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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Qual è la vostra esperienza con i colori non convenzionali per il vostro genere?

Mrs_DallowayMrs_Dalloway Post: 49
modificato agosto 2021 in La Piazza (discussioni generali)
Ciao!

Di recente, dopo una fase di solo nero, ho iniziato a preferire i colori chiari/ pastello, in particolare il viola e il rosa. Mi ero anche tinto di viola qualche mese fa, ma credo che la parrucchiera mi abbia fatto la tinta semi-permanente visto che dopo poche settimane i capelli sono tornati castani.

Comunque; in vista della ripresa della scuola, ho pensato di adeguare il mio materiale ai miei nuovi gusti. Per questo motivo, ho comprato quaderni dalle copertine pastello, evidenziatori chiari e una borraccia rosa, come l'astuccio nuovo (uno di quelli di gomma della pigna che vanno di moda). Eccetto l'astuccio, tutto il resto era necessario visto che le cose dell'anno scorso non sono più in condizione di svolgere il loro lavoro; ho usato tutti i quaderni che avevo (quelli intatti con la materia già scritta li ho conservati, naturalmente) e la borraccia si era rotta qualche mese fa.

Oggi è arrivato a casa il pacco Amazon con tutto quello che avevo ordinato; naturalmente non avevo parlato con i miei genitori dei colori di quanto acquistato, perché non mi sembrava importante. Non ho deciso di passare all'uso frequente del rosa, e in generale dei colori chiari, per attirare l'attenzione o per mettermi in mostra; è semplicemente perché mi piace. Comunque, appena ho aperto il pacco, mia madre ha immediatamente notato l'astuccio, ed è rimasta abbastanza perplessa. Dopodiché mi ha chiesto perché lo avessi preso rosa, e ha iniziato a preoccuparsi per me dicendo che i miei compagni di classe mi avrebbero preso in giro, e che anche lei avrebbe preferito che avessi scelto un altro colore. Personalmente non mi interessa di essere preso in giro, e in ogni caso sono certo che non accadrà (sono il secchione e mi tengono buono perché passo gli appunti e i compiti B) ), anche se mi aspetto delle domande.

So che quello che ho scritto potrebbe sembrare in contrasto con le mie misure di protezione dal contatto fisico altrui che avevo accennato in questa discussione, ma personalmente non mi provoca disagio, che la gente mi faccia domande o mi guardi in modo strano semplicemente per i miei gusti. Un po' di dispiacere sì, ma non sento la necessità di proteggermi da ciò.

Andando al punto della questione: qual è il vostro rapporto con i colori convenzionalmente non associati al vostro genere? E quello dei vostr* figl*/ fratelli/ sorelle?
Pronomi: he/ him
  1. Indosseresti un vestito di un colore non convenzionalmente associato al tuo genere?9 Voti
    1. Sì, non avrei problemi.
      55.56%
    2. Sarei indecis*, ma più verso il sì.
        0.00%
    3. Sarei indecis*, ma tendenzialmente verso il no.
      11.11%
    4. Non saprei.
        0.00%
    5. No, mi sentirei a disagio/ non vorrei.
        0.00%
    6. Altro motivo.
      11.11%
    7. Non credo che ci siano colori non convenzionalmente associati al mio genere.
      22.22%

Commenti

  • LupaLupa Post: 666
    Ho votato "Sì, non avrei problemi" ma non è una vera risposta perché quello dei colori credo sia un problema più vissuto dai maschi che dalle femmine. Tolte le tutine da neonato (ma quella è una scelta dei genitori) una bambina che sceglie di vestire d'azzurro non suscita perplessità o prese in giro come un bambino che sceglie il rosa.

