AS, cosa vi avrebbe aiutato alle elementari?
Mio figlio frequenta la prima elementare.HA una diagnosi di autismo ad alto funzionamento livello 1 che siamo arrivati a ricercare proprio perchè fin dal nido ha avuto difficoltà nel grande gruppo. Ora a scuola , dove per motivi vari non ha sostegno, non riesce a stare seduto sulla sedia si distrae no tocca la matita. Anche se a modo suo sta attento. Mi riferisce cosa la maestra ha spiegato. Ora, avendo una diagnosi precoce, stiamo aggiustando la terapia che sta già facendo e seguirò quello che mi verrà suggerito. Chiedo però aiuto anche a voi: che cosa servirebbe secondo voi al mio bambino? Cosa vi avrebbe sicuramente rassicurato e fatto sentire a vostro agio? Io da mamma che posso fare? Cosa fa funzionare una terapia? Non so se mi sono spiegata, grazie a chi vorrà rispondere...
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Commenti
Cosa mi ha aiutato? Il fatto che mi abbiano messo come compagno di banco un bambino tranquillo con cui mi trovavo. Non mi trovavo per nulla con un bambino vivace e le cose sarebbero peggiorate.
Cose potrebbe aiutare il tuo bambino? Proprio perché ognuno è a se non è ho idea. Ma credo potrebbe funzionare il ridurre le distrazioni, capire perché si distrae e intervenire di conseguenza. Io ricordo che mi distraevo perché mi annoiavo. Finivo prima, per esempio, alcune verifiche e non sapevo cos'altro fare nel resto del tempo. Mi giovava guardare fuori la finestra, vedere come l'aria calda che era in prossimità di una superficie metallica creasse un pattern deformano ciò che si vedeva dietro.
Grazie mille per la tua testimonianza! Fin da piccolo non è mai riuscito a fare cose in gruppo. Da solo, con uno, due, tre bambini riesce a essere se stesso passami il termine. Con gli adulti nessun problema, se congeniali. Ora a scuola speravamo almeno gli interessasse studiare (non ha un QI elevato, medio, ma è sempre stato un bambino interessato da lettere e numeri, è bravo a costruire, seguire le istruzioni del lego, gli è sempre piaciuto farsi raccontare storie) Io non so cosa pensare, ho l'impressione che mio figlio non si senta all'altezza di qualcosa perchè nonostante sia capace non fa, dice sempre alle maestre che è stanco. Oppure che la maestra non sia così entusiasmante per lui. Quando gli affiancano qualcuno (a lui congeniale, come per tutti i bambini) però riparte e riesce a concentrarsi per tantissime ore di fila.
Tutti parlano di Terapia, terapia invece della scuola, bambino stanco.... ma la miglior terapia non sarebbe capire cosa c'è che non va?ero una bambina molto attiva e sportiva, molto coraggiosa e per niente goffa
anzi ero pure il capo banda di un gruppo di bambini che mi vedevano come leader naturale. Ero simpatica, socievole e creativa.
mi avrebbe aiutato trovare maestre meno provinciali e più istruite, perchè ricordo che un giorno strapparono un mio disegno
ritenendolo "un pastrocchio" quando invece io avevo detto che era un quadro astratto e che volevo riprodurre kandinskij (loro non sapevano chi fosse, e nemmeno cosa fosse l'astrattismo)
mi avrebbe aiutato trovare maestre più creative ,che sapessero che cosa fosse la sintesi additiva dei colori, o che mi aiutassero a proseguire gli studi in scultura: a sei anni riproducevo figure con la creta in modo eccellente. un corso di scrittura creativa o di teatro, degli stimoli all'altezza dei miei interessi.
ecco forse questo:una scuola adatta al mio livello
Io non so cosa pensare, ho l'impressione che mio figlio non si senta all'altezza di qualcosa perchè nonostante sia capace non fa, dice sempre alle maestre che è stanco. Oppure che la maestra non sia così entusiasmante per lui. Quando gli affiancano qualcuno (a lui congeniale, come per tutti i bambini) però riparte e riesce a concentrarsi per tantissime ore di fila.
Noi siamo quello che gli altri ci conferiscono. La nostra identità è il riflesso di come gli altri ci vedono. Parole di Umberto Galimberti.Quel bambino a lui congeniale forse gli trasmette qualcosa che lo aggancia, lo raggiunge, fa sentire visto
... Pura ipotesi.
Cerca "inefficienza appresa" o "impotenza appresa"... Non ricordo.
Daniela Lucangeli tratta questo tema piuttosto spesso