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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

mi presento

salve a tutti, vi scrivo dalla Sardegna, sono qui perchè ho letto discussioni di argomenti interessanti e probabilmente per me utili. Quando non lavoro mi piace cercare informazioni su molti argomenti di questo mondo e dicono che faccio molte cose. Principalmente il tempo libero mi piace impegnarlo nei lavori in giardino, passeggiate, uscite con la mtb, e al poligono. Mi considerano persona molto riservata e a dire il vero, al di fuori del lavoro, non incontro molte persone per parlare.
Grazie e complimenti per il forum.

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Commenti

  • MartinMartin Post: 75
    Chiedo se possibile un vostro cortese aiuto. Torno qui dove ho lasciato tanto spazio vuoto perché, lo so, con le presentazioni non sono stato mai molto bravo. Avrei bisogno se possibile, di un vostro parere come nuovi amici. Nelle discussioni di questo forum che si sono succedute negli anni, ho letto qualcosa riguardo ai test che le persone hanno fatto. Il mei dubbi e perplessità riguardano proprio i test. 

    Per colmare il vuoto che ho lasciato vi racconto come sono arrivato ai test e tutti gli aneddoti. 

    Ecco i fatti. 
    Qualche anno fa ho conosciuto una persona che affermava di essere autistica e per la precisione usava la parola spettro. Fino a quel momento assocciavo il termine autismo con una condizione invalidante. Molto tempo prima, per cinque anni, avevo lavorato in un istituto come operatore socioassistenziale che ospita persone non autosufficienti con patologie psichiatriche. Ho conosciuto molti ospiti con autismo, spesso accompagnato da altra patologia. Il mio lavoro consisteva nell'aiutare come ausiliario gli operatori sanitari e avevo mansioni solo esecutive. Ho bei ricordi di questo lavoro per il tipo di rapporto, subito instaurato, con gli ospiti e adesso posso notare in particolare gli autistici, che spesso erano restii a rispondere alle richieste dei colleghi. Ricordo sempre una persona che quando si rendeva necessario spostarsi da un ambiente all'altro la faceva difficile, quindi i colleghi venivano a chiamarmi o mandavano qualcuno, e allora io mi avvicinavo porgendo la mano per accompagnarla in un altro luogo. Lo stesso succedeva anche con gli altri ospiti, per esempio quando rifiutavano il pasto oppure quando mi domandavano qualche favore. Non ricordo mai di aver avuto problemi con nessuno di loro. Non ho avuto mai conferme, ma potrebbe essere che in qualche modo, loro avessero percezione di qualcosa, visto che mi davano la possibilità di poterci intendere e comunicare con un gesto, oppure solo con lo sguardo. Con le altre persone invece di solito vedo che notano o espressione tranquilla o sguardo contrariato o triste.
    Da parte di qualche collega c'era a volte anche qualche allusione su questo rapporto con gli ospiti, in tono scherzoso certo, non offensivo.
    Nel tempo si é verificato anche il caso di cugini nati con autismo, e tempo dopo, a seguito di accertamenti, la diagnosi della madre. Tornando ora alla persona che avevo conosciuto con diagnosi dello spettro autistico, ero rimasto un po' cosi, in essa non vedevo nessun tipo di problema, per di più, particolari nella sua personalità, nel modo di pensare, di fare, i problemi che aveva dovuto affrontare, etc. erano caratteristiche che potevamo avere in comune, insomma mi ci rivedevo. Da quel momento mi sono interessato alla questione, ho preso informazioni soprattutto attraverso internet e, un poco incuriosito e un poco preoccupato, sono arrivato ai test. Verso i primi tre mesi del 2021 ho fatto per la prima volta un test su internet con risultato che mi ha lasciato ancora più perplesso. Siccome di solito non mi fido, e ho l'abitudine di ricontrollare le cose, sono andato su altri siti, tra cui Neuroscapes e ho rifatto il test. Il risultato in sostanza non é cambiato (ripetuto anche su un sito in lingua inglese, ma non chiedetemi il motivo). Valori sopra la soglia, molto probabilmente asperger. Nel leggere altri articoli nelle settimane successive, la preoccupazione calava, però a fine novembre 2021 ho fatto nuovamente i due test. Questa volta con la presenza di una persona che mi conosce da anni, e che sapeva bene anche come dormo. Volevo verificare se rispondevo in modo giusto alle domande. Alla fine il risultato non é cambiato molto ma, a  confronto con quelli che ho potuto vedere nelle discussioni all'interno del forum, mi pare che il punteggio ottenuto sia troppo alto, soprattutto il RAADS-R. Troppo alto considerando la mia situazione personale. 
    Ho fatto tutti i test disponibili su Neuroscapes, e dove era previsto, la tendenza conferma spesso i tratti dello spettro. Qui riporto però i risultati dei due test che mi interessano. AQ ripetuto anche ad agosto 2022 con identico punteggio.

    AQ test
    Il tuo punteggio Aspie e': 139
    Il tuo punteggio neurotipico e': 89
    Sei molto probabilmente neurodiverso

    Test RAADS-R risultato totale 173.0
    linguaggio 14.0 sociale 83.0 sensoriale 34.0 interessi circoscritti 42.0


    Cosa potete dirmi in merito? 

