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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Vi manca mai la realtà?

Jin_Nemo_OudeisJin_Nemo_Oudeis Post: 566
modificato marzo 2018 in Sensi, percezioni, attenzione
Ogni tanto guardo un film, ma mi rendo conto dalla sua struttura che esso non racconta nulla, semplicemente fa leva sui soliti nervi scoperti per cui mi lascio intrattenere e butto due ore della mia vita.

Porto come esempio lampante Jurassic Park, un film che è effettivamente un esempio forse più lampante di altri: i dinosauri sono stati fatti per assecondare l'immaginario collettivo, ma non la realtà.

Si usano sistemi meno "evidenti" anche per rendere attraenti i protagonisti, incentivare l'identificazione con l'attore principale ed immedesimarsi in esso, ma non finisce certo qui. Effettivamente la mentalità dei film è più una questione di marketing applicato piuttosto che qualcosa su cui ha senso riflettere, come storia concepita per trasmettere qualcosa. Forse è uno dei motivi per cui quasi tutte le persone hanno questa sorta di schizofrenia nel sentire un impulso interiore che spinge all'egomania, alle manie di grandezza, al desiderio di potere indotti, ed appunto il doversi confrontare con la realtà, che è quasi sempre ben diversa, quasi volutamente costruita per infierire e dare uno spiacevole senso impotenza. Sembra quasi che il mondo ci tenga a farti stare male.

Se ne parla da almeno un secolo, ed ormai ne parlano perfino gli youtuber.
Mi chiedo se a nessuno di voi manca la realtà, senza tutte queste distrazioni. Tutti vogliono la mia attenzione, tutti vogliono "incentivarmi" a comprare o fare qualcosa per qualcun'altro. Se sono "libero", perchè non posso far valere il mio "andate a persuadere/manipolare qualcun'altro"?
Tutto appare sempre un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.
-Siddharta
Post edited by Jin_Nemo_Oudeis on

Commenti

  • pag75pag75 Post: 242

    Considera che i film soprattutto
    mainstream-pirotecnico (evito PER PRINCIPIO tutte le baracconate
    attuali tratte dai Marvel) sono pensati proprio perché non sono arte
    “nobile” ma prodotti di massa da vendere a quante più persone
    possibile a misura di:

    A) pubblico di intelligenza medio-bassa
    > trame troppo complesse “annoierebbero”

    B) di livello culturale entry level >
    assecondiamo gli stereotipi appiattiti del pubblico o contraddicendo
    quel che crede di sapere potremmo generare frustrazione e rigetto

    C) con soglia d'attenzione molto bassa
    > al tizio medio di due ore di visione resteranno solo le scenone
    pirotecniche quindi concentriamoci su quelle, il resto son
    “preliminari” da tirar via (i buchi di sceneggiatura GIGANTESCHI
    negli ultimi star trek e star wars mi fan domandare per quale
    masochistico motivo continuo a buttar via tempo per simili STRONZATE
    scritte col c**o).

    Vogliono fornire in sostanza un
    prodotto fruibile e al tempo stesso apprezzabile (“appena esci di
    qui dillo ai tuoi amici di venire al cinema a vedere questo film!”>
    degli intelligenti danno per scontato che non abbiano amici? :-) )
    agli Homer Simpson e non a sua figlia Lisa (divertissima la puntata
    classica del pennarello nel naso lobotomizzante).

    Ho spesso l'impressione che di cosa io
    veda in un film alle major non possa fregare di meno (grazie, così
    mi abbassate di altre due tacche l'autostima! :-) ), esempio a caso,
    scena madre (“ohhhhh rifanno Salvate il soldato Ryan ma coi carri
    armati!”) di un filmone bang-bang:

    https://www.youtube.com/watch?v=L8vFGQ0uJQc

    mi hanno per dieci interi minuti
    megafonato che questa compagnia di carristi è composta da veterani
    molto rodati arrivati sul Reno partendo dalla Normandia quindi
    legnata dopo legnata (perché nelle occasioni nelle quali l'aviazione
    alleata non era presente a fare il tiro al piccione le
    panzer-division lezioni gliene hanno impartite parecchie) dovrebbero
    aver fatto tesoro (non han ripetuto fino ad anestetizzarmi i
    testicoli che questi sono i duri&bastardi decisi a scampare alla
    guerra costi quel che costi) dell'esperienza accumulata.

