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Autismo al Lavoro con Tony Attwood! 11-12 Maggio 2023. A Milano e online!

Abbiamo la diagnosi di mio figlio

Salve, qualche giorno fa scrivevo di mio figlio che ha 2 anni e mezzo, che molto probabilmente rientrava nello spettro autistico. Abbiamo fatto il day hospital di 3 giorni, da cui è emerso che il mio bimbo rientra nello spettro autistico di grado moderato/severo. La diagnosi effettiva è "Disturbo dello spettro autistico con compromissione del funzionamento globale". Siamo disperati. Sapevo che rientrava nello spettro, era palese a me che sono la mamma, il mio bambino è sempre stato difficile, abitudinario, eccessivamente pauroso negli ambienti nuovi, eccessivamente selettivo nell'alimentazione. Gli piacciono i tessuti da morire, odora e lecca i giocattoli. Le alterazioni sensoriali le ha molto spiccate, si notato spesso durante la giornata. Come le stereotipie motorie e vocali quando è felice o arrabbiato. È molto assente come bambino e a volte faccio fatica a farlo tornare qui con me, nel mio mondo. Però è anche un bimbo molto solare, sorridente e sempre allegro. Ora, ho un quesito che mi tormenta, compromissione del funzionamento globale vuol dire a basso funzionamento? Se si, necessariamente i gradi più severi presentano anche ritardo mentale? Ho la brutta sensazione che non sia tutta qua la diagnosi, tra 1 anno ci vogliono rivedere perché ora inizierà un percorso di psicomotricità 3 volte a settimana e andrà al nido. Vogliono vedere se e quanto riesce a recuperare questo gap. Ma io ho la sensazione che a livello cognitivo ci sia un danno e non riesco ad accettarlo. Può lo spettro, essere così marcato da piccolini e poi migliorare notevolmente negli anni? O mi devo aspettare che un grado moderato/severo rimanga così come è adesso, solo nel corpo di un uomo? Scusate se in qualche concetto sono sembrata insensibile, non vorrei mai ferire nessuno, ma non riesco ad immaginare quanto margine di miglioramento possa avere e questo non mi fa stare bene. Nonostante tutto amo mio figlio più di prima, perché è sempre mio figlio. Ma come qualsiasi genitore, se ti dicono che tuo figlio non è sano, il dolore è lacerante. Se qualcuno gentilmente mi può raccontare la sua esperienza mi sentirei molto meglio. Grazie mille 
ClaraDiLuna

