Il significato del dettaglio...
Premetto che non so se sia uguale per tutti gli appartenenti allo spettro, ufficiali e non, ma ultimamente ho ragionato molto sul perché è intrigante per me il dettaglio, il particolare, e che senso possa avere questo.
Sin da piccolo riflettevo sul perché un certo giocattolo avesse difetti nello stampo o nella verniciatura, e perché fosse venduto in quel modo. Immaginavo l'operaio che aveva fatto il gioco, ma la cosa era fine a sé stessa.
Altre volte il dettaglio mi intrigava perché era interno, nascosto alla vista. Come il meccanismo a molla di una penna, restava nascosto per mesi prima di essere smontato da me e poi rimontato. Successivamente lo smontavo di nuovo e pensavo al suo essere nascosto.
Spesso, più che al suo essere sempre nascosto, era interessante l'aspetto funzionale. Come l'interesse per il differenziale nelle auto da corsa o il significato, in fisica, di un particolare aerodinamico unico, specifico di una sola auto di formula 1, e di pochissimi centimetri di grandezza. Oppure mi chiedevo il perché della diversa inclinazione del rotore di coda di un certo modello di elicottero militare.
Anche nel mio interesse per gli animali volevo trovare una ragione della forma delle zampe anteriori della mantide religiosa o dell'orientamento posteriore delle spine interne dei pesci o esterne dei crostacei.
Oppure osservando un quadro specialmente se paesaggistico o di vita cittadina, immaginavo ed immagino cosa potesse pensare il pittore nel fare un particolare tipo di finestra o un personaggio impegnato in un lavoro specifico.
Mi interessava e mi interessa l'aspetto funzionale, ma di frequente ero attratto dal dettaglio per il suo essere nascosto. E per me voleva dire sicuro e protetto. A volte immaginavo di essere piccolo e di stare a contatto con il particolare.
Anche il mio interesse per l'astronomia ha affinità con questa sensazione, un oggetto lontano è misterioso e da scoprire, ma nello stesso tempo silenzioso, tranquillo e sicuro.
Sin da piccolo riflettevo sul perché un certo giocattolo avesse difetti nello stampo o nella verniciatura, e perché fosse venduto in quel modo. Immaginavo l'operaio che aveva fatto il gioco, ma la cosa era fine a sé stessa.
Altre volte il dettaglio mi intrigava perché era interno, nascosto alla vista. Come il meccanismo a molla di una penna, restava nascosto per mesi prima di essere smontato da me e poi rimontato. Successivamente lo smontavo di nuovo e pensavo al suo essere nascosto.
Spesso, più che al suo essere sempre nascosto, era interessante l'aspetto funzionale. Come l'interesse per il differenziale nelle auto da corsa o il significato, in fisica, di un particolare aerodinamico unico, specifico di una sola auto di formula 1, e di pochissimi centimetri di grandezza. Oppure mi chiedevo il perché della diversa inclinazione del rotore di coda di un certo modello di elicottero militare.
Anche nel mio interesse per gli animali volevo trovare una ragione della forma delle zampe anteriori della mantide religiosa o dell'orientamento posteriore delle spine interne dei pesci o esterne dei crostacei.
Oppure osservando un quadro specialmente se paesaggistico o di vita cittadina, immaginavo ed immagino cosa potesse pensare il pittore nel fare un particolare tipo di finestra o un personaggio impegnato in un lavoro specifico.
Mi interessava e mi interessa l'aspetto funzionale, ma di frequente ero attratto dal dettaglio per il suo essere nascosto. E per me voleva dire sicuro e protetto. A volte immaginavo di essere piccolo e di stare a contatto con il particolare.
Anche il mio interesse per l'astronomia ha affinità con questa sensazione, un oggetto lontano è misterioso e da scoprire, ma nello stesso tempo silenzioso, tranquillo e sicuro.
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Commenti
Io addirittura non riesco a concepire come faccia un NT a non notare i dettagli. A volte immagino il campo visivo di un NT come se fosse offuscato, nitido al centro solo quando viene puntato da qualche parte su un oggetto preciso.
La mia attenzione per i dettagli, per la conformazione e la funzionalità di ogni cosa, ia mia curiosità per il non visibile mi ha portato, probabilmente più di altri fattori, a sviluppare quello che si sarebbe poi rivelato il mio interesse speciale.
Parlo della biologia. Da piccolo mi chiedevo sempre come funzionavano gli esseri viventi. Cosa li facesse crescere, muovere, riprodursi. In che modo un filo attorcigliato di basi azotate influenza lo sviluppo, la forma, le dimensioni, il comportamento, il colore e tutto ciò che riguarda di un dato essere vivente. Vedevo meraviglia e complessità nella più piccola forma di vita. Ancora oggi, mi stupisco perfino di fronte al più piccolo insetto.
Amo la complessità. Per questo il più alto grado di interesse mi viene destato dagli insetti eusociali o dal corpo umano, i sistemi più complessi dell'universo conosciuto.
Mi perdo osservando una colonia di formiche o sfogliando un libro anatomico.
Anche il fatto che questi meccanismi siano nascosti mi desta particolare attenzione. Nessuno nota mai la indicibile complessità che risiede ad esempio nel nostro sistema nervoso o nel nostro occhio, nessuno da la minima importanza alle strutture sociali di un alveare o di una colonia di formiche.
Eppure il nostro cervello è lì e funziona, gli occhi sono lì e funzionano. Nel più totale anonimato e nella più totale "inosservatezza", anche le api e le formcihe sono lì. Nessuno le nota mai, ma loro funzionano e anche bene.
A me interessa anche l'aspetto dello sviluppo di una data forma di complessità. Per me, il bello di un sistema funzionale e complesso non è solo il sistema in sé, ma la sua storia. Il come si sia sviluppato, come sia nato e come il tempo lo abbia forgiato.
Dietro il più piccolo batterio, dietro ogni pianta, dietro ogni appendice o tessuto del corpo umano, ci sono milioni di anni di tentativi falliti, massacrante selezione e sanguinaria lotta per la vita.