    Essendomi impegnato nel cercare di smussare gli spigoli della mia personalità, sarebbe utile rifare i test per esempio questi giorni?
  • FraxoFraxo Post: 454
    modificato 28 novembre
    Arrivo subito a darti un pensiero di conforto e un parere personale fatto da una persona che non è nulla e nessuno. Le conferme che cerchi possono dartele solamente gli specialisti che hanno studiato la materia e hanno nelle mani "il potere" di dirti quello che sei a pagamento ovviamente, perché pochi e nessuno fanno le cose per carità o altruismo. Detto questo, volevo precisare ancora che, in questo mondo, "secondo me", non esistono neuro tipici, tutti sono affetti da qualcosa se andassero a farsi fare una (neuro)diagnosi, poi ci sono alcuni specialisti che non sanno o ragionano differente e ti dicono che non hai nulla, altri invece che hai tutto, è un po' strana la psicologia come sono anche un po' strani quelli che la praticano; ma ce n'è bisogno.

    Te sei quello che sei e che sei sempre stato, la diagnosi serve per capire come gli altri ti vedono realmente, in quanto, nel tuo piccolo, il tuo modo di vivere rientra tra le "tue" normalità; quindi una diagnosi serve solamente a giustificare vari ed eventuali pregiudizi che le persone intorno a te potrebbero esercitare e magari anche per te a capire perché non arrivi a determinate cose mentre invece con molta semplicità arrivi ad altre dove gli altri non arrivano.

    Io per esempio non mi sono mai spiegato perché fossi così sensibile, anche gli amici che ho avuto me lo dicevano e mi chiedevano come è possibile che prendo sul serio tutto e difficilmente mi butto le cose alle spalle; io invece mi sono sempre domandato perché loro non prendevano quasi nulla sul serio e si buttavano dietro le spalle ogni cosa tra cui anche quelle più importanti... boh. Questo a quanto pare rientra tra le neuro diversità che formano anche il carattere, il modo di essere e di affrontare le cose.

    Uno direbbe, ma cosa cambierebbe ad avere una diagnosi che accerti questo oppure no, quando si sa benissimo di essere diversi dagli altri?
    La risposta è semplice, perché a tanti non piace essere diversi, ma piace essere uguali o migliori, c'è chi ostenta quello che non ha, chi fa masking, chi non si piace e vorrebbe essere altro... quindi immaginati una persona che si accetta, a cui le sembra normale essere quello che è, cosa accade quando si trova in mezzo a tutti questi che praticamente... te lo devo proprio dire ?

    Quindi la diagnosi ha varie funzioni, del tipo, "sono così, eccolo scritto su carta non scassatemi le balls!" Oppure "Non ce la faccio a fare determinate cose perché sono così come scritto in questo pezzo di carta." Oppure, "ecco perché sono sbagliata/o sono nato con questa patologia, voglio cambiare ed essere come gli altri!" Oppure, "Ora che ho la diagnosi finalmente ho la conferma!" Eccetera.

    La diagnosi è più uno strumento usato dal paziente(adulto) per dargli conferme o per utilizzarlo nella società che altrimenti non lo giustificherebbe per certi comportamenti "atipici". Tanti che rientrano nello spettro nemmeno riescono a farsi sgamare che in realtà sono atipici, si adattano e acquisiscono modi di fare tipici emulando gli altri, proprio per questo penso che di neuro diversi come noi ce ne siano un fottio li fuori e che le rarità in realtà siano quelli chiamati neuro tipici, i quali per accertarsi che lo siano, sarebbe richiesta una diagnosi pure per loro, ma non ne hanno bisogno, perché se segui il fiume e ti lasci trasportare dalla corrente, alla fine dei conti puoi apparire come tutti gli altri naviganti e sembrare "tipico". 

    Ps: Parabola finale.

