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Autismo al Lavoro con Tony Attwood! 11-12 Maggio 2023. A Milano e online!

Stili di pensiero e apprendimento

Io soffro di un grande complesso di inferiorità nei confronti di chi, pensando, non visualizza ma verbalizza; non riesco nemmeno a immaginare come possa essere ma evidentemente i concetti sono, nella testa di chi fa così, espressi a parole che hanno una per una il loro corpo e non un'immagine. Non so se mi spiego bene.
Io comunque penso a immagini. I concetti teorici li ricordo se hanno immagini forti, emblematiche; ricordo bene il concetto di contemporaneo secondo Giorgio Agamben perché l'ha descritto come un uomo che guarda il buio - ossia questa velocità della luce che non ci investe mai e ci lascia in un'oscurità indecifrabile, tranne per chi la sa guardare. Ricordo bene il primo concetto che abbia mai compreso, quello della nascita dell'universo, perché piuttosto che imparare a memoria un testo che per me a quattro anni era complicatissimo immaginai la superficie di un quadro che all'improvviso veniva dipinta da colori sgargianti.
Ecco; io penso sempre così. Pensare a una parola per me significa pensare a un font di Windows. E' tutto immagine.
Un mio professore l'altro giorno spiegava che se l'emisfero sinistro dovesse spiegare com'è fatta la porta di casa nostra non finirebbe più di parlarne nel dettaglio; l'emisfero destro, invece, sa ISTANTANEAMENTE com'è, per istinto quasi.
Questo penso possa essere il motivo per cui, talvolta, fatico a verbalizzare e mi sento stupida o incompresa; SO BENE cosa uno intende dire ma non so spiegarlo.
Per me pensare al cinema di Nanni Moretti è pensare alla sua faccia, alle scene più importanti, e nel pensarci io penso anche agli studi e alle recensioni a riguardo perché per me sono la stessa cosa. Un'inquadratura di un suo film per me è automaticamente la sua spiegazione (sia perché ho già studiato l'argomento, sia perché l'ho notata spontaneamente; mi succedono entrambe le cose), e se mi chiederai cosa ho capito può darsi che io mi incarti paurosamente: in me le parole sono la conclusione, non il punto di partenza.
Non è che non capisca "cosa succede" in un film, in un fumetto, dal punto di vista stilistico, anzi; è che per me certe cose sono talmente autoevidenti, nella loro espressione visiva, che non avevo mai concepito prima di qualche anno fa che ne potesse esistere una teoria o lo studio.
Penso anche che questo sia il motivo per cui in molte materie in Accademia vado "istintivamente" bene senza comprendere MOLTE cose di teoria che per altri sono basilari, la base imprescindibile.
Non è questione di talento particolare, è che se ho un minimo di interesse a me viene proprio naturale fare certe scelte o lavorare in un certo modo.
Spero di non risultare spocchiosa dicendo questo.

So che non sono l'unica a pensare così, e so che mille altre persone tuttavia pensano diversamente.
Quello che mi chiedo è: 

è possibile che lo stile di pensiero influenzi PROFONDAMENTE quanto uno può apprendere, quello che uno può apprendere e come?

Mi sembra chiaro che una persona dallo stile di pensiero molto visivo sia più portata all'apprendimento delle arti, ad esempio; ciò che mi irrita è constatare i miei ENORMI limiti nell'assorbimento di una materia che non ha un supporto nel visibile, nel pragmatico.
A me risulta persino difficile studiare fotografia perché, cacchio, DEVO VEDERE ogni dettaglio della macchina. Devo comprendere BENE, perché spesso le parole che le persone usano mi mandano fuori strada.
Non capisco se sia proprio un mio limite o se in generale mi ostacoli non avere un pensiero almeno un minimo verbale; d'altra parte gli altri le spiegazioni teoriche di fotografia le capiscono, non le trovano ingarbugliate. Per me lo sono eccome!
Bisognerebbe dirmi, tipo come in un manuale: coso "A" si chiama così, coso "B" si chiama cosà.
Coso "A" fa questo e quello, coso "B" fa quello e quell'altro.
Eccetera.

Io mi sento UNA PERFETTA IDIOTA nel dire queste cose qui.
Non sono un'espertona di psicologia - stili di pensiero - modalità di apprendimento eccetera, per cui quanto dicevo sugli emisferi del cervello potrebbe benissimo essere una castroneria o un elemento di cultura generale che tutti hanno tranne - come al solito - me.
Io proprio non ne ho idea. Complici milioni di altre cose ho delle lacune enormi, come dicevo altre volte.
Però, cacchio, sono curiosissima di sapere da dove arrivino gli stili di pensiero.
Voglio proprio capire come si pensa e perché, come si può studiare o imparare in base a come si pensa; cosa si può fare.

Vi chiedo: voi come pensate?
Il modo in cui pensate vi ha aiutato/ostacolato nella vita, nello studio?
Sfruttate il vostro modo di pensare per realizzare cose importanti?
Avete dei limiti?
Ricordate le cose molto bene per motivi particolari?

Eccetera eccetera eccetera.

