Quali sono le vostre sfide più ansiogene e paralizzanti?
Quali sono, fra i vari "doveri sociali", cioè le varie attività umane obbligatorie da cui non ci si può sottrarre, quelle che più vi destano sensazioni di ansia, stress, senso di incapacità e blocco decisionale? Avete elaborato dei modi di affrontarle in maniera "sostenibile" oppure ci state ancora combattendo?
Inizio io:
- cercare lavoro (spulciare le offerte, candidarsi, parlare di se stessi, sperare di aver capito le mansioni da svolgere, sperare di non fare brutta figura nel candidarsi):
è una fra le attività più ansiogene e paralizzanti in assoluto, perché entrano in gioco la promozione di se stessi, l'intraprendenza e la flessibilità estrema, e per uno come me con pessima autostima, scarsa consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, vergogna e difficoltà di affrontare i fallimenti, richiede uno stress elevatissimo per essere affrontata (devo proprio fingere di essere normale).
- fare acquisti (andare al supermercato, districarsi fra la folla e gli scaffali, andare nei negozi coi commessi che ti stanno col fiato sul collo):
è un'altra attività che detesto, non perché non sia piacevole comprare nuove cose, ma perché sono costantemente torturato dall'indecisione di fronte a due prodotti abbastanza intercambiabili, e dal senso di colpa per il fatto di spendere soldi (perfino per le cose necessarie...!).
- occuparsi delle burocrazie (andare in banca o in posta, effettuare pagamenti dal vivo o anche online, tener traccia di ricevute e scontrini, tenere d'occhio le scadenze, riordinare mav, bollettini, modelli fiscali ecc):
mi suscita molta ansia anticipatoria, perché in realtà a me piace l'ordine ma quando inizio sento che devo andare fino in fondo, senza lasciare cose in sospeso, e non riesco più a pensare ad altro per via del mio monotasking conclamato.
Beh, come si può vedere, finora non ho sviluppato nessuna particolare coping skill per affrontarle, sono solo riuscito a provare un po' meno ansia cercando di essere un po' più estroverso ed empatico con gli altri e cercando di diminuire forzatamente il mio (decisamente ridicolo) perfezionismo... ma non funziona granché.
Ora tocca a voi.
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Commenti
Quando mi relaziono, all'aumentare della conoscenza qualcosa si blocca.
Non riesco ad arrivare a quel coinvolgimento che trasforma una conoscenza in amicizia.
Quindi comincio a mal tollerare le confidenze, le chiacchiere. Mi irriidisco, ed entro in conflitto con me stessa.
Sento che la persona vuole essermi amica, che rimane deluso dalla mia scarsa interazione, ma io arrivo al punto che non so' più cosa fare o dire.
Non riesco ad entrare in quella dinamica relazionale ritmica.
È sufficiente un imprevisto o una deroga, a farmi saltare i nervi.
Ecco, quello che mi blocca è quando le persone diventano "sorprendenti". Mutano il loro comportamento, diventano confidenziali. Ed ho paura.
Credo di desiderare quasi quanto temo, di essere amica.
Questo mi accade sul lavoro.
Inizialmente mi integro facilmente. Ma con il tempo, inizio a ritirarmi/irrigidirmi.
Divento anche un po' ostile. Ed evitante.
Questo per me rappresenta la mia sfida.
La.burocrazia.... enorme problema. Sopratutto in considerazione del mio lavoro.
Quello che mi destabilizza sono le procedure non chiare e non sequenziali. Vado in tilt come un navigatore che ha perso il segnale.
Nella vita privata, mi faccio aiutare dal mio ex.
Sul lavoro ho imparato tramite un collega, a chiedere.
Questo è stato una delle fatiche più GRANDI!!!
Essendo un impiego prevalentemente relazionare, chiedere è essenziale. Ma per me difficilissimo.
Quel collega mi ha insegnato (osservandolo) quanto sia importante, iniziare con delle sciocchezze.. della serie : hey ma hai la febbre? Com'è il tempo da voi? Ecc.. e poi alla fine chiedere aiuto.
Resta una sfida, solo il pensarci mi fa mancare il fiato.
Poi, abbiamo dover parlare con i prof dei figli, ma generalmente delego al padre.
Andare dal medico.
In genere le situazioni in cui bisogna relazionarsi, acquisire velocemente a voce le informazioni, mi creano difficoltà.
Risolvo cercando di documentarmi in forma cartacea. E si!, se leggo su un foglio di carta memorizzo. Il monitor mi crea uno stato di distrazione.
