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Come imparare il linguaggio non verbale?

PavelyPavely Post: 3,350
modificato febbraio 2018 in Sensi, percezioni, attenzione
Oggi pensavo a questo aspetto.

Ieri, per varie ragioni, osservavo come, nel mondo NT, è fondamentale muovere le braccia, le mani, pensavo a come siano fondamentali i gesti...

Sarò rimasto, credo un quarto d'ora, incantato dai gesti di Alberto Angela. Dal modo che ha di gesticolare.



In molti paesi, penso alla penisola scandinava, si gesticola molto poco.
In Italia, tantissimo

Riflettevo su come sia diverso, così, essere Asperger in Italia e in quelle regioni.
Da noi, è più, come dire, e v i d e n t e essere Asperger?
Nei paesi "latini" essere autistici è, un poco, un marchio di fabbrica?
È li. Lo vedi. È palese.



Penso questo: per un Asperger è importante imparare ad accompagnare la comunicazione con i gesti.
Ho fatto una rapida ricerca tra le offerte dei principali studi e associazioni in Italia.
I corsi specificamente indirizzati a questo aspetto della Comunicazione sono pochi. C'è molto teatro, moltissima consapevolezza corporea, tanto coaching.
I corsi dedicati specificamente al linguaggio non verbale -- intendo dire, solo a questo campo -- sono rari.



Un po è pensare al SILENZIO NON VERBALE.

Sarò stato mezz'ora ad "assaporare" questa espressione.
Apparentemente una contraddizione, al limite un gioco di parole, invece mi fa rifletter...



Come avete imparato il linguaggio non verbale?
Come lo avete migliorato?
Quanta importanza ha nelle vostre riflessioni sulla nostra condizione?

Come studiarlo ed esercitarsi?



Penso alle mie braccia e alle mie mani.

Sempre ferme.

mandragola77itWendymammaconfusa80

Commenti

  • OrsoX2OrsoX2 Post: 1,035

    ;) ... io sto ancora imparando.

    Però ti consiglio di leggere un libriccino che ho comprato diversi anni fa (ai tempi della Lira), prima di sapere che l'autrice fosse AS diagnosticata, "Segnali del corpo". Se vieni al raduno del 17 feb, Paolo, te lo porto!

    Marco75itWendyPavely
    ("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
  • itit Post: 654
    modificato febbraio 2018
    Se mi tenessero le mani legate
    credo che non riuscirei a parlare
    (inciderà la mia provenienza geografica...:)

    Di certo se mi trovo in pubblico il più delle volte sto bloccata...può darsi che lo faccia per rimanere sulla superficie di una emozione...

    Anche la mia espressione in viso rimane ferma se non penso consciamente a sorridere ad esempio ( quando va fatto...:)
    (mi sono studiata fin da ragazzina allo specchio per controllare i muscoli facciali,
    sorridevo troppo o per niente...)

    È davvero interessante per me...
    Ah, tamburello quasi continuamente con le dita e di solito seguo uno schema musicale (mignolo/do, medio/mi, pollice/sol, anulare/re, indice/fa...e viceversa :) è abbastanza semplice da nascondere in pubblico, a casa tutto diventa una percussione....:)
    (Scusate se forse è OT...)
    mandragola77rondinella61
  • Marco75Marco75 Post: 2,111
    modificato febbraio 2018
    Non saprei, ricordo che da bambino/adolescente la mia gestualità era estremamente limitata, e quando provavo ad attivarla facevo spesso gesti sbagliati, un po' fuori contesto, goffi. Verso i 23 anni provai a imitare la gestualità estremamente caricata e teatrale di un mio conoscente, e caddi probabilmente nell'estremo opposto (ricordo una volta in cui fui preso in giro perché - inconsciamente - non facevo che muovere le braccia in modo inutile).
    Ora non saprei com'è la situazione. Probabilmente a volte gesticolo poco, altre volte troppo. Alcune volte il gesto è tuttora poco attinente al messaggio non verbale che vorrei trasmettere. Mi rendo conto che quando parlo con me stesso, inconsciamente, a volte inizio a muovere, visibilmente, le braccia. Credo ciò rientri sempre nel meccanismo di "reazione" inconscia alla mia precedente tendenza all'immobilità.
    Non saprei se al di là del teatro e delle discipline collegate alla recitazione, ci siano corsi per esercitare questa abilità...
    PavelyLandauer
    "There are those that break and bend. I'm the other kind"