Commenti

  • mammaconfusa80mammaconfusa80 Post: 1,367
    modificato 3 febbraio
    Ciao mamma, anche io sono la mamma di un bambino nello spettro che ormai ha 9 anni e una diagnosi di spettro da 5 anni. Capisco il tuo sconforto, la diagnosi è una doccia fredda ma col tempo ci si rialza e si rivive di nuovo. Mio figlio a 4 anni aveva una diagnosi di spettro moderato per poi arrivare a un lieve due anni fa. Quello che sarà tuo figlio nessuno può saperlo, bisogna adesso solo rimboccarsi le maniche e sfruttare al meglio questi anni in cui il cervello è plastico. Per quanto riguarda la psicomotricità posso dirti che per il mio modesto parere è una goccia in mezzo al mare e che deve essere arricchita da una terapia cognitivo comportamentale. Forza e coraggio, spazio asperger in questi anni mi ha supportata tanto e spero aiuti anche voi.
    samjpiccolastella170riot
  • samjsamj Post: 35
    Io credo che fin quanto sono piccoli il loro cervello è molto plastico e si riesce a lavorare tanto e bene ottene ottimi risultati. Non ti fermare mai fai tutto quello che serve per farlo diventare attivo sempre e costantemente. Io sono sicura che ci sia tanto margine di miglioramento
    riot
  • Io ringrazio per le parole di conforto ma nessuno ha risposto alla domanda che ho fatto. Non voglio essere tranquillizzata perchè c'è poco da essere tranquilli. Alto o basso funzionamento che sia, non c'è comunque da fare una festa. E non mi date dell'ignorante che non sa cosa sia lo spettro autistico perché mi sono informata molto bene negli ultimi mesi. Sapevo che mio figlio non fosse un Asperger dal primo giorno (non sarei stata felice lo stesso, ma sicuramente meglio di un basso funzionamento). Questo per dirvi che parliamo di un disturbo, che sia alto o basso il funzionamento, mio figlio avrà pur sempre delle difficoltà tutta la vita e da genitore questo non lo vorrebbe nessuno, non siamo ipocriti. Chiedevo solo esperienze di genitori con bambini a basso funzionamento, non voglio sapere come diventerà mio figlio, perché questo non lo può sapere nessuno. Ho visto purtroppo persone adulte che rientrano nello spettro a basso funzionamento, e non ho visto grandi miglioramenti nonostante gli anni di terapia. Ecco non vorrei crearmi la falsa speranza di poter raggiungere qualcosa che non si può. Sono una persona molto schietta e diretta e odio le bugie di conforto, preferisco una verità dura. Tanto è vero che alla neuropsichiatra di mio figlio ho esordito così, interrompendola, in maniera non molto carina perché quando si gira intorno ai discorsi vado in palla. Dopo il mio intervento, la neuropsichiatra ha detto a me e mio marito che avremmo dovuto fare una valutazione anche noi, per escludere appunto che uno di noi due rientrasse nello spettro. Ovviamente si riferiva a me perché mi ha osservata tutto il tempo, mentre mi parlava giravo un elastico sul dito fino a bloccare il sangue praticamente, questo per circa 1 ora e mezza. So benissimo che potrei rientrare nello spettro e non è la prima volta che mi trovo a pensare che sono molto "strana", però se anche fosse così, non mi rincuorerebbe perché comunque non si può scegliere il grado di gravità che passeremo ai nostri figli. Scusate il messaggio forse un po crudo, ma è quello che penso. Se anche io fossi nello spettro, preferirei non saperlo tutta la vita piuttosto che avere un'etichetta addosso che mio figlio si porterà per sempre.
  • riotriot Post: 6,891
    piccolastella170,
    allora, a voler essere crudi, se la psicologa si è riferita a te in quanto ti ha osservata ed è stata in grado di comprenderti, lo stesso accade per i bambini, diagnosticati o meno che siano: non si può mascherare la neurodiversità e quindi anche tuo figlio apparirà per come è.

    Quindi, è meglio avere "un'etichetta" perché:
    - saprai esattamente di cosa si tratta
    - potrà avvantaggiarsi dalle terapie che, in questo modo, saranno mirate alle sue necessità.

    La diagnosi serve solo a questo: riconoscersi ed intervenire. Poi, la si può dimenticare.

    In passato quando l'Autismo ed in particolare l'Asperger erano poco consciuti a livello medico, ai bambini venivano date diagnosi sbagliate, con tutto ciò che questo comporta rispetto alla loro vita (ad esempio, disabilità mentale anziché Asperger).
    E perché rendere vani i progressi che il campo specialistico dell'Autismo ha raggiunto ad oggi?
    Si tratta di comprendere che non sarà mai un'etichetta a definire una persona, perché l'etichetta è solo il punto di partenza da cui poter intervenire, essendo nel vostro caso ancor in tempo.

    Poi, lascia stare i paragoni con gli adulti, perché se non sono stati aiutati da bambini, poi insorgono le cosidette comorbidità, che peggiorano il quadro d'insieme.