    "Viviamo in una società d'ipocriti, da un lato si combatte per accettare le diversità, dall'altro, sempre gli stessi, combattono chi non si conforma. Siamo una razza di scemi che vive in costanti paradossi e paradigmi."
    L'amore è un sogno e chi lo possiede non potrà mai riceverlo, perché è solamente suo, quindi lo potrà solamente donare, tutto il resto sono solamente chiacchiere. (B y mE!)
  • maddi70maddi70 Post: 303
    ciao, ti capisco benissimo, io ho fatto la psicologa  e l'educatrice in vari settori. Come te non avevo problemi coi pazienti ma mi ritrovavo spesso da sola quando si trattava di interagire coi colleghi. Senza cattiveria da parte loro, non sto bene nei gruppi e ho avuto sempre certe stranezze che, fino a un po' di anni fa, non si collegavano all'autismo se non c'erano forti disabilità o caratteristiche da basso masking e livello per lo meno 2 se non 3, diciamo. Oggi, parlando di spettro, rientro anche io e con un buon punteggio! E ho rifatto i test più volte. In una prima fase, tanti anni fa, avevo fatto diversi test Myers Briggs e risultavo sempre intp, ma era solo un tipo più raro di personalità, qello non è  un test diagnostico. Poi in effetti la personalità intp assomigliava molto all'autismo. Credo che di test online ne hai fatti abbastanza, forse potersti leggere un po' di articoli e libri, io sto leggendo adesso Temple Grandin, poi se proprio vuoi toglierti ogni dubbio puoi cercare una diagnosi da uno specialista, che però deve essere bene informato, perchè, lo dico da psicologa e psicoterapeuta, mediamente non lo siamo su adulti e spettro, anche i corsi che vedo in giro, per la mia categoria, sono sui bambini e sulla didattica utile per farli migliorare nel contesto scolastico. Quindi non ti spaventare, io sono felice di capire meglio certe cose, per esempio sul sovraccarico, mi comportavo in modo strano in certe situazioni e non capivo perchè. Ora posso forse trovare delle strategie per affrontarle. Non ho ancora fatto uan diagnosi ufficile, per due motivi, non creo che nella mia zona ci siano colleghi esperti di questo campo e poi è costoso e non sto lavorando. Se vai d aun non esperto ti può dare del depresso o dell'ansioso ma, per esempio, io conoscendo acnhe le diagnosi non mi ci trovavo appieno. Ansia sociale? Io faccio esibizioni in pubblico, parlo in pubblico e pure con piacere, qualcuno potrebeb pensare che sono esibizionista e non temo il giudizio altrui, eppure con più di 3 o 4 persone a una cena posso chiudermi e la mente va da un'altra parte, mi sento confusa, non giudicata male. 
  • MartinMartin Post: 75
    modificato 28 novembre
    @Fraxo Non penso che tu sei nessuno. Ho fatto appello agli amici, tu hai risposto e te ne sono grato. Il tuo ragionamento é simile al mio.
    Mi sono sempre chiesto cosa sia la normalità.
    Quando al lavoro mi é capitato di parlare con qualche collega dicendo che ci sono molte probabilità che io rientri nello spettro autistico, la risposta che ho avuto é stata: "ma se sei l'unico normale qui!"
    Forse ha ragione il personaggio di un film in cui afferma che la follia alle giuste dosi é la medicina per il mondo, ma ricordo anche Edgar il quale disse che quando il pazzo sembra perfettamente normale allora bisogna ricorrere alla camicia di forza.
    Pertanto cosa si intende per normalità? 
    Mi hanno sempre detto che sono strano e io quasi ne ho fatto un moto e devo dire che ha il suo successo. 
    Per la diagnosi non é problema di soldi, ma non mi conviene farla perché potrebbe, e sottolineo potrebbe, darmi qualche noia, poiché so che ci sono tanti ignoranti.
  • MartinMartin Post: 75
    quindi dopo 2 anni esatti ho fatto su Neuroscapes il test RAADS-R e il risultato è stato di 139 su 240, due anni fa è stato di 164,
    minore la differenza del test AQ 34 su 50 il precedente di 15 mesi fa era a 37.

    Sempre oggi ho fatto nuovamente anche il test Aspie-Quiz sul sito rdos.net con un risultato migliorativo:
    punteggio Aspie (neurodiverso) e': 112 di 200
    punteggio neurotipico (non-autistico) e': 115 di 200
    Sembri avere sia tratti neurodiversi (Aspie) che neurotipici
    Due anni fà il risultato è stato di 139 e 89

