Paura di "approfondire" i rapporti

...ovvero, non riuscire ad andare oltre il rapporto "formale", capita anche a voi?
Per quanto riguarda me a volte penso di avere "amicizie"(o meglio, "conoscenze") piuttosto superficiali perchè temo sempre che, se ci sta qualcosa che non coincide con le mie idee e i miei pensieri su certi argomenti, di perdere le "amicizie" e quindi di rimanere solo (e quindi più esposto e indifeso nella società).
In poche parole, mi sento come il protagonista del film "Il conformista" di Bertolucci (se lo avete visto sapete di cosa parlo).
Accedi oppure Registrati per commentare.
Commenti
Voglio dire, da un lato non mi viene naturale cercare il contatto con l'altra persona a un livello profondo, raccontando cose mie o chiedendone all'altro. Dall'altro lato, ho paura di fare un'invasione, di risultare inopportuno. Quelle poche volte che ho cercato di andare più a fondo, d'altra parte, ho sempre avuto difficoltà nell'individuare le modalità giuste per farlo.
Quindi, di mia iniziativa, di solito resto in superficie, nei rapporti. Ma non è superficialità o freddezza, ma proprio difficoltà a trovare i modi giusti...
sfondi un portone aperto..
non ho difficoltà a parlare con le persone e instaurare conoscenze superficiali, ma non riesco proprio a costruire legami profondi.
a parte 2 amiche che conosco dall'infanzia e che non si formalizzano più sui miei comportamenti e i miei luuunghi silenzi!
credo di non riuscire ad entrare in sintonia con gli altri, in parte perché non mi espongo mai più di tanto, raccontando cose mie troppo personali o mostrando emozioni o sentimenti..( tranne qui.. ma dopo ogni post il livello di ansia sale!)
in passato mi è capitato di farlo un paio di volte con risultati disastrosi.. nel senso che quello che ho raccontato poi è stato usato dall'altra persona per ferirmi e prendermi in giro..e come conseguenza ho alzato uno scudo ( anche inconscio a volte)..se posso, non mostro mai il fianco o le mie fragilità..
e dall'altra parte tendo a non chiedere più di tanto o, forse, a mettere l'altro in condizione di raccontarmi.. ho paura di risultare invadente e di non sapere nemmeno gestire bene la situazione.
esempio.. consolare qualcuno per me potrebbe essere un problema.. potrei non sapere bene cosa dire o cosa fare!
ma non è che me ne freghi del prossimo..anzi..
Tra gli altri e me: parlano tra loro e sono "naturali"; si rivolgono a me ed è come se cercassero le parole prima di pronunciarle.
Ho una mia teoria: non si può prescindere dalla fisicità. Il mio pensiero è rivolto soprattutto all'amicizia maschile, tra pari.
L'amico se si sente appagato dalla presenza dell'altro, allora si supera il livello di conoscenza superficiale.
Che cosa generi questo appagamento non lo so spiegare. Il risultato è l'appagamento.
Ipotizzo che l'empatia abbia un ruolo fondamentale. Ci viola una vicinanza: tu devi poterti riconoscere nell'altro e viceversa.
---
È la stessa cosa che succede a me ma come un po' tutti mi sembra di capire però a questo punto mi sorge una domanda rivolgo a tutti compreso me ma forse perché siamo molto rintanati e non ci dedichiamo veramente a delle cose che ci piacciono perché cercando di ragionarci su probabilmente se noi ci spingessimo verso magari dei corsi a cui siamo interessati quindi in modo distaccato ci avvicinassimo alle persone che evidentemente frequentando gli stessi corsi ad esempio possono avere qualcosa in comune con noi, e continuando a frequentare quel posto potrebbero forse nascere qualche interesse un pochino più profondo con qualcuno di questi, siccome c'è anche da considerare che è ovvio che se vai in un luogo una volta a settimana non è che puoi instaurare chissà quale rapporto e neanche farti venire delle curiosità o interesse verso qualcuno invece probabilmente adottando questa tecnica di frequentare dei posti un pochino più in modo mirato probabilmente le carte verrebbero girate, anche perché parliamoci chiaro e risaputo che meno si comunica e meno si cerca di interagire con l'altro e più si avrà fatica a fare questa azione quindi è una cosa che va allenata di proposito