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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Gli altri hanno empatia verso di voi?

Andato34Andato34 Post: 4,027
modificato giugno 2012 in Gruppi
Si parla tanto di mancanza di empatia da parte degli asperger verso gli altri. Ma gli altri hanno empatia verso di voi? Riescono a predire i vostri comportamenti, a capire cosa pensate o come vi sentite in quel momento?

Lo chiedo perché a quanto mi risulta gli altri (nt e nd) non riescono quasi mai a capire quello che io penso o come mi comporterò o quali emozioni provo in reazione ad un determinato evento, cioè, avranno anche empatia fra di loro (gli nt), ma verso di me non ce l'hanno per niente.

Cosa ne pensate?
La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
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Commenti

  • marielmariel Post: 1,551
    non sono empatica, a meno che  decida di esserlo, e non ricevo empatia nella maggior parte dei casi..
  • elettraelettra Post: 889
    Solo mia madre e il mio fidanzato si accorgono se c'è qualcosa che mi preoccupa o che mi turba, per il resto nessuno attorno a me si è mai accorto di nulla, anche quando in passato avevo cominciato a meditare il suicidio!
    Mentre mi capita spesso che anche quando sono serena la gente mi chiede "ma che hai? perchè fai quella faccia?" e io "quale faccia?" e loro "non so, sei strana" e io "nono, tutto a posto" e rimangono perplessi.
    I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes. When I've eliminated the impossible, whatever remains, no matter how mad it might seem, must be the truth.
  • rosarosa Post: 452

    Io sono capita, parzialmente o totalmente, soltanto da persone della mia famiglia con lo stesso problema... gli nt non mi capiscono e spesso mi chiedono 'se sono arrabbiata', 'a cosa sto pensando' ecc. Quello che mi irrita di più è quello che mi chiede a cosa sto pensando, saranno anche fatti miei no ??

  • andato1andato1 Post: 21
    Mentre mi capita spesso che anche quando sono serena la gente mi chiede "ma che hai? perchè fai quella faccia?" e io "quale faccia?" e loro "non so, sei strana" e io "nono, tutto a posto" e rimangono perplessi. 

    Mi capita la stessa cosa, e mi irrita abbastanza. Così come mi irrita quando mi chiedono "a cosa stai pensando?"
  • elettraelettra Post: 889
    No, a me non irrita nessuna delle due domande, più che altro mi sembra strano!
    I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes. When I've eliminated the impossible, whatever remains, no matter how mad it might seem, must be the truth.
  • andato1andato1 Post: 21
    A me irrita perché la prima cosa che penso istintivamente è "ma che vuoi? Sento come se qualcuno volesse invadere il mio spazio interiore e quindi scatta il più primordiale dei meccanismi di difesa. In passato ad una domanda del genere potevo rispondere anche in maniera abbastanza sgarbata, ultimamente sto cercando di essere meno str... E molto spesso rispondo con freddure idiote. Es:

    - Perché fai quella faccia?

    - Perché è quella che mi riesce meglio.

    oppure

    - Come stai?

    - Seduto. -.-"

    Anche perché la domanda "come stai?" Non la sopporto proprio. Innanzi tutto dubito che chi mi rivolge la domanda voglia effettivamente sapere come sto. Magari può essere un modo per iniziare una conversazione ma non funziona molto BENE con me. Es. di risposta più "normale" che conosco.

    - Come stai?

    - Bene, tu?

    - Bene.

    Per me può finire anche qua. Abbiamo appurato che la nostra attuale condizione psicofisica versa in uno stato di benessere e amen.

