mondo interiore che non riesci a percepire quello degli altri.
Emozioni, sentimenti, stati d’animo, movimenti del cuore, rappresentano
per te un linguaggio sconosciuto. Probabilmente la vita ti ha imposto
regole dure e quando avevi bisogno di essere ascoltato e compreso non
hai trovato chi fosse disposto a farlo. Forse nessuno in passato nessuno
ha coltivato la tua sensibilità. Ma puoi farlo tu, da oggi.
Tra desiderare aiutare una persona ed empatia c'e' differenza secondo voi?
Se una persona mi racconta di un suo problema a me viene spontaneo, e mi fa piacere, ragionare insieme alla ricerca di possibili soluzioni.
Anche se magari non ho alcuna competenza specifica per aiutare, quando uno ha un problema di solito due teste sono meglio di una, soprattutto se una delle due non e' coinvolta emotivamente.
Ma solo se mi rendo conto che quella persona desidera risolvere. E desidera ascoltare.
La maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o "pieta'", parlano solo per lamentarsi.
Io non li sopporto proprio.
Di piu' , provo proprio un fastidio psicologico ad averli vicino.
Se non c'e' niente che io posso dire o fare di utile, a che serve?
La selettivita' empatica nel mio caso avviene in questi termini.
"Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati
d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi esagerare. Qualche volta
non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che
essere empatici va bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di
valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo,
compassione, pietà. E in tal caso tendi a tagliare corto. Questione di
sopravvivenza.
"
direi che mi rispecchia abbastanza
e concordo pinemanete con @kokorozashi: le persone parlano solo per lamentarsi. Alle volte di fronte a problemi di alcune persone ho cercato di trovare soluzioni, ma a loro non sono mai interessate... volevano solo lamentarsi e io sarei dovuta rimanere lì ad ascoltare le loro lamentele, ma che senso ha?? una volta una mi ha risposto :"senti adesso non mi va di sentire tutte le tue belle parole, io sto male", ma perchè me ne hai parlato allora? bah...
maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
"pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
"pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
"pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
Quanto è scientificamente vera questa cosa?
@fattore_a , per rispondere alla tua domanda, io penso che scienze siano solo la matematica, la fisica e forse la chimica,
ma che sono assolutamente valide le precisazioni sul fatto che la capacità (come quantità e qualità) empatica nell'adulto (meglio detta autoregolazione emotiva) è condizionata fortemente dallo sviluppo del bambino nel suo rapporto con la madre o chi ne svolge le funzioni di "ambiente"/contenitore.
NT e ND, con mutatis mutandis anche ancora da esplorare.
lo spettro autistico però non c'entra di per sè, sul piano teorico. c'entra eccome nelle peculiarità del ns sviluppo. (disturbo "pervasivo" è )
non siamo nelle teorie sull'empatia, ma nelle teorie psicopedagogiche e psicanalitiche (molte, troppe) su come accade lo sviluppo dell'io (self).
molto imprecisamente x ragioni di contesto: il neonato non dispone ancora di strutture cognitive (non vede neanche, impara a vedere credo nei primi 3 mesi di vita), ma di un apertissimo (empatia) sistema percettivo emotivo, e primariamente tramite qs entra in relazione al mondo (madre).
famosa è la storia dei neonati in incubatrice il cui tasso di sopravvivenza si innalzò quando qualcuno decise, contro la mente igienista, di toccarli per un'ora al giorno.
ci sono complicati, benchè in larga parte istintivi, sistemi di comunicazione emotiva (non solo non verbale, ma non codificata) all'opera.
non è giusto, men che meno scientifico come lo dico, ma per capirci :
è credibile che gli NT che hanno "troppa empatia" o nessuna empatia (sociopatia) hanno alle spalle uno sviluppo disfunzionale dell'io, condizionato da diversi fattori tra cui spicca il parenting style.
invece se tutto va bene, si può immaginare un continuum natura (dall'empatia senza dighe del neonato) a cultura ( solidi confini dell'io , che resta un io prosociale).
sperando che non ci siano specialisti che leggono.
d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi esagerare. Qualche volta
non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che
essere empatici va bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di
valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo,
compassione, pietà. E in tal caso tendi a tagliare corto. Questione di
sopravvivenza.
In effetti ho empatia solo quando sento che c'è un vero stato d'animo da parte dell'altra persona!
E fu così che persi il lavoro...
è sempre orrendo vivere quelle scene, e magari pagarne anche grandi costi.
forse noi non dominiamo l'empatia,
ma il TATTO spesso sappiamo esercitarlo, e avremmo diritto a chiederlo, soprattutto dai clinicians.
Io ho risposto con riferimeno a cosa ho fatto o detto in situazioni simili quindi non ho pensato a cosa farei se... ma a cosa ho fatto quando.
Lo scopo era anche quello di capire con esempi partici cosa sia l'empatia, oltre alla definizione da vocabolario.
Io il test non riesco a farlo, non riesco a scegliere fra alcune risposte che mi sembrano tutte sbagliate.
Comunque penso di essere empatica, nel senso che riesco a capire come si sente una persona. Però non riesco ad esprimere quasi nulla al riguardo. L'emozione e lo stato d'animo li capisco, sono molto sensibile a questo, ma non so come comportarmi, non capisco cosa si aspetta da me l'altra persona e quindi credo sia più un problema di ToM più che di incapacità di percepire l'emozione.
Se la misura del grado di empatia si basa su questa seconda parte, ovvero la "risposta" allo stato d'animo altrui, allora sono empatica quanto un bottone. Perfino qui, su un forum aspie, vedo tante persone molto più abili di me ad entrare in connessione con gli altri.
Inoltre credo che spesso le risposte emotive di un aspie davanti a qualcosa siano diverse da quelle dei neurotipici. Reagiamo in modo diverso e questa cosa, non capita dagli NT, fa si che loro ci accusino di essere senza emozioni e poco empatici, quando invece le emozioni sono semplicemente diverse e quindi spesso non condivise.
mi sapresti dire qualche nome di attore o attrice riconosciuti come asperger?