Presentazione lunga ed egocentrica che intende anche aprire un dibattito sul tema della spiritualità
in Mi presento
Salve a tutti, mi chiamo Danny e ho 22 anni.
Mi è stato diagnosticato l'asperger all'età di 12 anni, una diagnosi che è stata ulteriormente riconfermata più volte negli anni successivi.
Vivo a Roma ma come retaggio genealogico sono un mix di 7 regioni italiani diverse tra nord, centro e sud (ad ogni modo faccio fatica anche solo a considerarmi italiano dato che c'è ben poco di questo paese che incontri i miei gusti, ad eccezione della pizza e delle collezioni di Versace, da qui il primo disclaimer: sono la persona meno patriottica che esista, magari ne parlerò in un altro post).
Nella vita ho due principali carriere.
Sono autore, compositore, produttore e imprenditore musicale. Attualmente ho una mia etichetta e degli studi di registrazione a Roma insieme al mio socio (che è anche il mio compagno) che stiamo cercando di espandere per uscire da questo "rinascimento post-covid".
Inoltre sono docente privato di matematica, fisica, chimica, biologia e lingua inglese.
Prima della pandemia sono stato anche fortemente coinvolto nel mondo della moda, in un primo momento come fotomodello, poi come model scouter, poi come direttore artistico. Poi ho deciso che il mondo della moda è una gabbia di matti e che qualsiasi realtà di moda in Italia che non si trovi a Milano faccia altamente schifo per cui ho rinunciato a continuare perché non avevo voglia di trasferirmi permanentemente a Milano.
Nel tempo libero per arrotondare faccio il DJ, suono il pianoforte e l'organo a eventi tipo matrimoni e vernissage, il pittore su commissione e il revisore di testi per documenti sia scientifici che giornalistici (e tra questi due ambiti in Italia c'è un abisso di mezzo).
No, non è una parodia di un profilo cringe di un italiano medio di facebook che cerca di flexare e gonfiare in modo imbarazzante il proprio status lavorativo, è solo una sintesi estrema del mio CV.
Secondo disclaimer: sembro molto altezzoso e pieno di me ma in realtà sono una persona estremamente insicura ed ipercritica verso se stessa, anzi forse è proprio l'autocritica e l'autoperfezionamento estremi che mi stanno aiutando ad avere successo nella vita lavorativa.
Terzo disclaimer: ogni tanto userò termini eccessivamente giovanili come "flexare" e "cringe" affinché mi possano capire e prendere in simpatia anche i miei coetanei. Altre volte invece userò termini eccessivamente sofisticati e/o aulici e/o scientifici affinché io possa allinearmi anche con l'audience più adulta. Personalmente mi piace mescolarli tra di loro, se proprio ci dovessero essere due cose della divina commedia a non essere sopravvalutate queste sarebbero il plurilinguismo e il sincretismo.
Dopo questa faraonica presentazione, vorrei porre a tutti qualche domanda riguardante alcune cose che io non capirò mai negli esseri umani.
Perché avete bisogno di una religione?
Non mi riferisco al semplice "essere atei perché si ha una mentalità troppo logica o scientifica per cui diventa difficile coltivare una sensazione di fede". No. Non mi riferisco a questo. Non voglio aprire una diatriba tra credenti, atei, agnostici e altre categorie del genere. Già l'aria che si respira questo periodo è abbastanza pesante per questo genere di dibattiti sterili. Io proprio non capisco e non capirò mai perché fin dal paleolitico la specie umana abbia avuto bisogno di ricercare una dimensione religiosa o quantomeno spirituale. Non capisco perché l'essere umano trovi che sia necessario rispondere a domande del tipo "ma cosa succede quando si muore?" "ma c'è un'altra vita?" "perché moriamo?" "chi ci ha fatti?" "da dove veniamo?" "dove andiamo?" e altre domande insulse del genere alla Paul Gaguin.
Essendo neurodivergente, ho passato la mia intera vita a studiare l'essere umano nella sua etologia in modo estremamente scientifico e minuzioso esattamente così come ho fatto con numerose specie di animali, funghi e vegetali (ho dimenticato di dire nella presentazione di prima che sono dottore e ricercatore in scienze naturali) e credo di essere riuscito a capire bene più o meno tutto tranne questa cosa della religione.
Non capisco cosa ci sia di tanto strano o sconvolgente nella morte. Nella cessazione dell'esistenza dell' "anima". Per me la morte è tanto naturale quanto la vita. Il concetto stesso di vita non avrebbe senso senza il concetto di morte. Forse sotto questo punto di vista l'unica sorta di religione con la quale riesco vagamente ad allinearmi è il taoismo, ma quella è più una filosofia che non una religione vera e propria quindi non vale.
Non capisco perché l'essere umano abbia il bisogno di sentirsi superiore o inferiore a qualcun altro. Ho come l'impressione che l'avere un proprio "dio a propria immagine e somiglianza" in modo tale che allo stesso tempo l'umano possa sentirsi superiore rispetto al resto dei viventi ma anche inferiore rispetto agli esseri spirituali. La trovo una sorta di meccanismo psicologico perverso simile al power bottoming. E lo trovo anche fortemente antropocentrico. Se non altro gli antichi egizi identificavano in diverse specie animali non-umane le rappresentazioni delle varie divinità, almeno in quel caso la religione non doveva essere una fonte di antropocentrismo tossico.