    penso che il cambiamento di lavoro abbia contributo più di tutto, visto che da qualche anno svolgo un lavoro a contatto con il pubblico e nei precedenti stavo più che altro al backoffice. 
  • riotriot Post: 7,064
    come la definiresti la tua attuale modalità d'interazione col pubblico?
  • MartinMartin Post: 75
    riot ha detto:
    come la definiresti la tua attuale modalità d'interazione col pubblico?
    Se ho compreso bene la domanda (spero di si), risponderei <<benvenuto, accomodati e dopo se vuoi ci prendiamo un caffè>>. Nell'interagire con i clienti, inizialmente seguo uno schema, che ho costruito in base a ciò che ho appreso in passato da altre persone quando lavoravo negli uffici interni. Questo serve al cliente per avere informazioni sui servizi, e a me per avere il tempo di capire un po' chi ho davanti, a fare conoscenza. Fin qui é come recitare una parte più o meno sempre uguale con qualche variante al bisogno, elimina lo stress e mi fa stare più sicuro. Nella fase successiva seguo l'impostazione che danno le persone, ci sono quelle che stanno per conto loro più riservate, e altre più aperte a cui piace parlare. Quest'anno ho preso l'abitudine di usare a fare domande per stabilire un rapporto più amichevole quando dall'altra parte si mostra disponibilità. Ho a che fare con tante persone diverse, di ogni tipo e da tutto il mondo, vedo anche tanta gente "strana", questo può far sembrare la cosa più difficile e i colleghi a volte si stressano, al contrario per me é abbastanza normale. Quest'anno c'è stata anche una signora che, andando via, mi ha salutato con un abbraccio, io sono rimasto un po' bloccato in quel momento, però dopo quando ci ho pensato mi ha fatto sorridere e ho raccontato a qualche collega la scena divertente. Il primo anno che ho iniziato questo lavoro ammetto che lo vivevo con un po' di ansia, tra l'altro non é neanche il mio mestiere, adesso mi sento un po' più tranquillo, e insegno anche ai nuovi colleghi.
  • LixxyLixxy Post: 379
    Interessante.
    Al contrario io ho chiuso con tutti i tentativi di avere relazioni affettive e contemporaneamente ho tagliato una serie di "amicizie" che mi facevano solo soffrire. E il mio punteggio a distanza di un anno è drasticamente peggiorato.
    Evidentemente il masking è anche terapeutico. 
  • maddi70maddi70 Post: 303
    comunque hai rapporti con diciamo una persona alla volta. Credo che ci siano situazioni sociali che fanno star bene ma non sempre si riescono a trovare. Io stavo bene finchè facevo colloqui che conducevo io in uno studio sufficientemente silenzioso, ecc. C'era una fatica ma piacevole. Anche fare corsi mi faceva star bene, è invece  buttarmi lì, nella mischia, senza un ruolo o mansione precisa, da contrattare però con le persone intorno a te, senza capire con chi parlare  e scoprire ogni volta che hai sbagliato a prendere l'iniziativa o a non prenderla,  che mi da il panico. Mi sembra di essere nel paese al di là dello specchio con Alice, ricordo ancora da bambina che avevo letto che quando Alice aveva sete le davano un biscotto secco da mangiare  e non poteva dire che era illogico perchè lì era tutto al contrario
  • MartinMartin Post: 75
    Non riesco ad essere breve perché i fattori da prendere in considerazione sono tanti. Se avessi potuto scegliere certamente avrei proseguito nello svolgere lo stesso lavoro, dove stavo più che altro da solo, e avendo a che fare con un numero limitato di persone. Purtroppo qui la possibilità di scelta quasi non esiste e diciamo anche che sei fortunato se hai un lavoro.
    Non nascondo che da sempre, e quindi anche con il precedente tipo di lavoro, ho avuto problemi e cortocircuiti a causa di incomprensioni e difficoltà a sopportare certe situazioni personali.
    Non ho ancora ben compreso a fondo il masking, l'ho scoperto leggendo le vostre discussioni. Io parlerei più di adattamento, attraverso un processo di apprendimento, di resilienza della persona attivata dalla necessità. E anche desensibilizzazione che ho scoperto molto tempo fa. Faccio un esempio personale: al tempo mi resi conto che avevo paura delle altezze non protette; non avevo paura di stare in un punto alto se c'era una ringhiera o una protezione, ma se questa mancava, e il tutto dipendeva solo dal mantenere l'equilibrio, allora la situazione mi faceva stare male. Volendo vincere questa cosa ho iniziato ad espormi all'evento che mi procurava ansia e paura. Non la descrivo nei dettagli perché non é da fare e non consiglio a nessuno di farlo. Voi direte che é da pazzi e avete ragione, lo disse anche il mio psicoterapeuta, aggettivandomi con un termine appropriato. Ho proseguito questa esperienza molte volte e, guardando l'orologio, incrementavo di volta in volta il tempo di permanenza. Fino a quando non ho raggiunto il livello di tranquillità desiderato. In tempi successivi durante un'escursione in montagna ci siamo ritrovati ai piedi di una vetta che si poteva raggiungere con una breve rampicata sulle rocce che però si affacciava su un'altezza di 300 metri circa. Solo in due abbiamo raggiunto quel luogo, gli altri sono rimasti al loro posto. Avevo imparato a fare una cosa che prima mi metteva a disagio.

    Penso che sia un po' come i bambini che salgono per la prima volta in bicicletta, chi più chi meno, tutti hanno un po' paura, e sono emozionati. Tutti cadono le prime volte, ma dopo, quando hanno imparato, si divertono pure. C'è poi chi sulla bici non ha mai provato a salire e a più di cinquant'anni non ci sa ancora andare. Credo di poter applicare lo stesso schema di funzionamento anche per questo attuale lavoro. Inizialmente c'erano situazioni che mi creavano dei problemi, mi é capitato di cadere qualche volta, di provare sofferenza, ma col tempo, lentamente, ho imparato e mi sono adattato, anche se non penso di poter mai avere la disinvoltura che hanno gli altri colleghi nell'interagire con le persone in diverse situazioni.

    Questo mi porta a descrivere un altro fatto di alcuni anni fa. Ho partecipato ad un progetto di gruppo durato circa sei mesi in cui dovevamo acquisire competenze nella programmazione e attuazione di un'attività per accompagnare le persone a visitare e conoscere luoghi di interesse storico o ambientale. Ebbene mentre quasi tutti con disinvoltura, in breve tempo, riuscivano a raccontare agli interlocutori le cose imparate, per me fare questo é sempre stato difficoltoso. Al contrario nel lavoro di raccolta delle informazioni, di inserimento di questi dati su file nel computer, classificazione di questi denominandoli secondo uno schema di codifica standardizzato, composto da lettere e numeri, che permette di conservarli in cartelle con un determinato ordine e che consente di identificarne il contenuto e il riferimento ad un preciso punto di interesse; ebbene in questo compito, nella mia squadra composta da 8 persone circa, praticamente soltanto io sono riuscito a svolgere questo tipo di lavoro, da solo, al computer di casa mia e in cinque giorni, per poter recuperare tutto quello che non avevano fatto gli altri membri. Per me non é mai stato un problema riuscire a stare davanti ad un pc per molte ore anche se il lavoro può sembrare ripetitivo. 

