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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

La scuola e i talenti

Mi rivolgo a tutti coloro che hanno un particolare “talento”
riguardo a materie scolastiche: come è stato vissuto da voi e dagli insegnanti?
A scuola lo hanno valorizzato, vi hanno sostenuto nell’approfondimento, o
invece è stato cercato di fare un livellamento verso il basso, spegnendo la
vostra curiosità?

Ritengo la scuola fortemente responsabile nella coltivazione
dei talenti di un bambino e di un ragazzo, ma a volte purtroppo, invece di
incentivarli, li soffoca e li reprime, affondando il coltello della cattiveria
(perché di null’altro si può parlare) nei deficit o nelle carenze a livello
sociale, di integrazione nel gruppo classe o nell’attività motoria. Ma, a mio
parere, quando essi sono sostenuti, e il bambino o ragazzo è trattato in modo
gentile e umano, è portato naturalmente –senza ansie- a dare il meglio.

Quali sono le vostre esperienze e considerazioni in merito
(sia di ex alunni come me, sia di chi magari lavora con bambini e ragazzi).

Grazie a tutti! 

Commenti

  • ValeymkupValeymkup Post: 963
    Le maestre mi hanno sempre lodata per la mia abilità nella scrittura e in lingua inglese. Mi hanno incoraggiata in tutti i modi. Purtroppo lo facevano davanti a tutti. Il fatto di lodarmi tanto vistosamente davanti agli altri bimbi non ha fatto altro che attirarmi antipatie e odio. Avrei preferito fare schifo in tutte le materie e non essere isolata dagli altri. Alle superiori ho cominciato ad andare un po' peggio a scuola, a studiare di meno, così sono riuscita a fare 'amicizia'.

  • DarwinDarwin Post: 1,503
    Da tempo immemore sono "lodato" per la mia spiccata capacità di capire le materie scientifiche ed esporre gli argomenti in modo chiaro, completo e dettagliato.
    Alle elementari andavo bene in tutto, alle medie è iniziata la differenziazione (propensione verso le scienze rispetto alle materie letterarie/umanistiche, ad eccezione della matematica) e adesso che sono alle superiori questo contrasto è molto netto (sono una capra in matematica, me la cavo nelle altre materie ed in scienze sono eccellente).
    Il mio professore di scienze è praticamente "innamorato" di me, ma non si capacita del fatto che io vada così bene in scienze e così male in matematica. A dire il vero non me ne capacito neanche io, COmunque... l'unico ostacolo alla mia sete di conoscenza è proprio la ma scarsa attitudine ai calcoli matematici. A scuola non importa quanto vai bene in una materia, devi essere bravo in tutte ugualmente. Questo secondo me è male perché si assottigliando le potenzialità dell'individuo smorzando il suo talento. Inaccettabile, ognuno va bene in qualcosa e male in qualcos'altro, l'astuzia della scuola "ideale" sta proprio nel valorizzare le capacità senza far pesare le aree con più difficoltà, ma gli italioti non sono astuti.
    La curiosità è quasi sempre egoismo: in pochi si accorgono di quanto qualcosa funzioni in modo preciso ed efficiente, finché non smette di farlo.
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    Ma, l' esser bravi per me non conta, a me colpiscono la curiosita' e la voglia di cimentarsi anche con cio' che resta un po' indigesto, la voglia della scoperta di qualunque cosa nuova, dall' uncinetto alle espressioni, allo smontare il motorino.
    all' ultimo film di Walt Disney.
    E' che se si stesse dietro agli interessi di ciascuno, non si farebbe nulla, perche' gli italioti sono talmente egocentrati che non hanno piu' interessi:))
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    Le maestre si arrabbiavano quando dicevo loro che fare i conti secondo i loro schemi era meno fruttuoso che farli con i miei.

    Quando vinsi tutte le gare matematiche e fisiche a disposizione, gli alunni mi presero in giro, mi dissero che ero un secchione, e io invece ero contento perché avevo vinto due libri "Dai quark al cosmo" e "La fisica delle particelle" che non voleva nessuno.

    Un insegnante di musica mi disse: tu non diventerai mai un pianista.
    Io gli risposi che il pianoforte lo suonavo dall'eta di 4 anni, senza avere mai studiato, e che lui invidiava la libertà delle mie dita.

    No. La scuola NON mi ha dato spazio.
    Quello che ho avuto, me lo sono preso da solo.

    La scuola vuole che gli alunni siano tutti uguali.
    E ciò è completamente antietico e sbagliato.

    Perché io non ho mai voluto essere uguale a nessuno.

    Ciao. Grazie. Simone
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    Ma secondo me e' uno stereotipo, la scuola come tutti gli ambienti di lavoro e' strutturata in un certo modo:
    La scuola dell' obbligo lavora non sulle eccellenze, ma sui saperi di base di cui tutti potrebbero necessitare.
    La scuola superiore comincia a coltivare e far emergere le eccellenze in qualche campo in vista del lavoro o dell ' universita'.