- Fare acquisti
- Alcuni aspetti del mio lavoro
- Scadenze
- Burocrazia con effetti sulla mia situazione economica (acquisti dal vivo e online significativi)
- Al lavoro, quando posso cerco sempre di fare le cose col perfezionismo e l'ordine a cui sono abituato, ma spesso mi viene una grande ansia, perché ci metto del tempo e mi vengono in mente tutte le volte che sono stato rimproverato per aver anteposto il mio perfezionismo alle esigenze dell'azienda
Il problema è che se non faccio le cose con ordine si crea in me un vero conflitto interiore che mi priva delle mie energie
- In generale, ogni volta che vorrei forzarmi a superare, per dovere, le mie ansie sociali, cerco di immaginare centinaia di volte la situazione, poi nel momento di agire, il battito cardiaco sale a dismisura e inizio a sudare, fino a rimanere praticamente paralizzato
1.conoscere persone nuove; in realtà mi risulta molto più facile ritrovarmici per caso ad interagire, perché per lo più ho imparato a piacere con la simpatia o anche presentandomi ben vestita e questo aumenta la mia autostima e quindi mi rasserena (in passato era una tragedia!) ; invece, sapere già da giorni che nel mio ristretto gruppo di amici in una determinata sera ci saranno anche alcuni "intrusi" mi crea agitazione e in alcuni rari casi mi capita ancora di declinare inviti per questo (ovviamente invento una scusa)
2. Raggiungere posti nuovi in auto. Panico più totale. Studio mentalmente il tragitto e sto male fino all'arrivo. Però oggi esiste uno strumento utilissimo che trovo sia una benedizione: il navigatore sul cellulare!
3. I cambiamenti di programma: mi creano un loop mentale indicibile e se sono tra amici è faticosissimo nascondere il disappunto eccessivo.
Ad ogni modo, i cambiamenti in genere mi fanno impallare, ma ho fatto questa riflessione: non ho idea se davvero io sia asperger (martedì il mio medico mi fornirà il nome di uno specialista a cui rivolgermi), ma, ipotizzando che io lo sia, se avessi saputo prima che alcune di queste mie modalità di interagire sono senza dubbio suscettibili di miglioramento ma di fatto immodoficabili, le avrei affrontate con la stessa caparbietà che adesso a posteriori mi rendo conto di aver avuto? Avrei avuto la stessa immensa determinazione nel voler essere come gli altri? O mi sarei un po' "adagiata" e avrei forse preteso un maggiore adattamento da parte degli altri (la mia testardaggine e anche un po' arroganza è ben nota a chi mi conosce bene). Forse avrei sofferto meno ma...avrei imparato meno? Chissà?
Anche io ho fatto spesso questa riflessione nelle ultime settimane(è da poco che ho scoperto questa sindrome e sospetto di essere Asperger), non ho fatto i tuoi grandi passi avanti dal punto di vista delle relazioni sociali, ma li ho fatti in altre direzioni e sicuramente crescere senza avere la minima idea di cosa avessi, sentendomi sbagliato, mi ha fatto diventare molto diverso da come sarei stato sapendolo, e sono convinto che sia così anche per te. Alla fine mi sono accettato.
Ho aperto una discussione per raccontare la mia storia, per capire se potrei essere Asperger, ti va di darmi la tua opinione, dirmi se ti riconosci in essa?
- socializzare a lavoro: non riesco nemmeno a percepirlo come un obbligo. in quell'ambiente siamo in due, lei ha provato diverse volte a infiltrarsi tra le mie resistenze, chiedendomi punti di vista personali e addirittura domande come "ma tu sei serena?", tutti approcci che mi hanno congelata, che non ho saputo affrontare. a me viene naturale rimanere in silenzio, non mi rendo nemmeno conto di quanto tempo passo senza rivolgerle la parola, e quando capita è sempre qualcosa di carattere prettamente lavorativo. e poi non riesco a parlare e lavorare in contemporanea. il mio ragazzo a tal proposito ha commentato "parlale, la stai sicuramente facendo impazzire!"
- burocrazia: compilare scartoffie e moduli online di cui non capisco assolutamente niente e non comprendo l'utilità, in questo caso lo stress deriva proprio dal non potersi tirare indietro.
- fare acquisti: se sono troppo piccoli non entro mai, quando si tratta di rapporti più diretti (la cassa al supermercato o in farmacia) fino a poco tempo fa ho sempre evitato di tornare nello stesso posto per più di due volte, così da dare tempo ai commessi di dimenticarsi di me.
- iniziare una conversazione: se non è strettamente necessario non lo faccio mai, ma ci sono casi (tipo in terapia) in cui la prima parola la ho quasi sempre io, e accade che nei pensieri inizio dieci conversazioni diverse, con tanto di risposta altrui, ma passa il tempo e ancora non ho aperto bocca. da qui collego il punto successivo, ovvero
- chiedere: questo è lo sforzo più grande in assoluto, talmente grande che non lo affronto praticamente mai. non sono capace nemmeno di chiedere informazioni che mi spettano di diritto. presumo mi faccia paura un possibile rifiuto, ma anche laddove avrei garanzia di ottenere ciò che mi serve l'ansia è la medesima. nemmeno domande frivole. ringrazio @poke per averne parlato, mi sento del tutto incompresa in questo e sapere che non sono l'unica mi scalda un po'.
