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Un breve test sull'empatia — Spazio Asperger Onlus Salta il contenuto
Autismo al Lavoro con Tony Attwood! 11-12 Maggio 2023. A Milano e online!

Un breve test sull'empatia

fattore_afattore_a Post: 2,337
modificato giugno 2014 in Quiz e Test
Nonostante la lunga pagina su Wikipedia a riguardo, l'empatia - come significato vero e concreto - ha per me una definizione ancora teorica e da dizionario.
Facendo questo test (breve) http://www.psicologi-psicoterapeuti.it/test/empatia/index.html, tralasciando il risultato in se, ho trovato nella motivazione del risultato un'illuminazione:
hai così poca familiarità con il tuo mondo interiore che non riesci a percepire quello degli altri [...] probabilmente la vita ti ha imposto regole dure ecc.
Nelle domande ho ritrovato riferimenti a fatti realmente successi:
la persone che mi racconta confidenze in lacrime e io, non sapendo che fare, alla fine parlo del mio gatto, regalando almeno un sorriso;
chi mi racconta il viaggio appena fatto e io che prendo spunto per paragonarlo alla mia esperienza.
Forse anche qui nel Forum mi sono lasciato prendere la mano nel commentare alcune discussioni (anche vecchie) perdendo il nocciolo dell'argomento. Mi spiace.
Trovate riscontro facendo il test?
Mi spieghereste terra, terra, cos'è l'empatia?
Taggata:
«134

Commenti

  • anankeananke Post: 1,585
    Carino come test:) A me è saltato fuori questo
    "Hai doti empatiche molto alte. Sai metterti nei panni di chi ti sta di fronte. Non desideri "giudicare". Prima ancora di “capire”, sei in grado di “sentire” le emozioni degli altri, reagendo con apertura, fiducia, trasparenza, sensibilità. Sai comprendere gli stati d'animo di chi ti sta di fronte, immedesimarti con le sue emozioni, sintonizzarti su ciò che sente l'altra persona. Per te è naturale includere nella comunicazione i segnali non verbali, quelli espressi tramite il linguaggio del corpo: la gestualità, lo sguardo, la postura, la mimica del volto. Le tue doti empatiche sono così sviluppate da sfociare talvolta, confondendosi con esse, nella simpatia, la compassione, la pietà Cristiana."
    reset
  • Le tue doti empatiche sono scarse Puoi percepire il clima di una situazione, ma non riesci a sopportare le emozioni troppo intense. Hai paura di lasciarti travolgere. Di essere “invasa” dai sentimenti di chi ti sta di fronte. E preferisci mettere fra te e loro la barriera dei tuoi schemi mentali e intellettuali, delle tue abitudini, delle convenzioni. Hai più dimestichezza con il "capire (che è un'operazione intellettuale) che con il "comprendere" (che è un'operazione dell'anima e del cuore). Per farsi capire da te gli altri devono rivolgersi alla tua testa. Perchè la tua anima fa orecchie da mercante.


    Condivido, ma mi sembra che il tono sia un tantino altezzoso.
    Il mio Aspie blog: http://happilyclueless.me
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    modificato giugno 2014
    Empatia >> http://nonsolocultura.studenti.it/empatia-approccio-cognitivo-e-affettivo-165695.html
    Grazie! L'immagine dell'empatia, al passo 1 di 3, mi ricorda l'allegoria dell'invidia dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova; anche in Keith Haring ho visto una rappresentazione simile (ma non son sicuro fosse una rappresentazione dell'invidia).

    Non è la lettura del pensiero, quindi, però, come si fa a verificare se si è indovinato cosa gli altri sentono o pensano?
    Esempio: mi risulta difficile aggregarmi al gruppetto di amici che va a fare la pausa caffè senza un chiaro ed esplicito invito, quando alzarmi dal tavolo o quando rimanere a conversare.

    @Ananke credo il tuo risultato sia l'esatto opposto del mio ;)
  • Lycium_bLycium_b Post: 1,868
    modificato giugno 2014
    A me è uscito questo:

    "Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi
    esagerare. Qualche volta non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che essere empatici va
    bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
    empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo, compassione, pietà. E in tal caso tendi a
    tagliare corto. Questione di sopravvivenza."

