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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Parlare del passato e dei problemi passati (ad esempio a scuola)

Ho sempre avuto la convinzione che parlare del proprio problema fosse un modo per alleviare il peso. Ed effettivamente è così per le cose che riguardano il presente, cose attuali.

Ho notato invece che parlare del passato e in particolare del periodo scolastico mi rende molto nervosa, arrabbiata e ansiosa e mi sento un po' come mi sentivo all'ora e la cosa dura anche per tutta la giornata. 

Ogni volta che in una discussione (a lavoro ad esempio) si parla ricordando 'i bei tempi' della scuola, io mi sento infastidita e turbata. 

Mi chiedevo quale fosse la cosa migliore da fare, bisognerebbe parlarne e esternare il sentimento oppure evitare a tutti i costi di pensare a quei periodi?
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

Frida

Commenti

  • AmelieAmelie Post: 5,373
    Io credo che sia soggettivo, quindi che non ci sia una risposta giusta che vale per tutti. Detto ciò, quanto hai scritto accade anche a me, e nel mio caso penso che parlarne serva per far comprendere perché ho alcune difficoltà che altrimenti sembrerebbero del tutto immotivate e prive di senso, e per affrontare ciò che è successo razionalizzandolo per quanto è possibile, ma nel contempo credo sia deleterio soffermarsi troppo perché sono eventi passati, e come tali immodificabili. Parlarne molto non cambierà quello che è successo, né -probabilmente, credo ora, prima invece pensavo di sì- vi darà un senso. Pensarci troppo fa solo riaffiorare la sofferenza che essi ci hanno provocato, è come tormentare vecchie ferite. Dopo averli affrontati e sviscerati, cercando di analizzarli e di riordinarli, credo la sola cosa da fare sia passare oltre, concentrandosi sul presente. Chiudere la porta di quel capitolo della nostra vita (facile a dirsi... io non ci sono ancora riuscita).
  • diegodiego Post: 1,136
    Secondo me dipende da chi è l'interlocutore.

    Se chi ti ascolta ti aiuta, in qualche modo, a digerire l'episodio di cui si sta parlando allora aiuta altrimenti, come dice @Amelie serve solo a tormentare una vecchia ferita.

    Lo dico per esperienza, a volte ci sono persone che con 2 parole riescono a farti reagire, a dimenticare queste cose o almeno a digerirle.

    Sono dell'idea che bisogna comunque provarci, solo cercare di selezionare le persone con cui lo si può fare.
  • riotriot Post: 7,064
    @diego non so se una persona non aspie, per quanto disponibile ed aperta, possa effettivamente capire.
    credo che il percorso descritto da @Amelie si possa fare solo in se stessi. magari scrivendo delle memorie.
    io mi spavento a guardare indietro, ma dovrò farlo a breve altrimenti la diagnosi sarebbe in parte stata vana.
  • diegodiego Post: 1,136
    @riot infatti non ho detto che tutti possano capire, dicevo che bisogna selezionar ele persone giuste che magari finirebbero per essere aspie.

    Ad ogni modo la realtà è una mentre il modo di percepirla è diverso da persona a persona.

    Io sono convinto che tante sensazioni negative (dico tante non tutte) sono riconducibile a percezioni errate della realtà e per questo motivo, quindi, che l'opinione di qualcun altro può aiutare.
  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    diego ha detto:

    Secondo me dipende da chi è l'interlocutore.

    Anche secondo me.

    Parli con chi ti ha conosciuto ai tempi della scuola?

    In ogni caso, le persone del tuo presente potrebbero non volere o sapere fare quel viaggio indietro nel tempo, perché "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato".
  • PhoebePhoebe Post: 2,066
    Riguardo al fatto che alcune esperienze negative sono riconducibili a percezioni errate, in tal caso ho avuto modo di confrontarmi con la mia insegnante di matematica delle scuole superiori, siamo uscite una sera a cena non troppo tempo fa. Ha descritto la mai classe come la peggiore che lei sia capitata e che non aveva parole per quel che è successo.

    Ne ho parlato con una persona di questo forum (che ha vissuto un'esperienza simile) e sia la reazione che le emozioni combaciavano.

    Quel che mi chiedo è se in qualche modo tirar fuori queste cose possa aiutarmi a chiudere quella porta definitivamente @Amelie


    Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

    Frida
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    modificato aprile 2015
    Come tecnica per liberarmi da un' esperienza negativa, che in quel momento era giusto una terapia analitica, uno psy comportamentale mi suggeri' di ripercorrerla a tappe per scritto a ritroso, dalla fine all' inizio, attraverso una sorta di diario.
    L' ultimo scritto doveva essere com' era iniziata.

