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Reazione alla Diagnosi Asperger: Non so come sentirmi o come mi sento — Spazio Asperger Onlus Salta il contenuto
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Reazione alla Diagnosi Asperger: Non so come sentirmi o come mi sento

Salve,

I miei ultimi 5 anni sono passati con la convinzione che io fossi Borderline. Una borderline "sotto radar" perchè non facevo casini, ma dentro tutto tornava.

Nonostante io sia in terapia dal 2007, e abbia visto vari dottori, quando chiedevo, nessuno ha mai detto che potrei essere Asperger. Era solo una cosa mia che sentivo dentro e vedevo di volta in volta non riconosciuta. Al massimo mi è stato detto che avevo "qualche tratto" ma lo imputavano sempre ad altri problemi (es. OCD). La vera e propria diagnosi allora, non mi sembrava nè importante nè fattibile perchè ci sarebbe voluto un esperto in questo ambito e io non volevo conoscere nessun altro professionista o correre il rischio di sperare di aver ragione. Ma volevo esser vista.

Quest'anno un'amica mi ha detto di questa possibilità di diagnosi a distanza e dopo averci pensato a lungo ho deciso di coglierla.

Ieri la diagnosi ufficiale.

Pensavo sarei stata contenta, e invece no, non sento niente, anzi, forse un pò l'opposto e non ho la minima idea del perchè.... forse ho parlato troppo, non so...

Come sono state le vostre reazioni dopo la diagnosi?
OlorinBiancoLinnabet

Commenti

  • aang91aang91 Post: 173
    modificato ottobre 2021
    Quando ho avuto la diagnosi  sono riuscito a chiarire tanti dei miei dubbi riguardo ai miei comportamenti strani e insoliti.
    Pero tutto ciò mi ha lasciato un dubbio atroce: In che modo potrò superare uno dei più grossi limiti la difficoltà a esternare facilmente i miei sentimenti e non riuscire ad accettare di buon grado il contatto fisco.
    Sono una persona piuttosto fredda e apatica.

    LinnaAleAspiebetRunning_Freecinziablu
    忘れられる事は死よりも悪い


  • OlorinBiancoOlorinBianco Post: 117
    modificato ottobre 2021
    Non ho ancora una diagnosi, ma la mia convinzione di essere Asperger è molto forte. Questa convinzione è venuta pian piano e l'ho maturata da diverso tempo. Se mai riceverò la diagnosi essa dunque non sarà una doccia fredda ma soltanto la conferma di quello che ormai da tempo ho maturato. Anche io dunque sono riuscito a dare la spiegazione a tanti compartimenti che non capivo, del perché non mi è mai stato spontaneo interagire con gli altri ma è sempre stata una forzatura. Di tanti compartimenti mi è sempre stata data la colpa e anche io mi sentivo colpevolizzato da quello che non capivo. Mi hanno sempre detto che sono pigro, egoista, asociale, che devo fare uno sforzo.  Tutti mi hanno sempre detto cosa non andava in me e cosa avrei dovuto fare (uscire, parlare, non essere rigido, buttarmi, aprirmi, sforzarmi, ecc.), ma nessuno mi ha mai detto come fare (questo solo uno psicoterapeuta credo sarebbe in grado di dirmelo) con il risultato che in me non è cambiato nulla e queste parole sono stanco di sentirle da chi non si stanca di dirle. 

    Alla fine ho capito: se c'è un limite oltre il quale non posso e non riesco ad andare non devo sferzare un bel niente, devo essere soltanto me stesso, e gli altri devono accettarlo e accettarmi così come sono rispettando i miei limiti. Almeno questa è la mia considerazione attuale, vi terrò aggiornati quando farò finalmente quella visita che attendo di fare. 
    betAleAspieRunning_Free
  • ....

    Ieri la diagnosi ufficiale.

    Pensavo sarei stata contenta, e invece no, non sento niente, anzi, forse un pò l'opposto e non ho la minima idea del perchè.... forse ho parlato troppo, non so...

