Dubbio amletico: seguire le proprie passioni oppure essere più concreti? Università sì o no?
Buonasera. Mi chiamo Alice e sono una ragazza ventiseienne che vive in Sicilia. Premetto che nella vita ho commesso tantissimi errori e sono consapevole che gli sbagli commessi si pagano per anni e con gli interessi. Ho vissuto per circa sette anni isolata dal mondo, non fisicamente ma mentalmente: uscivo soltanto per passeggiare con il cane e ogni tanto per fare la spesa. Ho tentato l'università per ben tre volte senza mai concludere nulla, dal momento che nemmeno frequentavo le lezioni più di tanto. Ho svolto dei lavoretti che poi puntualmente finivo per lasciare dopo pochissimi mesi perché diventavano un tormento. All'età di ventidue anni, dopo una lunga depressione che mi ha spinto anche a tentare di farla finita, mi è stata diagnosticata la Sindrome di Asperger; è stato un sollievo, ma non sono riuscita a reintegrarmi nella società. Dopo quattro anni, mi ritrovo con tanti sogni che aspettano di essere concretizzati: un po' il mio essere Asperger, un po' i miei continui momenti depressivi, un po' i miei numerosi sbalzi d'umore, un po' i miei sovraccarichi sensoriali che spesso mi impediscono anche soltanto di sedermi al bar, un po' la mancanza di denaro, un po' la paura di non farcela, un po' le mie ossessioni che non riesco a curare nemmeno con lo Zoloft, sono qui che fantastico sul mio futuro ma non concludo niente. A settembre mi sono iscritta nell'unica facoltà universitaria presente nella mia provincia: mi piace molto anche perché ho cambiato atteggiamento, non ho paura di stare in un'aula magna con cento persone, ma poiché da qualche mese ho trovato un lavoro pomeridiano insoddisfacente ma pagato discretamente, non riesco a seguire tutte le lezioni e mi sono persa completamente. Devo dire la verità: c'è una parte di me, forse quella più narcisistica, che vorrebbe formarsi attraverso dei corsi anziché attraverso l'università. Non mi piace parlar male delle facoltà universitarie, il problema sono io, non loro. Riesco ad ottenere grandi risultati quando svolgo lo studio in maniera autonoma, seguendo un corso privato di un paio d'ore a settimana, in aggiunta allo studio individuale. Prima di soffrire di depressione, ho studiato arabo per quasi un anno con una docente madrelingua e riuscivo a fare piccole conversazioni (grazie anche alla memoria fotografica e uditiva che l'Asperger mi ha donato). Da buona autistica, riesco a dare il meglio quando vengo lasciata libera, quando il docente è una persona competente che si adatta ai miei bisogni, quando posso fare mille domande o approfondire un argomento che mi piace tantissimo, quando mi introduce ad argomenti per me quasi incomprensibili attraverso una lezione frontale tra me e lui/lei. Da qualche mese ho riscoperto l'amore per lo studio e la lettura, io che leggevo anche 600 pagine al giorno, io che a 14 anni leggevo i saggi sulla Seconda Guerra Mondiale. Ho ricominciato a scrivere i romanzi che da anni vorrei mettere su carta (le uniche due persone che lo hanno letto mi hanno detto che sono bravissima), ho ricominciato ad uscire con alcune persone e nonostante i miei tratti autistici rendano tutto dannatamente complicato, riesco a stare seduta al bar per quasi quindici minuti senza scoppiare a piangere per un odore che mi scatena un attacco di panico. Sto iniziando ad appassionarmi al disegno e non nego che mi piacerebbe un giorno realizzarmi nella pittura e vendere i miei quadri (se mai riuscirò a dipingere in maniera magistrale). Continuo ad amare le lingue, ho studiato la fonetica da autodidatta, sono una che studia come una pazza, ma il mio problema è che all'università non riesco. Se manco delle lezioni mi perdo, e lavorando tutti i pomeriggi è normale che qualcuna me la perdi (tra l'altro, facoltà di lingue, inglese, francese e cinese). Devo essere sincera, altrimenti non potete darmi aiutarmi in alcun modo: se non fosse che una laurea offre maggiori opportunità lavorative, non mi sarei iscritta all'università. Mi piace studiare nel modo che vi ho descritto sopra - e state certi che studio davvero in maniera approfondita, infatti mi dicono che sono un Google vivente in determinati campi. Dunque, il mio dubbio amletico è il seguente: continuare l'università, sperando di farcela - magari fare solo due lingue anziché tre, anche se mi dispiacerebbe tantissimo mollare il cinese perché amo quella lingua - oppure buttarmi sulla formazione privata - quindi conseguire i vari HSK, fare corsi di lingua privati, scrivere i romanzi che ho in mente, fare corsi di disegno? Se non fosse per l'ambito lavorativo, non avrei dubbi a scegliere l'opzione due anziché l'opzione uno, ma se dovesse andarmi male? Se il mio sogno di diventare scrittrice e perché no, pittrice, dovessero andare male? Riuscirei a ripiegare su qualche altro lavoro, considerando come sono fatta e le difficoltà che incontro nel lavorare come gli altri? Sant'Agostino diceva, "ama et facis quod vis", ma ho paura di essere un peso per i miei genitori, di fallire, di non avere soldi per vivere. Vorrei viaggiare, vorrei scrivere come scriveva Tiziano Terzani, ma senza un titolo la gente potrebbe pensare che non sono abbastanza preparata. Se mi mettessero alla prova, potrei dimostrare che sono preparata su certi ambiti. Pensate sia un'idea folle? Vi prego, datemi un consiglio! Se fossi vostra figlia o una vostra sorella, che cosa le direste? Scusate gli errori, ho scritto in fretta. Grazie.