Grazie a tutti per l'attenzione!
❤️
but the Earth refused to die
OssitocinaArkOfGloryShinjiNemoAmelieDoorwolfgangalexander_pope_blueli_friedene 4 altri.
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Commenti

  • Ieri ho fatto vedere al mio ragazzo il cortometraggio-documentario "Through our Eyes: Living with Asperger's Syndrome", di Alyssa Huber. 
    Insomma, lo guarda, arriva al punto del video dove i due ragazzi spiegano il loro modo di pensare, quindi si ferma, si gira e mi chiede "ma scusa... tu com'è che pensi?"

    E questa domanda ha smosso tante cose in me. Ho risposto che penso fondamentalmente ad immagini e parole, ma che dipende dal mio stato d'animo e da ciò che sto facendo. Ad esempio durante i miei momenti più introspettivi penso molto di più a parole, durante i momenti creativi penso più ad immagini, quando non faccio niente di particolarmente pesante per la mente allora penso a suoni, infatti tendo ad esternare cantando le musiche o le canzoni che sento nella mia testa.

    Eh insomma, abbiamo concordato che la diversità nell'Asperger non è tanto il modo di pensare (che sia a parole, immagini o suoni) ma i collegamenti tra un pensiero e l'altro. Ad esempio, quando ho davanti un problema personalmente tendo sempre a valutare tutte le variabili possibili, tutte le soluzioni e le non soluzioni, spesso è talmente veloce che quasi non me ne accorgo, e quindi cerco di comportarmi di conseguenza alla risposta più logica.

    E voi, com'è che pensate?
  • riotriot Post: 6,891
    predominanza del pensiero visivo e modalità iper-analitica tipo arborescente. una bella fatica ad assemblare il tutto che a volte mi ci perdo dentro..beata te che hai tanta velocità! :)
    ViandanteNemo
  • ViandanteViandante Post: 137
    modificato aprile 2016
    Ma, diciamo che spesso ha i suoi contro... ad esempio, quando sono in mezzo a tante persone, penso a così tante cose che si creano momenti di pause imbarazzanti. Da sempre quando devo rispondere ad una domanda ci metto qualche secondo in più rispetto agli altri, inoltre tendo a calcolare cose futili, che magari non hanno senso con ciò che succede, semplicemente mi perdo tra i pensieri.

    Per velocità intendo che, quando succede, penso a tante cose in poco tempo, anche se in realtà il tempo passa. Qualche secondo di troppo, come l'esempio sopra, fa capire agli altri che in quel momento sono nel mio mondo xD
    Il poco tempo è relativo alla fine, mi sono basata sul modo di pensare del mio ragazzo. Lui trova sempre la risposta più semplice e logica, è quasi istintiva, spesso non ci deve nemmeno pensare, ma anche se ci pensa la risposta è lì. Quindi lui quando parla sembra sempre avere le idee chiare, o la battuta pronta, mentre io ci metto un po' di più.

    Mi ricordo che quando ero piccola mia mamma rispondeva sempre al posto mio perché quando mi facevano delle domande non riuscivo a rispondere subito... mi ha sempre dato un po' fastidio, ma in realtà poi, una volta trovata la risposta, la interrompevo dicendo ciò che effettivamente pensavo.
    Eowyn
  • osurosur Post: 750
    Non so come si possa definire, se per schemi o immagini. Quando devo dire o spiegare qualcosa, ho una pausa durante la quale visualizzo uno schema, poi lo traduco in parole. Ho il dubbio se sia una caratteristica anche dei neurotipici, anche perché non so come si possa tenere un discorso senza avere uno schema in mente.
    NemoresetViandante
  • AuratusAuratus Post: 165
    Penso per immagini e per parole. Generalmente ho proprio delle immagini stile Google (come descrive anche Temple Grandin) ma anche filmati dettagliati e rotazioni 3D di immagini. Posso far fare qualsiasi cosa al mio pensiero visivo. Pensando per parole invece intendo che ho nella testa veri e propri discorsi analitici che mi faccio per esacerbare i concetti che voglio analizzare. Prevalentemente però direi che penso per immagini, infatti questo fa di me anche nel resto della vita una persona molto visiva. Sono detail oriented, divoro film e telefilm più per il piacere visivo dello scorgere dettagli che per godere di una storia.
    DoorViandante
  • NemoNemo Post: 3,737
    modificato aprile 2016
    Penso maggiormente per immagini, il problema maggiore che ho è che effettuo "salti" logici, ossia a domanda rispondo avendo già presente la possibile contro-risposta, per cui 

    1) da un lato alle volte sembro "leggere nel pensiero"
    2) sembro abbastanza sovente un pazzo.

    resetAuratusViandanteDoor
    Memento Mori
  • Per immagini e parole,nel secondo caso faccio dei veri e propri monologhi o dialoghi(in caso di dialoghi associo anche immagini),spesso anche musicalmente, mi girano intesta canzoni che possono andare avanti tutto il giorno.in tutti e tre i casi sono pensieri che vanno a mille,saltano,cambiano e ragionano velocemente e spesso mi devo stoppare sennò mi si fonde il cervello e non concludo niente!
    Viandante
  • AuratusAuratus Post: 165
    @Nemo si anche io alle volte sembro leggere nel pensiero, peccato che alla gente non piaccia un granchè
    Nemo
  • resetreset Post: 2,151
    Grande @Nemo !!!

