Come imparare il linguaggio non verbale?

Oggi pensavo a questo aspetto.
Ieri, per varie ragioni, osservavo come, nel mondo NT, è fondamentale muovere le braccia, le mani, pensavo a come siano fondamentali i gesti...
Sarò rimasto, credo un quarto d'ora, incantato dai gesti di Alberto Angela. Dal modo che ha di gesticolare.
※
In molti paesi, penso alla penisola scandinava, si gesticola molto poco.
In Italia, tantissimo
Riflettevo su come sia diverso, così, essere Asperger in Italia e in quelle regioni.
Da noi, è più, come dire, e v i d e n t e essere Asperger?
Nei paesi "latini" essere autistici è, un poco, un marchio di fabbrica?
È li. Lo vedi. È palese.
※
Penso questo: per un Asperger è importante imparare ad accompagnare la comunicazione con i gesti.
Ho fatto una rapida ricerca tra le offerte dei principali studi e associazioni in Italia.
I corsi specificamente indirizzati a questo aspetto della Comunicazione sono pochi. C'è molto teatro, moltissima consapevolezza corporea, tanto coaching.
I corsi dedicati specificamente al linguaggio non verbale -- intendo dire, solo a questo campo -- sono rari.
※
Un po è pensare al SILENZIO NON VERBALE.
Sarò stato mezz'ora ad "assaporare" questa espressione.
Apparentemente una contraddizione, al limite un gioco di parole, invece mi fa rifletter...
※
Come avete imparato il linguaggio non verbale?
Come lo avete migliorato?
Quanta importanza ha nelle vostre riflessioni sulla nostra condizione?
Come studiarlo ed esercitarsi?
※
Penso alle mie braccia e alle mie mani.
Sempre ferme.
Ieri, per varie ragioni, osservavo come, nel mondo NT, è fondamentale muovere le braccia, le mani, pensavo a come siano fondamentali i gesti...
Sarò rimasto, credo un quarto d'ora, incantato dai gesti di Alberto Angela. Dal modo che ha di gesticolare.
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In molti paesi, penso alla penisola scandinava, si gesticola molto poco.
In Italia, tantissimo
Riflettevo su come sia diverso, così, essere Asperger in Italia e in quelle regioni.
Da noi, è più, come dire, e v i d e n t e essere Asperger?
Nei paesi "latini" essere autistici è, un poco, un marchio di fabbrica?
È li. Lo vedi. È palese.
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Penso questo: per un Asperger è importante imparare ad accompagnare la comunicazione con i gesti.
Ho fatto una rapida ricerca tra le offerte dei principali studi e associazioni in Italia.
I corsi specificamente indirizzati a questo aspetto della Comunicazione sono pochi. C'è molto teatro, moltissima consapevolezza corporea, tanto coaching.
I corsi dedicati specificamente al linguaggio non verbale -- intendo dire, solo a questo campo -- sono rari.
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Un po è pensare al SILENZIO NON VERBALE.
Sarò stato mezz'ora ad "assaporare" questa espressione.
Apparentemente una contraddizione, al limite un gioco di parole, invece mi fa rifletter...
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Come avete imparato il linguaggio non verbale?
Come lo avete migliorato?
Quanta importanza ha nelle vostre riflessioni sulla nostra condizione?
Come studiarlo ed esercitarsi?
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Penso alle mie braccia e alle mie mani.
Sempre ferme.
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Commenti
Però ti consiglio di leggere un libriccino che ho comprato diversi anni fa (ai tempi della Lira), prima di sapere che l'autrice fosse AS diagnosticata, "Segnali del corpo". Se vieni al raduno del 17 feb, Paolo, te lo porto!
credo che non riuscirei a parlare
(inciderà la mia provenienza geografica...:)
Di certo se mi trovo in pubblico il più delle volte sto bloccata...può darsi che lo faccia per rimanere sulla superficie di una emozione...