    In realtà io credo che l'empatia è qualcosa di più primitivo rispetto a come lo dipingono sul sito del test, nel senso che scatta o non scatta in maniera innata a seconda delle persone. Qui da più una definizione di ascolto e di compassione. In tal caso sì, ci sono situazioni in cui le persone pretendono ascolto e attenzione senza meritarlo (come diceva mia madre "Hanno delle fregnacce!"). A queste persone non do ascolto, non più di tanto. Alle persone che invece meritano ascolto, perché hanno reali difficoltà o problemi va invece tutta la mia attenzione.
  • anankeananke Post: 1,585
    si la penso come @Tenzin.
    Nel senso, mi pare di aver notato in me stessa delle contraddizioni su questo piano, segno che secondo me ci sono delle sottocategorie all'interno dell'argomento "intelligenza emotiva" che vanno considerate separatamente. Per esempio in me convivono due opposti. Da un lato credo di avere davvero una sorta di empatia, che non so se possa essere considerata davvero tale, oppure semplicemente un partire dal principio "di base vorrei che fossimo tutti felici" e rilevare dentro di me successivamente quanto dista da tale affermazione lo stato d'animo della persona che ho davanti, percependone la relativa emozione (mia, che è di soddisfazione se l'altro è contento, e che è di dispiacere se sento che l'altro non lo è).
    Cioè è più un voler riportare le cose ad un determinato tipo di principio in cui si crede, anche se non so se questo faccia differenza all'interno della questione.
    Però venendo alla contraddizione non mi reputo - nonostante quanto detto sopra - una persona con una grande intelligenza emotiva, soprattutto da un pò di anni (dai 22 in su circa) a questa parte. Faccio un esempio: non potrei mai fare l'attrice proprio perchè non riuscirei ad elaborare dentro di me su un piano sensibile, le caratteristiche di un personaggio. In questo caso mi sentirei proprio inabile, da intelligenza emotiva zero.
    Poi ecco, se empatia significa sentire l'altro su un piano sottile, se io ho davanti una persona che piange e non è in buona fede dovrei percepirlo se sto percependo davvero lei.
    Magari nel mio caso percepisco solo il concetto "pianto" e ci applico sopra, proiettandola una mia emozione associata attribuendola all'altro.
    E potrebbe pure essere, perchè mi è capitato di commuovermi o di considerare in più che buona fede alcune persone (per fortuna pochissime) particolarmente abili a mentire che alla fine scoprendosi mi hanno lasciata con più di un punto interrogativo sulla qualità e l'obiettività delle mie percezioni. Il caso rimane aperto:D 

    Comunque una cosa che ho notato ora, quello riportato da @happilyclueless
    "Puoi percepire il clima di una situazione, ma non riesci a sopportare le emozioni troppo intense. Hai paura di lasciarti travolgere. Di essere “invasa” dai sentimenti di chi ti sta di fronte" è qualcosa che penso mi riguardi, ma non la assocerei ad un livello basso di empatia, il contrario. Se vieni travolta dalle percezioni che senti galleggiare attorno a te, o se puoi essere invasa dai sentimenti di chi ti sta di fronte significa che hai un alto livello di empatia, magari non associato ad altrettanto elevate abilità relazionali, però non è questione di empatia, ma di gestione degli input 
  • @ananke

    Il test evidentemente fa riferimento alla differenza tra empatia cognitiva e affettiva. Commuoversi perché la persona davanti piange è diverso dal mettersi nei suoi panni e sapere cosa vuole in quel momento, oppure sapere prima che tale persona avrebbe pianto se avesse sentito una determinata cosa. 
    La gestione degli input nelle persone autistiche è notoriamente un problema, e questo riguarda in molti casi anche gli input emotivi, apparentemente.
    Il mio Aspie blog: http://happilyclueless.me
  • riotriot Post: 6,897
    modificato giugno 2014
    E potrebbe pure essere, perchè mi è capitato di commuovermi o di considerare in più che buona fede alcune persone (per fortuna pochissime) particolarmente abili a mentire che alla fine scoprendosi mi hanno lasciata con più di un punto interrogativo sulla qualità e l'obiettività delle mie percezioni. Il caso rimane aperto:D
    Il mio risultato e' quello di Tenzin "Qualche volta non capisci, e qualche volta fai finta di non capire". Pero' non e' vero che faccio finta: in realta' non m'interessa provare empatia se l'argomento puo' essere portato sul piano razionale (trovare soluzioni a dei problemi, ad esempio).

