..giornata della consapevolezza

Oggi è la giornata della consapevolezza... si come molti già la conoscevo, ma oggi è importante perché è la mia prima volta, da quando è stato diagnosticato al mio bimbo. La prima volta che vedo e rivedo luci blu ovunque, video sensazionali, lavoretti o grandi conferenze... e mi fa male.
Abbiamo da poco intrapreso il percorso con il metodo Denver, ma troppo poco tempo per assimilarlo bene mi sento sempre sopraffare ed inadeguata, troppo responsabile della riuscita..
E poi c’è questa nuova piaga del corona virus che ci isola e blocca a casa. Sono settimane che faccio giochi e lavoretti (e che con buoni propositi ho anche postato)... neanche in 10 anni di terapia li avrebbe mai fatti tutti. Ed ora lui è saturo , come tutti del resto ma come dargli torto?
Avremmo dovuto fare poi in questi giorni il day hospital per i vari test ecc, ma inevitabilmente li hanno annullati. Non nego che aspettavo questo ricovero, non tanto per avere definitivamente la temuta etichetta, ma ci sarebbe servito sopratutto per affrontarlo anche con il mondo esterno, che per forza di cose ancora non sa.
Mi sembra che non ci siano progressi, anzi sono ritornate stereotipie e reazioni eccessive ai momenti di frustrazione.
Sono stanca, spaventata e arrabbiata. Provo invidia, pena, tristezza, frustrazione e quella che tollero meno, insicurezza. Sono tutti sentimenti ed emozioni che in realtà non mi appartengono ma con cui ora sto facendo i conti (e tra l’altro direi non riuscendoci).
Scusate per lo sfogo, ma so che qui potrei essere capita e non giudicata...
“Dopotutto Domani è un altro giorno” - diceva Rossella- ed anche io aspetto impaziente il domani per continuare la nostra vita nella solita e piena consapevolezza ma con la speranza di abbandonare almeno la pesantezza di questa giornata.
Abbiamo da poco intrapreso il percorso con il metodo Denver, ma troppo poco tempo per assimilarlo bene mi sento sempre sopraffare ed inadeguata, troppo responsabile della riuscita..
E poi c’è questa nuova piaga del corona virus che ci isola e blocca a casa. Sono settimane che faccio giochi e lavoretti (e che con buoni propositi ho anche postato)... neanche in 10 anni di terapia li avrebbe mai fatti tutti. Ed ora lui è saturo , come tutti del resto ma come dargli torto?
Avremmo dovuto fare poi in questi giorni il day hospital per i vari test ecc, ma inevitabilmente li hanno annullati. Non nego che aspettavo questo ricovero, non tanto per avere definitivamente la temuta etichetta, ma ci sarebbe servito sopratutto per affrontarlo anche con il mondo esterno, che per forza di cose ancora non sa.
Mi sembra che non ci siano progressi, anzi sono ritornate stereotipie e reazioni eccessive ai momenti di frustrazione.
Sono stanca, spaventata e arrabbiata. Provo invidia, pena, tristezza, frustrazione e quella che tollero meno, insicurezza. Sono tutti sentimenti ed emozioni che in realtà non mi appartengono ma con cui ora sto facendo i conti (e tra l’altro direi non riuscendoci).
Scusate per lo sfogo, ma so che qui potrei essere capita e non giudicata...
“Dopotutto Domani è un altro giorno” - diceva Rossella- ed anche io aspetto impaziente il domani per continuare la nostra vita nella solita e piena consapevolezza ma con la speranza di abbandonare almeno la pesantezza di questa giornata.
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Commenti
Anche noi regressione , voglia zero di sederci e lavorare sul tavolino . Il disegno e la pittura che amava negli ultimi mesi lo sdegna , i tempi di attenzione si sono ridotti e un po di ipersensibilita tattile a cause della sregoletezza emotiva .
Provo a fare la terapista ma 9 volte su 10 i giochi proposti non vanno a buon fine ...e poi getto la spugna anch io e lascio fare ..oggi nemmeno io mi sento cosi forte e combattente ...speriamo meglio nei giorni futuri
La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò. - Frank Herbert, libro Dune
Noi siamo passati da questa fase perché ormai è un anno e mezzo che abbiamo iniziato il percorso e l'etichetta mi è servita solo per capire che non ero io sbagliata,non eravamo noi che la viziavamo,non avevo sbagliato a non mandarla al nido ecc tutte osservazioni e giudizi che ci buttavano addosso.