  • Fran_RyougiFran_Ryougi Post: 3,958
    Ho votato l'ultima. Essendo agender, non ho problemi.
    How wonderful it is that nobody need wait a single moment before starting to improve the world. - Anne Frank

    La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò. - Frank Herbert, libro Dune
  • Lupa ha detto:
    Ho votato "Sì, non avrei problemi" ma non è una vera risposta perché quello dei colori credo sia un problema più vissuto dai maschi che dalle femmine. Tolte le tutine da neonato (ma quella è una scelta dei genitori) una bambina che sceglie di vestire d'azzurro non suscita perplessità o prese in giro come un bambino che sceglie il rosa.

    Grazie per aver votato! Comprendo il tuo punto di vista. Effettivamente, a me personalmente capita molto spesso di vedere ragazze vestite di qualunque colore e ragazzi invece che indossano prevalentemente colori scuri o comunque tutto tranne il rosa.

    Qui c'è un articolo interessante di approfondimento sul tema.

    Ricordo di aver sentito, forse su TikTok, che i genitori smisero di vestire i bambini di rosa dopo che il rosa fu associato agli omosessuali e, dunque, a coloro che venivano considerati effemminati (come scritto sull'Enciclopedia dell'Olocausto, dello United States Holocaust Memorial Museum, gli omosessuali che venivano inviati nei campi di concentramento indossavano un triangolino rosa). Non sono tuttavia per nulla certo dell'attendibilità di questa notizia (quella di TikTok).
    Pronomi: he/ him
  • ValentaValenta Post: 10,754
    Io mi identifico nel genere maschile e non trovo nessun problema nell' usare il rosa o il viola, al giorno d' oggi lo trovo molto comune.
    Anche se preferisco più colori come il blu, il verde e il giallo.
    Vale (egli\lui\gli)- feedback e reactions sempre graditi
  • Valenta ha detto:
    Io mi identifico nel genere maschile e non trovo nessun problema nell' usare il rosa o il viola, al giorno d' oggi lo trovo molto comune.
    Anche se preferisco più colori come il blu, il verde e il giallo.
    Ho capito, grazie per la condivisione del tuo punto di vista!

    Anche se preferisci altri colori, ti è mai capitato di andare oltre i vestiti, ad esempio portando con te accessori rosa o viola, come uno zaino o la cover del telefono? Se sì, qualcuno ti ha mai preso in giro? Se no, se lo facessi ti aspetteresti delle reazioni particolari da qualcuno?
    Pronomi: he/ him
  • Premetto che sono di genere non binario, quindi il mio punto di vista sulla questione potrebbe essere poco rilevante, in quanto non trovo affatto utili i concetti di base su cui si fonda la domanda. Penso infatti che ci siano qui vari presupposti impliciti che andrebbero invece discussi (e con questo non intendo che l'argomento non sia significativo, anzi lo è parecchio proprio perché la cultura in cui viviamo categorizza persone, gusti e comportamenti secondo tali dogmi).

    In primo luogo, la presunta necessità di concordanza tra identità di genere ed espressione del medesimo: anche se in questo caso specifico la preferenza per certi colori non sembra essere legata per @Mrs_Dalloway a una modalità espressiva della propria identità di genere ma semplicemente una questione di gradimento estetico, è indubbio che il "problema" di cui si parla qui sussiste perché la scelta cromatica viene di fatto interpretata con tale valenza dalle altre persone (mamma, presumibilmente compagn* di scuola, ecc.). Tuttavia, non è per niente scontato che una persona senta la necessità o il desiderio di presentarsi socialmente in un modo conforme agli standard culturali per la propria identità di genere. Se non ci fosse questo duplice assunto nella mentalità diffusa l'uso del rosa da parte di un ragazzo/uomo non sarebbe tout court giudicato inappropriato.
    In secondo luogo (procedendo a ritroso), andrebbe questionato il senso dell'associazione di determinati colori (o capi di abbigliamento, o interessi, o quant'altro) a un genere specifico. Si tratta di una mera convenzione o cela qualche simbolismo intrinseco? E in questo caso: quale? Da dove deriva? Perché? È utile? A cosa/chi serve?
    In terzo luogo, ancora più a monte, ci sarebbe la macro-questione della dicotomia binaria femminile/maschile come sistema descrittivo/prescrittivo dell'identità individuale.