    Come sono state le vostre reazioni dopo la diagnosi?
    Surreale.
    Gli altri me lo attribuivano da un sacco di anni.
    Non riuscivo a monitorarmi interiormente .
    Per me valeva solo quella specialistica.
    L'ho avuta da persona valida: mi ha riconosciuto come tale subito anche se poi mi ha tenuto a visita per ore. Ricordo almeno 2 ore.
    Non lo so : per me era la prima volta che un professionista capisse di me.
    Lui era freddo e poco empatico.
    Io idem.
    Sapevo che quello che lui mi diceva fosse esatto.
    Mi vide subito come fossi.
    Non espresse il minimo dubbio.
    Per la prima volta non dovevo spiegare nulla solo poi rispondere alle sue domande,e ai suoi "se mi rendessi conto che..."
    Di come mi comportassi in visita.
    Guardava ogni dettaglio, e per tutto quel tempo.
    Prima erano tutti contrari che facessi quella visita.
    Sei cosi : cosa ti cambia?
    Il punto è che cambia tutto.
    La diagnosi serve.
    Poi dopo se non minorenni c'è solo il vuoto delle persone preposte.Che delegano ad altri, gli stessi che prima erano quelli che negavano l'evidenza dei fatti.
    Ora non più: forse è solo troppo tardi.
    Alla diagnosi fecero seguito altre visite per definirla molto accuratamente.
    Ricordo che la prima volta, in attesa abbia bevuto un the caldo della macchina distributrice.
    Ero non da solo, ero teso .
    Per gli altri è impossibile il capire che cosa si possa provare.
    In fondo per loro è solo un etichetta .
    Seppure ogni cosa le possieda.
    L'ultima volta ho fatto l'esempio di un capo delicato senza etichetta.
    Come lo lavereste?
    C'è una sola maniera per non rovinarlo.
    Conoscerne i tessuti come sia composto.
    Altrimenti si rovinerà e lo si butterà .
    L'essere umano non si può buttare.
    La differenza è  quella.
    Nel tempo cambia tutto.
    Si possono migliorare tante cose e nulla al contempo se troppo tardiva in altre cose.
    Agisco e da solo su quello che posso migliorare.
    Le persone noto siano intelligenti settorialmente .
    A me dispiace questo.
    Non hanno una mente complessa.
    Al massimo sono solo complicate.
    Mi viene in mente una frase di Winston Churchill a cui chiedevano cosa pensasse dell'URSS quando occupò parte della Polonia  incontrando i Tedeschi della Germania nazista  .Accordo Molotov _Ribbentrop


    *I cannot forecast to you the action of Russia. It is a riddle wrapped in a mystery inside an enigma: but perhaps there is a key. That key is Russian National interest.
    *Non posso prevedere l'azione della Russia. È un enigma avvolto in un mistero dentro un enigma: ma forse c'è una chiave. Quella chiave è l'interesse nazionale Russo.

    Noi siamo l'enigma avvolto in un mistero dentro un enigma, ma abbiamo una chiave che ci può aiutare a decifrarlo : il nostro interesse nel provarci costantemente.







    vera68betAleAspie


  • OlorinBianco ha detto:
    Non ho ancora una diagnosi, ma la mia convinzione di essere Asperger è molto forte. Questa convinzione è venuta pian piano e l'ho maturata da diverso tempo. Se mai riceverò la diagnosi essa dunque non sarà una doccia fredda ma soltanto la conferma di quello che ormai da tempo ho maturato. Anche io dunque sono riuscito a dare la spiegazione a tanti compartimenti che non capivo, del perché non mi è mai stato spontaneo interagire con gli altri ma è sempre stata una forzatura. Di tanti compartimenti mi è sempre stata data la colpa e anche io mi sentivo colpevolizzato da quello che non capivo. Mi hanno sempre detto che sono pigro, egoista, asociale, che devo fare uno sforzo.  Tutti mi hanno sempre detto cosa non andava in me e cosa avrei dovuto fare (uscire, parlare, non essere rigido, buttarmi, aprirmi, sforzarmi, ecc.), ma nessuno mi ha mai detto come fare (questo solo uno psicoterapeuta credo sarebbe in grado di dirmelo) con il risultato che in me non è cambiato nulla e queste parole sono stanco di sentirle da chi non si stanca di dirle. 