    Anche a me capita, prima scioccamente rispondevo anche alla contro-risposta, ora ho imparato a stare zitta, ma devo perfezionarmi, mi scappa sempre un sorriso soddisfatto mentre l'altro risponde.
    Penso a immagini, a film, o schemi. Mi è indispensabile la forma scritta se devo capire qualcosa. Vedere osservare, schematizzare, usare parole chiave, disegni. Così elaboro le parole degli altri e le mie.
    Se mi soffermo sull'ascolto, mi distrae il viso, il suono della voce, i dettagli dell'interlocutore, e le parole ascoltate mi fanno venire in mente giochi di parole doppi sensi, persino i numeri se pronunciati a voce sembrano danzare e si rovesciano le sequenze.
    Quando ascolto qualcuno, devo tenere in mano una penna su foglio bianco, e fare dei segni, per schematizzare i discorsi.
    Però è bello!
    NemoViandanteVitt80

  • Io tendo ad essere fortemente intuitivo, le intuizioni che ho si presentano come flash sotto forma di immagini. Immagini in senso lato però, ovvero vedo colori, vedo forme e frecce. Non saprei descriverlo in maniera corretta. 
    Per quanto riguarda l'elaborazione e il pensiero procedo quasi sempre per immagini accompagnate da parole, ma la parte verbale non è autonoma, non mi permette di pensare correttamente.
    Infatti mi capita spesso di provare a trattare un argomento in maniera totalmente verbale, lo faccio quasi più per gioco che per altro. Penso alle parole che mi vengono in mente e mi accorgo che sono vuote, che non riesco a renderle vive da sole.

    L'intuizione mi piace molto perché arriva nei momenti più inaspettati, anche il pensare in maniera mista immagini/verbale mi piace, perché cerco sempre di vedere una questione sotto tutti i suoi punti di vista e ciò mi aiuta. Il lato più negativo è che per pensare devo essere totalmente concentrato, devo poter visualizzare le cose, se sento troppa pressione (magari durante un dialogo) non riesco ad andare avanti, perché tratterei la tematica in maniera semplicistica e "di pancia", dicendo semplicemente opinioni che spaccerei come analisi e dal profondo mi rifiuto di fare una cosa del genere.


    EstherDonnellyOssitocinawolfgangalexander_pope_blueli_DoorKrigerinne
    "La biologia carica il fucile, la psicologia prende la mira e l'ambiente tira il grilletto" 

    "Guardo i film, so come ci si comporta" 

    Scoprii che ignorava totalmente la Teoria Copernicana e la composizione del Sistema Solare. (…) "Lei dice che giriamo intorno al sole. Anche se girassimo intorno alla luna non farebbe un soldo di differenza per me o per il mio lavoro." (Sherlock Holmes) 
  • OssitocinaOssitocina Post: 2,725
    Ieri ho letto una frase che diceva:"La pittura è una poesia muta, la poesia un'arte uditiva". Forse non c'entra niente, ma mi è saltato alla mente appena ho letto il tuo scritto.
    Assunto che per me il pensiero è arte, penso si possa avere un pensiero pittorico, od uno poetico.
    Io penso prevalentemente per parole. Vedo per parole. Il mondo attorno a me è una grande sinestesia di termini. So che sto capendo, quando la mia mente decodifica ciò che recepisce con parole che per me abbiano un senso. Anche l'arte visiva in me prendere forma verbale.
    Non saprei davvero come spiegarlo. A volte mi saltano alla mente metafore visive, ma esse prendono corpo e nitidezza solo man mano che riesco a dare loro una descrizione. È un processo molto veloce ma obbligato, non mi è mai successo di avere un'immagine in testa e non avere consequenzialmente un pensiero verbale correlato ad essa. Nulla per me riesce ad assumere un senso, se non attraverso le parole. E quando non ne trovo di adatte, sto male.
    Eppure, attraverso le parole spesso cerco di costruire immagini. Perché per il modo in cui penso, la descrizione verbale di un'immagine è il più alto livello di comprensione e resa del pensiero.

    Penso sia per questo mio modo di pensare che non ho nemmeno a pagarla l'astrazione geometrica; che non sono in grado di disegnare perché nella mia mente ho grandi idee ma non riesco a figurarmi il disegno, e quindi non ho linee guida da seguire; che ho zero memoria fotografica; che ho grandi difficoltà con i numeri perché non assumono la forma di parole con un senso nella mia mente.
    Per contro, penso che dipenda dal mio modo di pensare il fatto che io abbia una buonissima memoria acustica; riesca ad avere lo scrivere come valvola di sfogo totalizzante; riesca ad esprimere cose complicate in modo abbastanza chiaro, se non mi sento sotto pressione.

