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Colloquio di lavoro

Buon pomeriggio, 
Mi piacerebbe ricevere dei consigli su come comportarmi in sede di colloquio lavorativo.
Qualche informazione su di me: ho 28 anni, sto frequentando un corso per diventare software developer e ora mi appresto a sostenere uno stage di 2 mesi presso un'azienda.
Martedì prossimo avrò una conference call con l'addetta alle risorse umane ed il lead software engineer.

Il mio dubbio è il seguente: secondo voi dovrei "rivelare" la mia diagnosi? Se sì, come lo fareste? Se no, perché?
Io vorrei farlo perché in passato (prima di ricevere la diagnosi ufficiale) ho avuto grossi problemi sul posto di lavoro, soprattutto col titolare. Memore di certe esperienze, vorrei evitare che queste si ripresentino.

L'Asperger non mi rende la vita impossibile ma, quando mi trovo ad affrontare situazioni di stress ed in cui ci sono altre persone che si aspettano qualcosa da me, allora il discorso cambia.
L'ultimo lavoro che avevo l'ho abbandonato perché i costanti burnout e l'ansia mi avevano fatta diventare gravemente depressa.
La mia idea sarebbe quella di dire che sono Asperger e di evidenziare come questo mio modo di essere mi aiuti (hyperfocus, precisione ed attenzione ai dettagli) ma anche delle difficoltà che comporta, nel mio caso seguire/ricordare istruzioni verbali (soprattutto se poco chiare) e la socializzazione che esula da questioni lavorative, per intenderci: le classiche chiacchiere da macchinetta del caffè. Sono estremamente introversa e raramente approccio le persone per parlare.

Grazie per i consigli, 
Buona giornata

Commenti

  • luli12367luli12367 Post: 798
    sine_tempore ha detto:
    Buon pomeriggio, 
    Mi piacerebbe ricevere dei consigli su come comportarmi in sede di colloquio lavorativo.
    Qualche informazione su di me: ho 28 anni, sto frequentando un corso per diventare software developer e ora mi appresto a sostenere uno stage di 2 mesi presso un'azienda.
    Martedì prossimo avrò una conference call con l'addetta alle risorse umane ed il lead software engineer.

    Il mio dubbio è il seguente: secondo voi dovrei "rivelare" la mia diagnosi? Se sì, come lo fareste? Se no, perché?
    Io vorrei farlo perché in passato (prima di ricevere la diagnosi ufficiale) ho avuto grossi problemi sul posto di lavoro, soprattutto col titolare. Memore di certe esperienze, vorrei evitare che queste si ripresentino.

    L'Asperger non mi rende la vita impossibile ma, quando mi trovo ad affrontare situazioni di stress ed in cui ci sono altre persone che si aspettano qualcosa da me, allora il discorso cambia.
    L'ultimo lavoro che avevo l'ho abbandonato perché i costanti burnout e l'ansia mi avevano fatta diventare gravemente depressa.
    La mia idea sarebbe quella di dire che sono Asperger e di evidenziare come questo mio modo di essere mi aiuti (hyperfocus, precisione ed attenzione ai dettagli) ma anche delle difficoltà che comporta, nel mio caso seguire/ricordare istruzioni verbali (soprattutto se poco chiare) e la socializzazione che esula da questioni lavorative, per intenderci: le classiche chiacchiere da macchinetta del caffè. Sono estremamente introversa e raramente approccio le persone per parlare.

    Grazie per i consigli, 
    Buona giornata
    Ciao ti dico cosa ne penso io anche se ti voglio promettere che questo mio parere non voglio in alcun modo che influisca sulle tue modalità sì come è vero che siamo Asperger però ognuno di noi riesce comunque a fare in modo di ottenere delle strategie per se stesso, quindi non vorrei che prendi alla lettera ciò che dico leggimi con intelligenza ☺️ Io sono del parere che non dovremmo molto focalizzarci sul concetto di dirlo o non dirlo al datore di lavoro siccome sono comunque cose personali che a mio parere vanno divulgata solo alle persone a cui teniamo e con cui siamo in stretto legame, inoltre sono pure del parere che una persona dovrebbe innanzitutto comprendere le sue necessità e cercare un lavoro che gli permetta di lavorare in tranquillità quindi per esempio a te che piace lavorare con il computer magari scegliere di fare lavori da casa o in autonomia in modo che tu ti possa gestire e non hai difficoltà relazionali particolari piuttosto che appunto a stare 9 ore in un ufficio al chiuso e con persone che non ti piacciono, quindi a rispondere alla tua domanda per me è difficile perché per come sono fatta io non mi ficcherei in una situazione del genere ma cercherei più che altro di adattare la realtà a come sono fatta io 😂☺️
    sine_tempore
    Il mio canale su YouTube: canale YouTube Asperger 
  • @luli12367 Ciao e grazie per aver contribuito col tuo parere. 
    Non ci conosciamo ma da quello che hai scritto posso dirti che su questo argomento la pensiamo in modo davvero molto simile :)
    Con "una persona dovrebbe innanzitutto comprendere le sue necessità" hai detto una cosa saggia e giusta; io questo sto ancora imparando a farlo e ti dirò che la ricerca di un lavoro rende il tutto ancor più difficile poichè implica che io scenda a compromessi con persone/situazioni/ecc.