    Se posso dirlo: focalizzatevi sulle sue necessità. Andategli incontro e datevi del tempo.
    piccolastella170
  • Riot,
    Il tuo messaggio è stato molto diretto e ti ringrazio. Hai detto una cosa giustissima, non si può mascherare la neurodiversità, infatti se io dovessi rientrare nello spettro, credimi, non ci sono praticamente mai riuscita a mascherare, tutte le persone a me vicine mi hanno definita nel corso degli anni "strana", "matta", "asociale", "immatura", "viziata". Molto spesso la mia poca flessibilità, è stata motivo di screzi e discussioni anche sgradevoli. Al punto da isolarmi completamente perché se non vengo capita e apprezzata per quello che sono, preferisco starmene da sola. Però mio figlio risente di tutto ciò, io non frequento nessuna mamma con altri bambini (non ho interesse nel conoscere nuove persone, le poche mamme che già conosco, perché amiche di vecchia data, non ho piacere di incontrarle). Proprio per questo ho deciso che farò subito una valutazione e nel caso il mio sospetto fosse confermato, inizierò immediatamente un percorso anche su di me. La terrò in famiglia la diagnosi perché, ahimè, la gente è ignorante e non ho voglia di stare a spiegare a nessuno cosa significa "spettro autistico". Pensa una mia cugina è venuta a sapere della diagnosi di mio figlio e mi ha detto "come fai con i rumori in casa? Si tappano le orecchie e urlano ho sentito dire". Cosa dovrei rispondere? Che invece a mio figlio piacciono molto i rumori forti ed è proprio lui a provocarli? Si ha una visione della persona nello spettro autistico, uniforme a tutti, e cioè il ragazzo seduto all'angolo della stanza che si dondola e si tappa le orecchie. Perché devo sprecare fiato a sensibilizzare la gente ignorante? Mio figlio ai miei occhi non cambia, è sempre il mio bambino. Io l'ho conosciuto così "strano", alcune cose che fa le faccio anche io ora che ho 30 anni. Ho solo paura della gente, quando si ha un'etichetta si viene esclusi tutto qui. Non voglio che nella vita soffra, perché rientrare nello spettro autistico non vuol dire non avere sentimenti, a differenza di quello che pensa la società. Ti ringrazio per il supporto, ovvio che lavoreremo per far sì che abbia meno difficoltà possibili.
    riot
  • samjsamj Post: 35
    Riot,
    Il tuo messaggio è stato molto diretto e ti ringrazio. Hai detto una cosa giustissima, non si può mascherare la neurodiversità, infatti se io dovessi rientrare nello spettro, credimi, non ci sono praticamente mai riuscita a mascherare, tutte le persone a me vicine mi hanno definita nel corso degli anni "strana", "matta", "asociale", "immatura", "viziata". Molto spesso la mia poca flessibilità, è stata motivo di screzi e discussioni anche sgradevoli. Al punto da isolarmi completamente perché se non vengo capita e apprezzata per quello che sono, preferisco starmene da sola. Però mio figlio risente di tutto ciò, io non frequento nessuna mamma con altri bambini (non ho interesse nel conoscere nuove persone, le poche mamme che già conosco, perché amiche di vecchia data, non ho piacere di incontrarle). Proprio per questo ho deciso che farò subito una valutazione e nel caso il mio sospetto fosse confermato, inizierò immediatamente un percorso anche su di me. La terrò in famiglia la diagnosi perché, ahimè, la gente è ignorante e non ho voglia di stare a