    Non so se sia grata o meno al mio modo di pensare. Non so se mi piaccia, non so se mi agevoli. Non so se mi renda una persona estremamente razionale. So solo che le cose che mi fanno stare bene davvero, disinnescano il mio tormentoso pensare sempre, e lasciano un po' si spazio al silenzio nella mi mente. Questo mio pensare per parole a volte mi sembra quasi RUMORE, a volte è insopportabile, a volte vorrei poter pensare per immagini silenziose o non pensare affatto. Ma poi, questa sono io, e va bene così.
    EstherDonnellyArkOfGloryNemoAmeliealexander_pope_blueli_Krigerinnerondinella61
  • OssitocinaOssitocina Post: 2,725
    Ps: La discussione mi ha incuriosita, per cui girovagando ho trovato questo:
    http://www.battistag.it/allegati/suc_scol/stili_cognitivi_e_successo_scolastico.pdf
    Mi sembra faccia un resoconto della questione interessante :)
    EstherDonnelly_blueli_
  • ShinjiShinji Post: 241
    modificato aprile 2016
    Anche io penso spesso per immagini. Però ho poca fantasia costruttiva e questa cosa a volte mi limita nel creare le cose dal nulla mentre sono molto bravo invece a manipolare idee che ho già in testa, ad estremizzarle.
    A volte mi diverto a schematizzare concetti non intuitivamente schematizzabili, come una sorta di sfida personale. Se l'argomento mi prende mi dimentico persino di essere con altri.

    Ricordo che a scuola non riuscivo a ricordare una definizione o un concetto se prima non lo collocavo spazialmente sul libro, in quel paragrafo, in quella pagina, in basso o in alto. 
    A volte faccio fatica a capire i modi di dire, quindi provo ad associarli ad immagini, ai momenti in cui li sentii per la prima volta. Però ho ritenuto più sicuro fare un dizionario apposta dove li catalogavo, perché alcuni sono davvero molto fantasiosi :).

    Faccio fatica anche io a esprimere a voce certe cose, anche se in testa le idee le ho e le intuizioni non mancano. Mi trovo decisamente più a mio agio a scriverle, senza fretta e pressione esterna. Come se la mente si vergognasse a pensare in presenza di altri e si aprisse soltanto quando si sente al sicuro. Ci sono momenti in cui mi sento un'idiota, letteralmente, ed altri in cui mi sento un piccolo genio, non so se rende l'idea...
    Ciao
    EstherDonnellyalexander_popeMariAlberilunagattina
    The closer you get to the light, the greater your shadow becomes.
  • Ricordo che a scuola non riuscivo a ricordare una definizione o un concetto se prima non lo collocavo spazialmente sul libro, in quel paragrafo, in quella pagina, in basso o in alto. 



    Idem. Quando studiai per la maturità memorizzai molto meglio (e alcune cose le ricordo ancora) il "layout" della pagina e le immagini che erano affiancate al testo piuttosto che il testo stesso.
    Un mio amico, per scherzare, durante un'interrogazione di prova a cui mi sottopose mi chiese anche le suddette immagini e io gliele descrissi senza battere ciglio. La sua reazione fu questa: :-O

    Faccio fatica anche io a esprimere a voce certe cose, anche se in testa le idee le ho e le intuizioni non mancano. Mi trovo decisamente più a mio agio a scriverle, senza fretta e pressione esterna. Come se la mente si vergognasse a pensare in presenza di altri e si aprisse soltanto quando si sente al sicuro. Ci sono momenti in cui mi sento un'idiota, letteralmente, ed altri in cui mi sento un piccolo genio, non so se rende l'idea...

    Questo potrei averlo scritto io.
    Ci furono delle volte a lezione in cui mi vergognai così tanto all'idea di rispondere a delle domande che faticavo a comprendere (non perché fossero difficili, ma perché la pressione era ALTISSIMA) che le riscrissi sul blocco appunti e vi risposi scrivendo.
    Risposi male, perché comunque ero agitatissima (e in uno stato di "pericolo" è molto più facile che io prenda tutto alla lettera), però tendenzialmente scrivere mi riesce bene.
    E' a voce che sono un disastro. :(
    NemoShinji
    ❤️
    but the Earth refused to die
  • NemoNemo Post: 3,737
    Penso per immagini, ricordo per immagini, elaboro per immagini. Da bambino avevo un "codice colori" per descrivere le cose che mi piacevano (che erano verdi, azzurre, blu, viola) o che non mi piacevano (rosse, marroni, verde vomito) ecc. ecc. Quindi se una situazione mi metteva ansia o paura, la "vedevo" con certe tinte, se invece l'emozione era positiva, con altre (cosa che mi capita tutt'ora in sogno).

    A scuola la memoria visiva mi ha sempre aiutato in tutte le materie in cui vi era da ricordare; per quelle in cui bisogna ragionare... beh, sono tendenzialmente una persona logica :-D - comunque "vedere" nella mente una dimostrazione geometrica non è molto diverso dal visualizzare la linea del tempo di un periodo storico.