    Hai a disposizione un carro medio
    d'accompagnamento (lo sherman era una utile bestiola multiruolo ma di
    certo non un cacciacarri valido, occorreva essere o molto scemi o
    molto disperati per provare ad usarlo in questa mansione) che in uno
    scontro frontale contro i carri avversari di recente generazione può
    nulla (i tuoi proiettili gli rimbalzano contro, il loro 88 ha una
    gittata maggiore e una capacità di penetrazione più che sufficiente
    per farti a pezzi), la guerra è quasi finita (quel tiger solitario
    ben poca differenza può fare ormai, lo aggiri e probabilmente non
    sarà neppure in grado di svignarsela data la carenza di carburante)
    quindi siete scemi o cosa ad ingaggiarlo in codesta maniera? Siete
    più veloci, avete un brandeggio della torretta più rapido, se
    proprio per qualche strana ragione volete attaccarlo disponetevi a
    ventaglio (quell'avanzare frontalmente in formazione stretta è una
    gag degna dei monty python) per impedirgli di ingaggiarvi tutti in
    contemporanea mentre provate ad arrivargli ai fianchi.
    Ma in fondo è poi anche militarmente
    parlando compito vostro far le scarpe a quel coso?
    Fatevi seguire verso le vostre linee
    (il compito primario della vostra artiglieria media è proprio quello
    di sfondare questi bestioni se son così stupidi da venirvi dietro>
    nel primo anno di guerra in URSS gli stessi tedeschi con le loro
    tankette inadeguate contro i mostri d'acciaio sovietici facevano
    proprio questo giochetto) o segnalate all'aviazione la posizione (i
    cacciabombardieri servono apposta per piombare su questo genere di
    prede).
    Non parlo da fanatico guerrafondaio (mi
    baso su concetti basic appresi durante la fase-modellismo
    dell'adolescenza e un paio di libri di Beevor su quel periodo), se si
    sono scomodati a trovare il modo di fare uscire da un museo uno dei
    pochissimi Tiger evidentemente non è una produzione che tira via
    “sul dettaglio” (film più pezzenti applicano insegne tedesche a
    vecchi Patton e oplà...) e quindi l'han fatto apposta a privilegiare
    la spettacolarità a dispetto della logica.
    Il problema mio è che in questo genere
    di scene non vedo la spettacolarità ma solo dei deficienti che
    MERITANO di morire (stile tizi che in una casa palesemente maledetta
    sentono il bisogno di scendere da soli nella cantina buia> faccio
    DA SUBITO il tifo per il mostro là sotto) quindi pathos nullo.
    Mi fa piacere scoprire (potere di
    internet, adoro questo tuber) di non essere l'unico ad avere un
    simile approccio “da rompiscatole ”





    Capt. Kirk: Mr. Spock, we seem to be taking an unscheduled ride. Spock: Interesting.

  • Marco75Marco75 Post: 2,111
    Io credo che semplicemente le narrazioni sono da sempre fatte anche per intrattenere. La letteratura di consumo, prima che il cinema, ha una struttura stereotipata e richiama ruoli sempre uguali, intrecci molto simili, personaggi che sono "tipi" con pochi punti di contatto con le persone reali. Lo scopo è spesso quello di offrire una versione più rassicurante della realtà, quando non una completamente alternativa. Tante volte, proprio la struttura stereotipata favorisce il piacere del riconoscimento.

    D'altronde Umberto Eco, nella sua raccolta di saggi "Il superuomo di massa", descriveva proprio come fosse difficile tracciare una linea di demarcazione netta tra letteratura (e arte più in genere) "alta" e "bassa", tra opere di narrativa impegnate e altre prodotte al solo scopo di intrattenere. Da sempre l'arte è insieme espressione personale, descrizione della realtà e intrattenimento. Questo vale a maggior ragione per il cinema, che è un'arte, nella concezione, popolare e industriale per eccellenza.

    Quindi, secondo me di questi temi si parla da ben più di un secolo, in realtà: è un processo che viene da lontano, dalla società di massa e dai suoi prodotti culturali, dalla "democratizzazione" dei gusti e del consumo. E io credo che in realtà, l'arte "popolare" (cioè concepita principalmente per intrattenere) sia sempre esistita nella storia umana: la differenza sta solo nella sua maggiore diffusione e nell'ampiezza di mezzi. Se ci si pensa, è un processo che parte dalla società di massa ottocentesca, passa per la nascita del cinema e arriva fino a oggi coi nuovi media digitali.

