La scuola e i talenti

Mi rivolgo a tutti coloro che hanno un particolare “talento”
riguardo a materie scolastiche: come è stato vissuto da voi e dagli insegnanti?
A scuola lo hanno valorizzato, vi hanno sostenuto nell’approfondimento, o
invece è stato cercato di fare un livellamento verso il basso, spegnendo la
vostra curiosità?
Ritengo la scuola fortemente responsabile nella coltivazione
dei talenti di un bambino e di un ragazzo, ma a volte purtroppo, invece di
incentivarli, li soffoca e li reprime, affondando il coltello della cattiveria
(perché di null’altro si può parlare) nei deficit o nelle carenze a livello
sociale, di integrazione nel gruppo classe o nell’attività motoria. Ma, a mio
parere, quando essi sono sostenuti, e il bambino o ragazzo è trattato in modo
gentile e umano, è portato naturalmente –senza ansie- a dare il meglio.
Quali sono le vostre esperienze e considerazioni in merito
(sia di ex alunni come me, sia di chi magari lavora con bambini e ragazzi).
Grazie a tutti!
Commenti
Alle elementari andavo bene in tutto, alle medie è iniziata la differenziazione (propensione verso le scienze rispetto alle materie letterarie/umanistiche, ad eccezione della matematica) e adesso che sono alle superiori questo contrasto è molto netto (sono una capra in matematica, me la cavo nelle altre materie ed in scienze sono eccellente).
Il mio professore di scienze è praticamente "innamorato" di me, ma non si capacita del fatto che io vada così bene in scienze e così male in matematica. A dire il vero non me ne capacito neanche io, COmunque... l'unico ostacolo alla mia sete di conoscenza è proprio la ma scarsa attitudine ai calcoli matematici. A scuola non importa quanto vai bene in una materia, devi essere bravo in tutte ugualmente. Questo secondo me è male perché si assottigliando le potenzialità dell'individuo smorzando il suo talento. Inaccettabile, ognuno va bene in qualcosa e male in qualcos'altro, l'astuzia della scuola "ideale" sta proprio nel valorizzare le capacità senza far pesare le aree con più difficoltà, ma gli italioti non sono astuti.
all' ultimo film di Walt Disney.
E' che se si stesse dietro agli interessi di ciascuno, non si farebbe nulla, perche' gli italioti sono talmente egocentrati che non hanno piu' interessi:))
La scuola dell' obbligo lavora non sulle eccellenze, ma sui saperi di base di cui tutti potrebbero necessitare.
La scuola superiore comincia a coltivare e far emergere le eccellenze in qualche campo in vista del lavoro o dell ' universita'.
Nella scuola di tutti e non dei pochi, possono emergere gia' i talenti, ma il talento non essendo il genio, si puo' coltivare per tutto l' arco degli studi, scegliendo quella strada.
Sottolineo la differenza tra genio e talento.
Mi piaceva quando il prof. di matematica alle medie ci parlava per tutta l'ora di quando faceva i viaggi della speranza nell'Est Europa portandosi le calze da donna per regalarle alle ragazze del luogo, oppure della minaccia della Guerra nel Golfo (era il 1991). Non si dimenticava mai di darci almeno 20 esercizi al giorno.
Secondo me a scuola non è corretto parlare di talenti e neanche di eccellenze. La scuola deve insegnare cose nuove e a usarle insieme e per conto proprio. A scuola, niente classifiche.
Un amico una volta ha detto: "la scuola è solo l'inizio, poi c'è la vita". L'ha detto quasi alla fine del suo corso di laurea, ma ha interrotto gli studi proprio perché la vita dopo la scuola per lui era già cominciata.
Non sto a entrare in particolari su quello che e' il mondo giovanile oggi, che noi non ci saremmo neppure sognati di entrare nella scuola se avessimo saputo l' evoluzione che ci sarebbe stata in poco piu' di venti, trent' anni.
Detto questo, le scuole promuovono la partecipazione a manifestazioni come le ' olimpiadi' delle materie agli studenti piu' dotati, o corsi per il conseguimento di certificazioni di lingua, o partecipazioni a concorsi pittorici, o letterari, o giornalistici, con lavori singoli o di gruppo.
Oppure a stage nelle facolta' scientifiche o umanistiche, o aprono a esperienze simili in campo lavorativo, alberghiero o aziendale.
Negli alberghieri si allestiscono talvolta ricevimenti e rinfreschi aperti al pubblico:)iniziative simpatiche, oppure ci sono gli spettacoli musicali o teatrali delle scuole:)
Then someone will say what is lost can never be saved
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