    Tutt'ora, quando per lavoro devo sviluppare un po' di codice, ho l'abitudine di disegnare schemi a blocchi con il codice da elaborare. Mi rende più semplice "vedere" come ottenere il risultato.
    EstherDonnellyOssitocinaalexander_pope_blueli_resetlunagattina
    Memento Mori
  • amigdalaamigdala Post: 6,362
    Io penso per parole, ma ricordo per immagini. Ciò che studio lo richiamo alla mente per immagini o sinestesie o se esiste una sequenza temporale. (Forse è qui il problema della mia ignoranza in filosofia: erano un mare di pensieri non miei non associati ad immagini).
    NemoAmelieOssitocinaalexander_popeDoorrondinella61riot
  • MarkovMarkov Post: 10,916
    modificato aprile 2016
    Dalle esperienze che ho, mi sono fatto queste idee.
    Pensare ad immagini permette di arrivare più in profondità, regala intuizioni migliori, e permette maggior flessibilità in generale. Di contro però, si va molto più lenti quando si tratta di esporre agli altri i propri pensieri. Viene fuori un'esposizione più difficoltosa e confusionaria... e ci vuole più tempo pure per assimilare i concetti verbali, dovendoli prima convertire in immagini. Quindi uno che pensa puramente ad immagini non sembra troppo brillante se viene richiesta immediatezza. 
    E' come guidare un'automobile con scarsa accelerazione ma ottima velocità limite.
    EstherDonnellyNemo_blueli_DoorIraniaresetmarco3882SophiaMononokeHime
  • NemoNemo Post: 3,737
    Marcof ha detto:

    Dalle esperienze che ho, mi sono fatto queste idee.

    Pensare ad immagini permette di arrivare più in profondità, regala intuizioni migliori, e permette maggior flessibilità in generale. Di contro però, si va molto più lenti quando si tratta di esporre agli altri i propri pensieri. Viene fuori un'esposizione più difficoltosa e confusionaria... e ci vuole più tempo pure per assimilare i concetti verbali, dovendoli prima convertire in immagini. Quindi uno che pensa puramente ad immagini non sembra troppo brillante se viene richiesta immediatezza. 
    E' come guidare un'automobile con scarsa accelerazione ma ottima velocità limite.

    Hai espresso esattamente quel che penso: infatti, i concetti che fluiscono nella mente devo farli scorrere per descriverli - e questo è, oggettivamente, faticoso. Un'altra cosa che mi capita è di "dare per scontato" che il mio interlocutore "veda" quello che io dico, quindi sottintendo certe cose. Ovviamente ciò comporta malintesi e misinterpretazioni.
    EstherDonnellyDoorIraniaKrigerinneMarkovalexander_popemarco3882Sophia
    Memento Mori
  • _blueli__blueli_ Post: 151
    modificato maggio 2016
    Io penso come un libro misto ad un film. Letteralmente. 
    Nella mia testa è un misto tra un audiolibro senza voce (non so spiegare, è come se leggessi le parole sfogliando un libro immaginario, con una voce che è fatta di scritte) e le scene di un film, con tanto di dialoghi ed effetti sonori dolby surround.
    Questo è il modo in cui do senso al mondo, alle cose; se non penso in questo modo, spiegando tutto come se fosse un libro intercalato da filmati, non capisco niente, non processo niente.
    Come @Ossitocina, per me le parole sono tutto, TUTTO. Hanno una grandissima importanza, detesto quando vengono usate con leggerezza.
    Infatti tutte le immagini che vedo devono essere accompagnate da una spiegazione di sottofondo.
    La cosa divertente (o triste) è che nella mia mente le immagini sono più reali della realtà, i colori più vivi, le cose più vere e chiare. 
    Queste cose mi aiutano molto ad avere una visione chiara e distaccata delle cose, ma mi spingono anche a perdermi in me stessa, per cui sono un'arma a doppio taglio.

    EstherDonnellyamigdalaNemoDoorAmelieIraniawolfgangSaturnine
  • DoorDoor Post: 648
    Forse dire che penso per immagini non è totalmente corretto, perché mi viene sempre in mente la metafora visiva della ricerca immagini su Google.
    Io penso per filmati e ricordo per filmati, vedo e comprendo la mia vita come vedo e comprendo una serie tv.
    Di solito per cercare di ricordare qualcosa a "360 gradi" devo ricreare l'emozione predominante del ricordo e ricercare il filmino corrispondente.
    Strano lo è, ma è davvero bello da VEDERE.
    La mia maggiore difficoltà è simile a quella di @EstherDonnelly , cioè col pensiero visivo spesso arrivo istintivamente alla conclusione, non sento la necessità di soffermarmi sul processo conoscitivo e per questo perdo dei passaggi comunque fondamentali.
    Ciò è pessimo nelle discipline scientifiche.
    EstherDonnellyOssitocina_blueli_alexander_pope
    Il mio sistema limbico è crashato.
  • @Door si, anch'io "vedo" filmati.
    Questa precisazione mi fa venire in mente una cosa che voglio girare in forma di domanda a tutti gli utenti che pensano per immagini:

    Quando ricordate un evento che avete vissuto in prima persona, vi capita mai di ricordarlo in terza persona?
    NemoIraniaamigdalaRiuyAntonius_Block
    ❤️
    but the Earth refused to die
  • NemoNemo Post: 3,737
    Certo, anche se non sempre.
    EstherDonnellyamigdalaalexander_pope
    Memento Mori
  • CorocottasCorocottas Post: 1,322

    Anche io vedo sempre immagini o ''film'', sia che si tratti del passato, sia che si tratti del futuro.

