Qual è la vostra esperienza con i colori non convenzionali per il vostro genere?

Ciao!
Di recente, dopo una fase di solo nero, ho iniziato a preferire i colori chiari/ pastello, in particolare il viola e il rosa. Mi ero anche tinto di viola qualche mese fa, ma credo che la parrucchiera mi abbia fatto la tinta semi-permanente visto che dopo poche settimane i capelli sono tornati castani.
Comunque; in vista della ripresa della scuola, ho pensato di adeguare il mio materiale ai miei nuovi gusti. Per questo motivo, ho comprato quaderni dalle copertine pastello, evidenziatori chiari e una borraccia rosa, come l'astuccio nuovo (uno di quelli di gomma della pigna che vanno di moda). Eccetto l'astuccio, tutto il resto era necessario visto che le cose dell'anno scorso non sono più in condizione di svolgere il loro lavoro; ho usato tutti i quaderni che avevo (quelli intatti con la materia già scritta li ho conservati, naturalmente) e la borraccia si era rotta qualche mese fa.
Oggi è arrivato a casa il pacco Amazon con tutto quello che avevo ordinato; naturalmente non avevo parlato con i miei genitori dei colori di quanto acquistato, perché non mi sembrava importante. Non ho deciso di passare all'uso frequente del rosa, e in generale dei colori chiari, per attirare l'attenzione o per mettermi in mostra; è semplicemente perché mi piace. Comunque, appena ho aperto il pacco, mia madre ha immediatamente notato l'astuccio, ed è rimasta abbastanza perplessa. Dopodiché mi ha chiesto perché lo avessi preso rosa, e ha iniziato a preoccuparsi per me dicendo che i miei compagni di classe mi avrebbero preso in giro, e che anche lei avrebbe preferito che avessi scelto un altro colore. Personalmente non mi interessa di essere preso in giro, e in ogni caso sono certo che non accadrà (sono il secchione e mi tengono buono perché passo gli appunti e i compiti
), anche se mi aspetto delle domande.
So che quello che ho scritto potrebbe sembrare in contrasto con le mie misure di protezione dal contatto fisico altrui che avevo accennato in questa discussione, ma personalmente non mi provoca disagio, che la gente mi faccia domande o mi guardi in modo strano semplicemente per i miei gusti. Un po' di dispiacere sì, ma non sento la necessità di proteggermi da ciò.
Andando al punto della questione: qual è il vostro rapporto con i colori convenzionalmente non associati al vostro genere? E quello dei vostr* figl*/ fratelli/ sorelle?
Di recente, dopo una fase di solo nero, ho iniziato a preferire i colori chiari/ pastello, in particolare il viola e il rosa. Mi ero anche tinto di viola qualche mese fa, ma credo che la parrucchiera mi abbia fatto la tinta semi-permanente visto che dopo poche settimane i capelli sono tornati castani.
Comunque; in vista della ripresa della scuola, ho pensato di adeguare il mio materiale ai miei nuovi gusti. Per questo motivo, ho comprato quaderni dalle copertine pastello, evidenziatori chiari e una borraccia rosa, come l'astuccio nuovo (uno di quelli di gomma della pigna che vanno di moda). Eccetto l'astuccio, tutto il resto era necessario visto che le cose dell'anno scorso non sono più in condizione di svolgere il loro lavoro; ho usato tutti i quaderni che avevo (quelli intatti con la materia già scritta li ho conservati, naturalmente) e la borraccia si era rotta qualche mese fa.
Oggi è arrivato a casa il pacco Amazon con tutto quello che avevo ordinato; naturalmente non avevo parlato con i miei genitori dei colori di quanto acquistato, perché non mi sembrava importante. Non ho deciso di passare all'uso frequente del rosa, e in generale dei colori chiari, per attirare l'attenzione o per mettermi in mostra; è semplicemente perché mi piace. Comunque, appena ho aperto il pacco, mia madre ha immediatamente notato l'astuccio, ed è rimasta abbastanza perplessa. Dopodiché mi ha chiesto perché lo avessi preso rosa, e ha iniziato a preoccuparsi per me dicendo che i miei compagni di classe mi avrebbero preso in giro, e che anche lei avrebbe preferito che avessi scelto un altro colore. Personalmente non mi interessa di essere preso in giro, e in ogni caso sono certo che non accadrà (sono il secchione e mi tengono buono perché passo gli appunti e i compiti

So che quello che ho scritto potrebbe sembrare in contrasto con le mie misure di protezione dal contatto fisico altrui che avevo accennato in questa discussione, ma personalmente non mi provoca disagio, che la gente mi faccia domande o mi guardi in modo strano semplicemente per i miei gusti. Un po' di dispiacere sì, ma non sento la necessità di proteggermi da ciò.