    Cinema, teatro, visioni
  • iieiie Post: 697
    Pur non avendo alcun contributo significativo da apportare alla discussione [ho provato a concentrarmi sul "non verbale" e il risultato - oltre a produrre dei gesti palesemente "finti" e "forzati" - è che mi si bloccano completamente le parole (o parlo o muovo le mani, o parlo o sorrido, o parlo o guardo negli occhi, etc; non riesco a fare le due cose insieme)], ne seguirò con interesse gli sviluppi sperando di trovare consigli utili.

    (Era, in effetti, una discussione che avrei voluto aprire io stesso da tempo, ma aprire discussioni è una cosa per me estremamente difficile - ringrazio quindi indirettamente Pavely per averlo fatto).
    Pavely
  • WendyWendy Post: 100
    L'estate scorsa in Olanda ho notato subito la loro "compostezza" fisica, la quasi totale mancanza di gesti, se non alcuni segnali chiaramente standardizzati. Mi sentivo più a mio agio lì, riuscivo a mimetizzarmi, risultava meno evidente la mia incapacità di comunicare con il corpo. Credo che un Asperger in un Paese non latino sia facilitato, anche perché, se il linguaggio non verbale è minore, ci si può affidare maggiormente a quello verbale, ci sono meno segnali impliciti e "non detti".

    Mi succede di rimanere affascinata da persone che gesticolano, mi piace osservarli, sembra una danza, ma davvero per me è impossibile coglierne i significati senza ascoltare le parole. Mi piacerebbe imparare a muovermi come loro, da tempo penso che dovrei lavorare su questa mia mancanza e so che, per me, sono diversi gli aspetti da prendere in considerazione:
    1. alla base di tutto credo ci sia la mia consapevolezza di sembrare goffa nei movimenti, quindi, soprattutto in situazioni sociali, la rigidità diventa uno strumento di difesa. Da qui nasce la mia necessità di "sbloccarmi" in qualche modo per poi continuare il percorso.
    2. ho bisogno di conoscere cosa significhi ogni singolo gesto gesto per poterlo riprodurre correttamente
    3. mi piacerebbe nascesse in me il bisogno di comunicare non verbalmente (non so se sia possibile, ma semplificherebbe le cose)

    Riflettendo mi sono resa conto che in realtà con i cani comunico moltissimo con il corpo, addirittura negli ultimi quattro anni di vita della mia cagnolina, periodo in cui era diventata totalmente sorda, avevo codificato una serie di segni per continuare a comunicare.
    Questo significa che il mio corpo, quando ha una motivazione e un sistema di segni, comunica senza problemi. Un altro aspetto che mi aiuta a sbloccarmi è l'attività fisica, mentre corro, il mio corpo e la mia mente sono insieme, forse dovrei ricercare questa unione anche nella comunicazione per poter far parlare insieme la mia mente e il mio corpo?

    Penso proprio al SILENZIO NON VERBALE (mi affascina, ci ho pensato per molti minuti): io parlo, ma il mio corpo è in silenzio, perché? Non vuole parlare o non sa farlo? Il punto è creare una motivazione o semplicemente fornirgli degli strumenti? O entrambe le cose?
    Ecco, oggi voglio ascoltare il mio corpo, forse nel suo silenzio c'è la mia risposta.