    Poi veramente spesso non so proprio come rispondere. Come sto? Che ne so. Sto. 
    Per me domande del tipo "come stai?" hanno senso solo se dette sinceramente. Capisco che è una frase standard di buona cortesia, però...come dire...non è certamente tra quelle che preferisco.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    Le vostre esperienze sembrano dimostrare che non c'è solo una mancanza di empatia da parte nostra verso le altre persone, ma anche una mancanza di empatia degli altri verso di noi. Mi domando allora perchè si parla solo del fatto che gli asperger fanno fatica ad avere una "teoria della mente" altrui quando in realtà anche gli NT fanno fatica ad avere una "teoria della mente" degli asperger. Mi viene da pensare che la visione scientifica dell'asperger sia in realtà una "visione NT dell'asperger", quindi soggettiva, basata sul loro punto di vista (NT).
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • LunaLuna Post: 525

    I miei familiari mi capiscono abbastanza.

    Anche a me danno fastidio parecchio le fatidiche domande:

    -"a cosa stai pensando?"

    -"cos'hai fatto, perchè sei così?"

    Se voglio dirtelo, te lo dico, no?

  • andato1andato1 Post: 21
    Ma gli asperger sono in minoranza. La normalità è rappresentata da altro. In teoria è la diversità che dovrebbe conformarsi (se proprio deve). La normalità non ha bisogno di conformarsi Perché già lo è. Spero si sia capito quello che avrei voluto dire :) 
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    Ma gli asperger sono in minoranza. La normalità è rappresentata da altro. In teoria è la diversità che dovrebbe conformarsi (se proprio deve). La normalità non ha bisogno di conformarsi Perché già lo è. Spero si sia capito quello che avrei voluto dire :) 
    Si è capito, ma non ho capito se era sarcastico e critico verso questo meccanismo, oppure se è una cosa che per te è giusta (che la minoranza si adegui).
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • andato1andato1 Post: 21
    No, non era sarcastico. In generale non reputo neppure giusto che una minoranza debba adeguarsi a quella che viene definita normalità. Adoro le diversità. Però credo che non sia neanche giusto che i cosiddetti neurotipici debbano sbattersi tanto per avere una "teoria della mente" degli asperger. In fin dei conti a loro che gli frega? Non sono mica loro a versare in una condizione di disagio. Poi può esserci anche il caso in cui un cosiddetto neurotipico prende particolarmente a cuore  un soggetto cosiddetto aspie e in tal caso la cosa sarebbe diversa perchè avrebbe una forte motivazione nel voler capire-comprendere-avere empatia con la presunta diversità.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    modificato giugno 2012
    ..credo che non sia neanche giusto che i cosiddetti neurotipici debbano sbattersi tanto per avere una "teoria della mente" degli asperger. In fin dei conti a loro che gli frega? Non sono mica loro a versare in una condizione di disagio
    Stai giustificando la "giustezza" di un'azione con la convenienza che una persona ha nel compierla. Ovvero dici che non è giusto che una persona faccia una determinata cosa se non ha convenienza a farla.