    E comunque se una persona riesce a mentire da bravo attore, mentre la consideri in buona fede, come fai poi a fidarti della tua empatia per decifrare le situazioni?
    Post edited by riot on
    frieden
  • anankeananke Post: 1,585
    Infatti @Riot è quello il punto:)
    Però c'è da dire che se so di non potermi affidare alla mia empatia per valutare una persona, posso farlo cognitivamente, anche se ovviamente ci vuole più tempo
  • riotriot Post: 6,897
    Infatti @Riot è quello il punto:)
    Però c'è da dire che se so di non potermi affidare alla mia empatia per valutare una persona, posso farlo cognitivamente, anche se ovviamente ci vuole più tempo
    @ananke Ok! Infatti credo che l'empatia sia bella ma anche pericolosa perche' ci mette in una posizione vulnerabile (sfruttabile?).
    Allora, se la mia empatia cognitivamente mi aiuta a costruire opinioni, ma poi al dunque me ne scordo e torno il superfiducioso degli altri (con relative fregature), come si fa a fare di un'esperienza un "codice"? Come, dove ti si stampa? Perche' non mi funziona?
  • Lycium_bLycium_b Post: 1,868
    Per esempio in me
    convivono due opposti. Da un lato credo di avere davvero una sorta di empatia, che non so se possa
    essere considerata davvero tale, oppure
    semplicemente un partire dal principio "di base
    vorrei che fossimo tutti felici" e rilevare dentro di
    me successivamente quanto dista da tale
    affermazione lo stato d'animo della persona che ho davanti, percependone la relativa emozione (mia,
    che è di soddisfazione se l'altro è contento, e che è
    di dispiacere se sento che l'altro non lo è).
    Cioè è più un voler riportare le cose ad un
    determinato tipo di principio in cui si crede, anche
    se non so se questo faccia differenza all'interno della questione.
    Però venendo alla contraddizione non mi reputo -
    nonostante quanto detto sopra - una persona con
    una grande intelligenza emotiva, soprattutto da un
    pò di anni (dai 22 in su circa) a questa parte.
    Faccio un esempio: non potrei mai fare l'attrice proprio perchè non riuscirei ad elaborare dentro di
    me su un piano sensibile, le caratteristiche di un
    personaggio. In questo caso mi sentirei proprio
    inabile, da intelligenza emotiva zero.
    Anche io, è esattamente questo il punto.
    Pure io mi sono chiesta più volte se potessi fare l'attrice e la risposta, proprio per questo motivo, è sempre stata negativa.
  • Hai doti empatiche molto alte. Sai metterti nei panni di chi ti sta di fronte. Non desideri "giudicare". Prima ancora di “capire”, sei in grado di “sentire” le emozioni degli altri, reagendo con apertura, fiducia, trasparenza, sensibilità. Sai comprendere gli stati d'animo di chi ti sta di fronte, immedesimarti con le sue emozioni, sintonizzarti su ciò che sente l'altra persona. Per te è naturale includere nella comunicazione i segnali non verbali, quelli espressi tramite il linguaggio del corpo: la gestualità, lo sguardo, la postura, la mimica del volto. Le tue doti empatiche sono così sviluppate da sfociare talvolta, confondendosi con esse, nella simpatia, la compassione, la pietà Cristiana.
    ..................siccome ero tutto questo a son di esperienze ho lasciato che il mio cervello razionalizzasse tutto
    reset
  • slowbillslowbill Post: 174


    Test dell'empatia. Il tuo risultato


    Puoi provare simpatia e antipatia,
    ma per te l’empatia è un grande mistero. Hai così poca familiarità con
    il tuo mondo interiore che non riesci a percepire quello degli altri.
    Emozioni, sentimenti, stati d’animo, movimenti del cuore, rappresentano
    per te un linguaggio sconosciuto. Probabilmente la vita ti ha imposto
    regole dure e quando avevi bisogno di essere ascoltato e compreso non
    hai trovato chi fosse disposto a farlo. Forse nessuno in passato nessuno
    ha coltivato la tua sensibilità. Ma puoi farlo tu, da oggi.