Anche la mia espressione in viso rimane ferma se non penso consciamente a sorridere ad esempio ( quando va fatto...:)
(mi sono studiata fin da ragazzina allo specchio per controllare i muscoli facciali,
sorridevo troppo o per niente...)
È davvero interessante per me...
Ah, tamburello quasi continuamente con le dita e di solito seguo uno schema musicale (mignolo/do, medio/mi, pollice/sol, anulare/re, indice/fa...e viceversa
(Scusate se forse è OT...)
Ora non saprei com'è la situazione. Probabilmente a volte gesticolo poco, altre volte troppo. Alcune volte il gesto è tuttora poco attinente al messaggio non verbale che vorrei trasmettere. Mi rendo conto che quando parlo con me stesso, inconsciamente, a volte inizio a muovere, visibilmente, le braccia. Credo ciò rientri sempre nel meccanismo di "reazione" inconscia alla mia precedente tendenza all'immobilità.
Non saprei se al di là del teatro e delle discipline collegate alla recitazione, ci siano corsi per esercitare questa abilità...
(Era, in effetti, una discussione che avrei voluto aprire io stesso da tempo, ma aprire discussioni è una cosa per me estremamente difficile - ringrazio quindi indirettamente Pavely per averlo fatto).
(ad esempio l'esultare per felicità)
Perché io lo esprimo in maniera diversa,
a volte opposta,
ma non saprei/vorrei imparare ad usare per forza un modo non mio
che reputo né migliore né peggiore...
Sarei completamente innaturale...
Chiedo scusa @Pavely se non ho capito il senso della domanda...:)
quello che non vedono immediatamente è che la finalità è comunicativa e non - o non solo - espressiva, come di solito è usata da loro la comunicazione non verbale.
infatti, io vedo che la maggior parte delle persone gesticola o usa il volto per dare enfasi al loro parlare.
gli eccessi sono quei conferenzieri che usano gesticolare in modo assertivo.
quindi per rispondere alle domande:
- il non verbale espressivo l'ho imparato da adulto osservando gli altri dopo l'ennesima "accusa" di inespressività
- l'ho migliorato abbassandone l'intensità d'uso (pochi gesti necessari, soprattutto indicativi e affemativi)
- il non verbale comunicativo è il solo che mi ha suscitato riflessioni proprio per la possibilità di mettermi in comunicazione con persone che hanno disabilità connesse (non udenti ecc.)
- studiarlo attraverso l'osservazione. ad esempio assistere a dialoghi terzi, anche tra estranei, osservare dialoghi in TV a volume spento e cercando di interpretarli
Come avete imparato il linguaggio non verbale?
Motivazione
Mi piaceva un uomo, ma non volevo approcciarmi in modo diretto (in precedenza partivo solo da me stessa, ed un po' alla Fonzie, iniziavo subito con un Hey! Mi piaci, accettando serenamente un sì o no), perché ti tenevo tantissimo. Quindi memorizzavo tutta la sua gestualità ed a fine giornata passavo in rassegna con ricerche certosine, il relativo significato.
Ci sono voluti circa 7 mesi.
Come lo avete migliorato?
Libri
I segreti del linguaggio del corpo - Marco Pacori
Ed altri due libri, che nel caos del mio armadio non mi ritrovo.
Osservazione continua e verifica.
Quanta importanza ha nelle vostre riflessioni sulla nostra condizione?
Eh.... pavely, qui si apre una ferita, perché....
Perché registro il non verbale, in realtà l'ho sempre percepito bene, forse anche troppo, ma ci sono verità che non è politicamente corretto rivelare, le persone sono piene di contraddizioni (questo è la trattativa la mediazione) il non verbale spesso è idiosincratico con verbale, ma bisogna far finta di non accorgersene. Quindi io in quesri casi come agivo?
Si apre la nota dolente
Il mio presupposto è che gli animali sono più semplici dell'uomo, gli animali sono tutto non verbale (o meglio in prevalenza), l'uomo animale razionale ha un linguaggio verbale sofisticato, quindi io S. in caso di contraddizione do prevalenza al linguaggio verbale.