    Scusa @Pavely, avrei voluto dare risposte alle tue domande, invece ne ho aggiunte altre. Aspetto anch'io che qualcuno possa dare indicazioni pratiche o corsi da seguire su questi argomenti.

    itPavelyrondinella61

    "Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, cominciala. Il coraggio ha in sé genio, potere, magia".
    J.W. Goethe
  • itit Post: 654
    ...ma intendi soltanto il linguaggio dei gesti riconosciuto dalla maggioranza delle persone?
    (ad esempio l'esultare per felicità)
    Perché io lo esprimo in maniera diversa,
    a volte opposta,
    ma non saprei/vorrei imparare ad usare per forza un modo non mio
    che reputo né migliore né peggiore...
    Sarei completamente innaturale...

    Chiedo scusa @Pavely se non ho capito il senso della domanda...:)


    Pavelyfrittatarondinella61
  • riotriot Post: 7,016
    spesso le persone molto NT si sorprendono di come io riesca facilmente a comunicare con ciechi e con non udenti e muti.

    quello che non vedono immediatamente è che la finalità è comunicativa e non - o non solo - espressiva, come di solito è usata da loro la comunicazione non verbale.

    infatti, io vedo che la maggior parte delle persone gesticola o usa il volto per dare enfasi al loro parlare.
    gli eccessi sono quei conferenzieri che usano gesticolare in modo assertivo.

    quindi per rispondere alle domande:
    - il non verbale espressivo l'ho imparato da adulto osservando gli altri dopo l'ennesima "accusa" di inespressività

    - l'ho migliorato abbassandone l'intensità d'uso (pochi gesti necessari, soprattutto indicativi e affemativi)

    - il non verbale comunicativo è il solo che mi ha suscitato riflessioni proprio per la possibilità di mettermi in comunicazione con persone che hanno disabilità connesse (non udenti ecc.)

    - studiarlo attraverso l'osservazione. ad esempio assistere a dialoghi terzi, anche tra estranei, osservare dialoghi in TV a volume spento e cercando di interpretarli

    itOrsoX2rondinella61
  • pokepoke Post: 1,721

    Come avete imparato il linguaggio non verbale?

    Motivazione
    Mi piaceva un uomo, ma non volevo approcciarmi in modo diretto (in precedenza partivo solo da me stessa, ed un po' alla Fonzie, iniziavo subito con un Hey! Mi piaci, accettando serenamente un sì o no), perché ti tenevo tantissimo. Quindi memorizzavo tutta la sua gestualità ed a fine giornata passavo in rassegna con ricerche certosine, il relativo significato.
    Ci sono voluti circa 7 mesi.


    Come lo avete migliorato?

    Libri
    I segreti del linguaggio del corpo - Marco Pacori
    Ed altri due libri, che nel caos del mio armadio non mi ritrovo.
    Osservazione continua e verifica.


    Quanta importanza ha nelle vostre riflessioni sulla nostra condizione?
    Eh.... pavely, qui si apre una ferita, perché....

    Perché registro il non verbale, in realtà l'ho sempre percepito bene, forse anche troppo, ma ci sono verità che non è politicamente corretto rivelare, le persone sono piene di contraddizioni (questo è la trattativa la mediazione) il non verbale spesso è idiosincratico con verbale, ma bisogna far finta di non accorgersene. Quindi io in quesri casi come agivo?
    Si apre la nota dolente
    Il mio presupposto è che gli animali sono più semplici dell'uomo, gli animali sono tutto non verbale (o meglio in prevalenza), l'uomo animale razionale ha un linguaggio verbale sofisticato, quindi io S. in caso di contraddizione do prevalenza al linguaggio verbale.
    Cosa scopro circa 3 mesi fa?
    Errore!!!!!

    Praticamente tutta la mia modalità comunicativa è stata per tutti questi anni diversa. Shock!
    Ci sono rimasta male, delusa, sfiduciata, confusa, rassegnata.