    Anche nel caso in cui debba pianificare un viaggio verso una località in cui non sono mai stato, io già me la prefiguro nella mente (e non importa che sia simile o no alla realtà che poi scoprirò, è solo un ''appoggio mentale'' per riuscire a pensare).

    Non mi chiedo mai ''chissà come sarà'' il tale posto o la tale persona; piuttosto, mi creo istintivamente un'immagine in pochi secondi, che sarà suscettibile di cambiare nel momento in cui scoprirò il vero aspetto del luogo o della persona. Questo da sempre.

    EstherDonnelly_blueli_
  • OssitocinaOssitocina Post: 2,725
    Leggendovi, sto pensando al fatto che in realtà il ricordo è abbastanza visivo. Se penso ad un concetto, o comunque a qualsiasi cosa sia ancora puro pensiero, la mia mente lo elabora in parole. Ma porto alla memoria episodi, o se mi proietto in un futuro che conosco (es: domani prenderò l'autobus), l'immagine precede i "sottotitoli verbali". Però, li elaboro in prima persona. Rivivo solo gli eventi traumatici, nei quali effettivamente mi sono sentita fuori da me stessa, in terza persona.
    EstherDonnelly_blueli_
  • KrigerinneKrigerinne Post: 3,163
    Mi interessa e ho letto le prime risposte ma prima di continuare esprimo un concetto. Dato che siamo in tema aggiungo che il mio pensiero è estremamente volatile. Oggi ti dico questo. Se domani rileggessi il tuo post ti risponderei diversamente.

    Verbalizzare le idee non è semplice a tutti coloro che pensano per parole e difficile a tutti quelli che pensano per immagini. Non so perché. È un dato empirico. Tra i miei amici non noto una relazione. Potrei sbagliare. Ma io sono prettamente visiva e per anni non ho verbalizzato le mie idee. Ho sempre trovato facile scrivere, come te, questo evidenzia che fondamentalmente non c'è un problema nel tradurre le cose in parole. C'è un problema forse in queste aree:
    - nel mio ambiente essere femmina e piccola spingeva la gente a non ascoltarmi. Per ricevere attenzione dovevo parlare brevemente e ad alta voce. Questo ha sempre avuto il potere di farmi sentire sotto pressione.
    - il mio pensiero come il tuo è arborescente. Tendiamo a saltare di palo in frasca e a impiegare 2 ore per spiegare un concetto in maniera consistente. Altra pressione perché la gente perde il filo e non ti vuole ascoltare.
    - mi vengono in mente cose che sono legate in maniera strampalata al momento presente per cui le persone mi dicono "e questo cosa centra?" Oppure voglio parlare di argomenti interessanti per nessuno. Tipo "secondo te qual è l'altezza ottimale dove posizionare il legaccio della tenda in modo tale da far entrare la quantità di luce maggiore possibile? (mano a mano che vai verso l'alto la tenda in basso di allarga e para la luce,ano a mani che abbassi il legaccio la tenda si allarga in alto e para la luce)".
    Oggi in famiglia tra zii e cugini volevo esprimere un concetto. Ho alzato la voce e ho preso con prepotenza la parola. Ho detta la mia e sono stata subito interrotta da mia zia che mi ha fraintesa e da mio fratello che dice che sono troppo pragmatica e che devo ragionare più di pancia.
    Questa è la vita di un aspie spesso... Se apri la bocca vieni ignorato, frainteso... Se succede da sempre ti abitui. Se non ti alleni a parlare perché dovresti saperlo fare? Da un anno ho trovato un fidanzato molto verbale che ascolta le mie idee e mi sprona a parlare e io sono migliorata del 100% nell'esposizione verbale.

    Questo è un modo di vederla. Se esistano difficoltà effettive di espressione verbale per i pensatori visivi non so. Penso comunque che sia un'abilità allenabile.

    Che l'apprendimento segua le linee del tuo stile cognitivo è lampante.
    Le parole ti aiutano nei ragionamenti astratti perché sono segni che racchiudono dei significati. Ma le parole sono segni condivisi con il resto delle persone e questa è la loro forza. Per il resto puoi usare altri segni o simboli non comunicativi. Come ark che dice di pensare per frecce ecc... Quello stile di pensiero si presta ugualmente all'astrazione. Se le tue immagini invece sono alla temple grandin ti trovi più a tuo agio con le cose concrete.

