Difficoltà a gestire i complimenti
Buongiorno, ho un bambino di sette anni. Non è aspie ma è autistico ad alto funzionamento. É molto bravo a scuola, ma quando le maestre gli fanno i complimenti, lui urla e si mette le mani sulle orecchie, oppure prende le mani della sua insegnante di sostegno e si fa carezzare la testa, come per calmarsi. Cosa vuol dire? Come si può affrontare questa cosa? Grazi
Post edited by yugen on
Taggata:
Accedi oppure Registrati per commentare.
Commenti
Attualmente, riesco a TOLLERARLI solo dalla donna che amo. Come il tuo bimbo, mi è accaduto che le Maestre prima e le Professoresse poi, non sapendo questa mia caratteristica, facessero dei complimenti.
La cosa più dolorosa... no DOLOROSA fu quando in secondo superiore, a seguito di un test, io risultai la persona più intelligente della mia classe. Credimi: se mi avessero sparato, mi avrebbero fatto meno male.
Ciò che desideravo era la possibilità di dedicarmi ai miei interessi.
Essere qualificato come Intelligente o altro, significava, nella mia mente di bambino, essere al centro dell'attenzione, essere oggetto di "richieste", molte delle quali "sottintese".
Essere "guardato", essere "considerato", essere oggetto di "domande", mi distoglieva da ciò che amavo. Ed era doloroso, mi faceva diventare rabbioso.
§
Chiedi come si possa affrontare la cosa.
Io sto imparando ad accettarla a quasi 40 anni.
Mi auguro, davvero, che il tuo bimbo riesca a superare questo problema molto prima di me.
Io credo di aver capito perché io mi emoziono così tanto con i complimenti al punto di non volerli sentire. Credo sia perché fraintendo la dimensione di quello che mi stanno dicendo con quel complimento nella testa di chi me lo fa, vedo solo il complimento e non lo metto dentro un'immagine più ampia di quello che pensa e vuole esprimere quella persona. Per me è un problema quindi di *comunicazione*, di mio fraintendimento, di mia mal interpretazione di quello che c'è nella testa altrui, non metto il complimento all'interno di una big picture che è l'immagine che hanno quelle persone di me e le loro intenzioni, ad esempio non vedo che le loro intenzioni con quel complimento sono anche di darmi piacere/soddisfazione, mentre io lo prendo troppo sul serio, alla lettera.
Per quanto mi riguarda dunque nella mia infanzia per comunicarmi correttamente un complimento le persone avrebbero dovuto spiegarmi anche per filo e per segno la big picture e il contesto di quel complimento ovvero esplicitare la relazione fra quel complimento e tutte le loro altre considerazioni. Esempio, al posto di dire: "ma che bello che sei! ma che begli occhi che hai!" innanzitutto avrebbero dovuto usare un tono più pacato, ovvero dire pacatamente "tu sei bello e hai dei begli occhi.", senza punti esclamativi. Questo almeno mi avrebbe emozionato di meno e quindi infastidito meno. Secondariamente avrebbero dovuto spiegarmi il perché mi stanno dicendo quella cosa: "perché mi stai dicendo che sono bello ed ho dei begli occhi? perché vuoi per forza farmelo notare in questo momento visto che non centra nulla con il filo del discorso dell'attività che stiamo svolgendo? non lo capisco!". La risposta è che le persone, gli NT, vogliono *darti piacere* vogliono blandirti, vogliono regalarti una soddisfazione, vogliono premiarti. Ecco, per me questo era incomprensibile, anche perché per me un premio fatto "in parole" è inconcepibile, per cui uno me lo doveva dire "le mie intenzioni nel manifestarti il fatto che sei bello e bravo sono quelle di darti piacere e premiarti". Terza cosa, avrebbero dovuto darmi la dimensione che aveva quel complimento nella loro testa, perché io lo prendevo in modo *assolutistico* ovvero lo vedevo come una svolta improvvisa nella mia vita, come se quel complimento implicasse che da quel momento le persone mi avrebbero venerato e mi avrebbero da lì in poi dato chissà cosa. Invece no, alle persone non frega nulla della tua bellezza e dopo 5 secondi se la dimenticano, non la ritengono così importante perché hanno in testa milioni di altre cose, il peso di quel giudizio è a livello di minuzia visto nella big picture di tutti i loro pensieri, mentre io lo vedevo come la cosa che avrebbe influenzato di botto enormemente i loro comportamenti verso di me, o comunque come una cosa che mi avrebbe cambiato la vita, della serie "e quindi se sono così bello come mi stai esageratamente esprimendo, cosa mi merito? mi stai dicendo che d'ora in poi salirò sul trono delle migliori persone del pianeta che verranno venerate e considerate superiori per il resto dei loro giorni?". Io lo prendevo a grandi linee così, non lo ridimensionavo, quindi le persone avrebbero dovuto aggiungere: "il fatto che io ti consideri bello conta in realtà poco per me".