- telefonare e ricevere telefonate: è qualcosa di insostenibile, sono capace soltanto con mia madre. quando si tratta di prenotare un posto, prendere un appuntamento o simili, faccio sempre tutto di persona, dovessi pure viaggiare per un'ora in treno. ci sono stati però casi in cui questo è stato un problema, ad esempio ogni volta che dopo un esame medico la persona in questione mi lasciava il suo numero dicendomi "chiamami per fammi sapere come va", che automaticamente si traduceva con un addio.
Ho finito per andare dal medico solo dietro appuntamento, però c'è il problema dell'ansia al telefono! Così rimando le visite di cui avrei bisogno anche per 1 anno o più
- le telefonate
- chiedere (specialmente aiuto)
- cercare di spiegarmi con i medici (ho sempre la sensazione che le mie parole appaiano artificiose o di non essere presa in considerazione o di dare l'impressione di forzare il giudizio nell'una o nell'altra direzione).
Ci sono situazioni in cui, pur rendendomi conto dell'irrazionalità e dei potenziali problemi che ne possono derivare, non riesco proprio a funzionare. E anche io piuttosto faccio chilometri e perdo mezze giornate pur di evitare di fare cose per telefono. Piuttosto scrivo.
Che bello riconoscersi in Qualcun altro...sapendo che non sei sola o matta...
Finora ho capito che ho Anche io ho ansia se:
Devo chiamare e prendere appuntamenti medici o fare qualsiasi telefonata,
Passare davanti ad un gruppo di persone,
Parlare con le persone ed essere in tensione per cercare di non dire o apparire strana, di farmi capire e non incartarmi con le parole e paralizzarmi nei pensieri,
Parlare in pubblico,
Guardare le persone negli occhi (o le fisso o non so che fare),
Entrare in un luogo dove non conosco nessuno,
Cercare lavoro,
Aver appena scritto finalmente la mia presentazione in questo forum,
Fare il cambio di stagione ):
Fare le cose di fretta, sopratutto in modalità multitasking,
Ansia e paura per le figure geometriche e concentriche (credo che questa fobia abbia un nome)
....per ora ho scoperto questo...sono ancora in working progress
-prendere un mezzo pubblico,panico totale
-andare dal medico o dal dentista
E tante altre.Vivo nell'ansia fin da piccola.Andare a scuola era un inferno e quando l'ho finita mi sono rinchiusa in casa uscendo il necessario.Da una parte dentro il mio ambiente mi sento al sicuro,da un'altra sto male perché mi sento come in prigione.Vorrei essere libera come gli altri,invece così ho il panico ogni volta che penso al mio futuro.Come posso essere indipendente se non riesco ad uscire di casa e a parlare con le persone?Ho 30 anni, dovrei trovarmi un lavoro,avere una vita,invece non riesco a fare nulla
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Prenotare una visita dal dentista.
Avevo il terrore di telefonare, quindi ho inviato un sms, alle 8.30.
Alle 9.00 sono stata contattata per un appuntamento alle 15.00
Non ho avuto il tempo di pensare, quindi non ho avuto il tempo di avere ansia o paura.
La prossima sfida è .... andare a prendere informazioni per un corso musicale con e per mio figlio.
Mi sento imbarazzata ed ho paura di fare la scelta sbagliata, ma se porto lui con me, insieme possiamo farcela.
Telefonare e ricevere telefonate (escluse persone vicine, ma neanche sempre)
Dover chiedere aiuto/favori
Essere la destinataria della richiesta di informazioni per strada
Arrivi alla porta e due, come tori, si stanno fronteggiando e stanno per picchiarsi:))
La motivazione e': loro dicono che il compito l' ho copiato.:)))
Uno ha quattordici anni, ma e' gia' alto uno e ottanta,senegalese, ( io solo uno e settanta), l' altro e' italiano, alto un metro e zero. Io salto nel mezzo, borsa coi libri e tutto, dalla soglia dell'aula, veramente felina:) ( non voglio fare consigli di classe stra- ordinari, ho i panni da stendere, evito il contatto, sperando che non mi picchino:))
Li metto seduti, " cavoli", penso, " mi hanno obbedito":)
Dopo, non riuscendo a dirimere la mortale querelle, chiamo l' unica salvezza, il Coordinatore, un Uomo:))
Sono un' eroina:))