    Come studiarlo ed esercitarsi?

    Quindi, preso atto che per quanto tutto ciò mi sembri assurdo (e bada continuerò a ritenerlo primitivo intimamente) immagino me stessa, hai presente il 'Mondo nuovo' di Huxley nella Riserva dei selvaggi, che per comunicare impara questo linguaggio.
    Ora, le persone utilizzano in modo spontaneo questa modalità, ricordiamoci che questo è un linguaggio contestualizzato, e può capitare che essi stessi ne siano inconsapevoli, quindi bisogna osservare, decodificare, ma fingere di non accorgersene. Perché? Questo mi viene dall'esperienza, le persone non amano sentirsi svelate, analizzate troppo e nel profondo. Bisogna sempre tenere a mente che non sono univoche, che hanno quel tanto di contraddizione che permette la trattativa (credo sia insito in loro, potrei chiamarlo margine di socialità).

    Ora, esercitarsi con dei corsi, ma sopratutto con la pratica, iniziando con interazioni semplici e brevi.
    Esci, e salutando inizi ad usare brevi cenni, accompagni le parole (sempre semplici, con piccoli gesti come un direttore d'orchestea che stabilisce il ritmo dei suoi musicisti).

    Secondo aspetto, modulare il non verbale con l'altro.
    Questo forse è tra tutti il più importante.
    OrsoX2Pavelyfrittatarondinella61mammarosanna
  • NewtonNewton Post: 5,327
    Una persona a me vicina, quando ero giovane, ha fatto un corso finalizzato alla selezione del personale. Mi ha raccontato che per comprendere il candidato, bisognava partire da questo "linguaggio del corpo", che non avevo neanche idea esistesse. Me ne ha spiegati i principi. Da quel momento ho iniziato a farci caso, e anche a capire come potevo fare per apparire in un certo modo.

    Per l'espressività del volto e la gestualità invece mi ha aiutato tanto studiare disegno.
    OrsoX2rondinella61
  • iieiie Post: 697
    @poke potresti spiegare cosa intendi con "modulare il non verbale con l'altro"? Lo citi, nella parte conclusiva del tuo post, come [forse] l'aspetto più importante in assoluto, quindi intuisco che si possa trattare di qualcosa di importante, meritevole di approfondimento.

    Non riesco, però, a comprenderne il significato.
  • pokepoke Post: 1,721
    Hai ragione @iie

    Osservare l'altro ed ritmare il non verbale con la stessa frequenza, copiandone la gestualità e la mimica facciale quando espone un concetto che l'interlocutore ritiene positivo.

    In teoria l'interlocutore dovrebbe essere indotto a pensare che siamo in sintonia con lui.

    Tipo uno specchio.

    Se lui sorride sorridere, se appare rattristato (anche se non ce ne importa meno di nulla) corrucciare l'espressione del viso, se gesticola molto, gesticolare (di solito immagino degli oggetti per simulare), se l'altro gesticola poco ovviamente, limitarsi.



    Una critica che spesso mi è stata indirizzata è di essere enigmatica, di non far trasparire interesse, quindi nella mia modalità cominicativa la ritengo importante per me.




    itOrsoX2frittataWendyLandauermammarosanna
  • MarkovMarkov Post: 10,943
    A me non si è mai attivata questa cosa di copiare i gesti degli altri. Per tanto tempo non notavo che li facessero o implicitamente non ne davo alcuna importanza. Oggi invece quando provo a imitare ho l'impressione che il mio corpo non risponda al segnale allo stesso modo. È come se gli altri fossero pure più snodabili.

    Infatti, secondo me, oltre al deficit imitativo può esserci pure meno flessibilità fisica.
    WendyPavely
  • iieiie Post: 697
    modificato febbraio 2018
    Nella tua (suggestiva) metafora del "direttore d'orchestra", poke, risulta a mio parere essenziale imparare a "vedere" (e non solo, quindi, "sentire") la "musica" suonata dall'altra persona.

