Problemi relazionali

Ciao a tutti. È da un pò di tempo che leggo alcune vostre discussioni, ma solo oggi ho trovato il coraggio di registrarmi e scrivere, forse spinta da disperazione. È da quando ho memoria che non riesco ad interagire con gli altri. Da piccola la mia unica relazione significativa era con mio padre, ma si trattava di una relazione profondamente disfunzionale, nel senso che essendo lui una persona molto chiusa praticamente ha creato con me un rapporto molto esclusivo, dal quale era esclusa persino mia mamma. Di conseguenza io stavo sempre e solo con lui, nonostante parlassi anche con mia mamma e mio fratello...ma con il resto del mondo, parenti compresi, mantenevo un silenzio totale, e così è stato sia all asilo che alle elementari. Mutismo selettivo mai diagnosticato. Poi piano piano sono riuscita a sbloccarmi da sola, con tanta fatica e coraggio, e questo ha comportato una rottura della relazione con mio padre, che non ha saputo adattare il nostro rapporto alla mia crescita...forse avrebbe voluto che io restassi sempre e solo con lui... Oggi ho 27 anni, un fidanzato da otto anni, un cane che è la mia felicità... Ma non riesco a rivolgere la parola a mio fratello, con mio padre solo frasi di circostanza, ma siamo due sconosciuti praticamente... Mentre con mia mamma riesco un pò a parlare e confidarmi, anche se lei è una persona talmente ansiosa che spesso sono io a sostenere lei... Non riesco a instaurare amicizie, sono fidanzata solo perché lui è stato talmente testardo da non scoraggiarsi mai nonostante io in tre anni di amicizia e durante i primi mesi di fidanzamento non gli abbia mai mandato nemmeno un messaggio, mai nemmeno una telefonata...se non fosse stato per la sua testardaggine avrei allontanato pure lui, come faccio sempre.... Non so se sono Asperger, ma so che non riesco a comprendere i meccanismi relazionali...ho un assoluta difficoltà a capire come ci si comporta, cosa gli altri si aspettano da me....quando mi trovo in un gruppo non capisco mai quando è il mio turno per parlare...non riesco mai a prendere l iniziativa per cercare le persone.... Vedo che gli altri riescono a entrare in confidenza relativamente in fretta, mentre a me servono tempi biblici e il più delle volte nemmeno ci riesco...anche perché generalmente le altre persone non hanno tutta questa pazienza e dopo un pò si stancano e si allontanano...forse fraintendono la mia difficoltà per mancanza di interesse, e questo mi fa soffrire perché accade anche con persone a cui voglio molto bene ma con cui non riesco proprio a mantenere i rapporti...sono sola e mi sento sola, e vorrei tanto un libretto di istruzioni in cui ci fosse spiegato per filo e per segno come relazionarsi, ma purtroppo non esiste, o forse comunque non lo capirei...è da quando ero bambina che mi chiedo perché non ce la faccio, mi sento come una persona che ha qualcosa che non funziona, qualche meccanismo che si è inesorabilmente inceppato. Chiedo aiuto e consiglio a voi...non so, magari la mia è solo ansia sociale...ho fatto il test online per il comportamento sociale degli adulti è il mio punteggio è di 43... Scusate se ho scritto così tanto, ma in realtà non ho scritto nemmeno la metà di tutti i miei disagi...grazie a chiunque leggerà e vorrà rispondermi.
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Commenti
Le cose che racconti della tua vita "sociale" sono comuni a molti di noi. Sembra che la natura "esclusiva" del rapporto con tuo padre abbia condizionato gli sviluppi successivi della tua vita, ma da quanto racconti è difficile capire se questa sia stata una causa del tuo isolamento, una conseguenza, o un po' tutte e due le cose, in un circolo vizioso che si autoalimenta.
Per chiarezza, come si chiama di preciso il test che hai fatto? È uno di quelli presenti (per l'autismo ce ne sono più d'uno) su http://www.neuroscapes.org?
Comunque, il punteggio all'Asbq è abbastanza alto. Magari, per avere qualche indicazione in più (ripeto: SOLO indicazioni, visto che le auto-diagnosi non esistono) prova anche a fare altri test, come AQ, EQ, SQ, e RAADS-R (quest'ultimo dovrebbe essere un'intervista clinica, ma se autosomministrato può dare un'idea approssimativa se vale la pena approfondire o no).