    In realta' non ho ancora finito, perche' mi torna sempre a mente, a sprazzi, non me ne libero piu', lo stesso per tante esperienze negative come insegnante.

    C' e' sempre per un insegnante, la classe peggiore della sua vita, ma io credo che si riferisse non alla classe ma a quel brutto ricordo.

    Sono sensi di colpa, per quanto mi riguarda, il ricordo per me e' brutto quando mi attribuisco la responsabilita' di cio' che e' accaduto.

    Rielaborare non serve a liberarsi se insieme non e' accompagnato da un senso di leggerezza, di peso alleviato, secondo me.
    Se deve servire ad aggravare i sintomi, meglio distrarsi sul presente, fare tante altre belle conversazioni.

    Se poi c' e' un altro su cui ti scarichi e suo malgrado sta male perche' gli si evocano i suoi, di ricordi, guai, tenerseli per se'.

    Anche i terapeuti, si', ci sono, ma devono essere bravissimi.

    Io e' andata a finire che ho il terrore dello psicologo, figuriamoci.

    E per il mio lavoro sono a volte costretta a parlarci:)
    ognuno di loro mi ricorda un brutto ricordo.
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • Andato46Andato46 Post: 5,160
    I ricordi dolorosi del passato cerco di cancellarli, quasi non li avessi vissuti. In alcuni casi addirittura sono stati talmente traumatici che la mia testa mi semplifica la cosa facendomeli dimenticare del tutto. In questo modo cerco di soffrirci di nuovo, anche perché mi bastano i problemi che ho ora. Non so se sia la strategia giusta, ma al momento riesco a gestire i ricordi negativi così.
  • PhoebePhoebe Post: 2,066
    @Elanor anche io cerco di evitare di pensarci però vorrei un modo per liberarmene definitivamente. I ricordi tornano quando accade qualcosa o si parla di qualcosa che mi ci fa pensare, non è mai una cosa 'voluta'. 
    Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

    Frida
  • Ieri, per lavoro, ho rimesso piede nella scuola media in cui ho studiato. Parte del personale è lo stesso, salvo il cambio di preside (che conoscevo comunque). Notare che si ricordavano di me è stato fastidioso, mi sono sentito terribilmente a disagio; ogni aula, scala, stanza mi ricordava qualcosa di brutto.
    Per me, la cosa migliore da fare in questi casi è parlarne, ma solo con chi ti ascolta davvero. Solo con chi ti può capire. Con gli altri, meglio cambiare argomento.
    Re-motivate me, I'm all there is to be - An omnipotent being so complete in my diversity
  • riotriot Post: 7,064
    modificato aprile 2015
    il mio problema maggiore è che non ho più contatti con persone di quel passato. l'unica persona che ho "utilizzato" finora è mia madre, che non sa nulla e si insospettisce per tutte le mie domande sull'infanzia.
    le ho detto che con un'amica stiamo facendo questa sorta di viaggio del passato per puro divertimento.
    però gli episodi più violenti per me lei non li ha conosciuti perché si svolsero sempre fuori casa e non ne parlai quasi mai.
    sono questi episodi di cui non riesco a liberarmi. forse la soluzione è come ha scritto @diego per una parte parlarne con una persona ben selezionata, per altri sono convinto si possa solo che scriverli.
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    modificato aprile 2015
    Infatti, bisognerebbe poter riavere contatti con le persone di quel passato.
    Mi disse uno psichiatra, a che ti serve scavare sul nonno cattivo che ti chiudeva nello sgabuzzino ( faceva un esempio) se ora e' morto e non lo puoi piu' prendere per il bavero e dirgliene quattro?

    Cosi' uno si libererebbe per davvero, lo diceva per la mia analisi.

    Io una volta ho alzato il telefono e l' ho fatto, e' stato liberatorio, bisognerebbe finissi il lavoro.