    Questo scenario prevede, cioè, il raggiungimento di una condizione in cui le due "orchestre" si "fondano" fino a creare un unico "ensemble" [dal francese "insieme"].

    In questo ensemble sono presenti due diversi direttori: un direttore "esperto" (Maestro), dotato di una buona abilità nell'esprimersi mediante il linguaggio non verbale, e un direttore "inesperto" (Apprendista), il quale cerca di imparare dal Maestro seguendo i suoi movimenti come uno "specchio" [come hai descritto nel tuo ultimo post] allo scopo di creare una "sintonia" [o dovrei forse scrivere, in questo caso, "sinfonia"?].


    Allo stesso tempo, però, il Direttore Apprendista deve [come hai scritto nel post precedente] "stabilire il ritmo dei propri musicisti".

    Quello che io, a questo punto, mi chiedo - ed è qualcosa che mi appare come una "contraddizione" tra i due aspetti che hai illustrato - è: come può questo Apprendista stabilire il ritmo dei propri musicisti se si sta, di fatto, limitando a seguire i movimenti del Maestro?

    In altre parole: quello che tu suggerisci mi sembra, nella sostanza, un metodo basato quasi interamente sull'imitazione. La mia domanda è: questo [ossia, semplificando estremamente: imitare chi si ha di fronte] è l'unico modo per "imparare" [o darne anche solo l'impressione] a comunicare in modo "non verbale" per chi non è stato in grado di apprenderlo in modo "naturale"?

    O ritieni invece che l'Apprendista, dopo molto esercizio nello studiare diversi Maestri, possa riuscire a sviluppare un suo "stile personale", adattabile all'occorrenza, uscendo così dal suo ruolo di apprendista per diventare un Direttore "a tutti gli effetti"?

    Non a caso ho scritto "diversi Maestri": imitando un'unica persona, io credo, è impossibile raggiungere un grado di "indipendenza" sufficiente per uscire dalla "fase imitativa". Questo penalizza chi di interazioni ne ha poche e, soprattutto, con poche persone.

    Mi domando allora se ci siano altri mezzi a disposizione di questa categoria di persone (gli Apprendisti senza Maestri).
    Qualcuno, ad esempio, ha parlato di libri. È possibile che sia proprio un libro ad assumere il ruolo di "Maestro"? Se sì, in che modo (come si fa, cioè, nella pratica, ad apprendere dai libri questi aspetti)? È una cosa che, forse perché non ci ho mai provato personalmente, mi risulta davvero difficile da immaginare [intendo apprendere effettivamente, e quindi mettere in pratica, determinati comportamenti tramite la semplice lettura di un libro].

    Oppure, ancora, interviene forse qui la fase di "osservazione silenziosa" di cui hai parlato nel tuo primo post? Imparare, cioè, a "sentire la musica" osservando i movimenti di Maestri Inconsapevoli (sconosciuti che dialogano tra loro, personaggi alla televisione etc. - come ha scritto anche riot).
    In questo caso, forse, i libri potrebbero servire per imparare a "leggere gli spartiti" di queste "conversazioni non-verbali", suonandone la musica nella propria mente. Anche qui, però, manca il passaggio dalla fase di "osservazione" a quella di "produzione" (che, a mio parere, non è affatto immediato né scontato).

    Inoltre, anche nel caso dei Maestri Inconsapevoli - da osservare, magari, come sostieni, "fingendo di non accorgersene" - si tratta ancora una volta di "imitare gli altri".

    E a me sembra sempre che manchi "qualcosa".
    rondinella61
  • itit Post: 654
    (Qualcosa manca sempre...per me...
    Non per niente nasce la discussione....)
    Si prova, ci si specializza, ma alcuni gesti ed espressioni sono fatti consapevolmente, pensandoci,
    (e pensandoci si perde un tempo piccolo
    ma ci si sente già sfasati)
    Almeno è la mia impressione... @iie
    Newtonrondinella61Wendymammarosanna
  • PavelyPavely Post: 3,350
    Vorrei dire grazie a tutti.