    Premesso ciò (e mi scuso se ritenete che fin qui sia andatə OT, ma penso sia una introduzione indispensabile per dare un senso al mio contributo), il mio rapporto con i colori è basato prettamente sull'effetto che mi fanno e non mi pongo il problema della relazione istituita tra alcuni di essi e uno specifico genere binario. D'altra parte, se volessi codificare un messaggio relativo alla mia identità di genere in termini cromatici, dato che si tratta di un'opzione non prevista dalla normativa dovrei inventarmi qualcosa di originale (ricorrere a una combinazione di colori genderizzati con precise quote percentuali? Scegliere solo tinte considerate gender-neutral? Total black di default? Optare per contrasti decisi? Boh!!), che dunque ipso facto non risulterebbe comprensibile a* altr* e dunque non avrebbe comunque senso.
    Scelgo i colori (e i vestiti) da indossare prevalentemente in base all'umore, e per quanto riguarda gli accessori e gli oggetti che non si cambiano spesso di solito preferisco tinte vive ma non troppo chiassose, che mi trasmettono una sensazione di energia non esasperata. In generale i miei colori preferiti sono il viola profondo, il verde in quasi tutte le tonalità, il giallo caldo, e meno di frequente il grigio-argento, il rosso scuro e il blu. Non mi piacciono invece il rosa e il fucsia, il beige e il color crema, il celestino e tutti i toni acidi.
    Non ho votato il sondaggio perché non lo vedo.


  • camaleonte ha detto:
    Premetto che sono di genere non binario, quindi il mio punto di vista sulla questione potrebbe essere poco rilevante, in quanto non trovo affatto utili i concetti di base su cui si fonda la domanda. Penso infatti che ci siano qui vari presupposti impliciti che andrebbero invece discussi (e con questo non intendo che l'argomento non sia significativo, anzi lo è parecchio proprio perché la cultura in cui viviamo categorizza persone, gusti e comportamenti secondo tali dogmi).

    In primo luogo, la presunta necessità di concordanza tra identità di genere ed espressione del medesimo: anche se in questo caso specifico la preferenza per certi colori non sembra essere legata per @Mrs_Dalloway a una modalità espressiva della propria identità di genere ma semplicemente una questione di gradimento estetico, è indubbio che il "problema" di cui si parla qui sussiste perché la scelta cromatica viene di fatto interpretata con tale valenza dalle altre persone (mamma, presumibilmente compagn* di scuola, ecc.). Tuttavia, non è per niente scontato che una persona senta la necessità o il desiderio di presentarsi socialmente in un modo conforme agli standard culturali per la propria identità di genere. Se non ci fosse questo duplice assunto nella mentalità diffusa l'uso del rosa da parte di un ragazzo/uomo non sarebbe tout court giudicato inappropriato.
    In secondo luogo (procedendo a ritroso), andrebbe questionato il senso dell'associazione di determinati colori (o capi di abbigliamento, o interessi, o quant'altro) a un genere specifico. Si tratta di una mera convenzione o cela qualche simbolismo intrinseco? E in questo caso: quale? Da dove deriva? Perché? È utile? A cosa/chi serve?
    In terzo luogo, ancora più a monte, ci sarebbe la macro-questione della dicotomia binaria femminile/maschile come sistema descrittivo/prescrittivo dell'identità individuale.