    Insomma, ci sono da sempre prodotti culturali che edulcorano la realtà, la distorcono o ne offrono una visione alternativa. La differenza è solo che oggi sono più facilmente accessibili, e la loro diffusione più capillare e globale.
    "There are those that break and bend. I'm the other kind"

    Cinema, teatro, visioni
  • Jin_Nemo_OudeisJin_Nemo_Oudeis Post: 566
    modificato marzo 2018
    @Marco75 Jean Baudrillard definisce questa tendenza dell'essere umano a simulare e sostituire il vero con una sua versione migliorata, con iper-realtà. È reale perchè mi viene fatta percepire come reale, perchè è fatta talmente bene da essere anche più reale della realtà stessa.

    Tutto ciò mi lascia come una sorta di angoscia di fondo.

    In fin dei conti però non posso neppure lamentarmi, fino a 70/80 anni fa si usava acqua mischiata a radio o uranio come rimedio terapeutico, e c'erano zoo con esseri umani importati dall'africa nelle maggiori capitali d'europa, quindi poteva andarmi peggio. È disturbante pensare che le persone non sono state in grado di provare empatia per chi era leggermente diverso fintanto che la scienza non ha imposto che fossero tenuti a farlo. Erano psicopatici disturbati prima, ma lo sono tutt'ora. Mi guardo attorno e mi rendo conto che quelli che ho attorno sono per lo più umani disumanizzati, anche più di quanto lo erano in passato.

    Mi sento fuori luogo in un contesto così incoerente. Mi disturba l'idea che è tutto finto.
    Perchè tutti mettono la testa sotto la sabbia?

    @pag75 concordo... ormai non si tenta nemmeno più di far per lo meno sembrare che ci sia qualche sorta di significato.
    La coerenza logica ovviamente non la cito nemmeno, nel senso, a quanto pare non deve avere senso, basta che sia credibile.
    Post edited by Jin_Nemo_Oudeis on
    Tutto appare sempre un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.
    -Siddharta
  • BlindBlind Post: 2,575
    Jin_Nemo_Oudeis ha detto:

    Jean Baudrillard definisce questa tendenza dell'essere umano a simulare e sostituire il vero con una sua versione migliorata, con iper-realtà. È reale perchè mi viene fatta percepire come reale, perchè è fatta talmente bene da essere anche più reale della realtà stessa.

    Tutto ciò mi lascia come una sorta di angoscia di fondo.

    L'iper-realtà è peggiore della realtà?

    Generalmente no, per questo "tutti mettono la testa sotto la sabbia".
    E' come bere o far uso di droghe per "evadere dalla realtà e non farsi troppi i problemi". La situazione non cambia, i problemi non si risolvono da sé, ma quelle sostanze aiutano a non farsi prendere dal panico, facendo apparire tutto più semplice da affrontare.

    Le persone hanno bisogno di illudersi che tutto possa essere affrontato e risolto, in qualche modo, e che bisogna solo trovare il modo di farlo.
    Non importa se il modo c'è davvero né se è praticabile. L'importante è credere che ci sia per poter andare avanti.


    -/-

    Dietro la finzione cinematografica c'è anche il marketing ma non solo.

    L'economia - e quindi il mondo - si basa sui concetti di domanda e offerta, beni primari (necessari alla sopravvivenza) e secondari (non necessari) ed sulla possibilità/capacità di trasformare i secondi nei primi per continuare a vendere, far "girare" l'economia e, di conseguenza, il mondo.

  • riotriot Post: 7,062
    modificato marzo 2018
    @Marco75,
    e non dimentichiamo che il cinema è finzione.

    mentre "cercare il pelo nell'uovo" è giusto quando si tratta di documentari e docu-film.

    mai pensato di aspettarmi chissà quale aderenza al reale da film d'azione di cassetta, se non quando girati da grandi cineasti, ma pure lì di "licenze poetiche" ce ne stanno.


  • riotriot Post: 7,062
    modificato marzo 2018
    piccolo appunto sui documentari.

    mi è capitato di vedere su Focus la biografia di Tesla.
    ad un certo punto viene detto che l'inventore della lampadina ad incandescenza è stato Thoman Edison (statunitense).

    non un accenno al vero inventore Joseph Wilson Swan (britannico) che poi fu anche socio dello stesso Edison.

    la maggior parte dei documentari di quel canale proviene dagli USA nonostante in Italia abbiamo le stesse identiche competenze tecnologiche e scientifiche.

    il problema che si pone - per  me - è quindi di natura economica: programmazione solo di materiale già bello e pronto pronto, senza nessuna accorta revisione.
    e questo l'avevo notato già sulla rivista della stessa azienda.

    il senso di quello che voglio dire è che bisogna stare sempre attenti a non fermarsi ad un solo punto di vista.

    e il senso critico dovrebbe essere insegnato nelle scuole...

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