    E' buffo essere talmente asperger da non riuscire a relazionarmi neppure con un gruppo di dichiaratisi tali
  • yugenyugen Post: 1,888
    modificato giugno 2014
    stesso risultato di @riot e @tenzin e devo dire che mi riconosco.
    Tra desiderare aiutare una persona ed empatia c'e' differenza secondo voi?
    Se una persona mi racconta di un suo problema a me viene spontaneo, e mi fa piacere, ragionare insieme alla ricerca di possibili soluzioni.
    Anche se magari non ho alcuna competenza specifica per aiutare, quando uno ha un problema di solito due teste sono meglio di una, soprattutto se una delle due non e' coinvolta emotivamente.
    Ma solo se mi rendo conto che quella persona desidera risolvere. E desidera ascoltare.
    La maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o "pieta'", parlano solo per lamentarsi.
    Io non li sopporto proprio.
    Di piu' , provo proprio un fastidio psicologico ad averli vicino.
    Se non c'e' niente che io posso dire o fare di utile, a che serve?
    La selettivita' empatica nel mio caso avviene in questi termini.
  • stesso risultato di @riot e @tenzin e devo dire che mi riconosco.
    Tra desiderare aiutare una persona ed empatia c'e' differenza secondo voi?
    Se una persona mi racconta di un suo problema a me viene spontaneo, e mi fa piacere, ragionare insieme alla ricerca di possibili soluzioni.
    Anche se magari non ho alcuna competenza specifica per aiutare, quando uno ha un problema di solito due teste sono meglio di una, soprattutto se una delle due non e' coinvolta emotivamente.
    Ma solo se mi rendo conto che quella persona desidera risolvere. E desidera ascoltare.
    La maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o "pieta'"
    , parlano solo per lamentarsi.
    Io non li sopporto proprio.
    Di piu' , provo proprio un fastidio psicologico ad averli vicino.
    Se non c'e' niente che io posso dire o fare di utile, a che serve?
    La selettivita' empatica nel mio caso avviene in questi termini.
    IDEM!

    Non capisco proprio l'utilità di lamentarsi. Non serve a niente! Nella loro ottica, essere empatetici vuol dire stare là ad ascoltare e annuire senza neanche pensare ad una soluzione (o ad un diversivo), ma non ci riuscirei proprio.
    Il mio Aspie blog: http://happilyclueless.me
  • amigdalaamigdala Post: 6,362
    ecco il mio risultato:
    "Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati
    d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi esagerare. Qualche volta
    non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che
    essere empatici va bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di
    valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
    empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo,
    compassione, pietà. E in tal caso tendi a tagliare corto. Questione di
    sopravvivenza.
    "

    direi che mi rispecchia abbastanza :)
    e concordo pinemanete con @kokorozashi: le persone parlano solo per lamentarsi. Alle volte di fronte a problemi di alcune persone ho cercato di trovare soluzioni, ma a loro non sono mai interessate... volevano solo lamentarsi e io sarei dovuta rimanere lì ad ascoltare le loro lamentele, ma che senso ha?? una volta una mi ha risposto :"senti adesso non mi va di sentire tutte le tue belle parole, io sto male", ma perchè me ne hai parlato allora? bah...
    La
    maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
    "pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
    http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
    La
    maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
    "pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
    http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
    La
    maggior parte delle persone spesso desidera solo "compassione' o
    "pieta'", parlano solo per lamentarsi. - See more at:
    http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/3369/un-breve-test-sull039empatia#sthash.tko2jAVW.dpuf
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    modificato giugno 2014
    Nell'introduzione al test, dice che l'empatia dipende da come la madre interpretava i segnali del bambino ancora in fasce (i pianti, i sorrisi, le arrabbiature del bambino).
    Quanto è scientificamente vera questa cosa?
  • kachinakachina Post: 560
    modificato settembre 2014
    anch'io risultato di @tenzin, oggi, dopo un duro lavoro non ancora finito. anni fa sarei risultata molto più tendente all'empatia affettiva .