Concordo che quello che forse ho capito è che sempre il gioco deve partire da un loro interesse,faccio un esempio:mia figlia adora il simbolico ed ha sempre odiato le costruzioni pur sapendole fare.Per farle fare qualcosa di più cognitivo ho pensato di far finta che lei era Peppa pig (peronaggio amato),io la Maestra e dopo varie attività divertenti Peppa va a scuola e fa puzzle e costruzioni con la Maestra.
Oppure ho notato/imparato dalla terapeuta che le faccio scegliere tra 2 giochi (questo limita la scelta)e se le propongo due puzzle lei ne sceglie uno tra i 2 pur non volendo fare puzzle e lo fa(chissà un meccanismo mentale?)
Detto questo anche qui le crisi sono aumentate,ha ripreso a mettere in bocca gli oggetti ed è gelosa marcia del fratello che poverino è sempre trascurato.
Da un lato prima del secondo figlio avevo più tempo per fare attività con lei,dall' altro questo bambino meraviglioso e super paziente ci aiuta a cambiare scenario e a non pensare solo all' autismo e a fare la terapeuta di mia figlia!
Altra cosa:abbiamo fatto la prima seduta di Denver via Skype ed è andata bene...io ovviamente in stanza con lei seguita dalla terapeuta via webcam.
Tornando alla giornata dell' autismo,quando chiedo alla piccola "cos'è l'autismo?"indica se stessa e poi nomina il pane e nutella che le hanno offerto un giorno alla corsa per l'autismo a Villa Ada
@bigjoe Anche noi cerchiamo di partire dai suoi giochi ovviamente, ma è sempre più difficile perché vuole sempre meno condividere... Ha poco più di 2 anni e non è verbale, quindi qualsiasi azione da fare, scelta di gioco, inserimento o richiesta è davvero dura da capire o raggiungere.
Non fa gioco simbolico ed è su quello anche che stiamo lavorando.
Ma come dice @adi ora rifiuta anche ciò che prima faceva più volentieri.
Non lo forzo a fare nulla (altrimenti si verificherebbero troppi episodi di crisi); l’assenza di asilo o altre persone con cui potenzialmente poteva interagire, si fa sentire... solo noi genitori a volte non bastiamo per aumentare la socialità e condivisione e mi sembra si stia chiudendo..
@saskia sono curiosa, come si è svolta la seduta? Ti/Le diceva cosa fare? Oppure assisteva solo voi che facevate cose? Grazie
Ci siamo chiuse in stanza ed io ho giocato con mia figlia, facendole scegliere cosa fare e la terapeuta mi diceva se "sbagliavo" qualcosa e mi dava indicazioni, poi lei ci ha proposto un percorso di psicomotricità e lo abbiamo fatto.
Per farle fare, verso la fine, un lavoro più noioso sul cognitivo le abbiamo promesso un gioco che le piace molto: Inizialmente capricci e urla, poi vedendo la nostra fermezza ha ceduto.
Diciamo è andata bene, ma va considerato che vedeva dopo un mese la terapeuta e questi giochi, non credo che lo si potrà fare a lungo.
Inoltre richiede molto impegno ed ho dovuto lasciare il bambino a mio marito che è in smart working e ha dovuto chiedere un permesso speciale...
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Le psicologhe che ci seguono sono bravissime e superpreparate sull'autismo, ma sono molto giovani e non si rendono conto delle difficoltà nel gestire 2 bambini piccoli e tutte le faccende di casa.
Se mio marito non lavorasse non potremmo nemmeno pagarle, e sono soldoni tutti i mesi!
Sempre a dire "Facciamo un colloqui", oppure "Perché non viene suo marito?", ma purtroppo il mondo reale è che non possiamo occuparci solo di autismo.
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Mi dispiace sapere che non siano state spese parole sulla giornata dell'autismo, non ho avuto modo di seguire il telegiornale, ma non avrei mai detto.