    Ma proprio ora ho letto una bella frase di Brecht: " Regala la tua assenza a chi non da' valore alla tua presenza" e questa e' la cosa migliore da fare.
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • PhoebePhoebe Post: 2,066
    @giovanna uno di quei tizi della scuola mi ha contattata per chiedermi scusa (a distanza di anni), non le ho accettate e questo non ha migliorato niente, potranno scusarsi quanto vogliono ma il concetto è che questo non cambia quel che è successo e inoltre l'unico motivo per cui può averlo fatto è per sentirsi apposto con la coscienza ed io non ho alcuna voglia di aiutarlo in questo.
    Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

    Frida
  • amigdalaamigdala Post: 6,363
    modificato aprile 2015
    Phoebe ha detto:

    Mi chiedevo quale fosse la cosa migliore da fare, bisognerebbe parlarne e esternare il sentimento oppure evitare a tutti i costi di pensare a quei periodi?
    A volte me lo chiedo anch'io. Da un lato anche se cerco di non pensarci alcuni ricordi si prendono comunque possesso di me, e lo fanno quando meno me lo aspetto. Talvolta basta una melodia, un viso familiare e il ricordo si ripresenta. Quindi non so quanto si possa far finta di niente e aspettare che il ricordo svanisca. Io credo che alcune questioni vadano affrontate, magari rivangare certi ricordi può essere doloroso all'inizio, ma penso che con il tempo si riesca a razionalizzarlo a dargli un perchè e in qualche modo ad accettarlo. Ciò non vuol dire che la rabbia o la paura o la tristezza che ti aveva creato la situazione sparisca, ma credo possa diventare più gestibile.
    Ciò non toglie che ognuno affronta i problemi a modo suo, per alcune persone sopprimerli è la soluzione migliore, altre trovano più conforto parlandone.
    giovanna ha detto:

    bisognerebbe poter riavere contatti con le persone di quel passato.

    Per certi versi credo che tu abbia ragione, forse aiuterebbe a chiudere il cerchio. Il problema però è proprio ritrovare i contatti e avere la volontà di tornare in contatto con chi ti aveva ferita.
  • MarzMarz Post: 128
    io parlo pochissimo e in genere racconto un sacco di balle  :D

    nel senso, un conto sono i ricordi, indelebili, me li tengo cari perché tanto mi sono costati ma poi non sento tutto sto bisogno di esternare, posso raccontare aneddoti e allora la tendenza affabulatoria prende il sopravvento, ma non riesco a riconoscere o rivivere tanto meno trasmettere l'autenticità delle emozioni e delle situazioni passate, sono troppo vaghe, complesse, vacue, impastate, le parole sono troppo o troppo poche... poi dipende appunto dall'interlocutore ma anche chi ascolta come chi racconta nel momento in cui si fa narratore di se stesso ha qualcosa di sovrastrutturato, una sur-coscienza quindi non riesco a fidarmi di me figuriamoci degli altri... ma quanto racconto non sento niente né di bello né di brutto... 
  • AmelieAmelie Post: 5,373
    Phoebe ha detto:

    Quel che mi chiedo è se in qualche modo tirar fuori queste cose possa aiutarmi a chiudere quella porta definitivamente @Amelie
    Credo che solo l'accettazione di ciò che è accaduto e il perdono di sé e delle proprie sofferenze possa aiutare a chiudere quella porta. 
    (Parlo per me, almeno: io mi davo la colpa e pensavo di essere difettosa, a furia di sentirmelo ripetere).

    (Per i consigli pratici, lascio la parola ad altri)
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    modificato aprile 2015
    Marz ha detto:

    io parlo pochissimo e in genere racconto un sacco di balle  :D


    nel senso, un conto sono i ricordi, indelebili, me li tengo cari perché tanto mi sono costati ma poi non sento tutto sto bisogno di esternare, posso raccontare aneddoti e allora la tendenza affabulatoria prende il sopravvento, ma non riesco a riconoscere o rivivere tanto meno trasmettere l'autenticità delle emozioni e delle situazioni passate, sono troppo vaghe, complesse, vacue, impastate, le parole sono troppo o troppo poche... poi dipende appunto dall'interlocutore ma anche chi ascolta come chi racconta nel momento in cui si fa narratore di se stesso ha qualcosa di sovrastrutturato, una sur-coscienza quindi non riesco a fidarmi di me figuriamoci degli altri... ma quanto racconto non sento niente né di bello né di brutto... 


    e' vero, il racconto distacca, l' affabulazione distacca dalle emozioni, a meno che mentre racconti tu non ti commuova, e allora il flusso affabulatorio si interrompe:)
    Post edited by Andato46 on
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • giovannagiovanna Post: 3,905
    Ma che e', qualcuno che mi aiuti a cancellare i doppioni:)))))
    Sono quella che ha creduto sempre che fosse la chioma di un albero al tramonto e invece era un orso
  • Andato46Andato46 Post: 5,160
    ( @giovanna ma che combini? :D )
  • Per me è difficile parlare di problemi che ho avuto in passato perché temo di poter risultare ridicola oppure annoiare chi mi ascolta , mentre di quelli recenti tendo a dirli più facilmente (mai troppo).
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