    Penso sia meglio che ognuno nel lavoro e nella vita possa esprimersi al meglio per le proprie capacità e abilità, ciò sarebbe di sicuro un vantaggio per l'individuo e per la società in tutti i suoi campi. Purtroppo devo constatare che questo da noi succede raramente, e per quelli come me le difficoltà e la fatica sono sempre elevate al quadrato.
  • maddi70maddi70 Post: 303
    capisco, tra l'altro anche io ho paura delle altezze se non c'è una protezione (ma mi sono limitata a fare pole dance e penzolare  a testa in giù tenendomi con le caviglie 😂!) e lavoro bene da sola. Penso che il masking, per molti, sia come dici tu, un adattamento, un superamento delle difficoltà che però deve rispettare dei limiti. Sennò ti esaurisci. Io temo di essermi esaurita e ormai sento il bisogno di fuggire molto prima. Io so che posso sopportare tutto, dipende per quanto tempo, anche dei ceffoni se è per pochi secondi, e ho sempre l'orologio per controllare il tempo. Ora il mio cronometro è decisamente ristretto. Diciamo che, se ti esponi da solo alla paura, come hai fatto con le altezze, e ne hai il controllo, ottieni assefuazione  puoi superare certe cose, ma se ti trovi esposto all'improvviso, senza poter controllare la cosa, il tempo, rischi di ottenere l'effetto contrario,  l'avversione e il trauma. 
  • MartinMartin Post: 75
    @maddi70 sono d'accordo, possono modificare qualcosa ma non diventare un'altra cosa, un'altra persona. Se mi guardo intorno, sinceramente, questo non lo vorrei proprio. L'interazione presuppone che ci siano più soggetti, e non é scritto da nessuna parte che devo essere sempre io ad adeguarmi e andare incontro agli altri. Quando é cosi, quando me ne rendo conto, allora faccio come ho sempre fatto .... lascio perdere.
  • MartinMartin Post: 75
    A proposito di essere un'altra persona .... É successo poco fa per strada che mi scambiano per qualcun'altro ed é già la seconda volta questa settimana. Che cosa é questa cosa?
    Cmq @maddi70 mi piace che ti sei sentita come Alice  =)
  • maddi70maddi70 Post: 303
    e ho letto Alice "al di là dello specchio" invece del paese delle meraviglie, sempre le cose diverse devo fare io!😂
  • MartinMartin Post: 75