    Questo ragionamento per me (e te lo dico nella massima calma e gentilezza) è inaccettabile e molto pericoloso, perchè allora sarebbe giusto anche lasciar morire una persona che incontro in una strada deserta e ha bisogno di essere soccorsa, perchè tanto (come hai scritto tu) a me che mi frega, non sono mica io a versare in una condizione di disagio.
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • elettraelettra Post: 889
    Però credo che non sia neanche giusto che i cosiddetti neurotipici debbano sbattersi tanto per avere una "teoria della mente" degli asperger. In fin dei conti a loro che gli frega? Non sono mica loro a versare in una condizione di disagio. Poi può esserci anche il caso in cui un cosiddetto neurotipico prende particolarmente a cuore  un soggetto cosiddetto aspie e in tal caso la cosa sarebbe diversa perchè avrebbe una forte motivazione nel voler capire-comprendere-avere empatia con la presunta diversità.
    Infatti spesso sta alla sensibilità reciproca delle persone. Essendomi sempre sentita incompresa, se incontro qualcuno che ha un atteggiamento strano o risponde male o si comporta male, prima di accusarlo di essere pazzo, isterico o genericamente antipatico, analizzo la sua personalità, che tipo di vita fa, cercando di capire se è semplicemente un cafone oppure se è una persona estremamente frustrata.
    Nel primo caso lo cancello dalla mia vita e per me non esiste più. Nel secondo caso, cercherò di ignorare il suo comportamento fastidioso tollerandolo fino a quando questo non intaccherà direttamente la mia serenità. A quel punto lo faccio passare alla prima categoria! XD
    Penso che questo approccio dovrebbe valere anche per i NT nei confronti sia dei NT che dei ND, ma a me è capitato mooolto raramente che qualcuno abbia deciso di passare sopra ad una qualunque delle mie stranezze.
    I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes. When I've eliminated the impossible, whatever remains, no matter how mad it might seem, must be the truth.
  • andato1andato1 Post: 21
    No Alessio, semplicemente non avevo compreso appieno il senso del tuo post. Adesso mi è più chiaro e condivido appieno quanto dici. Io credevo volessi intendere che i cosiddetti neurotipici dovessero (in senso generale) "adattarsi" ai cosiddetti neurodiversi. Purtroppo nella società odierna le diversità si tollerano sempre meno ed è sempre più facile fare branco "contro" il diverso di turno, puntare il dito e giudicare, per potersi sentire migliori e più forti. Tutto questo, secondo me, a causa della massiccia opera di massificazione mediatica, come se a qualcuno facesse comodo se fossimo tutti uguali e fatti con lo stampino. Saremmo più controllabili, indirizzabili e plasmabili. Chiedo venia. :)
  • Andata2Andata2 Post: 935
    A me sembra che pretendiate un po' troppo dagli altri. Se voi siete i primi a non sapere a volte cosa provate, come state, perché avete un certo comportamento, come potete pensare che gli altri possano indovinare.
    Le domande servono a questo. Siccome spesso non avete una mimica adeguata alla situazione, chiedere se c'è qualcosa che non va o a cosa stai pensando se avete una faccia da funerale mi sembra più empatico che passare e far finta di niente.
  • Andata2Andata2 Post: 935
    Aggiungo: se ve lo si chiede vi infastidite, se la gente non capisce telepaticamente vi infastidite, un essere umano che dovrebbe fare per dimostrarsi empatico?
  • anankeananke Post: 1,585

    Anch'io che vivo con delle persone da un anno devo dire che farei un'inutile e immensa fatica se tentassi di intrecciare uno stabile rapporto di comunicazione con loro, unendomi al gruppo per cena, trovando sempre qualcosa da dire ecc..

    Semplicemente non mi viene spontaneo e vivo con ciò che sono, devo dire, senza farmi problemi di sorta. Se ciò capita ora soprattutto perchè sento di non avere punti di contatto a livello umano o di interessi coi miei coninquilini, (per i quali tuttavia non nutro nessun sentimento ostile, credo anzi siano delle bravissime persone) sono convinta che anche nel caso io vivessi con un amico, alla lunga sentirei comunque l'esigenza di avere i miei ampi spazi e perciò finirei con l'isolarmi un pò (ma ovviamente non in maniera così netta come faccio ora).

    Ho notato una cosa ultimamente. Quando sono qua, (in una città diversa dalla mia, dove studio e lavoro) durante la settimana, tendo a mangiare il giusto e in modo regolare. Non mi viene neanche in mente di fumare o di aprirmi una birra, mentre quando sono a casa col mio ragazzo nel week end, sento spesso l'esigenza di mangiare o di fumarmi una sigaretta (per fortuna solo una o due il sabato) o ancora di bere qualche bicchiere. Visto che anche quando ho passato qualche giorno a casa dei miei ho sentito una cosa del genere, seppur smorzata e che non mi ha portata a ricercare nulla che potesse alleviarla, mi sono chiesta se per caso si tratti di una forma d'ansia legata al fatto di non essere da sola.

