Un probabile compagno
Ciao a tutti, mi chiamo Mirko ed ho 23 anni.
Scrivo su questo forum per avere un parere su vari tratti che mi hanno portato a considerare il fatto di avere la sindrome di Asperger, ho fatto anche test preliminari online con punteggi abbastanza alti. Per questi motivi sono abbastanza deciso di andare da uno specialista per verificare tutto ciò, ma prima vorrei chiedere un parere (del tutto informale,lo so) a voi per constatare se ho avuto un abbaglio o effettivamente ho forti probabilità di essere Asperger.
A seguire ci sarà un corposo elenco di alcune mie caratteristiche, sono in ordine sparso e casuale perché le ho scritte nel tempo e non ragionandoci sopra per evitare eventuali masking che secondo me ho.
Grazie in anticipo agli eventuali interessati.
A scuola mi sono sempre seduto all’angolo destro della prima fila (un punto cieco), adesso all’università mi siedo sempre all’angolo opposto dell’ultima fila, non mi sono mai seduto in altri posti (tipo in mezzo) e quando non era disponibile quel posto io preferivo tornare a casa. Sono sempre arrivato molto in anticipo o addirittura mangiare in aula pur di prendermi quel posto.
Con il senno di poi ho ragionato sul fatto che aver avuto un amico alle superiori è stato un aiuto fondamentale per andare avanti, non dal punto di vista intellettuale, ma avevo un scoglio sicuro su cui aggrapparmi durante la tempesta.
Spesso adotto dei comportamenti legati alla situazione ed alle persone con cui mi trovo (camaleontico)
Odio i rumori forti, le etichette, i cinturini degli orologi (tipo cordura ecc), le pomate, il sudore, essere bagnato, stare in mezzo alla gente (piazze o uscire il sabato sera). Mi da un sacco fastidio la luce, spesso dopo gli esami (anche scritti) ho forti mal di testa e dolore agli occhi tanto da causarmi svenimenti (certe volte causati anche dallo stress mentale che provo durante gli esami per troppi input).
Ho degli interessi o hobby non comuni in cui mi immergo completamente. Questi interessi possono finire dopo ore o anche dopo anni.
Quando cammino per strada fingo di parlare al telefono perché mi sento strano a camminare e sostare con tanti sconosciuti senza fare niente.
Mi piace molto stare da solo ed ho bisogno di avere dei momenti solo con me stesso, anche quando sono con la mia ragazza dopo un po’ ho bisogno di mettermi al lato del letto a fare le mie cose. Alcune volte ho il desiderio di stare con altre persone (avendo difficoltà a trovarle) e quando ci riesco dopo un po’ sento il bisogno di smettere, vuoi per incompatibilità o per noie varie.
Da piccolo stavo ore ed ore nel retro del negozio a guardare documentari sugli animali con un pazzo.
Ogni anno i professori mi notavano per qualcosa in particolare (tabelline, costruire con la carta stagnola una nave fenicia durante la spiegazione sui Fenici)
Ho avuto difficoltà a sviluppare il linguaggio quando ero piccolo
Odio lavare i piatti e venire a contatto con cose umide, detesto sentirmi sudato come una vera e propria fobia.
Mi sento costantemente osservato e giudicato, non riesco proprio ad essere me stesso e mi costringo a mascherarmi. Pur di non perdere amicizie (non ho più amici stretti ma solo occasionali conoscenti) ho modificato il mio carattere ed i miei modi di fare fino a perdere quasi del tutto i comportamenti che mi rendevano felice ed anche più stimolato intellettualmente.
Il fatto di non voler più parlare di cose inutili, ma ricercare qualcuno con cui parlare che mi sproni (infatti ho sempre avuto amicizie con persone più grandi) mi ha portato a preferire la solitudine.
Non lascio fuoriuscire le mie emozioni, non rido di gusto ma tendo a sorridere non sapendo poi il tempo corretto per smettere quindi lo calcolo nella mia mente per sembrare più naturale, in realtà vorrei solo fare un leggero sorriso e smettere istantaneamente. La cosa è stata molto notata da tutti, soprattutto da mio padre e abbiamo avuto una discussione (gli dò l’impressione di uno che non si interessa).
