La preoccupazione dei genitori (e per il futuro) che non riuscivo a capire, circa tre anni dopo

Sembrerebbero essere passati circa tre anni dalla mia precedente riflessione sull’argomento (link).
Recentemente sono accadute alcune cose, ho percepito “la morte” e ho conosciuto “la preoccupazione per il futuro” (una sfaccettatura di queste).
Sono tornato qui per esaminarle.
La “dipendenza” e la “morte”, la paura.
Guardando i miei genitori, ho percepito “la vecchiaia”, quindi l’invecchiamento e la morte. Guardando “me” ho percepito il mio di invecchiamento.
Non era successo coi nonni (la “vecchiaia” era sempre stata, dal mio punto di vista, la loro condizione), non era successo nel vedere una persona per me importante prima viva e poi morta (nonostante lo straziante dolore e la sensazione di perdita).
La crescita [non realmente percepita (quel che posso osservare (solo parzialmente) mi sembra una differenza fra uno stato precedente e uno successivo, profondamente diversi fra loro, stati che fatico a collegare fra loro e la cui osservazione mi suscita paura)], osservata nei miei genitori e non nei miei nonni, non mi sembra spiegare, da sola, questa mia “nuova consapevolezza”.
Recentemente, la stanchezza derivante da anni di lotta e sofferenza, la volontà di interrompere il processo di involontaria auto distruzione che avviene in me sin da quando ero bambino, e la speranza di poter stare meglio, mi hanno portato a fare qualcosa di “nuovo”.
Superando (ignorando in parte) la vergogna ho accettato (per la prima volta) di “farmi aiutare”, ma così facendo la mia “illusione” di “indipendenza” ha subito un crollo. La consapevolezza di dipendere da qualcuno ha suscitato in me un’emozione di paura nel percepire la vecchiaia dei miei genitori.
Loro un giorno non ci saranno più, io a questa idea provo finalmente “paura” (relativamente a questo pensiero, una nuova emozione) e indirettamente sento di poter finalmente comprendere, almeno in parte, la loro di paura.
Ora mi sto chiedendo anche io cosa farei se, dopo che loro non ci saranno più, io fossi ancora vivo.
Mi rendo conto che ci sono tantissime cose che non riesco ad affrontare, cose che non capisco. Mi rendo conto di essere vecchio e debole e che questa condizione sia destinata a peggiorare.
Tutte le cose di cui ho scritto (e probabilmente altro), ora che sono presenti insieme, mi hanno permesso di “capire” la “preoccupazione per il futuro”.
Tutto “tra virgolette”
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Commenti
Non sei indipendente.
Ti fai aiutare, da quel che ho dedotto da esperti qualificati : ottima scelta
Vedi cosa riesci a costruire adesso.
Se non riesci fatti aiutare per una pensione:se ne ricorre il caso.
*Ottenendo un 100% sulla base delle leggi attuali (che sono mutate non da tantissimo)
Ti verrà fatto "L'aggancio" alla loro quota non eccedente il 60% del coniuge che decederà per ultimo.
Hai una disabilità riconosciuta?
Con una percentuale elevata 104/92 comma 3 art 3?
O non hai nulla di questo e ne avresti secondo i medici diritto?
Perchè da come scrivi sembri non avere un lavoro e serie limitazioni oggettive:
Sbaglio nel mio valutare quanto scrivi?
Per la perdita eventuale dei tuoi genitori
Ti consiglio di pensare che possa accadere .
Nel mentre fai il massimo per loro.
Nel caso stiano male aiutali.
Non importa l'età .
Con i miei lo stacco generazionale era enorme.
Io ho perso entrambi i genitori.
La mia reazione non è esistita affatto.
E le riflessioni sono durate anni,ho ragionato su tutto.
Forse perchè ho fatto bene prima.
Forse perchè non capisco le emozioni (Sono alessitimico).
Pensa per il tuo futuro: a che vorresti fare dopo.
Sei solo o hai dei fratelli /sorelle?
Parlane con loro nel caso.
Scusa ma non mi si apre il tuo link di rimando, quindi rispondo e in ritardo solo a questo.
Nessuno ti può essere di aiuto?
Può darsi sia un intervento su post troppo vecchio,
Non vedo commenti ,ma solidarietà espressa con le reazioni previste dal forum, quindi ti capiscono .
Stai continuando ad elaborare tante cose, questo mi riempie il cuore. È la strada verso l'uscita..
I miei problemi inoltre mi hanno fatto pensare già dalla prima età adulta a come avrei dovuto sistemarmi per non avere quella paura del futuro di cui tu parli.
Con il tempo mi sono resa conto che per me sarebbe stato impossibile praticare gli studi e un lavoro che mi permettesse di guadagnare quindi mi sono data da fare a risolvere tutte quelle questioni che mi avrebbero permesso di avere un futuro sereno, da quelle economiche, a quelle del mio benessere e delle mie necessità, a quelle famigliari.
Essendo stata sempre una persona molto matura, diplomatica e dedita con perseveranza a quello che facevo ho risolto gran parte della mia paura per il futuro quando tutti gli altri passavano le ore spensierate tra amici e reazioni sui social.
Servono solo un po' di sicurezza in se stessi, un po' di egoismo personale, un po' di mentalità adulta e un buono spirito di impresa da applicare alla propria persona.