spiegare a nessuno cosa significa "spettro autistico". Pensa una mia cugina è venuta a sapere della diagnosi di mio figlio e mi ha detto "come fai con i rumori in casa? Si tappano le orecchie e urlano ho sentito dire". Cosa dovrei rispondere? Che invece a mio figlio piacciono molto i rumori forti ed è proprio lui a provocarli? Si ha una visione della persona nello spettro autistico, uniforme a tutti, e cioè il ragazzo seduto all'angolo della stanza che si dondola e si tappa le orecchie. Perché devo sprecare fiato a sensibilizzare la gente ignorante? Mio figlio ai miei occhi non cambia, è sempre il mio bambino. Io l'ho conosciuto così "strano", alcune cose che fa le faccio anche io ora che ho 30 anni. Ho solo paura della gente, quando si ha un'etichetta si viene esclusi tutto qui. Non voglio che nella vita soffra, perché rientrare nello spettro autistico non vuol dire non avere sentimenti, a differenza di quello che pensa la società. Ti ringrazio per il supporto, ovvio che lavoreremo per far sì che abbia meno difficoltà possibili.
    Ciao, da questo secondo me puoi già capire che tuo figlio ha molti margini di miglioramento e essendo tu consapevole della tua situazione, credo che possiate fare molto. Io ho ricevuto la diagnosi di mio figlio molto tardi perché inizialmente sembrava ma poi con i trattamenti migliorava giorno dopo giorno, quindi ad un certo punto hanno escluso l'autismo per poi riprenderlo ora che ha 10 anni....ci sono degli atteggiamenti strani che  rientrano in questo quadro.  Purtroppo ti scontrerai sempre di più con le persone bigotte devi cercare di passare oltre. Anche io sono un po' associale e non mi fido degli altri ma per i nostri figli dobbiamo cercare di frequentare il più possibile la comunità per aiutare i nostri piccoli ad inserirsi e a imparare a socializzare. Non ti so dire che diagnosi aveva mio figlio da piccolo, ma se le persone che lo avevano visto fossero state competenti, io penso che avrebbe avuto la tua stessa diagnosi. Oggi è autismo lieve anzi sfumatura di autismo lo definiscono. Quando aveva l'età di tuo figlio, faceva girare tutto, dalle ruote ai piatti qualsiasi cosa. A 3 anni leggeva e riconosceva numeri e l'inglese. Non socializzava, stava per conto suo, non si fermava mai era in continuo movimento, non si girava quando qualcuno lo chiamava, non sapeva dare baci , non indicava e non faceva ciao, mi ha chiamata mamma all'età di 4 anni. Oggi socializza, ti guarda risponde ed è molto bravo a scuola. Le difficoltà di comportamento rimangono però. 
    riotpiccolastella170
  • riotriot Post: 6,891
    Pensa una mia cugina è venuta a sapere della diagnosi di mio figlio e mi ha detto "come fai con i rumori in casa? Si tappano le orecchie e urlano ho sentito dire". Cosa dovrei rispondere? Che invece a mio figlio piacciono molto i rumori forti ed è proprio lui a provocarli? Si ha una visione della persona nello spettro autistico, uniforme a tutti, e cioè il ragazzo seduto all'angolo della stanza che si dondola e si tappa le orecchie. Perché devo sprecare fiato a sensibilizzare la gente ignorante?
    Per quanto possa sembrare utopico, informare è fondamentale per far si che tanti stereotipi sull'Autismo cadano o, almeno, vengano ridimensionati. Fare informazione significa poter fare in modo che tuo figlio, nel suo futuro, subisca meno discriminazione.

