Mi presento

in Mi presento
Sono una ragazza asperger e nella mia vita non me ne è andata bene una. Cominciamo dall'inizio.
Ero una bambina molto intelligente, molto più degli altri che avevo intorno di sicuro. Ero brillante e seria ma capitava che non riuscissi a stare ferma e a tenere a freno la lingua così da combinarne di tutti i colori.
Talmente tanti da non farmi dimenticare facilmente dalle persone grandi e piccine che fossero.
Non che me ne importasse molto, che si affezionassero o che diventassero i miei più acerrimi nemici per me le persone erano sempre gli altri e io ero io. E gli altri per me era come se non ci fossero, come se stessero lì perchè ci dovevano stare e non mi importasse molto di cosa provassero e di come si sentissero.
Di come mi sentivo io invece mi interessava molto, volevo sempre fare come dicevo io e tutti si dovevano adeguare. Anche a casa.
Ricordo di essere stata molto attaccata ai miei e di essermi sentita molto infelice in famiglia perchè loro non c'erano mai al punto di farne una malattia. Non mi dimostravano mai il loro affetto e questo ha lasciato dentro di me già da allora un vuoto incolmabile.
Nonostante tutto sono stata una bambina molto coraggiosa e impavida di fronte a ogni pericolo e anche molto fredda di fronte alla sofferenza altrui al punto da farmi vedere come un essere senza sentimento dai miei famigliari. E come un genio che avrebbe fatto cose grandiose da chiunque altro.
Nessuno mi avrebbe mai detto che non sarebbe andata così e che il destino avrebbe messo a dura prova ogni singola cosa in cui credevo di me stessa.
Non me ne è andata bene una e forse non me ne andrà mai bene una, conoscermi è molto difficile, avere a che vedere con me ancora peggio. E sono anche autistica, nel caso servisse saperlo.
Ero una bambina molto intelligente, molto più degli altri che avevo intorno di sicuro. Ero brillante e seria ma capitava che non riuscissi a stare ferma e a tenere a freno la lingua così da combinarne di tutti i colori.
Talmente tanti da non farmi dimenticare facilmente dalle persone grandi e piccine che fossero.
Non che me ne importasse molto, che si affezionassero o che diventassero i miei più acerrimi nemici per me le persone erano sempre gli altri e io ero io. E gli altri per me era come se non ci fossero, come se stessero lì perchè ci dovevano stare e non mi importasse molto di cosa provassero e di come si sentissero.
Di come mi sentivo io invece mi interessava molto, volevo sempre fare come dicevo io e tutti si dovevano adeguare. Anche a casa.
Ricordo di essere stata molto attaccata ai miei e di essermi sentita molto infelice in famiglia perchè loro non c'erano mai al punto di farne una malattia. Non mi dimostravano mai il loro affetto e questo ha lasciato dentro di me già da allora un vuoto incolmabile.
Nonostante tutto sono stata una bambina molto coraggiosa e impavida di fronte a ogni pericolo e anche molto fredda di fronte alla sofferenza altrui al punto da farmi vedere come un essere senza sentimento dai miei famigliari. E come un genio che avrebbe fatto cose grandiose da chiunque altro.
Nessuno mi avrebbe mai detto che non sarebbe andata così e che il destino avrebbe messo a dura prova ogni singola cosa in cui credevo di me stessa.
Non me ne è andata bene una e forse non me ne andrà mai bene una, conoscermi è molto difficile, avere a che vedere con me ancora peggio. E sono anche autistica, nel caso servisse saperlo.
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Commenti
A che età sei stata diagnosticata?
La tua presentazione mi ha colpito perché sei il ritratto di mio figlio nell'aspetto del comportamento e dell'atteggiamento verso gli altri.