Cosa scopro circa 3 mesi fa?
Errore!!!!!
Praticamente tutta la mia modalità comunicativa è stata per tutti questi anni diversa. Shock!
Ci sono rimasta male, delusa, sfiduciata, confusa, rassegnata.
Come studiarlo ed esercitarsi?
Quindi, preso atto che per quanto tutto ciò mi sembri assurdo (e bada continuerò a ritenerlo primitivo intimamente) immagino me stessa, hai presente il 'Mondo nuovo' di Huxley nella Riserva dei selvaggi, che per comunicare impara questo linguaggio.
Ora, le persone utilizzano in modo spontaneo questa modalità, ricordiamoci che questo è un linguaggio contestualizzato, e può capitare che essi stessi ne siano inconsapevoli, quindi bisogna osservare, decodificare, ma fingere di non accorgersene. Perché? Questo mi viene dall'esperienza, le persone non amano sentirsi svelate, analizzate troppo e nel profondo. Bisogna sempre tenere a mente che non sono univoche, che hanno quel tanto di contraddizione che permette la trattativa (credo sia insito in loro, potrei chiamarlo margine di socialità).
Ora, esercitarsi con dei corsi, ma sopratutto con la pratica, iniziando con interazioni semplici e brevi.
Esci, e salutando inizi ad usare brevi cenni, accompagni le parole (sempre semplici, con piccoli gesti come un direttore d'orchestea che stabilisce il ritmo dei suoi musicisti).
Secondo aspetto, modulare il non verbale con l'altro.
Questo forse è tra tutti il più importante.
Non riesco, però, a comprenderne il significato.
Osservare l'altro ed ritmare il non verbale con la stessa frequenza, copiandone la gestualità e la mimica facciale quando espone un concetto che l'interlocutore ritiene positivo.
In teoria l'interlocutore dovrebbe essere indotto a pensare che siamo in sintonia con lui.
Tipo uno specchio.
Se lui sorride sorridere, se appare rattristato (anche se non ce ne importa meno di nulla) corrucciare l'espressione del viso, se gesticola molto, gesticolare (di solito immagino degli oggetti per simulare), se l'altro gesticola poco ovviamente, limitarsi.
Una critica che spesso mi è stata indirizzata è di essere enigmatica, di non far trasparire interesse, quindi nella mia modalità cominicativa la ritengo importante per me.
Infatti, secondo me, oltre al deficit imitativo può esserci pure meno flessibilità fisica.
Questo scenario prevede, cioè, il raggiungimento di una condizione in cui le due "orchestre" si "fondano" fino a creare un unico "ensemble" [dal francese "insieme"].
In questo ensemble sono presenti due diversi direttori: un direttore "esperto" (Maestro), dotato di una buona abilità nell'esprimersi mediante il linguaggio non verbale, e un direttore "inesperto" (Apprendista), il quale cerca di imparare dal Maestro seguendo i suoi movimenti come uno "specchio" [come hai descritto nel tuo ultimo post] allo scopo di creare una "sintonia" [o dovrei forse scrivere, in questo caso, "sinfonia"?].
Allo stesso tempo, però, il Direttore Apprendista deve [come hai scritto nel post precedente] "stabilire il ritmo dei propri musicisti".
Quello che io, a questo punto, mi chiedo - ed è qualcosa che mi appare come una "contraddizione" tra i due aspetti che hai illustrato - è: come può questo Apprendista stabilire il ritmo dei propri musicisti se si sta, di fatto, limitando a seguire i movimenti del Maestro?
In altre parole: quello che tu suggerisci mi sembra, nella sostanza, un metodo basato quasi interamente sull'imitazione. La mia domanda è: questo [ossia, semplificando estremamente: imitare chi si ha di fronte] è l'unico modo per "imparare" [o darne anche solo l'impressione] a comunicare in modo "non verbale" per chi non è stato in grado di apprenderlo in modo "naturale"?