    Per come penso ho molta difficoltà a studiare cose in sequenza o evoluzioni temporali. Per me la x è sempre uguale a se stessa. Posso ampliare la mia conoscenza di x. Ma memorizzare come la x muti nel tempo è una cosa che mi manda in profonda confusione.
    Posso quasi snaturare la x nel tentativo di vederla in maniera dinamica e flessibile. Tener conto del tempo è troppo. Dovrei memorizzare schemi flessibili di x per ogni momento y. Ed è troppo per me.
    Quindi cerco di studiare materie temporali ma non sono il mio forte. Anche alla psicologia dello sviluppo cerco di dare una connotazione spaziale piuttosto che una temporale.

    Penso spesso in maniera implicita. Cioè mi sono chiari dei concetti senza forma e li maneggio con facilità senza l'esigenza di definirli con simboli o segni.
    Ma altrettanto spesso faccio una fusione. Si tratta di immagini simboliche e non didascaliche che si fondono a principi fisici e a qualche parola sfusa. Così ragiono.
    Il monologo interiore me lo faccio solo se devo cercare di analizzare me stessa; le mie emozioni, le mie motivazioni, i miei comportamenti.
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    Backend developer ~ Asperger ~ ex tutor ABA
    You split the sea so I could walk right through it
  • DoorDoor Post: 648
    EstherDonnelly ha detto:

    @Door si, anch'io "vedo" filmati.

    Questa precisazione mi fa venire in mente una cosa che voglio girare in forma di domanda a tutti gli utenti che pensano per immagini:

    Quando ricordate un evento che avete vissuto in prima persona, vi capita mai di ricordarlo in terza persona?
    Più lontani sono nel tempo meno riconosco me stessa in quei ricordi, quindi si, capita.

    EstherDonnelly_blueli_
    Il mio sistema limbico è crashato.
  • - nel mio ambiente essere femmina e piccola spingeva la gente a non ascoltarmi. Per ricevere attenzione dovevo parlare brevemente e ad alta voce. Questo ha sempre avuto il potere di farmi sentire sotto pressione.
    La mia vita in pillole.
    Nonché la risposta che sono solita dare quando mi chiedono "perché parli così veloce? Non puoi abbassare il volume?"

    - il mio pensiero come il tuo è arborescente. Tendiamo a saltare di palo in frasca e a impiegare 2 ore per spiegare un concetto in maniera consistente. Altra pressione perché la gente perde il filo e non ti vuole ascoltare.

    Difatti ora come ora mi sforzo tantissimo per contenere tutto perché so che a nessuno frega niente di sapere cosa mi passa per la testa esattamente, ma ho passato momenti orribili vedendo la gente voltare la testa mentre io cercavo di raggiungere una certa catarsi traducendo le immagini in parole.

    - mi vengono in mente cose che sono legate in maniera strampalata al momento presente per cui le persone mi dicono "e questo cosa centra?" Oppure voglio parlare di argomenti interessanti per nessuno. Tipo "secondo te qual è l'altezza ottimale dove posizionare il legaccio della tenda in modo tale da far entrare la quantità di luce maggiore possibile? (mano a mano che vai verso l'alto la tenda in basso di allarga e para la luce,ano a mani che abbassi il legaccio la tenda si allarga in alto e para la luce)".

    Anche a me, allora mi sforzo per cercare di ricondurre tutto a minimo comune denominatore. Non è sempre facile. Alle volte mi sembra di essere un accollo.

    Oggi in famiglia tra zii e cugini volevo esprimere un concetto. Ho alzato la voce e ho preso con prepotenza la parola. Ho detta la mia e sono stata subito interrotta da mia zia che mi ha fraintesa e da mio fratello che dice che sono troppo pragmatica e che devo ragionare più di pancia. 

    Ecco, quello ho smesso di farlo. Mi sono accorta di avere una bassissima tolleranza nei confronti di chi manca completamente di logica (e ragiona, appunto, "di pancia") e l'ultima volta che ho alzato la voce sono stata così male da arrivare a giurare di non discutere mai più di argomenti medio-profondi con i miei famigliari.
    Certo, arrivo spesso comunque a tradirmi.
    Che l'apprendimento segua le linee del tuo stile cognitivo è lampante.
    Le parole ti aiutano nei ragionamenti astratti perché sono segni che racchiudono dei significati. Ma le parole sono segni condivisi con il resto delle persone e questa è la loro forza. Per il resto puoi usare altri segni o simboli non comunicativi. Come ark che dice di pensare per frecce ecc... Quello stile di pensiero si presta ugualmente all'astrazione. Se le tue immagini invece sono alla temple grandin ti trovi più a tuo agio con le cose concrete.  
    Mi è difficile stabilire cosa possa non essere comunicativo perché lavorando artisticamente tutto quello che faccio e penso è autoreferenziale, e ha sempre un profondissimo significato per me.
    Ossia viaggio in astratto ma l'astratto per me vuol dire tante cose. 
    La difficoltà comunicativa emerge nell'incontro con quelle che sono le codificazioni, anche in arte; il compromesso è la creazione dell'idioletto, il singolo codice della singola opera che però ha la sua perfetta validità, ma è una meta difficilissima da raggiungere; specie considerando il fatto che anche fare ESATTAMENTE quello che si vuole è un compromesso e spesso si fanno cose che per altri saranno sempre Y, mentre per noi (per me), saranno sempre X.
    Intendo dire (spiego meglio così evito di beccarmi il primo "non capisco" della storia di spazioasperger): condividere i miei segni PER ME significa due cose:
    1)lavorare per raggiungere una meta artistica che possa essere "codificabile", ossia realizzare una buona opera d'arte (che sia ragionevolmente definibile tale)
    2)lavorare realizzando qualcosa che per me ha un certo significato, ma che per gli altri non lo avrà mai.
    Un esempio di 1 può essere, non so, 2001 Odissea nello spazio per Stanley Kubrick, mentre un esempio 2 può essere... un libro di illustrazioni anatomiche realizzato da Salvador Dalì.
    Dalì era capace di pensare a carriole di carne, cigni e corni di rinoceronti per le intere sue giornate; se avesse realizzato un libro prettamente medico riguardo a questi elementi credo sarebbe stato perfetto, e per tutti sarebbe stato un ottimo libro di anatomia. Ma per lui, per i suoi film "surrealisti" e il suo Corpus hypercubus, cosa avrebbe voluto dire realizzare un libro del genere? 