    @fattore_a , per rispondere alla tua domanda,  io penso che scienze siano solo la matematica, la fisica e forse la chimica,
     ma che  sono assolutamente valide le precisazioni sul fatto che la capacità (come quantità e qualità) empatica nell'adulto (meglio detta autoregolazione emotiva) è condizionata fortemente dallo sviluppo del bambino nel suo rapporto con la madre o chi ne svolge le funzioni di "ambiente"/contenitore.
    NT e ND, con mutatis mutandis anche ancora da esplorare.
    lo spettro autistico però non c'entra di per sè, sul piano teorico. c'entra eccome nelle peculiarità del ns sviluppo. (disturbo "pervasivo" è )

     non siamo nelle teorie sull'empatia, ma nelle teorie psicopedagogiche e psicanalitiche (molte, troppe) su come accade lo sviluppo dell'io (self).
    molto imprecisamente x ragioni di contesto: il neonato non dispone ancora di strutture cognitive (non vede neanche, impara a vedere credo nei primi 3 mesi di vita), ma di un apertissimo (empatia) sistema percettivo emotivo, e primariamente tramite qs entra in relazione al mondo (madre).
    famosa è la storia dei neonati in incubatrice il cui tasso di sopravvivenza si innalzò quando qualcuno decise, contro la mente igienista, di toccarli per un'ora al giorno.
    ci sono complicati, benchè in larga parte istintivi, sistemi di comunicazione emotiva (non solo non verbale, ma non codificata) all'opera.

    non è giusto, men che meno scientifico come lo dico, ma per capirci :
    è credibile che gli NT che hanno "troppa empatia" o nessuna empatia (sociopatia)  hanno alle spalle uno sviluppo disfunzionale dell'io, condizionato da diversi fattori tra cui spicca il parenting style.
    invece se tutto va bene, si può immaginare un continuum natura (dall'empatia senza dighe del neonato) a cultura ( solidi confini dell'io , che resta un io prosociale).

    sperando che non ci siano specialisti che leggono.




    Let us try to teach generosity and altruism, because we are born selfish.             -Richard Dawkins
  • marielmariel Post: 1,551
    Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati
    d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi esagerare. Qualche volta
    non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che
    essere empatici va bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di
    valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo
    empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo,
    compassione, pietà. E in tal caso tendi a tagliare corto. Questione di
    sopravvivenza.

    In effetti ho empatia solo quando sento che c'è un vero stato d'animo da parte dell'altra persona!
  • Non vi ho detto che pochi giorni dopo aver fatto il test e postato questo topic, dove lavoro mi è stato detto che non so mettermi nei panni degli altri. Quelle parole mi hanno gelato il sangue, dette da chi non può sapere che in quei giorni stavo parlando di empatia con voi.
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Non vi ho detto che pochi giorni dopo aver fatto il test e postato questo topic, dove lavoro mi è stato detto che non so mettermi nei panni degli altri. Quelle parole mi hanno gelato il sangue, dette da chi non può sapere che in quei giorni stavo parlando di empatia con voi.
    A me persone che erano molto vicine mi hanno detto: parlare con te è come parlare con un muro di gomma, ti torna indietro, hai la faccia inespressiva sembri assente. Mi senti quando ti parlo?!? Hai davvero poca empatia!
    E fu così che persi il lavoro...
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • @fattore_a, @ct87, e tutti credo,
    è sempre orrendo vivere quelle scene, e magari pagarne anche grandi costi.

    forse noi non dominiamo l'empatia,
    ma il TATTO spesso sappiamo esercitarlo, e avremmo diritto a chiederlo, soprattutto dai clinicians.