    Premesso ciò (e mi scuso se ritenete che fin qui sia andatə OT, ma penso sia una introduzione indispensabile per dare un senso al mio contributo), il mio rapporto con i colori è basato prettamente sull'effetto che mi fanno e non mi pongo il problema della relazione istituita tra alcuni di essi e uno specifico genere binario. D'altra parte, se volessi codificare un messaggio relativo alla mia identità di genere in termini cromatici, dato che si tratta di un'opzione non prevista dalla normativa dovrei inventarmi qualcosa di originale (ricorrere a una combinazione di colori genderizzati con precise quote percentuali? Scegliere solo tinte considerate gender-neutral? Total black di default? Optare per contrasti decisi? Boh!!), che dunque ipso facto non risulterebbe comprensibile a* altr* e dunque non avrebbe comunque senso.
    Scelgo i colori (e i vestiti) da indossare prevalentemente in base all'umore, e per quanto riguarda gli accessori e gli oggetti che non si cambiano spesso di solito preferisco tinte vive ma non troppo chiassose, che mi trasmettono una sensazione di energia non esasperata. In generale i miei colori preferiti sono il viola profondo, il verde in quasi tutte le tonalità, il giallo caldo, e meno di frequente il grigio-argento, il rosso scuro e il blu. Non mi piacciono invece il rosa e il fucsia, il beige e il color crema, il celestino e tutti i toni acidi.
    Non ho votato il sondaggio perché non lo vedo.


    @camaleonte Grazie per il tuo contributo! Non trovo affatto poco rilevante il tuo punto di vista, ma lo ritengo invece molto interessante, come anche il paragrafetto d'introduzione che hai scritto.

    Sinceramente, nel mio pensiero non avevo considerato che effettivamente potrebbe esistere qualcuno che approfitta delle convenzioni sociali, come appunto quella dei colori, per esprimere il proprio genere e la propria identità; ero fisso più sulla mia situazione cioè, come scrivi anche tu, una questione di gusti personali malvisti dal mondo. Ti ringrazio per avermi fatto notare anche questo aspetto della questione!

    Mi spiace che tu non veda il sondaggio.
    Pronomi: he/ him
  • ValentaValenta Post: 10,754
    Mrs_Dalloway ha detto:
    Valenta ha detto:
    Io mi identifico nel genere maschile e non trovo nessun problema nell' usare il rosa o il viola, al giorno d' oggi lo trovo molto comune.
    Anche se preferisco più colori come il blu, il verde e il giallo.
    Ho capito, grazie per la condivisione del tuo punto di vista!

    Anche se preferisci altri colori, ti è mai capitato di andare oltre i vestiti, ad esempio portando con te accessori rosa o viola, come uno zaino o la cover del telefono? Se sì, qualcuno ti ha mai preso in giro? Se no, se lo facessi ti aspetteresti delle reazioni particolari da qualcuno?
    Non ne uso ma vedo spesso che tali accessori (ad esempio cover rosa o mascherina) vengono usati da ragazzi gay dichiarati, anche se non sempre.
    Vale (egli\lui\gli)- feedback e reactions sempre graditi
  • wolfgangwolfgang Post: 10,787
    modificato agosto 2021
    @Mrs_Dalloway mio figlio è da quando è piccolo che ha una predilezione per il rosa ed i colori sgargianti. Ogni tanto a dire il vero indossa anche gonne, etc. Per i vestiti evitiamo a scuola (lui d’accordo), ma sui colori non ci siamo mai fatti grossi problemi. Come dice lui: “tanto mi scambiano lo stesso per una femmina e questa storia dei colori è insensata”. Io Porto vestiti molto colorati (verde, giallo, azzurro, rosso, viola), non porto il rosa e solo raramente il viola perché non si addice al mio incarnato, a mio figlio stanno bene. Comunque, crescendo, il problema si porrà sempre di meno. Appena superi l’adolescenza, è pieno di uomini anche cis* che portano il rosa.
    PS. Il mio cellulare ha la cover oro rosa
    Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
  • wolfgangwolfgang Post: 10,787
    modificato agosto 2021
    @camaleonte la storia del rosa e dell’azzurro è abbastanza conosciuta, cerco di riassumerla.
    Fino all’800 in generale il rosa era associato al sangue e alla forza e quindi al genere maschile, mentre l’azzurro era associato alla tranquillità e quindi a qualità femminili, non a caso la Madonna era vestita di azzurro. Fino all’800 i maschi prima dei 6-7 anni erano vestiti “da femmina”, questo perché si addicevano meglio alle fattezze aggraziate dei bambini e soprattutto i vestiti erano più pratici per cambiare i bambini (non esistevano i pannolini usa e getta), l’usanza permane nella veste battesimale.
    Poi sono successe principalmente tre cose: l’emancipazione femminile (e la seguente sensazione di fragilità del maschio patriarcale), Freud e la psicoanalisi (con il pensiero che i comportamenti nella prima infanzia potessero predire il comportamento adulto), il capitalismo (e quindi il desiderio di spingere a comprare corredi diversi senza poter passare i vestiti da figli maschi a femmine e viceversa). Sulla scelta specifica dei colori ed il loro significato nella storia, consiglio questo articolo:
    https://www.ilpost.it/2013/11/19/breve-storia-del-colore-rosa/amp/
    Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
  • Concordo con Camaleonte.
    Purtroppo i colori, come tanti altri aspetti della vita, sono stati imbrigliati dalle convenzioni sociali e dalle relative norme che poi si traducono in consuetudine, normalità, e tutto ciò che se ne discosta può creare allarme. Tuttavia le convenzioni mutano con il passare del tempo e delle generazioni, quindi spero che i colori tornino privi di schemi come è giusto che siano.
    Tutto ciò non ha nulla a che vedere con le esigenze del singolo individuo, e se tali esigenze collimano con quelle della maggioranza allora si vive più sereni, ma più se ne discostano più la situazione si fa problematica.
    Si tratta di un continuo gioco di equilibri tra pubblico e privato, e può diventare estenuante.