     

  • wolfgangwolfgang Post: 10,787
    Io capisco gli altri sicuramente meglio di quanto gli altri capiscano me. Però sembra che per gli altri sia più importante essere compresi. Da piccolo era molto importante anche per me, e mi lamentavo sempre di essere incompreso (tant'è che mi chiamavano "incompreso" come il libro). Poi alla fine di ripetermelo mia madre mi ha convinto ad imparare a farmi capire, almeno per quanto necessario.
    Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
  • wolfgangwolfgang Post: 10,787
    Comunque si, capire un asperger per un non asperger secondo me è difficile quanto il viceversa. Mi piacerebbe studiare la cosa. Non ci sono stati studi finora.
    Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027

    Siccome spesso non avete una mimica adeguata alla situazione..
    Adeguata? E chi lo stabilisce qual'è la mimica adeguata ad una certa situazione?
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    Comunque si, capire un asperger per un non asperger secondo me è difficile quanto il viceversa. Mi piacerebbe studiare la cosa. Non ci sono stati studi finora.
    Perchè allora, secondo te, quando si descrive l'Asperger si parla di "mancanza di empatia" solo in un verso o non nell'altro?
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • Andata2Andata2 Post: 935
    Beh, ho letto di asperger che ridevano in situazioni drammatiche, se per te è adeguato, fai pure.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    modificato giugno 2012

    Beh, ho letto di asperger che ridevano in situazioni drammatiche, se per te è adeguato, fai pure.
    Si, per me è adeguato sorridere anche in situazioni drammatiche, quello che conta sono le azioni che uno compie, ed è noto che gli asperger possono essere anche più freddi e razionali degli NT in situazioni di emergenza. Se mi parli invece di schiamazzare o disturbare durante i funerali, beh, quello penso sia più frequente fra gli NT.
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • Andata2Andata2 Post: 935
    Senti, se vuoi vedere polemica in ogni mia frase, fai pure.
    Se per te è adeguato tutto, fai pure.
    Non vedo perché ti poni delle domande se poi ti dai le risposte da solo, ma se devi sempre porti in questo modo, preferirei che mi ignorassi.
  • andato1andato1 Post: 21
    Se posso permettermi vorrei dire una cosa. A me non piace particolarmente questa distinzione "asperger/restodelmondo" che spesso vedo utilizzata. Esistono semplicemente persone diverse con modi di essere diversi, che finché non vanno a ledere l'altrui libertà, vanno accettati e rispettati. Gli asperger non vivono sul pianeta omicron perseo 7. La natura, l'universo, un eventuale ipotetico Dio (per chi ci crede) hanno sempre fatto in modo di favorire lo sviluppo della diversità e una razza che si ritiene intelligente come quella umana sarebbe ora che arrivasse a comprendere pienamente tutto questo e vivere in armonia, piuttosto che continuare a seguire un atavico (e obsoleto?) istinto di dominio e prevaricazione. 

    Io ad esempio schifo (letteralmente) le discoteche, la musica house e certi "riti" sociali che avvengono in questi ambienti ma non mi sognerei mai di schifare anche (tutte) le persone cui invece piacciono queste a prescindere o per partito preso. Gusti diversi, punto. Viceversa malsopporto:

    1) Quando qualcuno vuole "costringermi" ad andare in discoteca.

    2) Quando al mio millemillesimo rifiuto mi apostrofa come "vecchio e/o asociale"

    3)  Quando chiunque, insomma, quasi pretenda mi adatti ad uno stile di vita o abbia un modo di essere diverso da quello che ho apostrofandolo come strano e/o sbagliato.

    Ora, mi scuso innanzi tutto per la marea di ovvietà appena scritte, non vorrei apparire come il "professorino" della situazione lungi da me millemila anni luce :)

    Perché è così difficile vivere in armonia, invece di continuare ad erigere barriere sociali, fare differenze tra questo e quello, gay/etero/bisex, neurodiversi/nerutipici etc etc etc.

