Dopo un anno.. Ancora tanta incertezza sulla diagnosi
Buongiorno a tutti. Riasumo brevemente.. Mio figlio oggi ha due anni e mezzo. Ho iniziato a sospettare un anno fa, esattamente ai 18 mesi che qualcosa non andasse e lo portai dal Npi. Npi ospedaliero che mi disse no.. Il bimbo non è autistico. Ma indaghiamo meglio. Fa ilntest Griffiths, dal quale risulta un ritardo psicomotorio importante.. Prescrive psicomotricità e ci invia lui stesso al centro pubblico territoriale della cittadina in cui viviamo. Qui viene preso in carico da un altra Npi e una terapista della neuro e psicomotricità le quali da subito affermano.. Trattasi di una situazione sui generis... Ne dentro ne fuori insomma. Facciamo questi sei mesi di terapia neuro psicomotoria in cui riscontriamo enormi miglioramenti. Riduzione dei comportamenti problema, miglioramento nettissimo della reazione alla frustrazione, inizio della comunicazione a gesti. Il bimbo ha per sua natura una forte tendenza al contatto oculare e alla condivisione.. Cosa che lo rende appunto non definibile facilmente come autistico. Per contro è un bambino che ancora non dice più che tre quattro paroline, che ha delle fisse anche se in riduzione, e' costantemente in movimento ( anche se quando gli viene richiesto sta a tavolino anche per mezzora senza problemi) , e soprattutto ha grandi, grandissime difficoltà a livello di organizzazione motoria, tanto da far propendere la neuropsichiatra del centro per una disprassia. Al controllo dei sei mesi previsto con il primo Npi lei stende una relazione in cui si parla di forti doti relazionali e comunicazione ancora fragile ma emergente e di grandi difficoltà all livello prassico. Il Npi leggendo tale relazione e guardando lui stesso il bambino ne deduce che no.. Mio figlio non e autistico. Ma permane un grosso problema nel.linguaggio e nel motorio. Plausibile una disprassia ma a suo dire troppo presto per parlarne. Rientro oggi a terapia e capisco che la neuropsichiatra e la terapista del centro non sono totalmente d accordo con lui , che mio figlio ha un evoluzione talmente positiva da far ben sperare ma che in pratica non se la sentono ancora di sbilanciarsi a dire che non sia nello spettro autistico. OK. A prescindere dal fatto che un'etichetta diagnostica non cambia la situazione, perche mio figlio è comunque in difficoltà ed è comunque il mio campione essendo migliorato cosi tanto con sole due ore di psicomotricità a settimana... Beh ecco.. La confusione in casa mia regna sovrana. Non sappiamo più che pensare! Credevo che avviarci per una diagnosi precoce sarebbe stato favorevole per mio figlio. Mi rendo conto che stiamo invece creando una gran confusione. Mi sa che prima dei tre anni tre anni e mezzo davvero non ci capiremo niente!
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Commenti
La diagnosi precoce è servita a fargli fare questi progressi magnifici.
Pensa a quelli e al fatto che sei stata bravissima ad individuare le problematiche così presto.
Le diagnosi provvisorie sono diffuse a questa età.
La cosa importante è essere intervenuti precocemente ed aver individuato le aree deficitarie.
Considera che la vostra attenzione vi permetterà di accorgervi dei suoi progressi come anche dei suoi eventuali disagi.
Comunque il fatto che molte caratteristiche siano sfumate ed altre assenti, o quasi, è una cosa positiva; vuol dire che il bimbo ha ottime risorse, compensa bene e non ha molti tratti marcati.