    Una riflessione che trovo stimolante e apre altre riflessioni:

    noi vediamo un colore perché una superficie (la tua felpa o il marmo di una scultura) assorbe tutti i colori dello spettro luminoso tranne uno e quello che viene respinto-riflesso è il colore che noi vediamo e così diciamo è "rosso" o "verde"...curioso no? In realtà l'unico colore che non viene accolto dalla superficie è quello che noi reputiamo appartenga ad essa.
    E quante volte capita che una persona venga giudicata dall'esterno, dall'apparenza, senza sapere quanti colori/elementi/caratteristiche contiene dentro di sé? Se ne vede uno e si pensa sia il tutto...
    .
  • wolfgang ha detto:
    @Mrs_Dalloway mio figlio è da quando è piccolo che ha una predilezione per il rosa ed i colori sgargianti. Ogni tanto a dire il vero indossa anche gonne, etc. Per i vestiti evitiamo a scuola (lui d’accordo), ma sui colori non ci siamo mai fatti grossi problemi. Come dice lui: “tanto mi scambiano lo stesso per una femmina e questa storia dei colori è insensata”. Io Porto vestiti molto colorati (verde, giallo, azzurro, rosso, viola), non porto il rosa e solo raramente il viola perché non si addice al mio incarnato, a mio figlio stanno bene. Comunque, crescendo, il problema si porrà sempre di meno. Appena superi l’adolescenza, è pieno di uomini anche cis* che portano il rosa.
    PS. Il mio cellulare ha la cover oro rosa
    Grazie per la tua condivisione! Tuo figlio ha mai ricevuto domande o commenti particolari dai suoi compagni di classe o dai suoi amici sui suoi colori? E i/le maestr*, come hanno reagito? Immagino che i bambini non pensino troppo a queste cose, e che gli insegnanti delle elementari di adesso abbiano una mentalità diversa rispetto a quando ero piccolo io.
    Pronomi: he/ him
  • @wolfgang Le mie domande circa l'attribuzione di un genere ai colori erano intese come spunti di indagine e riflessione per Mrs_Dalloway (e chiunque possa essere interessat*). Conoscevo la storia di rosa e azzurro, però mi sembrava più stimolante suggerire di approfondire l'argomento piuttosto che fornire subito delle informazioni sommarie peraltro non richieste dal post (già mi pareva di essere andatə OT), e soprattutto speravo di indirizzare l'attenzione sulle motivazioni e i significati di tale associazione. Credo infatti che le ragioni siano interessati e di varia natura: di sicuro economica, come tu hai giustamente sottolineato, ma non trascurerei pure aspetti meno appariscenti legati alla simbologia dei colori, che a loro volta potrebbero servire a comprendere il senso dell'istituzione e mantenimento di questa specifica associazione. Ad ogni modo, al di là del tipo di considerazioni su cui si preferisca porre più enfasi, quel che mi premeva era più che altro suscitare una riflessione critica sull'argomento, mettere in discussione questa norma culturale contestualizzandola e questionandone l'utilità (per il sistema economico/sociale, per le persone, nelle diverse fasi della vita...).
    Detto questo (e mi scuso se non si era capito da come mi sono espressə nell'intervento precedente), grazie per il riassunto (che non avrei nemmeno saputo fare così sintetico) e il link all'articolo, entrambi interessanti e utili come approccio alla questione.