O ritieni invece che l'Apprendista, dopo molto esercizio nello studiare diversi Maestri, possa riuscire a sviluppare un suo "stile personale", adattabile all'occorrenza, uscendo così dal suo ruolo di apprendista per diventare un Direttore "a tutti gli effetti"?
Non a caso ho scritto "diversi Maestri": imitando un'unica persona, io credo, è impossibile raggiungere un grado di "indipendenza" sufficiente per uscire dalla "fase imitativa". Questo penalizza chi di interazioni ne ha poche e, soprattutto, con poche persone.
Mi domando allora se ci siano altri mezzi a disposizione di questa categoria di persone (gli Apprendisti senza Maestri).
Qualcuno, ad esempio, ha parlato di libri. È possibile che sia proprio un libro ad assumere il ruolo di "Maestro"? Se sì, in che modo (come si fa, cioè, nella pratica, ad apprendere dai libri questi aspetti)? È una cosa che, forse perché non ci ho mai provato personalmente, mi risulta davvero difficile da immaginare [intendo apprendere effettivamente, e quindi mettere in pratica, determinati comportamenti tramite la semplice lettura di un libro].
Oppure, ancora, interviene forse qui la fase di "osservazione silenziosa" di cui hai parlato nel tuo primo post? Imparare, cioè, a "sentire la musica" osservando i movimenti di Maestri Inconsapevoli (sconosciuti che dialogano tra loro, personaggi alla televisione etc. - come ha scritto anche riot).
In questo caso, forse, i libri potrebbero servire per imparare a "leggere gli spartiti" di queste "conversazioni non-verbali", suonandone la musica nella propria mente. Anche qui, però, manca il passaggio dalla fase di "osservazione" a quella di "produzione" (che, a mio parere, non è affatto immediato né scontato).
Inoltre, anche nel caso dei Maestri Inconsapevoli - da osservare, magari, come sostieni, "fingendo di non accorgersene" - si tratta ancora una volta di "imitare gli altri".
E a me sembra sempre che manchi "qualcosa".
Non per niente nasce la discussione....)
Si prova, ci si specializza, ma alcuni gesti ed espressioni sono fatti consapevolmente, pensandoci,
(e pensandoci si perde un tempo piccolo
ma ci si sente già sfasati)
Almeno è la mia impressione... @iie
Vi ascolto.
Ammiro anche la preparazione per la danza classica (balletto).
In entrambi i casi, si hanno ottime basi per capire l'espressività corporea.
Non a caso nel ns percorso Alieni terrestri, abbiamo avuto l'incontro con un attore di teatro, il suo contributo come professionista e soprattutto i suoi racconti di vita come uomo mi sono stati fondamentali per capire quanto fosse importante acquisire questa modalità comunicativa.
I libri hanno un limite, non puoi fargli domande, ed alcuni aspetti della comunicazione si capiscono bene con degli esempi concreti.
Per i bambini/adolescenti, cuorementelab ha predisposto corsi di teatro, quindi posso risponderti che certamente aiutano molto.
P.s.
@iie per rispondere a te, devo aspettare che il cellulare sia carico.
Intanto provo a capire cosa "manca".
Manca la spontaneità.
È faticoso e stancante, ci si sente depersonalizzati, frammentati in tutte le persone con cui interagisce.
Si sente dopo forte più che mai, il desiderio di stare soli.
Ma bisogna sforzarsi, perché le persone comunicano prevalentemente così.
In questo modo si riescono (forse) a creare feedback positivi.
Agganciare la loro attenzione quando sono presi in sé stessi.
Le persone hanno bisogno di sorrisi, di gesti che accompagnano i loro gesti, necessitano di sentire che li comprendi anche senza bisogno che essi parlino.
Le parole per loro sono brutali, essi le associano al discutere, come se discutere non significasse anche dialogo.