    Nella scuola di tutti e non dei pochi, possono emergere gia' i talenti, ma il talento non essendo il genio, si puo' coltivare per tutto l' arco degli studi, scegliendo quella strada.

    Sottolineo la differenza tra genio e talento.
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    Sono stato così contento quando ho letto l'insufficienza in educazione fisica nel giudizio di ammissione alla maturità e a me dei voti non è mai interessato più di tanto. Quella volta dicevo al prof. di topografia che 28 mi sembrava troppo.

    Mi piaceva quando il prof. di matematica alle medie ci parlava per tutta l'ora di quando faceva i viaggi della speranza nell'Est Europa portandosi le calze da donna per regalarle alle ragazze del luogo, oppure della minaccia della Guerra nel Golfo (era il 1991). Non si dimenticava mai di darci almeno 20 esercizi al giorno.

    Secondo me a scuola non è corretto parlare di talenti e neanche di eccellenze. La scuola deve insegnare cose nuove e a usarle insieme e per conto proprio. A scuola, niente classifiche.
  • AmelieAmelie Post: 5,373
    @giovanna, concordo con il tuo pensiero e penso che dovrebbe essere così. Dovrebbe perché purtroppo spesso non lo è, e non per colpa della "scuola", ma delle persone che fanno la scuola e la rendono più o meno buona. Non tutti, per fortuna, e non è giusto parlare sempre del negativo quando andrebbe elogiato anche il positivo. La scuola dell'obbligo deve lavorare sui saperi base, deve fornirli a tutti, ma io credo sia giusto anche valorizzare chi può far di più, oltre a supportare chi ha delle difficoltà o delle carenze in determinate materie. La scuola superiore spesso invece non fa affatto ciò che tu scrivi, giustamente, cioè coltivare i talenti, anzi...
  • AmelieAmelie Post: 5,373
    @fattore_a, anche io sono contro le classifiche; ho usato la parola "talenti" per indicare che secondo me un alunno che ha viva curiosità e si diverte (cosa più importante) ad approfondire determinati ambiti, dovrebbe essere incoraggiato e non "punito".
  • ct87ct87 Post: 2,956
    modificato marzo 2015
    Il mio talento è l'ignoranza totale. E lo dico con convinzione e con serenità totale. Mi è sempre stato detto "tu che sai tutto" quanta sopravvalutazione, io non so proprio niente. Questo non mi ha mai spronato a dare il meglio, invece ho dato il massimo quando nessuno mi prestava attenzione.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    Amelie ha detto:


    un alunno che ha viva curiosità e si diverte (cosa più importante) ad approfondire determinati ambiti, dovrebbe essere incoraggiato e non "punito".

    Giustamente e aggiungo che in questo caso il ruolo della famiglia è più importante del ruolo della scuola.
    Un amico una volta ha detto: "la scuola è solo l'inizio, poi c'è la vita". L'ha detto quasi alla fine del suo corso di laurea, ma ha interrotto gli studi proprio perché la vita dopo la scuola per lui era già cominciata.
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    Si', ci sono degli insegnanti che si sono anche scoraggiati, alcuni dicono " entro, spiego, interrogo e me ne vado", ma questo parlando con colleghi ho scoperto che e' dovuto a brutte esperienze vissute come persone a scuola, ragazzi che se non li tieni lontani ti distruggerebbero.
    Non sto a entrare in particolari su quello che e' il mondo giovanile oggi, che noi non ci saremmo neppure sognati di entrare nella scuola se avessimo saputo l' evoluzione che ci sarebbe stata in poco piu' di venti, trent' anni.

    Detto questo, le scuole promuovono la partecipazione a manifestazioni come le ' olimpiadi' delle materie agli studenti piu' dotati, o corsi per il conseguimento di certificazioni di lingua, o partecipazioni a concorsi pittorici, o letterari, o giornalistici, con lavori singoli o di gruppo.
    Oppure a stage nelle facolta' scientifiche o umanistiche, o aprono a esperienze simili in campo lavorativo, alberghiero o aziendale.
    Negli alberghieri si allestiscono talvolta ricevimenti e rinfreschi aperti al pubblico:)iniziative simpatiche, oppure ci sono gli spettacoli musicali o teatrali delle scuole:)