    @Mrs_Dalloway A me pare che (purtroppo) di solito l* bambin* in età scolare (dai 4/5 anni fino a tutta l'adolescenza) facciano molto caso a questo tipo di norme sociali relative al genere. Suppongo sia perché tali norme sono loro utili per formarsi e consolidare un senso di appartenenza al proprio genere attraverso il sentirsi omogene* con l* propr* simili. Gli standard di accettabilità sono piuttosto rigidi e la deviazione è di solito sanzionata con la derisione, se non con veri e propri atti di bullismo. Ma magari, e me lo auguro, non è sempre e dappertutto così... È una situazione che dipende molto anche dai contesti in cui ci si trova a crescere. Di certo l'atteggiamento de* insegnanti e de* adult* in generale è determinante, in quanto sono loro che trasmettono direttamente e indirettamente le norme stesse e l'importanza di aderirvi. E anche in questo caso, per quanto posso vedere, a me non sembra che sia diffusa alcuna consapevolezza critica, anzi è frequente che proprio le figure educative inculchino attivamente e rinforzino gli stereotipi di genere e la relativa normatività.
  • BlunotteBlunotte Post: 760
    modificato agosto 2021
    Mi sento donna e, come ha detto Lupa fin dall'inizio della discussione, anche io ritengo che il problema dei colori riguardi per lo più il lato maschile.

    Il problema dei colori secondo me può riguardare più in generale la percezione di una diversità: a seconda dei contesti, si può risultare non convenzionali e "strani" usando colori troppo sgargianti, vestendosi sempre di nero, abbinando molti colori e fantasie, usando il total white andando a un matrimonio e "facendo concorrenza" alla sposa, e così via.

    Ancora: bisogna vedere i colori convenzionali dove vanno a finire, e in che misura vengono usati. Un conto è un portafogli colorato. Un altro conto un cappotto o una giacca.

    Cosa si penserebbe di una ragazza o donna vestita dalla testa ai piedi di rosa shocking? Che è una Barbie? Che è una che vuole farsi notare a tutti i costi? Eppure si tratta del colore femminile per eccellenza.

    Mi vengono in mente alcuni commenti qui nel forum, pubblicati in risposta a questo post https://forum.spazioasperger.it/discussion/comment/356360#Comment_356360

    Comunque sia, questo sondaggio mi ha fatto riflettere su una cosa.
    Uno dei miei colori preferiti è il rosa (con le sue declinazioni più o meno decise e viraggi al viola).
    Mi chiedo se questa non sia una specie di scelta per affermare la mia femminilità che io percepisco come diversa e inferiore rispetto a quella di altre (delle altre) donne. Delle donne "normali".