    Vi ascolto.

  • sara79sara79 Post: 445
    Cosa ne pensate del teatro? Potrebbe aiutare una persona a capire meglio il linguaggio non verbale e ad esprimersi a sua volta con più scioltezza? Non parlo dei preparativi di uno spettacolo, ma di tutto il lavoro che c’è dietro.
    rondinella61Simone85Sophia
  • PavelyPavely Post: 3,350
    sara79 ha detto:

    Cosa ne pensate del teatro? Potrebbe aiutare una persona a capire meglio il linguaggio non verbale e ad esprimersi a sua volta con più scioltezza? Non parlo dei preparativi di uno spettacolo, ma di tutto il lavoro che c’è dietro.

    Secondo la mia opinione, è un'ottima idea...

    Ammiro anche la preparazione per la danza classica (balletto).

    In entrambi i casi, si hanno ottime basi per capire l'espressività corporea.

    Simone85sara79
  • pokepoke Post: 1,721
    sara79 ha detto:

    Cosa ne pensate del teatro? Potrebbe aiutare una persona a capire meglio il linguaggio non verbale e ad esprimersi a sua volta con più scioltezza? Non parlo dei preparativi di uno spettacolo, ma di tutto il lavoro che c’è dietro.

    Si, @sara79 il teatro o i giochi di ruolo sono ottimi in tal senso.
    Non a caso nel ns percorso Alieni terrestri, abbiamo avuto l'incontro con un attore di teatro, il suo contributo come professionista e soprattutto i suoi racconti di vita come uomo mi sono stati fondamentali per capire quanto fosse importante acquisire questa modalità comunicativa.
    I libri hanno un limite, non puoi fargli domande, ed alcuni aspetti della comunicazione si capiscono bene con degli esempi concreti.
    Per i bambini/adolescenti, cuorementelab ha predisposto corsi di teatro, quindi posso risponderti che certamente aiutano molto.


    P.s.
    @iie per rispondere a te, devo aspettare che il cellulare sia carico.
    Intanto provo a capire cosa "manca".

    rondinella61sara79
  • pokepoke Post: 1,721
    @iie

    Manca la spontaneità.

    È faticoso e stancante, ci si sente depersonalizzati, frammentati in tutte le persone con cui interagisce.

    Si sente dopo forte più che mai, il desiderio di stare soli.

    Ma bisogna sforzarsi, perché le persone comunicano prevalentemente così.
    In questo modo si riescono (forse) a creare feedback positivi.
    Agganciare la loro attenzione quando sono presi in sé stessi.

    Le persone hanno bisogno di sorrisi, di gesti che accompagnano i loro gesti, necessitano di sentire che li comprendi anche senza bisogno che essi parlino.
    Le parole per loro sono brutali, essi le associano al discutere, come se discutere non significasse anche dialogo.






    Pavely
  • MarkovMarkov Post: 10,943
    Va be con le parole c'è modo e modo. È fastidioso quando si è permalosi, si aumenta la serietà del discorso o la formalità. Ma se uno le sa usare vanno bene.
  • Anche io sono parecchio inespressivo, molto statuario. Di muovere mani o braccia a scopo comunicativo non c'è verso, nemmeno la parte superiore del viso, specie in certe situazioni. Forse per queste mancanze da anni mi sono un po' interessato alla questione, inizialmente vedendo la serie Lie To Me con Tim Roth, poi leggendo qua e là varie cose. 
    Comunque non è che abbia imparato più di tanto. Più o meno la teoria sì, ma ad applicarla parlando mi rimane molto difficile e la percezione è sempre quella di risultare goffo. Per questo credo che sia importante il teatro, anche solo per imparare a fare le due cose insieme.
    Wendy
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