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/5033/risultati-raads-r#latest (RAADS-R)
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/515/aq-test-il-quoziente-nello-spettro-autistico#latest (AQ)
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/73/eq-sq-test-empatia-e-sistematizzazione#latest (EQ-SQ)
AQ: 50
EQ: 52
SQ: 48
RAADS-R: 94
A me sembrano tutti un pò alti....non so cosa pensare....so che voi non potete darmi una risposta, ma non nascondo che sono un pò preoccupata.... Ogni giorno faccio una fatica immensa, e me ne sono sempre fatta una colpa sentendomi un'incapace, tanto che la mia autostima è davvero bassa...sarebbe bello leggere consigli, opinioni, esperienze...in ogni caso vi ringrazio...
Io ti suggerisco di continuare a frequentare il forum, confrontare le tue esperienze con quelle degli altri, e poi decidere se approfondire e andare a verificare questo aspetto di te o no.
Una eventuale diagnosi comunque non dovrebbe né "preoccuparti" né rallegrarti: il punto è riuscire a vivere meglio possibile, e ad accettarsi (e dove si può migliorarsi) con le proprie potenzialità e i propri limiti. Questo vale per chiunque, Asperger o no.
Ho letto con interesse il tuo messaggio.
Con queste poche informazioni su di te, non saprei darti un parere, ma sicuramente quì non ti sentirai sola.
Potresti spiegare un po' meglio (e lo chiedo anche agli altri utenti nd) cosa succede tra la volontà di avvicinarti agli altri e l'atto pratico?
Esempio: "vorrei tanto mandare un messaggio a quella persona, ma non lo faccio perché....".
A volte vedere i propri meccanismi/reazioni è un passo importante per iniziare a lavorarci su..
Un abbraccio
Che vuol dire che non ti arrabbi praticamente mai? Perché dici di provare vergogna?
@Nila provo a rispondere alla tua domanda: tu parti dal presupposto che io voglia chiamare quella persona per sapere come sta ma non lo faccio per vari motivi, in realtà il fatto che io (parlo per me) non cerco gente è perché davvero non mi interessa sapere come sta. Sento il bisogno di routine precise, ho i miei orari e tutte le cose che mi fanno stare bene e un'uscita improvvisa, una telefonata inaspettata, possono sconvolgere la mia giornata e provocarmi un sovraccarico emotivo. Se devo uscire con qualcuno devo prepararmi psicologicamente, adattare i miei stati d'animo. Devo capire che se di solito passo la serata a leggere o a guardare un film ma anche a stirare o a studiare filosofia quella sera le cose andranno diversamente e mentre tu (sei nt?) lasci che la serata scorra serena a me capita che mi metta a pensare a quello che ho lasciato. Ho difficoltà a cambiare le mie abitudini, devo lasciare le mie cose e farne altre a cui non sono abituata e questo mi porta via energie, non riesco ad essere istintiva.
il presupposto riguardava la volontà della nuova utente di voler instaurare/mantenere amicizie, che nella pratica non trovava modo d'esprimersi.
Anche io (da nt ) non scrivo se non ho un reale interesse.
Mi ha colpito molto la questione routine-spontaneità.
Il programmare/dettagliare esclude per forza di cose la sorpresa/istintività e questo concetto mi è molto utile al momento. Grazie a entrambe!
@piccolamarta, hai mai provato a parlarne con un professionista?
A me personalmente è servito per alcuni miei aspetti disfunzionali.. Non voglio essere indelicata e spero tu comprenda le mie parole: conoscere i propri meccanismi è il primo passo, avere gli strumenti adatti per gestirli è il secondo..
@piccolamarta, hai mai provato a parlarne con un professionista?
A me personalmente è servito per alcuni miei aspetti disfunzionali.. Non voglio essere indelicata e spero tu comprenda le mie parole: conoscere i propri meccanismi è il primo passo, avere gli strumenti adatti per gestirli è il secondo..
Ne ho parlato con un mio docente che diciamo un pò mi ha preso a cuore...oltre ad essere docente di psicologia è anche un counselor...mi ha tanto aiutata, innanzitutto a prendere consapevolezza che ho un immagine molto distorta ed esclusivamente negativa di me, che non corrisponde alla realtà... Mi ha fatto trovare la spinta e il coraggio per provarci, e grazie a lui ho fatto passi avanti che mai avrei creduto possibili per me... Ma anche qui è sempre stato lui a offrirmi il suo aiuto, e ora che ho finito l università e non è più il mio docente siamo rimasti in contatto...ma se lui non si fa vivo io non lo cerco assolutamente mai, nonostante gli voglia un bene immenso...ma proprio non riesco... Vorrei tanto rivolgermi ad uno psicoterapeuta, e prima o poi credo proprio che lo farò..