Ho imparato praticamente tutto da autodidatta, ad andare in bici, tutti i miei hobby, non sono mai stato aiutato a scuola (ci andavo anche da solo), mi davo punizioni e mi rimproveravo spesso da solo (non per autolesionismo ma per correggere i miei errori).
Se una cosa non mi attira ho difficoltà ad imparare, se invece nutro un forte interesse mi isolo in quella passione ed imparo molto in fretta raggiungendo subito qualità medio/alte. Raramente mi è capitata qualcosa che io non abbia capito infatti so fare molte cose o comunque ho un’infarinatura generale.
Ragiono in una maniera completamente diversa da tutti, del tutto obliqua, il che mi porta spesso a trovare soluzioni che gli altri non trovano. Purtroppo questo ha un lato negativo perché mi trovo molto meglio a studiare o a fare cose da solo, non riesco a performare davanti ad altre persone. Non ci riesco sia per imbarazzo oppure per il fatto di modificare i miei modi di fare o di ragionare perché spesso mi hanno dato dello stupido perché ragionavo in maniera non comprensibile per gli altri.
Voglio avere tutto sotto controllo (nel senso di non perdere di vista persone o tentare di pensare a quello che pensano di me o come gli appaio) il che mi porta tantissime distrazioni e stanchezza, non performando alle interrogazioni oppure mentre parlo con persone, mi perdo proprio nella mia mente è non riesco a ragionare.
Sono praticamente il punto di riferimento di molte persone, in particolare della mia famiglia. Tutti mi raccontano tutto e vogliono miei consigli. Al contrario, io non riesco a raccontare nulla.
A proposito di ciò, sono stato spesso ritenuto troppo cinico perché raramente do sostegno morale ma mi incentro sul dare soluzioni o modi di uscirne.
Mi hanno sempre detto che ragiono da sempre come se fossi più grande, anche da piccolo. Infatti certe volte sono stato chiamato con il nomignolo esclusivamente siciliano di “vecchiu” (in senso positivo).
Non so organizzarmi e spesso non riesco a rientrare nelle scadenze degli esami universitari.
Tendo a tirare la barba ed anche a staccarmela, mi mordo il labbro interno, dondolo costantemente con il piede, sfrego spesso le dita quando sono in pubblico. Spesso a tavola faccio roteare i bicchieri, stringo forte e faccio forme con i tovaglioli, spezzetto le molliche del pane fino a quando non posso farlo più perché troppo piccole. Quando parlo al telefono devo necessariamente camminare, anche girando attorno ad un tavolo.
Quando al telefono parlo di cose serie o di quello che penso tendo a fare smorfie per stemperare la tensione.
Se devo concentrarmi su un discorso preferisco non avere contatto visivo diretto. Ho imparato con il tempo a guardare negli occhi ma faccio calcoli nella mia mente per capire quando distoglierlo per non essere troppo insistente, il che mi porta a non concentrarmi.
Credo che ormai con il tempo io abbia avuto la capacità di mascherare i miei comportamenti osservando analiticamente gli altri, il che mi porta a non essere completamente cosciente della mia situazione e per questo ho deciso di chiedere su questo forum.
Commenti
Io ho passato le superiori letteralmente seduta fuori dalla finestra. Era un vecchio edificio con le mura spesse e quindi il davanzale era comodo per stare in posizione... Semiassisa? Cioè con la schiena poggiata su un lato della finestra e i piedi sul davanzale in modo da poter scrivere col quaderno poggiato sulle ginocchia , tipo quando si fanno gli addominali con la gambe piegate.
All' università ero più rilassata, una massa di estranei puoi anche fare finta che non ci siano.
Al contrario di te io sono di quelli che hanno parlato presto ed hanno la "parlantina" fino a far annoiare la gente a morte senza però essere logorroica: quando mi accorgo che non mi stanno più ascoltando smetto, anche in mezzo ad una frase. E nessuno se ne accorge. 🤦
Mi sono beccata il soprannome di Wikipedia