    ---- Per vari motivi, preferisco usare poco/per nulla la funzione messaggi privati. ----
  • camaleonte ha detto:

    @Mrs_Dalloway A me pare che (purtroppo) di solito l* bambin* in età scolare (dai 4/5 anni fino a tutta l'adolescenza) facciano molto caso a questo tipo di norme sociali relative al genere. Suppongo sia perché tali norme sono loro utili per formarsi e consolidare un senso di appartenenza al proprio genere attraverso il sentirsi omogene* con l* propr* simili. Gli standard di accettabilità sono piuttosto rigidi e la deviazione è di solito sanzionata con la derisione, se non con veri e propri atti di bullismo. Ma magari, e me lo auguro, non è sempre e dappertutto così... È una situazione che dipende molto anche dai contesti in cui ci si trova a crescere. Di certo l'atteggiamento de* insegnanti e de* adult* in generale è determinante, in quanto sono loro che trasmettono direttamente e indirettamente le norme stesse e l'importanza di aderirvi. E anche in questo caso, per quanto posso vedere, a me non sembra che sia diffusa alcuna consapevolezza critica, anzi è frequente che proprio le figure educative inculchino attivamente e rinforzino gli stereotipi di genere e la relativa normatività.
    @camaleonte Effettivamente, ricordo bene che, quando io andavo alle elementari, tutti i bambini indossavano il grembiule blu, mentre tutte le bambine quello rosa o quello bianco. Nella mia classe - eravamo circa trenta - non c'erano bambini con i capelli lunghi, così come non c'erano bambine con i capelli corti, e in ogni caso nessuno li aveva tinti di colori non naturali. Però, è anche vero che, sempre in quel periodo, non c'erano ancora le LIM (da me arrivarono quando io ero in quinta), non c'erano neanche gli smartphone (c'erano quelli brutti e da me non li aveva nessuno) - e il telefono, quello piccolino, non si portava a scuola, al massimo la Nintendo - e ai bambini non veniva insegnato a programmare. Oggi il coding è un'attività didattica messa in atto molto di frequente, già a partire dagli otto anni e in alcuni casi anche prima; molte scuole sono dotate di tablet e altri dispositivi moderni, e sono ormai pochi i bambini senza l'ultimo cellulare uscito. Con il progresso tecnologico e il rinnovamento della didattica, forse sono cambiate anche altre cose. Ma sicuramente, come sottolinei anche tu, dipende molto dal contesto. L'opinione di un insegnante, di qualcuno che è dentro la scuola o di un genitore come @wolfgang potrebbe sicuramente essere una buona risorsa per fare luce su una questione a noi un po' lontana.

    Pronomi: he/ him
  • StarMumStarMum Post: 53
    @Mrs_Dalloway rispondo  (scelta 1) per mia figlia aspie: il suo colore preferito per abbigliamento e accessori è il blu, odia il rosa e ancora di più il fucsia che sente legati ad una identità femminile nella quale probabilmente si identifica poco. Se però trova una t-shirt nerd che le piace particolarmente, soprassiede sul colore ed è disposta ad indossarla anche se rosa. Più che nei i colori, la sua non convenzionalità si manifesta nei temi del suo abbigliamento.
    Il fratello più grande NT ha per lungo tempo odiato il rosa (alle elementari era forte il condizionamento dei compagni), adesso in tarda adolescenza gli è indifferente.
  • Da piccolo avevo una vera passione per il fucsia. Nessuno mi ha mai voluto comprare nessun indumento od oggetto (tipo zaino,astuccio) che fosse di quel colore. Sentivo un senso di frustrazione ed impotenza, che ha alimentato in me desiderio e invidia. Che io avessi una propensione per quel colore era una cosa disturbata, a detta loro, eppure il risultato è stato che proprio il loro atteggiamento si è rivelato disturbante per la mia mente altrimenti sana e serena. Molte cose le sto capendo ora... ed è incredibile come,da piccoli aneddoti ed esperienze vissute durante la crescita, siano nati giganteschi tratti della mia personalità. Questo mi fa riflettere molto...e lo trovo anche inquietante.
    Quello che non ti uccide ti fortifica 🪐
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