Insomma, a me questi complimenti, per capirli, avrebbero dovuto essere fatti spiegandomi proprio *tutto* quello che sta intorno a quelle (esagerate) parole.
Con il tempo ho imparato a non rifiutarli quando erano rivolti a qualcosa di specifico e ben delimitati.
Ancora oggi nutro una forte diffidenza verso i complimenti, ma con una reazione diversificata in funzione dell'origine, del contesto, dell'oggetto e dello stile del complimento. La mia reazione di fronte ad un complimento che ritengo immotivato, fuori luogo o per il quale non comprendo la reale motivazione che ne è all'origine è un "congelamento" immediato.
Quando ero bambino vivevo il complimento come una sorta di violenza nei miei confronti.
Per il tuo bambino Cristy provate ad esporre i complimenti in maniera sobria: potrebbe funzionare meglio. "Ottimo lavoro" e non "Uuuuuuhhhhhh ma come sei braaaaaaaaaaaaavvoooooo"
A me non sono mai piaciuti particolarmente, nel senso che non li ho mai ricercati e che mi lasciano piuttosto indifferente.. però non mi hanno mai turbato..
Dal mio punto di vista invece l'essere qualificato come intelligente sottintende minori richieste e minori attenzioni soprattutto da parte degli insegnanti (ragionamenti del tipo.. è già intelligente-bravo di suo.. non devo stargli dietro..) che devono sempre prestare più attenzione a chi riesce meno bene..
Ho ancora soggezione pure se mio marito mi dice che sono bella.
Mio figlio, 4 anni e autistico, è molto contento dei complimenti, almeno per ora, vedremo se poi cambierà.
Credo dipenda moltissimo dalle preferenze del tuo bellissimo bambino, Cristy.
Io ho lavorato tempo fa con un bambino asperger (non verbale) e una volta capitò che per farlo ambientare, un mio collega gli fece un complimento. Si calmava solo abbracciandolo e solo da determinate persone. Anni dopo, ho conosciuto un adulto asperger, con il quale ho contatti quotidiani e prolungati, e ho notato che anche lui ha difficoltà a gestire i complimenti; non urla e non mi chiede di abbracciarlo, però si chiude in una sfera di totale timidezza (la identifica così) e vergogna e cambia immediatamente argomento.
Esempio pratico:
- Sai che sei dolcissimo?
> Devo imbiancare la camera.
Con lui ho tacitamente stabilito che mi permetto di fagli complimenti, quando mi sento di fargliene, e non insisto troppo sulle reazioni successive; se vuole parlare del muro, ben venga, se vuole urlare, va bene lo stesso. Finché non arriva a farsi del male, è giusto che abbia la reazione che ritiene più "liberatoria", come mamma credo sia fondamentale (ma sono certa che già lo fai) che senta tutto il tuo affetto e comprensione anche per queste reazioni, con il tempo potrai guidarlo verso un altro approccio e fargli una corazza per potersi approcciare alla cosa come meglio si sente di fare.
Auguro comunque ad entrambi tanta felicità!
PS: da NT, ogni volta che mi fanno un complimento, avvampo come un peperone!
Come posso aiutarlo a contenere l'emozioni?
Detto quest'aneddoto, aggiungo che per me i complimenti sono ostici. Odio essere al centro dell'attenzione. Ho fatto esperienza con la matematica e la fisica, ora lo sanno. Se potessi tornare indietro, non lo direi. Ora gioco a scacchi, e non lo sa nessuno. Inoltre, data una data qualsiasi riesco a calcolare il giorno della settimana quasi all'istante. I miei 2 mesi fa mi hanno fatto notare che non è una cosa "normale", quindi preferisco evitare di dirlo; porterebbe altre attenzioni su di me.