    Nel mio post originale ho dimenticato di aggiungere due dettagli importanti che forse avrebbero reso la mia domanda un po' più chiara: 
    - il tirocinio è incluso nel percorso formativo che ho scelto e, a meno che io non abbia già un lavoro, sono obbligata a farlo (e pure in presenza, purtroppo)
    - se non dovessi farlo non potrei poi accedere all'esame finale che mi garantirebbe una qualifica professionale
    Quindi in questo caso non ho molto potere decisionale in merito alla questione. 
    luli12367
  • luli12367luli12367 Post: 798
    sine_tempore ha detto:
    @luli12367 Ciao e grazie per aver contribuito col tuo parere. 
    Non ci conosciamo ma da quello che hai scritto posso dirti che su questo argomento la pensiamo in modo davvero molto simile :)
    Con "una persona dovrebbe innanzitutto comprendere le sue necessità" hai detto una cosa saggia e giusta; io questo sto ancora imparando a farlo e ti dirò che la ricerca di un lavoro rende il tutto ancor più difficile poichè implica che io scenda a compromessi con persone/situazioni/ecc.

    Nel mio post originale ho dimenticato di aggiungere due dettagli importanti che forse avrebbero reso la mia domanda un po' più chiara: 
    - il tirocinio è incluso nel percorso formativo che ho scelto e, a meno che io non abbia già un lavoro, sono obbligata a farlo (e pure in presenza, purtroppo)
    - se non dovessi farlo non potrei poi accedere all'esame finale che mi garantirebbe una qualifica professionale
    Quindi in questo caso non ho molto potere decisionale in merito alla questione. 
    Allora stringi i denti (e solo se l'obiettivo è ciò che veramente vuoi) porta a termine il tirocinio, e per la prossima volta registra le tue difficoltà in modo che puoi in modo preventivo comprendere se è possibile un diversivo o raggiungere l'obiettivo in modi più a tuo favore ☺️buona fortuna.
    Il mio canale su YouTube: canale YouTube Asperger 
  • Ciao, come è andata? Alla fine come hai scelto?
    Io oggi ho risposto ad un'offerta rivelandolo subito, siccome in passato ho avuto diversi problemi senza esserne consapevole.
  • FraxoFraxo Post: 19
    In tutti i lavori che ho avuto sono stato un super dipendente tutto fare con l'ossessione di portare sempre a termine il compito conferitomi nel migliore dei modi, sempre molto focalizzato nella mansione ho praticamente avuto problemi anche gravi con i colleghi che hanno sempre cercato di dirmi di non mettercela tutta, che se lavoravo in quel modo poi anche loro avrebbero dovuto farlo e insomma mi hanno sempre fatto fuori alla fine in un modo o nell'altro nei vari lavori che ho fatto. Io ci ho provato a lavorare come tanti altri che s'impegnano la metà e producono un quarto, ma era come stare con il peso sulla coscienza, sentirmi come se stessi "rubando" cadendo così in ansia e depressione. Credo che lo scopo principale di far sapere della diagnosi sia quello di far capire che differenti dinamiche possano accadere durante il tempo lavorativo e che rapporti tra personale e lavoro stesso sono cose che non si coniugano bene, almeno per me così è stato, in quanto dovevo decidere se lavorare bene o lavorare in una certa maniera per far felici i colleghi. 

    I rischi sono, che se scegli il lavoro, ti ritrovi i colleghi a farti dispetti, parlare male e poi ritrovarti messo alla porta dal capo come se avessi fatto chissà cosa. Dall'altra fare come fanno i colleghi a lavoro dando al lavoro svolto poca importanza e vivere così una vita lavorativa non appagante.

    Dopo aver scoperto che sono Asperger anche senza una diagnosi ufficiale che sto cercando di fare, oggi come oggi, in ogni posto di lavoro d'ora in poi, vorrei mettere in chiaro da subito "chi sono", "come sono" e "come lavoro" per prevenire qualsiasi ritorsione nei miei confronti da parte di colleghi che potrebbero compromettere la mia vita lavorativa.
  • MarkusMarkus Post: 53
    Non Lo So Se Conviene, io quello a cui sto pensando è trovare una categoria lavorativa che vada "d'accordo" col mio autismo. in questo modo puoi decidere in fasa di colloquio se è il caso o meno. quando mi preparo a un evenienza riesco a scegliere bene anche in velocità se mi sono preparato bene e ci sono al 100 per 100
  • Sì, credo di capire.
    Infatti io ho notato un'offerta non tradizionale e questa volta l'ho detto subito. Comunque prima o poi lo avrei tirato fuori e in passato non sapendolo non l'ho mai detto, e ugualmente non ho mai superato un colloquio e nessun datore ha mai pensato di tenermi a lungo termine. Quindi ho pensato che tanto valeva vedere cosa sarebbe successo a dirlo subito. Non so se mi risponderà e in caso non lo facesse non posso neanche essere certo che sia per il fatto che mi sono rivelato.
    E comunque ad ogni modo sono convinto che non sia tanto il dire o non dire la propria condizione a fare la differenza, ma più che altro come si è complessivamente convincenti a livello di personalità.
    Markus
  • MarkusMarkus Post: 53
    modificato 25 maggio
    notediluca ha detto:
    Sì, credo di capire.
    Infatti io ho notato un'offerta non tradizionale e questa volta l'ho detto subito. Comunque prima o poi lo avrei tirato fuori e in passato non sapendolo non l'ho mai detto, e ugualmente non ho mai superato un colloquio e nessun datore ha mai pensato di tenermi a lungo termine. Quindi ho pensato che tanto valeva vedere cosa sarebbe successo a dirlo subito. Non so se mi risponderà e in caso non lo facesse non posso neanche essere certo che sia per il fatto che mi sono rivelato.
    E comunque ad ogni modo sono convinto che non sia tanto il dire o non dire la propria condizione a fare la differenza, ma più che altro come si è complessivamente convincenti a livello di personalità.
    Si questa la aggiungo alla mia strategia, una volta trovata la categoria lavorativa, cercare di idealizzare la personalità più adatta a tale mansione. Grazie!!!!

    -chiarire le posizioni occupabili come lavoro, capire che personalità possano essere riconosciute adatte anche dal offerente.
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