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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Senso di regressione e luoghi che evocano ricordi…

Andato_87Andato_87 Post: 3,049
modificato giugno 2013 in Sensi, percezioni, attenzione
Ogni volta che mi reco in qualche luogo che non vedo da anni e che ha fatto parte di un periodo della mia vita, provo una sensazione mista tra il ritorno a quell’epoca e la paura di non essere mai cambiato. La cosa positiva è che finalmente me ne rendo conto, oltre a farmi tornare in mente cose che credevo di aver dimenticato, informazioni del passato che possono essere utili anche per il futuro. Mi accade indifferentemente in luoghi chiusi o aperti, belli o brutti, meglio se frequentati poche volte o in modo discontinuo, non importa se non vedo il luogo dal 2003 o dal 2010, o se l’ho frequentato per cinque anni o per due mesi.
Vi è mai capitato di provare sensazioni simili tornando in luoghi frequentati in passato?
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Commenti

  • GiulyGiuly Post: 54
    Anche a me è successo più di una volta, credo sia dovuto al fatto che la nostra memoria lavora per "associazioni", per cui tornare in certi luoghi innesca come delle "reazioni a catena" nella nostra mente, che fanno riafforare ricordi che pensavamo di aver dimenticato perché non più sollecitati... 
  • Andato_87Andato_87 Post: 3,049
    modificato giugno 2013
    Oppure anche luoghi che frequentate ogni tanto e che considerate “particolari” anche se non “vostri” (ad esempio la casa di un parente o un parco del paesino poco distante da casa).
    Mi capita di sentirmi molto più grintoso o ispirato in quei luoghi che a casa mia, anche se il bisogno di ritornare nella mia “tana” dopo un po’ torna a farsi sentire…
  • wolfgangwolfgang Post: 10,787
    @A87 si capita anche a me e spesso lo uso in modo terapeutico, ci sono dei luoghi in cui vado raramente ma in cui vado quando mi sento giù perché associati ad emozioni piacevoli. Fondamentalmente li sfrutto. La "remembranza" come chiamata da Borges è una cosa comune. È legata come dice @Giuly al modo in cui si formano i ricordi nel cervello. Ce ne sono tanti ma uno di questi è proprio attraverso associazioni sensoriali, soprattutto se legate ad emozioni intense (positive o negative che siano)
    Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
  • Andato_87Andato_87 Post: 3,049
    modificato settembre 2013
    Ieri sera ho avuto l’ennesima riflessione “paranoica” sul corso che dovrò iniziare fra due settimane (non so ancora la data precisa), e ora so descrivere meglio la sensazione di cui parlo qui: è una sensazione che può culminare con una specie di “ipnosi”. Mi è capitato più volte di provarla recandomi in un edificio scolastico o in un parco, e ho una gran paura che possa venirmi non appena varcherò l’aula in cui si svolgerà il mio corso. Ho paura perché quella sensazione sembra manipolarmi e dissuadermi dalle mie intenzioni.

    Sono indeciso se aprire un altro thread o continuare la discussione in questo, deviandola verso la paura che questa sensazione, già provata altre volte, si ripresenti, impedendomi di agire come sto meditando da mesi…

    Mi spiego meglio: ho aperto questo thread a giugno, dopo essere andato con mia madre nella scuola di mio fratello per vedere le sue pagelle di fine anno.
    La sensazione che provai entrando nella scuola era spiacevole.
    L’ho chiamata “regressione” perché oggi, col senno di poi, ritengo di aver sprecato la mia vita tra quei banchi e di non essermi impegnato in altre cose perché “ipnotizzato” dall’ambiente scolastico, che oggi vedo come un trauma (questo ne spiega la presenza in molti miei sogni).
    Post edited by Andato_87 on
  • zisczisc Post: 1,603
    modificato settembre 2013
    anche a me, e mi immagino i vari momenti "tutti insieme, come punti di una strada. come ci si puo' immaginare la traiettoria di una palla, ed e' buffo, perche la traiettoria e' nel tempo.

  • Riporto su questo mio thread per una notizia deludente: non farò più il corso.
  • damydamy Post: 1,199
    Riporto su questo mio thread per una notizia deludente: non farò più il corso.
    Ma perchè? Non fare così, è da mesi che ne parli. Pensa che magari incontrerai persone nuove e avrai più occasioni di fare amicizie. Pensaci bene, meglio un'altra delusione che un rimpianto.
  • andato21andato21 Post: 1,191
    @A87, posso chiederti come mai o sono troppo invadente? Ti va di parlarne?
    Anche io come @damy credo sia un peccato..
  • mi dispiace @A87 non deve essere un bel giorno per te. 
  • BluBlu Post: 639
    @A87, posso chiederti come mai o sono troppo invadente? Ti va di parlarne?
    Anche io come @damy credo sia un peccato..
    Tutti indaffarati a cercare lo spiraglio nel baratro delle maschere divoratrici.
  • TsukimiTsukimi Post: 3,827
    Che peccato... Se vuoi parlarne siamo qui. Spero in ogni caso troverai presto nuove occasioni.
    "The Enlightened Take Things Lightly" - Principia Discordia
  • JimJim Post: 787
    Sì, a me capita coi luoghi, ma anche con i film, le fotografie, la musica, i profumi e come mi vesto o mi vedo esteriormente.

