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Paura di "approfondire" i rapporti

...ovvero, non riuscire ad andare oltre il rapporto "formale", capita anche a voi?

Per quanto riguarda me a volte penso di avere "amicizie"(o meglio, "conoscenze") piuttosto superficiali perchè temo sempre che, se ci sta qualcosa che non coincide con le mie idee e i miei pensieri su certi argomenti, di perdere le "amicizie" e quindi di rimanere solo (e quindi più esposto e indifeso nella società).

In poche parole, mi sento come il protagonista del film "Il conformista" di Bertolucci (se lo avete visto sapete di cosa parlo).
woodstockSniper_OpsSunflowernebelRonny

Commenti

  • Sì, sto nella stessa condizione.
    Ho solo conoscenti, ma amici veri e propri no, mai avuti, nonostante mi sforzassi di averli.
    Più che altro mi sta capitando nell'ambito affettivo-sentimentale, del tipo se una ragazza mi piace non le vado appresso, anche se noto qualche messaggio, e quindi non approfondisco nemmeno l'amicizia(altrimenti "BOOM, Friendzoned") , rispondo se vengo interpellato, nulla di più.

    Sniper_Ops
  • Marco75Marco75 Post: 2,111
    Non tento di approfondire, normalmente, ma lascio che eventualmente siano gli altri a farlo. Mi rendo conto che è una modalità che può sembrare menefreghista, ma è sempre stata la mia.
    Voglio dire, da un lato non mi viene naturale cercare il contatto con l'altra persona a un livello profondo, raccontando cose mie o chiedendone all'altro. Dall'altro lato, ho paura di fare un'invasione, di risultare inopportuno. Quelle poche volte che ho cercato di andare più a fondo, d'altra parte, ho sempre avuto difficoltà nell'individuare le modalità giuste per farlo.
    Quindi, di mia iniziativa, di solito resto in superficie, nei rapporti. Ma non è superficialità o freddezza, ma proprio difficoltà a trovare i modi giusti...
    Sniper_OpsSneakyGio
    "There are those that break and bend. I'm the other kind"

    Cinema, teatro, visioni
  •  sfondi un portone aperto..

    non ho difficoltà a parlare con le persone e instaurare conoscenze superficiali, ma non riesco proprio a costruire legami profondi.

    a parte 2 amiche che conosco dall'infanzia e che non si formalizzano più sui miei comportamenti e i miei luuunghi silenzi!

    credo di non riuscire ad entrare in sintonia con gli altri, in parte perché non mi espongo mai più di tanto, raccontando cose mie troppo personali o mostrando emozioni o sentimenti..( tranne qui.. ma  dopo ogni post il livello di ansia sale!)

    in passato mi è capitato di farlo un paio di volte con risultati disastrosi.. nel senso che quello che ho raccontato poi è stato usato dall'altra persona per ferirmi e prendermi in giro..e come conseguenza ho alzato uno scudo ( anche inconscio a volte)..se posso, non mostro mai il fianco o le mie fragilità..

    e dall'altra parte tendo a non chiedere più di tanto o, forse, a mettere l'altro in condizione di raccontarmi.. ho paura di risultare invadente e di non sapere nemmeno gestire bene la situazione.

    esempio.. consolare qualcuno per me potrebbe essere un problema.. potrei non sapere bene cosa dire o cosa fare!

    ma non è che me ne freghi del prossimo..anzi..




    Johnnygang80MononokeHimemammarosanna
  • MinolloMinollo Post: 705
    Rispolvero questo topic, perchè oltre il "timore" di approfondire i rapporti mi è venuto anche il "timore" di non esserne capace :(
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    modificato giugno 2020
    Noto alcuni aspetti ricorrenti nelle amicizie. Anche gruppi diversi hanno comportamenti e linguaggi simili: il modo di muovere le braccia, di rivolgersi l'un all'altro, il ritmo delle conversazioni ecc.

    Tra gli altri e me: parlano tra loro e sono "naturali"; si rivolgono a me ed è come se cercassero le parole prima di pronunciarle.

    Ho una mia teoria: non si può prescindere dalla fisicità. Il mio pensiero è rivolto soprattutto all'amicizia maschile, tra pari.
    L'amico se si sente appagato dalla presenza dell'altro, allora si supera il livello di conoscenza superficiale.
    Che cosa generi questo appagamento non lo so spiegare. Il risultato è l'appagamento.

    Ipotizzo che l'empatia abbia un ruolo fondamentale. Ci viola una vicinanza: tu devi poterti riconoscere nell'altro e viceversa.
    Antares
  • luli12367luli12367 Post: 833
    modificato ottobre 2022
    Minollo ha detto:
    ...ovvero, non riuscire ad andare oltre il rapporto "formale", capita anche a voi?

    Per quanto riguarda me a volte penso di avere "amicizie"(o meglio, "conoscenze") piuttosto superficiali perchè temo sempre che, se ci sta qualcosa che non coincide con le mie idee e i miei pensieri su certi argomenti, di perdere le "amicizie" e quindi di rimanere solo (e quindi più esposto e indifeso nella società).