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Commenti
Cosa direi ad una sorella? Prima di tutto di separare tra loro i problemi che hai esposto, poi di non forzarti verso una decisione ma di portare avanti tutti i tuoi progetti, singolarmente, e in modo sistematico.
Allo stesso tempo, trovare ambiti in cui potrai inserirti, perché si deve iniziare da subito a far conoscere le proprie competenze.
Serviti di liste specifiche, compilate con obiettivi precisi, e che aggiornerai a mano a mano che li rispetterai.
Grazie Alice per averci raccontato la tua storia. È un quesito per il quale potresti avere molte opinioni diverse e contrastanti poiché in tali situazioni la strada può apparire davvero sfocata.
Qualunque cosa farai, tieni anche presente che una laurea non si ottiene solo studiando per gli esami ma dovrai poi anche redigere una tesi (un progetto di ricerca ed analisi su quanto svolto nel tuo settore e magari con un caso studio di un'azienda) con la supervisione di uno o più docenti relatori e forse discuterla (a seconda di come si fa nella tua facoltà). Sei in grado di gestire anche questo aspetto? Ciò non significa che sia impossibile farlo (io mi sono laureato proprio come altre persone iscritte a questo forum) e sto continuando a studiare, ma devi anche comprendere se hai la voglia di fare un percorso accademico che è molto diverso da quelli di altri tipi di scuole (e se lo fai bene può insegnarti molto).
Una parte di me potrebbe consigliarti di tentare di studiare di nuovo in questo momento ed avere come piano di riserva la scrittura/pittura/etc. (magari tentando comunque di farla nel tempo libero anche per valutare se ti piace farlo in maniera continuativa; facendo gli esercizi di lingue e redigendo una tesi di laurea potresti anche valutare la scrittura). Potrei anche comunicarti che il cinese in questo periodo è un po' in discussione come lingua e non ha più lo stesso appeal di un tempo (o per lo meno si sta distaccando dal punto di vista geopolitico dalle altre due lingue che studi, ti sarebbe utile in modo diverso rispetto a prima, ovvero non in maniera amichevole).
Ho anche notato che ti piace studiare da casa, ma il tuo è un indirizzo dove non si è in grado di farlo bene poiché è necessario frequentare. Se proprio vuoi continuare a fare l'università, posso anche consigliarti di valutare di iscriverti in altre facoltà (come lettere, storia, filosofia, etc. siccome sei in grado di leggere molto in modo celere, magari con una propensione per le lingue e l'internazionalità) dove puoi studiare da casa e presentarti solo per gli esami, se ti piace la cosa e puoi farlo (ad esempio in una facoltà un po' più lontana).
Quello che comunque non ho ben compreso è il tuo rapporto con l'università, o meglio quali sono le tue aspettative a proposito di una laurea. Ovvero, non ho ben compreso i tuoi obiettivi e per quale motivo vorresti davvero la laurea, se la vuoi come titolo da esporre in una biografia od altro. Dal punto di vista lavorativo, è vero che una laurea può aiutarti ad avere un mestiere, ma tu poi che mestiere vuoi fare per davvero? Hai valutato anche le prospettive lavorativa del tuo corso di studi? Sono nella tua zona? Sei disposta a trasferirti anche lontano da casa se così non fosse (ovvero, non viaggiare ma vivere in un altro posto)? Saresti in grado di mantenerti dopo? Manterresti quel lavoro a differenza dei tuoi precedenti?
Se invece lo fai solo per poter essere più "autoritaria" mentre esponi i tuoi lavori e le tue idee, ti posso comunicare che molta gente nemmeno conosce dove o quando è nato l'autore (o qual è il suo nome non abbreviato), figuriamoci il resto. Inoltre una persona dovrebbe giudicarti per quello che scrivi tu nei tuoi libri, non per quello che hanno (o non hanno) scritto su un pezzo di carta molto tempo fa. Se poi il tuo cruccio è anche un lavoro di riserva, valuta anche se esistono invece dei corsi come ci hai raccontato dove potresti studiare delle cose simili e che magari vorresti e potresti fare in ambito lavorativo (se ti piacciono).