    Alla fine ho capito: se c'è un limite oltre il quale non posso e non riesco ad andare non devo sferzare un bel niente, devo essere soltanto me stesso, e gli altri devono accettarlo e accettarmi così come sono rispettando i miei limiti. Almeno questa è la mia considerazione attuale, vi terrò aggiornati quando farò finalmente quella visita che attendo di fare. 

    Dopo tempo mi ritrovo a rileggere questo commento che avevo dimenticato. Ribadisco che la diagnosi non è stata una doccia fredda, ma un "finalmente". Tuttavia ci sono degli aspetti secondari che mi hanno meravigliato, riguardo comorbilità, comunque al di sotto della soglia diagnostica: alti livelli di ansia e lievi tratti ossessivi compulsivi. Questi ultimi sto valutando che forse sono un po' più marcati e nelle risposte ho sottovalutato qualcosa, devo ammettere, anche per vergogna perché certi pensieri sono particolarmente difficili da dire. Tuttavia non ostacolano in maniera significativo il funzionamento quotidiano e fondamentalmente ne ho il controllo, tranne in rari eventi specifici (a volte ho bisogno di allontanarmi per un po' da un certo ambiente con la scusa di andare in bagno). Un'altra reazione l'ho avuta dal QI: me lo aspettavo un pochettino più alto (ma poi ho capito che poco più o meno non cambia nulla e un solo numero non dice niente, ci sono anche gli altri indici), e mi ha meravigliato avere certi valori molto alti, altri semplicemente alti, mentre un valore (velocità di elaborazione) pienamente nella media.

    Il problema è che in seguito mi è sorta la seguente domanda: e ora? Ora devo iniziare un percorso di psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. Devo cercare il/la terapeuta giusto/a e la scelta è difficile.
    Keziah
  • KeziahKeziah Post: 41
    Prima che mi arrivasse la diagnosi ero molto spaventata.
    Pensavo: dove vado a sbattere la testa se questa non è la risposta, nonostante tutti questi punti di contatto?

    Quando mi hanno comunicato l'esito però mi si è spento tutto. I pensieri andavano così veloci che non li vedevo più. 
    Pare che sia alessitimica quindi in parte capisco il motivo di quel vuoto.
    Ora dovrei indagare meglio la plusdotazione, perché non ne sapevo niente e non mi aspettavo di essere 2E. 
    Questo fatto mi sta complicando un po' le cose perché ho l'istinto di voler collegare esattamente ogni mio comportamento a una causa ben precisa, tuttavia temo non sia il modo più sano di procedere. Sono molto molto stanca perché ho iniziato il percorso diagnostico a seguito di un brutto esaurimento e ancora mi sento uno schifo. Accanirmi negli approfondimenti selvaggi mi stanca ancora di più, ora come ora, devo combattere i miei stessi impulsi.
    La mia più grande paura è di non riuscire a trovare una soluzione alle mie difficoltà con le funzioni esecutive. Mi sento legata mani e piedi sempre nella stessa casella. 

    Anche io dovrei fare terapia cognitivo-comportamentale, ma penso sia orientata più alla gestione dell'ansia e delle relazioni sociali. Mi sbaglio?
    Io vorrei fare qualcosa di significativo con la mia vita.
    Sapere di essere nello spettro è un aiuto a comprendermi, ma devo capire come fare pace con i miei stessi desideri e le mie speranze.

    Scusate la confusione.


    OlorinBiancocinziablu
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