come amate?

in Mi presento
La mia dottoressa mi ha fatto una domanda particolare :"come vuoi bene ai tuoi genitori?" Perché io gli ho detto che gli voglio molto bene.
Però questa domanda mi ha un po' fatto riflettere su come io recepisca i sentimenti in realtà, perciò mi chiedo se io sappia amare realmente.
Voi avete la mia stessa sensazione? Mi piacerebbe sapere la vostra esperienza. Come sapete di volere davvero bene o amare qualcuno?
Hora, dies et vita fugiunt; manet unica virtus.
(intj)
Taggata:
Accedi oppure Registrati per commentare.
Commenti
Oggi posso dirti che l'amore e l'affetto sono sentimenti che si provano senza che sia sia per forza un ritorno. Cioè è una tensione verso l'altra persona che non deve soddisfare condizioni di comodo.
La differenza tra amare ed avere affetto, è che nel primo caso deve esserci anche sesso, o non eserci ma solo come caratteristica o scelta personale, e accettata dai rispettivi partner.
Ma se li ami e non ci fai sesso, allora o è una scelta delle parti, oppure è una relazione "platonica".
---
Grazie della risposta 💕
Sappiamo che l'amore, o per lo meno l'innamoramento, è generato da una reazione chimica che avviene nel nostro cervello (questo se vogliamo a tutti i costi fare i nerd). La verità è che, al di la di ciò che avviene nel cervello, di cui personalmente mi frega poco, direi che amare significa tenere ad una persona più di quanto si tenga a se stessi.
Il fatto è, che l'amore non finisce necessariamente se e quando termina una relazione, si può continuare ad amare, senza essere ricambiati per molto tempo (nello specifico io continuo per troppo tempo)
Quando poi parliamo di amore per la famiglia la cosa è forse ancora più complessa; il legame di sangue è, in qualche modo, indissolubile. Spesso si sente dire "...cosa ci posso fare è sempre mia madre e le voglio bene".
Per farTi un esempio, mio padre si è sempre comportato male con me (e nello specifico male è un eufemismo), eppure non riesco ad odiarlo, sono arrabbiato, certo, ma come si dice "...è sempre mio padre"
Mio nonno (da parte di madre) a cui ho dedicato il mio libro, è morto nel 2017. L'amore che provo per Lui va oltre la morte, ho il suo orologio al polso anche se è rotto, le sue foto in casa, non riesco ad andare al cimitero perché se no sto male per giorni. Mi manca ogni giorno e piango ogni volta che penso a Lui. Ora capisco quando si dice che le persone vivono nei ricordi di coloro che le hanno amate.
Da bambina/ragazzina me lo chiedevo spesso.
Non sapevo rispondere.
Nemmeno riuscivo a dire quella parola da bambina e quando la dicevo sentivo che la pronunciavo diversamente dalle altre. Mi ero fatta l'idea che Amore volesse dire che quella persona era "tutto", cioè rappresentava il mio "tutto"
Cosi avevo definito le prime infatuazioni da bambina/adolescente. Amore doveva essere quello sentimentale da "principe azzurro", da rotocalco o telenovela.
Amore come Agape non potevo concepirlo, non lo avevo mai visto né incontrato.
Ci sono persone che pensano all'amato, sognano l'amato, stanno in apprensione, si agitano, soffrono se l'altro soffre, godono della felicita dell'altro.
Io no, mi capita solo se vedo riferita a me quella situazione, non penso " chissà cosa farà..., come starà". Mi preoccupo perche so che non vedo la necessità, che non la anticipo... E che posso facilmente disattendere un bisogno.
Tutto molto egocentrato sostanzialmente che non è egoismo...