    É sempre lei....., adorabile, dolce, curiosa e ingarbugliata Alice, che cerca di trovare un senso logico in un mondo irrazionale. 
    Alice!!! Dove sei?  😍
  • maddi70maddi70 Post: 303
    Povera ragazza! Eppure tante volte pensi che fosse molto realistico! La gente viaggia per avere nuove esperienze, ma basta davvero poco, una riunione di condominio e ti trovi addirittura in una dimensione parallela! per questo non ci vado se non c'è almeno un Cappellaio Matto!🤣
  • MartinMartin Post: 75
    maddi70 ha detto:
    Povera ragazza! Eppure tante volte pensi che fosse molto realistico! La gente viaggia per avere nuove esperienze, ma basta davvero poco, una riunione di condominio e ti trovi addirittura in una dimensione parallela! per questo non ci vado se non c'è almeno un Cappellaio Matto!🤣
    Tanto reale da sembrare vero, che magari vero lo é pure, date le cose che girano al rovescio in questo mondo. Anche io, che non mi stanco di seguire le tracce del bianco coniglio, il quale per errore probabilmente ho scambiato per mio cupido, non andrei a una riunione di condominio e a nessuna riunione senza la compagnia di Alice, e senza aver prima indossato uno dei cappelli che tengo nella mia piccola collezione; sarei meno agitato nel dover votare, a favore o contro, riguardo a tutti quei conti, fatti dagli abitanti del palazzo, dove quattro volte cinque fanno dodici, e quattro volte sei fanno tredici...... allora si che mi sentirei come il cappellaio matto. Quindi dato che io ho bisogno di Alice, e a te ti sembra di essere Alice, e a me sembra di essere il Cappellaio matto, e tu hai bisogno di lui, siccome due più due dovrebbe fare sempre quattro, se ne deduce che potremmo stare benissimo insieme.... a tutte queste riunioni. Ora, cara dolce Alice, se abbiamo compreso bene lo schema della situazione, puoi vantare il fatto di aver ricevuto le avances, corteggiamento, flirts, o altro nome si voglia dare, più logiche, razionali, che il mondo abbia mai visto. E dato che a questo mondo, non può esistere nulla se non é complicato, tutto ciò potrà di certo essere considerato strambo, o assurdo, perché, come nel paese delle meraviglie, l'osservazione del Cappellaio  pareva non avere alcun senso, anche se egli parlava correttamente. 
  • LixxyLixxy Post: 379
    Io sono il Cappellaio Matto. Per questo tutti alle prime tutti mi amano, poi capiscono che non ci faccio : ci sono ! 🎩🤷
  • maddi70maddi70 Post: 303
    Potrei vantarmi perchè non ci sarebbe nulla di più bello di aver incontrato un cappellaio matto che sa tenermi nascosta nel cappello, se serve, o non si stupisce se improvvisamente divento alta tre metri e magari si potrebbe cercare insieme di capire tante cose, anche dove portano certe strade dalle quali non passa nessuno perchè tanto non vanno in nessun posto importante... e invece chissa! Mi son sempre chiesta a cosa servono le cose cui nessuno presta attenzione, perchè, ogni volta che le ho esplorate sono invece rimasta contenta e ho imparato cose nuove. E poi quando i pensieri si intrecciano come serpenti e non sai più cosa sta succedendo, ci vuole molto coraggio per proseguire con la testa messa così, ci vuole qualcuno vicino, che sappia come tenere in ordine la testa con un elegante cappello. Però questa Alice ha già un po' di anni, certo, a  volte, ringiovanisce, non è tanto quello il problema, però si è persa tante volte ed è così stanca che pensa sempre più spesso di vivere tra le parole e non tra la gente, perchè le lettere, quando le unisci nell'ordine giusto, hanno sempre un senso, per le persone è tanto difficile. I numeri son più dispettosi, ma con una bella strigliata, si rimettono in colonna come soldatini, invece le persone spesso fanno paura. Hanno un aspetto così famigliare eppure vengono ognuna da un pianeta diverso. Ci vogliono molto tempo, pazienza e una buona tuta da astronauta per conscersi bene.
  • MartinMartin Post: 75
    Lixxy ha detto:
    Io sono il Cappellaio Matto. Per questo tutti alle prime tutti mi amano, poi capiscono che non ci faccio : ci sono ! 🎩🤷
    Ma perché? Il Cappellaio matto lo trovo simpatico ed é buono, anche importante che ci hanno fatto un film da poco, che non ho visto, perché di Alice ho letto il libro e ascolto, ogni tanto, l'audiolibro su internet di Aldo Busi, e in questo modo vedo le cose come piacciono più a me.
  • MartinMartin Post: 75
    @maddi70 Mi piace il tuo pensiero e lo condivido. Sei curiosa come Alice allora!!! 
    É vero... ognuno di noi, che si trovi vicino o in una terra molto distante, arriva da un pianeta diverso, con la sua storia alle spalle. Siamo come alieni da scoprire.  :)
    Ogni cosa, ogni storia, come ogni favola ha la sua morale, se si sa trovarla. Mai smettere di sognare, perché un giorno potresti ritrovarti in un sogno talmente reale da sembrare vero e dal quale nessuno potrà destarti.
  • maddi70maddi70 Post: 303
    Martin ha detto:
    @maddi70 Mi piace il tuo pensiero e lo condivido. Sei curiosa come Alice allora!!! 
    É vero... ognuno di noi, che si trovi vicino o in una terra molto distante, arriva da un pianeta diverso, con la sua storia alle spalle. Siamo come alieni da scoprire.  :)
    Ogni cosa, ogni storia, come ogni favola ha la sua morale, se si sa trovarla. Mai smettere di sognare, perché un giorno potresti ritrovarti in un sogno talmente reale da sembrare vero e dal quale nessuno potrà destarti.
    quando ne combino qualcuna mi ripeto: "curiosity killed the cat" e tanto poi lo faccio lo stesso! Dovrei metterlo come motto!
    hai ragione, c'è un tipo di realtà che è solo un sogno terribile, non c'è più nulla da scoprire o trovare.

    @Lixxy, il cappellaio matto è adorabile perchè è vero, se uno lo ama finchè crede che sia finto non ne vale la pena
  • MartinMartin Post: 75
    maddi70 ha detto:

    hai ragione, c'è un tipo di realtà che è solo un sogno terribile, non c'è più nulla da scoprire o trovare.

    Ok, ma intendo dire che noi dobbiamo avere i nostri sogni, bei sogni, e se si realizzano, diventano realtà, non può che essere un qualcosa di buono. 
    Per me é difficile che realizzo qualcosa se prima non l'ho pensata, desiderata, sognata, voluta. Non sarei nemmeno predisposto. Penso che sia così per molti.
  • FraxoFraxo Post: 454
    modificato 3 dicembre
    @Martin , diciamo però che dai tempi dei tempi è risaputo e ancora riecheggia il detto: "Chi sa cosa vogliono le donne è bravo!" Esaminando in maniera logica questa frase si può estrapolare un significato intrinseco che essa contiene, ovvero, che nemmeno le donne sanno ciò che vogliono, nella realtà invece, date le mie esperienze è capitato di vedere per esempio che, oggi vogliono una cosa, domani un'altra, poi sale la luna e un'altra ancora, insomma, c'è del dinamismo che porta un costante combattere per gli uomini contro incognite del giorno che verrà.