Credo che alla base di questo meccanismo (il sentirsi giustificati nell'essere superiori grazie al fatto di gettare i complessi di inferiorità nel cestino della spiritualità) ci sia anche l'origine di tanti problemi storici della specie umana tra cui: i genocidi, l'olocausto, il razzismo, le crociate, la totale mancanza di sensibilità scientifica che rallenta il progresso sociale, la totale mancanza di umiltà che genera arroganza la quale a sua volta genera ignoranza la quale a sua volta rallenta il progresso sociale, lo sfruttamento delle risorse naturali e il cambiamento climatico.
So di sembrare molto sprezzante nel modo in cui scrivo ma in realtà vi giuro che sono solo esterreffatto e curioso nel cercare di capire quali siano i meccanismi che spingano le menti umane (o forse solo quelle neurotipiche?) verso questi schemi così apparentemente svantaggiosi per il progresso e per la coesione della specie. Non voglio neanche subire un'etichetta politica dato che in generale detesto la politica quasi quanto la burocrazia (forse sembra che io abbia scritto qualcosa che rientra più negli schemi di una "sinistra" ma vi assicuro che anche gli schemi mentali di estrema sinistra per me sono abbastanza enigmatici)
O comunque a prescindere vorrei capire il motivo per il quale abbiate tutti questo bisogno spasmodico di ricercare qualcosa che sembra all'apparenza non avere molto senso al fine di dare una risposta a domande le quali anch'esse sembrano non avere molto senso. Giusto per rendere l'idea, per me il senso della domanda "da dove veniamo e dove arriveremo?" ha tanto senso quanto la domanda "di che colore sono gli infrarossi?" con la differenza che la seconda almeno è meno vaga della prima nonostante la simile insensatezza.
E' solo una cosa mia? O è una cosa degli asperger in generale? Perché
comunque ho conosciuto altri asperger che erano molto sensibili alla
spiritualità, quindi dubito che sia una caratteristica comune ai
neurodivergenti.
Un tempo giustificavo questo mio "deficit" con il fatto di essere ancora troppo giovane, ma non credo regga più come giustificazione dato che mi ritengo un adulto ormai (o ancora peggio un giovane adulto a cui adulti meno giovani sembrano ancora troppo infantili).
Ho anche altre cose da chiedere e di cui mi piacerebbe parlare ma le conserverò per altri futuri post sennò sto qua tutta la notte a scrivere un'epopea pallosissima.
Nel frattempo vi ringrazio se avete avuto la pazienza di leggere e cercare di capire fino a qui. Mi fa piacere essermi iscritto in questo forum e spero di poter vivere delle belle conversazioni online qui
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Commenti
E' una questione che ho da poco sottoposto alla mia psichiatra e neanche lei ha saputo darmi una risposta.
E' davvero incredibile come tutte le popolazioni della terra arrivino in qualche modo a concepire una qualche forma di dio o di forza creatrice, spesso con poteri di controllo/punizione.
Non me ne capacito. Lo trovo un enorme perdita di tempo ed energie e più volte ho immaginato di dedicare parte del mio tempo e della mia vita a smontare queste credenze. Ma in fondo a che mi porterebbe?
Comunque sia, ci sono anche tanti asperger religiosi, quindi non credo sia una caratteristica di chi è nello spettro, o almeno non è uguale per tutti.
Mi piacerebbe poter capire cosa accomuna i vari popoli del mondo in questa spasmodica ricerca di un motivo per esistere, per vivere e per continuare a esistere dopo la morte.
Nonostante sia piuttosto fastidioso dover morire, mi rincuora sapere che i miei atomi andranno a comporre qualcos'altro nel pianeta (e per questo voglio la tumulazione in terra nuda). La vera morte è il loculo.
Chissà se esiste una radice umana unica che si porta dietro queste credenze, mutate poi nel corso dei millenni nelle più diverse religioni. Talmente radicate da viaggiare con noi a livello genetico, attivandosi in alcune persone più che in altre.
In modo molto semplicistico spesso immagino che un umano più furbo degli altri abbia indotto altri umani a pensare a queste cose, diffondendo quelle idee come un virus che ha radicato nella mente umana, quasi a livello biologico. Il motivo potrebbe essere il solito: potere. Un altro motivo potrebbe essere quello di gestire delle isterie di massa dovute a paure e senso di smarrimento.
Mi viene in mente un parallelismo con l'area di Broca. Il linguaggio di sicuro non esiste da sempre, ma si è sviluppato nei millenni. Allo stesso modo ha fatto l'area di Broca, accrescendosi sempre più generazione dopo generazione.
Che ci sia un'area del cervello dedita ai pensieri religiosi/spirituali che si sviluppa maggiormente nei neurotipici?
Le teorie si sprecano, ma restano solo teorie per ora.
Qualche altra idea?