Andando al punto della questione: qual è il vostro rapporto con i colori convenzionalmente non associati al vostro genere? E quello dei vostr* figl*/ fratelli/ sorelle?
Pronomi: he/ him
- Indosseresti un vestito di un colore non convenzionalmente associato al tuo genere?9 Voti
- Sì, non avrei problemi.55.56%
- Sarei indecis*, ma più verso il sì.  0.00%
- Sarei indecis*, ma tendenzialmente verso il no.11.11%
- Non saprei.  0.00%
- No, mi sentirei a disagio/ non vorrei.  0.00%
- Altro motivo.11.11%
- Non credo che ci siano colori non convenzionalmente associati al mio genere.22.22%
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Commenti
La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò. - Frank Herbert, libro Dune
Qui c'è un articolo interessante di approfondimento sul tema.
Ricordo di aver sentito, forse su TikTok, che i genitori smisero di vestire i bambini di rosa dopo che il rosa fu associato agli omosessuali e, dunque, a coloro che venivano considerati effemminati (come scritto sull'Enciclopedia dell'Olocausto, dello United States Holocaust Memorial Museum, gli omosessuali che venivano inviati nei campi di concentramento indossavano un triangolino rosa). Non sono tuttavia per nulla certo dell'attendibilità di questa notizia (quella di TikTok).
Anche se preferisco più colori come il blu, il verde e il giallo.
Anche se preferisci altri colori, ti è mai capitato di andare oltre i vestiti, ad esempio portando con te accessori rosa o viola, come uno zaino o la cover del telefono? Se sì, qualcuno ti ha mai preso in giro? Se no, se lo facessi ti aspetteresti delle reazioni particolari da qualcuno?
In primo luogo, la presunta necessità di concordanza tra identità di genere ed espressione del medesimo: anche se in questo caso specifico la preferenza per certi colori non sembra essere legata per @Mrs_Dalloway a una modalità espressiva della propria identità di genere ma semplicemente una questione di gradimento estetico, è indubbio che il "problema" di cui si parla qui sussiste perché la scelta cromatica viene di fatto interpretata con tale valenza dalle altre persone (mamma, presumibilmente compagn* di scuola, ecc.). Tuttavia, non è per niente scontato che una persona senta la necessità o il desiderio di presentarsi socialmente in un modo conforme agli standard culturali per la propria identità di genere. Se non ci fosse questo duplice assunto nella mentalità diffusa l'uso del rosa da parte di un ragazzo/uomo non sarebbe tout court giudicato inappropriato.
In terzo luogo, ancora più a monte, ci sarebbe la macro-questione della dicotomia binaria femminile/maschile come sistema descrittivo/prescrittivo dell'identità individuale.
Premesso ciò (e mi scuso se ritenete che fin qui sia andatə OT, ma penso sia una introduzione indispensabile per dare un senso al mio contributo), il mio rapporto con i colori è basato prettamente sull'effetto che mi fanno e non mi pongo il problema della relazione istituita tra alcuni di essi e uno specifico genere binario. D'altra parte, se volessi codificare un messaggio relativo alla mia identità di genere in termini cromatici, dato che si tratta di un'opzione non prevista dalla normativa dovrei inventarmi qualcosa di originale (ricorrere a una combinazione di colori genderizzati con precise quote percentuali? Scegliere solo tinte considerate gender-neutral? Total black di default? Optare per contrasti decisi? Boh!!), che dunque ipso facto non risulterebbe comprensibile a* altr* e dunque non avrebbe comunque senso.
Scelgo i colori (e i vestiti) da indossare prevalentemente in base all'umore, e per quanto riguarda gli accessori e gli oggetti che non si cambiano spesso di solito preferisco tinte vive ma non troppo chiassose, che mi trasmettono una sensazione di energia non esasperata. In generale i miei colori preferiti sono il viola profondo, il verde in quasi tutte le tonalità, il giallo caldo, e meno di frequente il grigio-argento, il rosso scuro e il blu. Non mi piacciono invece il rosa e il fucsia, il beige e il color crema, il celestino e tutti i toni acidi.
Non ho votato il sondaggio perché non lo vedo.