    Sempre analizzando con logica praticamente si può dire che Alice sta bene in manicomio dove ogni giorno, ogni momento è una novità differente e guardando al tuo pensiero: "Per me é difficile che realizzo qualcosa se prima non l'ho pensata, desiderata, sognata, voluta. Non sarei nemmeno predisposto." In confronto sembri appartenere a un altra specie avendo tutt'altro pensiero, ovvero, realizzare un sogno per viverlo a differenza di vivere in un sogno realizzandosi.

    Di fatto l'uomo che corteggia è portato a realizzare i sogni della corteggiata, con la speranza poi che un giorno anche i suoi si realizzeranno, ma è raro che vada così(a me non è andata mai così) e fai bene a dire di non smettere mai di sognare, infatti non ho mai smesso di farlo, il problema è che mi sono praticamente ritrovato a vivere nel sogno perché nella realtà non sono riuscito a trovare nessuna compagna che mi aiutasse a realizzarlo, ovvero, una famiglia unita nell'affetto invece che una famiglia formatasi per conformità alla società.
    L'amore è un sogno e chi lo possiede non potrà mai riceverlo, perché è solamente suo, quindi lo potrà solamente donare, tutto il resto sono solamente chiacchiere. (B y mE!)
  • maddi70maddi70 Post: 303
    scusa @Fraxo, ma parla per te, la donna è mobile qual piuma al vento è un po' obsoleta come immagine, e non vale per me  e nemmeno per altre, direi, e visto che in "manicomio" ho lavorato, posso dire che hanno una routine abbastanza monotona, del resto Alice non vive così la storia, nemmeno nel libro o nel film, è solo catapultata in una realtà non comprensibile, sarebbe stato uguale se fosse stato Alicio a trovarsi lì. Il duca che canta la canzone tra l'altro è un seduttore di donne che poi abbandona, dimostrando di essere lui stesso poco costante e sincero. L'uomo che corteggia desidera realizzare i sogni della corteggiata perchè gli viene naturale  e, se ricambiato, verrà naturale anche a lei realizzare i sogni di lui. Io desidero realizzare spesso i desideri degli amici e persino del cane, ricambiano? Non tengo i conti, lo faccio perchè mi fa piacere, non posso nememno dire che mi sveno nè pretendo lo stesso dagli altri, è solo che i sentimenti positivi verso qualcuno ti portano a volerlo vedere felice 
  • LixxyLixxy Post: 379
    Una volta un mio amico mi disse: voi donne siete tutte strane, e neanche strane uguale, tutte strane diverse, quello che vale per una non vale per l'altra.
    E io gli risposi: anche voi uomini siete tutti strani. Il problema è che siete tutti strani uguale 😁
  • FraxoFraxo Post: 454
    modificato 3 dicembre
    maddi70 ha detto:
    scusa @Fraxo, ma parla per te, la donna è mobile qual piuma al vento è un po' obsoleta come immagine, e non vale per me  e nemmeno per altre, direi, e visto che in "manicomio" ho lavorato, posso dire che hanno una routine abbastanza monotona, del resto Alice non vive così la storia, nemmeno nel libro o nel film, è solo catapultata in una realtà non comprensibile, sarebbe stato uguale se fosse stato Alicio a trovarsi lì. Il duca che canta la canzone tra l'altro è un seduttore di donne che poi abbandona, dimostrando di essere lui stesso poco costante e sincero. L'uomo che corteggia desidera realizzare i sogni della corteggiata perchè gli viene naturale  e, se ricambiato, verrà naturale anche a lei realizzare i sogni di lui. Io desidero realizzare spesso i desideri degli amici e persino del cane, ricambiano? Non tengo i conti, lo faccio perchè mi fa piacere, non posso nememno dire che mi sveno nè pretendo lo stesso dagli altri, è solo che i sentimenti positivi verso qualcuno ti portano a volerlo vedere felice 

    Non ho detto che la donna è mobile qual piuma al vento, quello è lo stereotipo, io ho detto che è difficile per molti capirle le donne e dicendo questo non ho espresso alcuna mia incapacità nel capirle. Per quanto riguarda il manicomio era per dire che nell'incertezze nel prendere quello che verrà e che a ogni angolo c'è la novità nel mondo di Alice è praticamente come vivere in un manicomio fatto di persone che non si possono dare per scontate(almeno non tutte) e che se sono li è proprio per la loro imprevedibilità da tenere sotto controllo. L'immagine del manicomio lo so che è brutta, in quanto tra gli anni 50 e 70 succedeva spesso che i mariti ci mandavano le mogli per fargli fare il reboot al cervello(elettroshock) dato che si invaghivano di altri uomini o perdevano interesse nella loro vita di coppia cadendo in depressione, quindi, quella del manicomio è una brutta immagine che è meglio prendere con le pinze non guardandola in questo caso specifico come tutto ciò che è stato, ma solamente come "un modo di dire".

    "L'uomo che corteggia desidera realizzare i sogni della corteggiata perchè gli viene naturale  e, se ricambiato, verrà naturale anche a lei realizzare i sogni di lui."

    Completamente sbagliata questa frase secondo me ed è anche la fonte del pensiero secondo cui(sempre parere personale) le donne idealizzano più degli uomini; la riformulerei così:

     "L'uomo che corteggia vuole realizzare i suoi sogni come naturale che sia e sa che deve farlo per poter ricevere quello che desidera."