    Alcuni anni fa abbiamo fatto un primo intervento informativo in una scuola media e, a dispetto di quanto ci veniva detto in modo negativo ("lasciate stare perché non vi ascolteranno", e cose così), gli studenti si sono positivamente rivelati interessati, aperti ed includenti. Alcuni hanno ringrazioto perchè sono stati messi in grado di capire meglio i propri amici e parenti.
    Cosa voglio dire? Che si deve dare fiducia a prescindere: tua cugina poteva essere genuinamente interessata, e così informarla sulle mille sfumature che le persone Autistiche mostrano, a dispetto delle immagini stereotipate, può generare un effetto a catena, nel senso che, in seguito, potrà correggere a sua volta altre persone che generalizzano.
    samjpiccolastella170
  • Pensandoci bene, hai ragione. Se l'informazione non parte da chi ci convive ogni giorno, la gente rimarrà sempre ignorante in merito, perché se ne sentono di tutti i colori in giro. Per quanto riguarda la mia valutazione, qualcuno di voi mi sa consigliare qualche centro dove fare una valutazione prima possibile, a Roma? Ho provato a vedere nel centro del dottor Moscone ma la prima disponibilità mi dice che è ad Ottobre 2023. Nel pubblico meglio di no? 
    riot
  • riotriot Post: 6,891
    modificato 5 febbraio
    Puoi provare al Campus Biomedico di Via Alvaro del Portillo, che ha il servizio anche con specialisti per adulti.
    piccolastella170
  • mammaconfusa80 ha detto:
    Ciao mamma, anche io sono la mamma di un bambino nello spettro che ormai ha 9 anni e una diagnosi di spettro da 5 anni. Capisco il tuo sconforto, la diagnosi è una doccia fredda ma col tempo ci si rialza e si rivive di nuovo. Mio figlio a 4 anni aveva una diagnosi di spettro moderato per poi arrivare a un lieve due anni fa. Quello che sarà tuo figlio nessuno può saperlo, bisogna adesso solo rimboccarsi le maniche e sfruttare al meglio questi anni in cui il cervello è plastico. Per quanto riguarda la psicomotricità posso dirti che per il mio modesto parere è una goccia in mezzo al mare e che deve essere arricchita da una terapia cognitivo comportamentale. Forza e coraggio, spazio asperger in questi anni mi ha supportata tanto e spero aiuti anche voi.
    Ciao, posso chiederti da che era tuo figlio ha fatto terapia cognitivo comportamentale?mio figlio ha 15 mesi e quasi sicuramente é nello spettro peró per ora solo psicomotricità, grazie se risponderai :)
  • Si, mio figlio continua a fare terapia cognitivo-comportamentale. È cambiato nel tempo solo il numero di ore a settimana e le persone che lo seguono. 
    riot
  • Elisa2222Elisa2222 Post: 37
    @piccolastella170
    Per quanto riguarda la domanda iniziale, ovvero se è realistico pensare che la gravità inizialmente diagnosticata possa migliorare nel tempo, questo è quello che so:
    Il 60% dei soggetti rimane nella stessa fascia di gravità
    Il 30% slitta in quella meno grave
    Il 10% peggiora