Sinceramente, nel mio pensiero non avevo considerato che effettivamente potrebbe esistere qualcuno che approfitta delle convenzioni sociali, come appunto quella dei colori, per esprimere il proprio genere e la propria identità; ero fisso più sulla mia situazione cioè, come scrivi anche tu, una questione di gusti personali malvisti dal mondo. Ti ringrazio per avermi fatto notare anche questo aspetto della questione!
Mi spiace che tu non veda il sondaggio.
PS. Il mio cellulare ha la cover oro rosa
Fino all’800 in generale il rosa era associato al sangue e alla forza e quindi al genere maschile, mentre l’azzurro era associato alla tranquillità e quindi a qualità femminili, non a caso la Madonna era vestita di azzurro. Fino all’800 i maschi prima dei 6-7 anni erano vestiti “da femmina”, questo perché si addicevano meglio alle fattezze aggraziate dei bambini e soprattutto i vestiti erano più pratici per cambiare i bambini (non esistevano i pannolini usa e getta), l’usanza permane nella veste battesimale.
Poi sono successe principalmente tre cose: l’emancipazione femminile (e la seguente sensazione di fragilità del maschio patriarcale), Freud e la psicoanalisi (con il pensiero che i comportamenti nella prima infanzia potessero predire il comportamento adulto), il capitalismo (e quindi il desiderio di spingere a comprare corredi diversi senza poter passare i vestiti da figli maschi a femmine e viceversa). Sulla scelta specifica dei colori ed il loro significato nella storia, consiglio questo articolo:
https://www.ilpost.it/2013/11/19/breve-storia-del-colore-rosa/amp/
Purtroppo i colori, come tanti altri aspetti della vita, sono stati imbrigliati dalle convenzioni sociali e dalle relative norme che poi si traducono in consuetudine, normalità, e tutto ciò che se ne discosta può creare allarme. Tuttavia le convenzioni mutano con il passare del tempo e delle generazioni, quindi spero che i colori tornino privi di schemi come è giusto che siano.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con le esigenze del singolo individuo, e se tali esigenze collimano con quelle della maggioranza allora si vive più sereni, ma più se ne discostano più la situazione si fa problematica.
Si tratta di un continuo gioco di equilibri tra pubblico e privato, e può diventare estenuante.
Una riflessione che trovo stimolante e apre altre riflessioni:
noi vediamo un colore perché una superficie (la tua felpa o il marmo di una scultura) assorbe tutti i colori dello spettro luminoso tranne uno e quello che viene respinto-riflesso è il colore che noi vediamo e così diciamo è "rosso" o "verde"...curioso no? In realtà l'unico colore che non viene accolto dalla superficie è quello che noi reputiamo appartenga ad essa.
E quante volte capita che una persona venga giudicata dall'esterno, dall'apparenza, senza sapere quanti colori/elementi/caratteristiche contiene dentro di sé? Se ne vede uno e si pensa sia il tutto...
Detto questo (e mi scuso se non si era capito da come mi sono espressə nell'intervento precedente), grazie per il riassunto (che non avrei nemmeno saputo fare così sintetico) e il link all'articolo, entrambi interessanti e utili come approccio alla questione.
@Mrs_Dalloway A me pare che (purtroppo) di solito l* bambin* in età scolare (dai 4/5 anni fino a tutta l'adolescenza) facciano molto caso a questo tipo di norme sociali relative al genere. Suppongo sia perché tali norme sono loro utili per formarsi e consolidare un senso di appartenenza al proprio genere attraverso il sentirsi omogene* con l* propr* simili. Gli standard di accettabilità sono piuttosto rigidi e la deviazione è di solito sanzionata con la derisione, se non con veri e propri atti di bullismo. Ma magari, e me lo auguro, non è sempre e dappertutto così... È una situazione che dipende molto anche dai contesti in cui ci si trova a crescere. Di certo l'atteggiamento de* insegnanti e de* adult* in generale è determinante, in quanto sono loro che trasmettono direttamente e indirettamente le norme stesse e l'importanza di aderirvi. E anche in questo caso, per quanto posso vedere, a me non sembra che sia diffusa alcuna consapevolezza critica, anzi è frequente che proprio le figure educative inculchino attivamente e rinforzino gli stereotipi di genere e la relativa normatività.
Il fratello più grande NT ha per lungo tempo odiato il rosa (alle elementari era forte il condizionamento dei compagni), adesso in tarda adolescenza gli è indifferente.