    Per come penso ho molta difficoltà a studiare cose in sequenza o evoluzioni temporali. Per me la x è sempre uguale a se stessa. Posso ampliare la mia conoscenza di x. Ma memorizzare come la x muti nel tempo è una cosa che mi manda in profonda confusione.
    Posso quasi snaturare la x nel tentativo di vederla in maniera dinamica e flessibile. Tener conto del tempo è troppo. Dovrei memorizzare schemi flessibili di x per ogni momento y. Ed è troppo per me.
    Quindi cerco di studiare materie temporali ma non sono il mio forte. Anche alla psicologia dello sviluppo cerco di dare una connotazione spaziale piuttosto che una temporale. 
    Ho simili difficoltà nello studiare filosofia, immagine-movimento e immagine-tempo di Deleuze.
    L'unica cosa che riesco a visualizzare è un procedere orizzontale e uno verticale, e allora nello spazio il tutto assume senso. Altrimenti non è che brancolo nel buio, sento proprio UN ANSIA GIGANTESCA e non riesco assolutamente a leggere una pagina di più.

    Penso spesso in maniera implicita. Cioè mi sono chiari dei concetti senza forma e li maneggio con facilità senza l'esigenza di definirli con simboli o segni.
    Ma altrettanto spesso faccio una fusione. Si tratta di immagini simboliche e non didascaliche che si fondono a principi fisici e a qualche parola sfusa. Così ragiono.
    Il monologo interiore me lo faccio solo se devo cercare di analizzare me stessa; le mie emozioni, le mie motivazioni, i miei comportamenti.

    Capita/capitava spessissimo anche a me di pensare senza definizione, cioè di avere la sensazione di stare intuendo un certo qual senso di qualcosa senza che questo avesse un nome. Ti riferisci a questo?
    A me a lungo andare è venuta curiosità per queste cose senza nome e così mi sono buttata in Arte. Ora il rapporto con tutto questo si è fatto molto complesso.
    Ho scoperto molta teoria alla radice di questi pensieri e lavorare significa cambiare costantemente prospettiva.
    Alle volte penso che preferirei che tutto avesse una forma. Ma ho la vaga sensazione che sarebbe un'illusione.

    Idem per il monologo interiore. Scatta se devo capire o se mi devo scrollare. Altrimenti è una rottura di balle e la silenzio in fretta.
    ❤️
    but the Earth refused to die
  • IraniaIrania Post: 199
    ">Quando ricordate un evento che avete vissuto in prima persona, vi capita mai di ricordarlo in terza persona?
    Si, nel ricordare rivedo l evento ma da spettatore. Penso che succeda perché dovendo trovare delle spiegazioni analizzo l evento quasi osservandolo da fuori e quindi poi dopo tempo il ricordo è da osservatore.
    EstherDonnelly
    "Conserviamo ciò che amiamo, amiamo ciò che comprendiamo, comprendiamo ciò che conosciamo"(Babà Dioum)
  • IraniaIrania Post: 199
    Scusate volevo citare @EstherDonnelly ma non ci sono riuscita :-q
    EstherDonnelly
    "Conserviamo ciò che amiamo, amiamo ciò che comprendiamo, comprendiamo ciò che conosciamo"(Babà Dioum)
  • amigdalaamigdala Post: 6,362
    EstherDonnelly ha detto:

    @Door si, anch'io "vedo" filmati.

    Questa precisazione mi fa venire in mente una cosa che voglio girare in forma di domanda a tutti gli utenti che pensano per immagini:

    Quando ricordate un evento che avete vissuto in prima persona, vi capita mai di ricordarlo in terza persona?
    I ricordi di eventi anche per me sono filmati. È come se vedessi un film ed io sono la protagonista. Mi vedo per intero, viso compreso.
    Di solito sogno anche così, mi vedo nei sogni. Da quando mi hanno detto che i sogni dovrebbero essere in prima persona, ho iniziato a sognare senza vedermi, come se stessi proprio vivendo.

    EstherDonnellyAntonius_Block
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