    Fattori determinanti per un outcome ottimale è senz'altro l'intervento precoce. 

    In sostanza, è realistico credere che la gravità possa migliorare, specialmente quando si interviene precocemente.

    P.s. Purtroppo non ho le fonti per attestare le percentuali indicate sopra (ho recuperato quest'informazione da vecchi appunti dell'università), quindi non posso fornire prove, se non quelle date dall'autorità di un corso universitario.

    piccolastella170
  • Elisa2222Elisa2222 Post: 37
    @piccolastella170
    Vorrei aggiungere che queste percentuali sono sicuramente in via di miglioramento, considerando la diffusione e il miglioramento delle terapie e dell'informazione sull'autismo. 

    Con questo non voglio banalizzare la gravità della condizione attuale, dico solo che il miglioramento è possibile. 

    Provo a rispondere ad una tua ulteriore domanda: i gradi più severi presentano anche ritardo mentale? 

    La risposta breve è sì, la risposta più lunga è che valutare il livello di intelligenza di un bambino di due anni e mezzo è abbastanza complicato nella neurodivergenza, specialmente quando quel bambino non ha un grande interesse a "dimostrarsi" intelligente. Un bambino che ignora una spiegazione non è necessariamente un bambino che non capisce.

    Detto ciò vorrei far notare che l'autismo può impattare significativamente il funzionamento di una persona anche in assenza di ritardo mentale, e che, al contrario, è possibile avere casi di autismo con ritardo mentale con un buon livello di funzionamento. 
    Ogni caso è a sé, e capisco il bisogno di avere risposte certe, ma è impossibile fornirle quando il bambino è così piccolo. Questa è la ragione per cui non parliamo più veramente di "ritardo mentale", il bambino non è in "ritardo" su delle tappe prestabilite, che raggiungerà più avanti, ma sta facendo un percorso tutto suo, un percorso di sviluppo atipico, che non è veramente prevedibile (ad es. un bambino autistico rimasto non verbale fino ai due anni, può improvvisamente iniziare a parlare saltando a pié pari la fase della lallazione).  
    piccolastella170
  • @Elisa2222
    Allora, intanto ti ringrazio per la risposta esaustiva. Si capisce dalla tua spiegazione che sei una professionista. Da quando ho scritto il post ad oggi, abbiamo già fatto un mese circa di psicomotricità, 4 volte a settimana. Qualche piccolo miglioramento, a livello di attenzione e di contatto oculare , già c'è stato. In questo mese, avendo iniziato anche noi genitori il parent training e quindi confrontandomi con la psicologa, ho capito quello che mi hai spiegato tu. È molto difficile per il momento valutare l'intelligenza considerando che è poco collaborativo e poco attento. E correggimi se sbaglio, la psicologa mi ha anche spiegato che a volte, i vari test di valutazione (scala di griffit, test del Q.I.) risultano poco veritieri in bambini che rientrano nello spettro, proprio per quello che mi dicevi tu e cioè che spesso, ignorano quello che gli si chiede e sembra che non capiscano. Comunque in tutti i casi, qualora fosse presente anche un ritardo cognitivo, si affronterà come stiamo affrontando lo spettro. Diciamo che ad oggi sono molto più serena, ero ancora scossa quando ho scritto quel post. Ti volevo chiedere un parere riguardo la terapia che stiamo facendo. Per il momento ci dicono che basta la psicomotricità, mentre tutte le mamme con cui mi confronto che hanno bimbi nello spettro, mi dicono che dovrei già cominciare logopedia e terapia cognitivo comportamentale. Non so come comportarmi perché loro, nel centro in cui stiamo andando (privato), sembrano molto convinte del fatto di continuare così per il momento. Cosa mi consigli?
  • Elisa2222Elisa2222 Post: 37
    @Elisa2222
    Allora, intanto ti ringrazio per la risposta esaustiva. Si capisce dalla tua spiegazione che sei una professionista. Da quando ho scritto il post ad oggi, abbiamo già fatto un mese circa di psicomotricità, 4 volte a settimana. Qualche piccolo miglioramento, a livello di attenzione e di contatto oculare , già c'è stato. In questo mese, avendo iniziato anche noi genitori il parent training e quindi confrontandomi con la psicologa, ho capito quello che mi hai spiegato tu. È molto difficile per il momento valutare l'intelligenza considerando che è poco collaborativo e poco attento. E correggimi se sbaglio, la psicologa mi ha anche spiegato che a volte, i vari test di valutazione (scala di griffit, test del Q.I.) risultano poco veritieri in bambini che rientrano nello spettro, proprio per quello che mi dicevi tu e cioè che spesso, ignorano quello che gli si chiede e sembra che non capiscano. Comunque in tutti i casi, qualora fosse presente anche un ritardo cognitivo, si affronterà come stiamo affrontando lo spettro. Diciamo che ad oggi sono molto più serena, ero ancora scossa quando ho scritto quel post. Ti volevo chiedere un parere riguardo la terapia che stiamo facendo. Per il momento ci dicono che basta la psicomotricità, mentre tutte le mamme con cui mi confronto che hanno bimbi nello spettro, mi dicono che dovrei già cominciare logopedia e terapia cognitivo comportamentale. Non so come comportarmi perché loro, nel centro in cui stiamo andando (privato), sembrano molto convinte del fatto di continuare così per il momento. Cosa mi consigli?
    Ciao, devo precisare che non sono una professionista. Mi sto ancora formando all'università (ho fatto una triennale di psicologia e ora sto facendo una triennale di educazione, quindi sono ben lontana da una psicoterapeuta), quindi il mio non è un parere specialistico. Sono contenta di sapere che ci siano già stati miglioramenti, e che tu ti senta più serena. 
    Riguardo il consiglio che mi hai chiesto, è sempre da tenere a mente che ogni caso è unico e va valutato di conseguenza. Se non sei convinta di continuare solo con psicomotricità come ti hanno detto le specialiste che seguono il tuo caso, ti consiglio di fargli presente queste tue perplessità e capire bene perché hanno preso questa scelta, e valutare da lì in poi. 
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