Io molto di più da qua non sono in grado di consigliarti anche poiché purtroppo non posso comprendere bene la tua situazione da un post sul forum. Se vuoi, facci avere un riscontro così forse possiamo consigliarti meglio.
Qualsiasi cosa farai, io ti auguro il meglio Alice. Vorrei comunque solo sincerarmi che tu fossi a conoscenza di alcune cose. Quando avrai un reddito, qualcuno (nella maggior parte dei casi) vorrà tassarlo, informati su questo aspetto e sulle leggi locali poiché (nella maggior parte dei casi) dovrai avere una residenza fisica e fiscale (anche se non hai una vera e propria fissa dimora). Stessa cosa per quanto concerne usufruire dei servizi di assistenza prestati dallo stato, come la sanità, la disoccupazione, il collocamento mirato per l'impiego, etc. Informati sempre bene su queste leggi in modo da non avere brutte sorprese in un momento di necessità (o di avere guai con la legge).
Per i tuoi viaggi invece, informati sempre bene su dove, come e con chi viaggi. La Cina sta virando verso un percorso ostile al mondo occidentale e la politica del covid zero sta causando molti disagi sia ai residenti sia a turisti e chi si vuole stanziare (e per questo la stanno allentando, ma non sono così preparati per gestire un'ondata di infezioni, perciò anche questo creerà disagi). È anche un regime molto autoritario che censura molto giornalisti e scrittori (perciò dovresti stare attenta a quello che scrivi) e non rispetta molto la proprietà intellettuale degli autori (perciò chiunque potrebbe copiare quello che scrivi e ripubblicarlo senza penali, anche se sembra che la cosa stia migliorando in questi anni).
L'India ha perso il treno dei paesi emergenti negli ultimi decenni ma sta recuperando in questi anni. Ciò nonostante, puoi passare da zone che sono nel futuro ad altre che sono nell'età della pietra (ed ognuna delle altre epoche storiche, come un continuum). È un paese anche molto esposto ai cambiamenti climatici (come anche la Cina in alcuni casi) e che soffre anch'esso di tensioni sociali. Può essere persino un posto davvero, davvero pericoloso (specie per una donna) se non sei a conoscenza di dove viaggiare e cosa fare per proteggerti. Alcune zone sono molto più brade di altre e lì alcune cose sono molto più frequenti ed impunite (anche nelle città, come da noi, possono capitare, ma in quelle zone possono avere dei risvolti anche molto violenti). Pure lì gli scrittori farebbero bene ad informarsi sulle leggi locali.
Il Giappone mi pare il posto più sicuro e vicino alle nostre società occidentali, ma è molto costoso e come per alcune cose sembra nel futuro, per altre è ancora all'epoca dei samurai (non è un complimento). Al di là (come negli altri posti) che le persone autistiche non godano di molti diritti, hanno una cultura del lavoro molto ferrea e competitiva, inoltre le donne non godono per molte cose dei diritti che hanno gli uomini (la paga è esemplare, il gender pay gap da loro esiste per davvero ed è anche di 66:100 o più come rapporto). Non aspettarti anche molta compassione dalle persone in generale, non sono così educati per molti aspetti come vorrebbero illustrare al mondo mentre pubblicizzano la loro nazione all'estero.
Anche le nostre società hanno dei difetti, ma siccome saresti sola e molto lontano da casa è meglio che tu tenga conto di queste cose. Ciò non significa che tu debba cestinare i tuoi sogni, ma inseguili con consapevolezza. Avere un piano è fondamentale per realizzarli e può esserti utile in momenti bui. Io quando ero un ragazzino sognavo di lavorare in quelle città globali negli uffici dei grattacieli e delle torri con il mio completo. Oggi mi sono reso conto di molte realtà di quel mondo lavorativo così come la disuguaglianza di questo mondo (e di come la classifica delle persone più ricche al mondo sembri quella delle più meschine). Ciò non significa che non stia comunque tentando di individuare il mio posto in quel contesto (od in uno simile), ma devo riadattarlo alla realtà che ho scoperto (compresa la mia diagnosi).
Persino nel tuo caso, può essere bello farsi trasportare da statue di terracotta, fiumi maestosi ed alberi di ciliegio, ma tieni presente che, così come lo hai vissuto da noi, anche gli altri posti sono capaci di molto male (e, ci aggiungo, qui nel mondo occidentale siamo anche i più evoluti per questo). Perciò, qualsiasi cosa farai, fallo solo con consapevolezza e con una visione, poi la strategia la adatterai a seconda di quello che succederà. Se vuoi altre informazioni su altro, nel frattempo, puoi comunque discutere sul forum di queste cose. Se ne hai voglia, aggiornaci in futuro e comunicaci come procedono le cose. Riguardo a questo, buon viaggio, ovunque sarà.