    Ecco perché a me non va più di corteggiare, non mi va di realizzare come ho sempre fatto i sogni di qualcuna per poi rimanerci fregato(anche perché non ambisco a quello che la maggior parte degli uomini ambisce solitamente), preferisco di più far nascere un rapporto dove gli interessi, la compatibilità e il rispetto siano il collant che ci unisce; non ho nessuna smania di conquistare, perché non voglio fare mio ciò che già è bello in natura e il mio sogno è che magari sia più una cosa spontanea invece che artefatta non poggiandosi poi sulla base di "preda & predatore" come da sempre è successo nella maggior parte dei casi.

    (Per me Alice può anche rimanere al di là dello specchio, di certo non ci entro per andare a cercarla. {A meno che non sia mia figlia.})
    L'amore è un sogno e chi lo possiede non potrà mai riceverlo, perché è solamente suo, quindi lo potrà solamente donare, tutto il resto sono solamente chiacchiere. (B y mE!)
  • MartinMartin Post: 75
    @Fraxo
    concordo, é capitato anche a me di stare lì a cercar di capire come far felice una persona, e mi sembrava, qualsiasi cosa facessi, di non riuscire mai. Non andava bene una cosa ma nemmeno l'esatto contrario. 
    Però non penso che tutte siano uguali, altrimenti avrei smesso da tempo di cercare Alice in un mondo con tante stranezze. Questo mondo é cambiato é vero, la società, i suoi valori mutevoli, molte coppie in crisi e quindi anche molte famiglie. Ma non bisogna smettere di sognare, di perseguire i propri intenti e desideri. 

    @Lixxy
    questa é bella, mi hai regalato un sorriso e ti ringrazio.  :) Ma non hai conosciuto me ancora! Io sono il diavoletto mandato su questo pianeta per farvi ravvedere. (sto scherzando... ma non ne sono certo)  =)

    @maddi70
    più che di realizzare i sogni della corteggiata io direi voler semplicemente bene, nel senso che, se le voglio bene, significa che voglio il suo bene, e ciò che faccio per lei é finalizzato a questo. Naturalmente se parliamo di una coppia, anche l'altro si sentirà amato diversamente non ci resterebbe assieme. Nella mia mente, quando c'è questo, si é già realizzato buona parte del sogno.
    Adesso non prendetemi per matto che in manicomio ci ho lavorato anche io, anche se oggi hanno un altro nome.  :)
  • FraxoFraxo Post: 454
    Martin ha detto:
    @Fraxo
    concordo, é capitato anche a me di stare lì a cercar di capire come far felice una persona, e mi sembrava, qualsiasi cosa facessi, di non riuscire mai. Non andava bene una cosa ma nemmeno l'esatto contrario. 
    Però non penso che tutte siano uguali, altrimenti avrei smesso da tempo di cercare Alice in un mondo con tante stranezze. Questo mondo é cambiato é vero, la società, i suoi valori mutevoli, molte coppie in crisi e quindi anche molte famiglie. Ma non bisogna smettere di sognare, di perseguire i propri intenti e desideri. 

    Se avessi pensato che fossero tutte uguali, avrei già smesso di sognare da un bel pezzo.
    L'amore è un sogno e chi lo possiede non potrà mai riceverlo, perché è solamente suo, quindi lo potrà solamente donare, tutto il resto sono solamente chiacchiere. (B y mE!)
  • maddi70maddi70 Post: 303
    @Fraxo, ok, avevo capito diversamente il tuo discorso.
    ho messo manicomio tra "" solo perchè non esistono più e quindi non potrei averci lavorato, però ci sono realtà simili. Sono precisa oppure non volevo sembrare troppo vecchia =)
    come dice @Martin, intendevo che se vuoi bene a qualcuno, vuoi vederlo felice e se puoi esaudire un suo desiderio, lo fai, e se dall'alatra parte c'è solo egoismo non va bene. Certo non si limita a questo un rapporto, sennò ci vorrebbe la lampada di Aladino per fidanzarsi ma anche lì, c'erano solo 3 desideri usufruibili. Se non c'è una visione comune non ha senso nemmeno un'amicizia. E' bello fare cose insieme che piacciano ad entrambi ma non sempre è facile, a volte preferisco avere simili l'approccio alle cose, alla vita, ai valori. Se entrambi pensiamo che sia utile e necessario avere hobby autonomi ed è bello confrontare idee e analizzare le cose , io continuerò con i miei, lui con i suoi e magari ci si vede la sera e  ne discuteremo insieme, di come è andata, di come funzionano. Sennò c'è il rischio che x spinge y a giocare a pallacanestro e y lo fa e magari subito lo apprezza. X però ha una passione più forte, y scopre dopo un po' che si stanca troppo o gli viene il ginocchio della lavandaia e la coppia , se si basa solo su quello, rischia di andare in pezzi. Può succedere anche se si conoscono durante una partita e entrambi amano la pallacanestro ma uno si fa male, l'altro litiga con l'allenatore, uno ha problemi di competizione... e quindi non basta avere un hobby in comune, se non ci sono idee prima da condividere
     
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