    Ad esempio, i profumi: quando sento certi profumi (che poi dico, ma da dove cavolo può essere arrivato sto profumo?
    E' impossibile che sia così uguale al profumo di quella persona! A volte credo che certi profumi
    "voglia sentirli, riconoscerli" il mio cervello perchè vuole disperatamente pensare a quella persona)
    mi vengono in mente delle persone. Che mi hanno cambiato la vita, o con cui l'ho condivisa in maniera decisiva.

    E allora mi torna in mente quella persona, il perido passato con lei, torno indietro con la mente a quei giorni...
    E' bello e brutto insieme, è come se quel profumo fosse un attivatore di una parte della mia memoria, come se
    fosse il tasto di accensione di una cinepresa.
    E' come se, per un micro-secondo, quella persona fosse lì, accanto a me! Che strazio, o che gioia, a seconda della persona,
    dei ricordi che mi ha lasciato... :)
    Pongo un limite alla mia felicità, per porre una fine alla tua sofferenza. Questo è amore, secondo me. Rinunciare a un piccolo "me" per un piu' grande "Noi".
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Ottima discussione! Il fatto è che a me succede sia con luoghi sia con persone. Prima di andare in un luogo già conosciuto, fino a una settimana prima sono carica, poi iniziano le paturnie, mi viene un nido allo stomaco perché sembra davvero di tornare al passato e lì nasce la paura del poter scoprire che tutto lì è cambiato e invece io sono rimasta la stessa dell'epoca! e stessa cosa quando esco con persone che non vedo da tempo, l'idea che possa farmi delle domande, perché tanto non mi viene voglia di rispondere altro che: ma non mi è successo nulla!

    Il fatto in realtà è peggiore, perché è sicuramente cambiato qualcosa nella mia Vita, Ma l'idea di non averlo vissuto e non avergli dato così tanta importanza anche se è solo la caduta di un capello, mi mette i brividi. Ho davvero vissuto a pieno quel momento? E sr magari mi sono persa il senso dell'accaduto? E se mi riaccadesse? Eppure a volte fa bene tornare in alcuni luoghi perché danno quiete e pace!
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • sinegosinego Post: 6
    Io raramente mi guardo indietro e se capito in un luogo che mi rievoca il passato sto male come se attraversassi una ipotetica porta del tempo, stessa cosa le fotografie difatti ne ho pochissime(patente e carta d'identità) 
  • CyranoCyrano Post: 1,056
    Non sono un credente, ma ho una mia Via Crucis privata che, saltuariamente, sento il bisogno di percorrere. Inizia con l'asilo, del quale ho molti ricordi, di solitudine, incomprensione, disprezzo, isolamento; oggi lo stanno trasformando in un residence di lusso. Poi passo dalla scuola materna, dove invidiavo la capacità degli altri di divertirsi tra loro, ma sapevo anche disprezzarli per la loro stupidità; oggi è stato parzialmente ceduto in affitto a un istituto di ricerca. La scuola elementare, dove conto le volte nelle quali due compagni mi hanno coinvolto nei loro giochi, ma anche quelle nelle quali ho reagito con le botte alle prese in giro; oggi ospitano famiglie impegnate nel vicino ospedale pediatrico. La scuola media, apice di isolamento, luogo di abusi, ancora a giocare sui miei limiti, ma quelli mentali; oggi ospitano studenti universitari. Nella casa di mia nonna, dove ho trascorso i miei giorni più sereni, vivono degli estranei. Sul ponte dal quale mi volevo buttare mi fermo sempre. Da casa dei miei passo, parlo del più e del meno, rispondo alle loro domande, mentre la mente vede le botte prese, le lacrime, la solitudine vissuta lì dentro. Ma alla fine salgo su una collinetta lì vicino, dove andavo spesso, dalla quale si vede la città, aggrappata ai monti e adagiata sulla riva del mare, circondata dalla natura che amo. La Via Crucis finisce sempre con una luce.
    I portoni del mio isolamento cingono parchi di infinito… (Pessoa)
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