    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • AmelieAmelie Post: 5,373
    modificato marzo 2015
    L'esperienza riportata da @simone è più vicina alla mia esperienza personale. 
    (Specifico che con "talenti" io non intendo genialità, semplicemente una relativa facilità, un essere brillante in determinate materie e soprattutto una grande passione. Tutto ciò senza desiderio di competizione, senza credermi superiore a nessuno e senza presuntuosità; anzi, semmai semmai a volte soffro di carenza di autostima).
    Alle scuole elementari, in quinta, iniziai a scrivere storie. Mi erano sempre piaciute le storie e prima d'allora scolasticamente parlando ero stata una bambina abbastanza ordinaria: brava ma nulla di eccezionale, una calligrafia molto brutta, un'incapacità pressoché totale in ginnastica. Chiusa, schiva, osservatrice, ingenua e solo un'amicizia ma abbastanza superficiale. Alle scuole medie, in prima media, alcuni miei compagni iniziarono a sostenere che i miei temi fossero copiati da dei romanzi; ricordo che mi sentii ferita da questa insinuazione, poiché l'idea di copiare era contraria al mio senso morale. La professoressa allora disse -facendomi vergognare, perché non amo i complimenti insistenti- che era un mio talento, che io ero molto brava in quello, mentre la bambina che mi mosse la critica era molto brava in ginnastica. Lei e l'insegnante di storia iniziarono a propormi diversi libri, che io leggevo nel tempo libero: passavo tutto il tempo dopo i compiti a leggere. Mi piacevano e mi incuriosivano, e fui spronata a migliorare sempre di più, ricordo che portavo i miei scritti per pareri e opinioni. Non mi trattavano diversamente dagli altri bambini, come alcuni avevano pensato, semplicemente lasciavano spazio a qualcosa che amavo fare ed era inerente al programma scolastico. La materia in cui andavo molto male alle medie era ginnastica, ma il professore notò che non era per mancanza di impegno, ma perché non mi muovevo bene, non ero coordinata. Notò che provavo a prendere la palla ma non azzeccavo mai i tempi, che correvo in modo rigido, tenendo le braccia ferme, e non mi umiliò per questo (anzi si preoccupò di sapere se avessi avuto un incidente e quindi avessi male quando correvo), e quando scoprì che ero brava a volano mi lodò. Per me era consolatorio, perché nessuno in squadra mi sceglieva mai visto che "facevo perdere".
    Alle scuole superiori questo clima di serenità e umanità si ruppe e ogni mia domanda, ogni mio progetto alternativo, ogni mio approfondimento fu stroncato. Sì, i miei temi erano apprezzati, veniva tollerato che per la mia lentezza non riuscissi mai a ricopiare in bella copia, e il mio professore (competente ma ben poco umano) una volta disse che "leggeva il mio tema per rilassarsi dopo aver corretto tutti gli altri." Ma non era un complimento a cambiare le cose; i complimenti fini a se stessi sono sopravvalutati. Vinsi una borsa di studio per merito e dei concorsi poetici, ma questo non valeva nulla di fronte al picchiare sempre sulla mia inettitudine sociale, sul fatto che i miei compagni non mi accettassero e mi deridessero e sui miei 3 in educazione fisica: "Non ti impegni!". Una volta per dispetto l'insegnante mi lasciò a penzolare appesa alla corda della parete dell'arrampicata, io ero paralizzata e incapace di scendere e iniziai a gemere istericamente, sotto tutti ridevano. Mi chiedevo: "Ma è così importante se non riesco ad arrampicarmi, a correre bene o a prendere la palla? Perché devono essere crudeli e mortificarmi?". Io -ma sono convinta molti altri bambini- non erano maliziosi e con la risposta pronta, ma ingenui e fiduciosi della bontà altrui. Io penso che se alle scuole superiori mi avessero trattato come una persona, e avessero incentivato le cose che sapevo fare bene, aiutandomi dove non ero brava, ma senza giudicarmi un'idiota, sarebbero stati davvero insegnanti ed educatori. 
  • KolymaKolyma Post: 651
    Amelie ha detto:

    Mi rivolgo a tutti coloro che hanno un particolare “talento”
    riguardo a materie scolastiche: come è stato vissuto da voi e dagli insegnanti?
    A scuola lo hanno valorizzato, vi hanno sostenuto nell’approfondimento, o
    invece è stato cercato di fare un livellamento verso il basso, spegnendo la
    vostra curiosità?

    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Then someone will say what is lost can never be saved
  • KolymaKolyma Post: 651
    La seconda che hai detto! (cit.)
    Despite all my rage I am still just a rat in a cage
    Then someone will say what is lost can never be saved
  • AmelieAmelie Post: 5,373
    Scusate, mi sono fatta un po' prendere, ma non ho ancora perdonato i miei insegnanti delle scuole superiori.

    @giovanna, mia mamma è insegnante, ascolto ogni giorno racconti sui suoi alunni e sulle dinamiche della scuola. Una sua collega di scuola superiore ha alunni che danno fuoco ai banchi o si presentano in classe ubriachi fradici, e penso sia da ammirare per il lavoro che fa. Ovviamente ci sono moltissimi bravi insegnanti e sono loro a dover dare l'esempio; ma credo che questo sia un lavoro che non accetta demotivati. Perché i ragazzi percepiscono il tuo amore e la tua motivazione, quindi un insegnante dovrebbe (sempre mio personale parere) trovare la motivazione innanzi tutto perché da lui dipenderà un po' del futuro di quella classe, e glielo deve.
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