    In poche parole, mi sento come il protagonista del film "Il conformista" di Bertolucci (se lo avete visto sapete di cosa parlo).
    Sia anch'io mantengo i rapporti in modo formale ma più che altro è come se ad un certo punto sono io che non voglio approfondire cioè nel senso ottengo quello che voglio da quella persona si instaura quel rapporto funzionale per una determinata attività o cosa da fare e finisce lì non è più interesse da parte mia approfondire A meno che certo non mi arriva il colpo di fulmine o se non sono particolarmente interessata a qualcuno che però onestamente ancora non è successo a parte qualche caso in adolescenza che attribuisco al periodo adolescenziale solito che hanno tutti.

    ---
    Marco75 ha detto:
    Non tento di approfondire, normalmente, ma lascio che eventualmente siano gli altri a farlo. Mi rendo conto che è una modalità che può sembrare menefreghista, ma è sempre stata la mia. Voglio dire, da un lato non mi viene naturale cercare il contatto con l'altra persona a un livello profondo, raccontando cose mie o chiedendone all'altro. Dall'altro lato, ho paura di fare un'invasione, di risultare inopportuno. Quelle poche volte che ho cercato di andare più a fondo, d'altra parte, ho sempre avuto difficoltà nell'individuare le modalità giuste per farlo. Quindi, di mia iniziativa, di solito resto in superficie, nei rapporti. Ma non è superficialità o freddezza, ma proprio difficoltà a trovare i modi giusti...
    È la stessa cosa che succede a me ma come un po' tutti mi sembra di capire però a questo punto mi sorge una domanda rivolgo a tutti compreso me ma forse perché siamo molto rintanati e non ci dedichiamo veramente a delle cose che ci piacciono perché cercando di ragionarci su probabilmente se noi ci spingessimo verso magari dei corsi a cui siamo interessati quindi in modo distaccato ci avvicinassimo alle persone che evidentemente frequentando gli stessi corsi ad esempio possono avere qualcosa in comune con noi, e continuando a frequentare quel posto potrebbero forse nascere qualche interesse un pochino più profondo con qualcuno di questi, siccome c'è anche da considerare che è ovvio che se vai in un luogo una volta a settimana non è che puoi instaurare chissà quale rapporto e neanche farti venire delle curiosità o interesse verso qualcuno invece probabilmente adottando questa tecnica di frequentare dei posti un pochino più in modo mirato probabilmente le carte verrebbero girate, anche perché parliamoci chiaro e risaputo che meno si comunica e meno si cerca di interagire con l'altro e più si avrà fatica a fare questa azione quindi è una cosa che va allenata di proposito 
    Post edited by Sniper_Ops on
    Il mio canale su YouTube: canale YouTube Asperger 
  • fattore_a ha detto:
    Noto alcuni aspetti ricorrenti nelle amicizie. Anche gruppi diversi hanno comportamenti e linguaggi simili: il modo di muovere le braccia, di rivolgersi l'un all'altro, il ritmo delle conversazioni ecc. Tra gli altri e me: parlano tra loro e sono "naturali"; si rivolgono a me ed è come se cercassero le parole prima di pronunciarle. Ho una mia teoria: non si può prescindere dalla fisicità. Il mio pensiero è rivolto soprattutto all'amicizia maschile, tra pari. L'amico se si sente appagato dalla presenza dell'altro, allora si supera il livello di conoscenza superficiale. Che cosa generi questo appagamento non lo so spiegare. Il risultato è l'appagamento. Ipotizzo che l'empatia abbia un ruolo fondamentale. Ci viola una vicinanza: tu devi poterti riconoscere nell'altro e viceversa.
    "Tra gli altri e me: parlano tra loro e sono "naturali"; si rivolgono a me ed è come se cercassero le parole prima di pronunciarle."

    Vale anche per me nel 90% circa dei contesti di gruppo, più o meno amicali, nei quali mi sono trovato. Chiaro, dalla statistica escludo i gruppi di persone messe lì "per caso", senza conoscenza pregressa, in quanto in tal caso bisogna pesare le parole anche tra NT non perchè si percepisce eccentricità negli altri, quanto piuttosto perchè non si sa se ci si può fidare della buona disposizione degli altri e della loro effettiva voglia/disponibilità a relazionarsi con "te" (tu impersonale, neurotipico).


  • Minollo ha detto:
    ...ovvero, non riuscire ad andare oltre il rapporto "formale", capita anche a voi?

    Per quanto riguarda me a volte penso di avere "amicizie"(o meglio, "conoscenze") piuttosto superficiali perchè temo sempre che, se ci sta qualcosa che non coincide con le mie idee e i miei pensieri su certi argomenti, di perdere le "amicizie" e quindi di rimanere solo (e quindi più esposto e indifeso nella società).

    In poche parole, mi sento come il protagonista del film "Il conformista" di Bertolucci (se lo avete visto sapete di cosa parlo).
    Io più che paura Ho proprio poca voglia non so spiegarti è come se dopo che ho ottenuto quello che volevo da quella persona ovvero è passato quel momento in cui il nostro incontro è arrivato al termine per un motivo o per l'altro sento che le nostre strade si devono dividere e quindi dopo un po' si innesca una noia mortale che poi mi porta ad allontanare la persona , questo per quanto riguarda i rapporti stretti per quanto riguarda invece i rapporti che sono ricercati da me per  magari delle questioni diverse a cui tengo particolarmente come potrebbe essere ad esempio il rapporto con voi qui sul sito Asperger perché è proprio una cosa che mi interessa e che voglio approfondire nel tempo questo fenomeno non si presenta però è ovvio che è un rapporto diverso da avere una persona sempre a fianco con cui parlare tutti i giorni
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