    Let us try to teach generosity and altruism, because we are born selfish.             -Richard Dawkins
  • violinoviolino Post: 98
    modificato settembre 2014
    Carino come test:) A me è saltato fuori questo
    "Hai doti empatiche molto alte. Sai metterti nei panni di chi ti sta di fronte. Non desideri "giudicare". Prima ancora di “capire”, sei in grado di “sentire” le emozioni degli altri, reagendo con apertura, fiducia, trasparenza, sensibilità. Sai comprendere gli stati d'animo di chi ti sta di fronte, immedesimarti con le sue emozioni, sintonizzarti su ciò che sente l'altra persona. Per te è naturale includere nella comunicazione i segnali non verbali, quelli espressi tramite il linguaggio del corpo: la gestualità, lo sguardo, la postura, la mimica del volto. Le tue doti empatiche sono così sviluppate da sfociare talvolta, confondendosi con esse, nella simpatia, la compassione, la pietà Cristiana."
    anche a me è uscito quello. ma mi chiedo come si possa "testare" l'empatia affettiva con un test scritto. è chiaro che quando una situazione o un'emozione è descritta verbalmente, arriva al livello cognitivo e bypassa completamente quello affettivo..
    le risposte sono pensate, mentre l'empatia affettiva sfugge al controllo della mente.

    mah.
    reset
  • faccio una domanda: per un Aspie è possibile recitare? esistono attori asperger?
  • @violino hai ragione a ridimensionare la validità di questi test.
    Io ho risposto con riferimeno a cosa ho fatto o detto in situazioni simili quindi non ho pensato a cosa farei se... ma a cosa ho fatto quando.

    Lo scopo era anche quello di capire con esempi partici cosa sia l'empatia, oltre alla definizione da vocabolario.
  • AleenaAleena Post: 1,050
    modificato settembre 2014
    faccio una domanda: per un Aspie è possibile recitare? esistono attori asperger?
    Certo, ne esistono molti.

    Io il test non riesco a farlo, non riesco a scegliere fra alcune risposte che mi sembrano tutte sbagliate.

    Comunque penso di essere empatica, nel senso che riesco a capire come si sente una persona. Però non riesco ad esprimere quasi nulla al riguardo. L'emozione e lo stato d'animo li capisco, sono molto sensibile a questo, ma non so come comportarmi, non capisco cosa si aspetta da me l'altra persona e quindi credo sia più un problema di ToM più che di incapacità di percepire l'emozione.
    Se la misura del grado di empatia si basa su questa seconda parte, ovvero la "risposta" allo stato d'animo altrui, allora sono empatica quanto un bottone. Perfino qui, su un forum aspie, vedo tante persone molto più abili di me ad entrare in connessione con gli altri.

    Inoltre credo che spesso le risposte emotive di un aspie davanti a qualcosa siano diverse da quelle dei neurotipici. Reagiamo in modo diverso e questa cosa, non capita dagli NT, fa si che loro ci accusino di essere senza emozioni e poco empatici, quando invece le emozioni sono semplicemente diverse e quindi spesso non condivise.
    Post edited by Aleena on
    I exist as I am, that is enough, If no other in the world be aware I sit content,
    And if each and all be aware I sit content.
    ---Walt Whitman
  • Hai buone doti empatiche. Sei capace di sintonizzarti con gli stati d’animo di chi ti sta di fronte. Ma non intendi esagerare. Qualche volta non capisci, e qualche volta fai finta di non capire. Hai stabilito che essere empatici va bene ma dare l'anima per gli altri no. Cerchi di valutare di volta in volta se il tuo interlocutore meriti uno sforzo empatico da parte tua o se stia pretendendo simpatia ad ogni costo, compassione, pietà. E in tal caso tendi a tagliare corto. Questione di sopravvivenza.
  • @aleena
    mi sapresti dire qualche nome di attore o attrice riconosciuti come asperger?
  • AleenaAleena Post: 1,050
    modificato settembre 2014
    @violino Se intendi famosi si, ne ho in mente un paio dei quali però non ricordo i nomi, li cerco e te li scrivo. Comunque molti aspie fanno teatro, vero @pulpetz?
    Post edited by Aleena on
    I exist as I am, that is enough, If no other in the world be aware I sit content,
    And if each and all be aware I sit content.
    ---Walt Whitman
  • AleenaAleena Post: 1,050
    La prima è Daryl Hannah (che io ricordo bene in Splash - Una sirena a Manhattan, con Tom Hanks)
    I exist as I am, that is enough, If no other in the world be aware I sit content,
    And if each and all be aware I sit content.
    ---Walt Whitman
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