    Certo, queste "minoranze" nascono proprio a causa della non-accettazione della maggioranza quindi sono giocoforza costrette a venire fuori. Ma una volta appurato che tali differenze esistono perché non accettarle e basta invece di deridere/denigrare/emarginare. C'è qualcosa di sbagliato da qualche parte che proprio non riesco a comprendere.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027
    modificato giugno 2012

    Senti, se vuoi vedere polemica in ogni mia frase, fai pure.
    Se per te è adeguato tutto, fai pure.
    Non vedo perché ti poni delle domande se poi ti dai le risposte da solo, ma se devi sempre porti in questo modo, preferirei che mi ignorassi.
    Questo che hai avuto, ad esempio, non è per me un modo adeguato di reagire ad una persona che ti ha esposto la sua opinione in tutta calma e gentilezza.

    Comunque se preferisci che ti ignoro non c'è problema. Ti ringrazio comunque per aver portato il tuo punto di vista. Ciao
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • LunaLuna Post: 525
    Aggiungo: se ve lo si chiede vi infastidite, se la gente non capisce telepaticamente vi infastidite, un essere umano che dovrebbe fare per dimostrarsi empatico?



    Guarda, logicamente non posso darti torto, però è quello che sento.

    Forse mi aspetto talmente tanto che gli altri capiscano quello che provo, che le conseguenze sono poi quelle.

    Del resto, anche prima di conoscere l'Asperger, mi sono sempre definita complicata.

  • elettraelettra Post: 889
    Io capisco gli altri sicuramente meglio di
    quanto gli altri capiscano me. Però sembra che per gli altri sia più
    importante essere compresi. Da piccolo era molto importante anche per
    me, e mi lamentavo sempre di essere incompreso (tant'è che mi chiamavano
    "incompreso" come il libro).
    La storia della mia vita! Solo che a casa mia mi chiamano tutt'ora incompresa.
    Beh, ho letto di asperger che ridevano in situazioni drammatiche, se per te è adeguato, fai pure.
    Mia madre è insegnante di scuola elementare. Lo scorso settembre è venuta un giorno e mi ha detto che la madre del suo alunno che era ammalata da tanti anni di cancro, era morta. Io sono quasi scoppiata a ridere, ho cercato un po' di trattenermi, ma alla fine la risatina mi è uscita.
    Poi, quando mi sono ritrovata da sola in camera mia ho pianto, perchè la conoscevo, conoscevo anche il bambino e ho provato un dispiacere enorme.
    Mia madre non mi ha detto nulla perchè sa che io ho la risata nervosa, ma mi rendo conto che per quanto sia una cosa assolutamente spontanea e involontaria, per chi non lo sa può sembrare una reazione assolutamente fuoriluogo.
    Non è una questione di cosa è più o meno giusto, ma di convenzioni sociali. Se le convenzioni sociali fossero un po' più elastiche, non reputerebbero sconveniente un'episodio come quello sopra citato, perchè vorrebbe dire che tutti accettano tutte le diversità caratteriali, concependo anche l'idea che alcune persone quando ricevono una brutta notizia improvvisamente, scoppiano a ridere.
    Anche quando sono stata al funerale del padre di una mia amica ho dovuto combattere duramente per non riderle in faccia quando sono andata a farle le condoglianze. E ti garantisco che ero davvero dispiaciuta.
    I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes. When I've eliminated the impossible, whatever remains, no matter how mad it might seem, must be the truth.
  • Andato34Andato34 Post: 4,027

    Se le convenzioni sociali fossero un po' più elastiche, non reputerebbero sconveniente un'episodio come quello sopra citato, perchè vorrebbe dire che tutti accettano tutte le diversità caratteriali, concependo anche l'idea che alcune persone quando ricevono una brutta notizia improvvisamente, scoppiano a ridere.
    Sono d'accordissimo.
    La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
  • KrigerinneKrigerinne Post: 3,163
    modificato giugno 2012
    "A me sembra che pretendiate un po' troppo dagli altri. Se voi siete i primi a non sapere a volte cosa provate, come state, perché avete un certo comportamento, come potete pensare che gli altri possano indovinare.
    Le domande servono a questo. Siccome spesso non avete una mimica adeguata alla situazione, chiedere se c'è qualcosa che non va o a cosa stai pensando se avete una faccia da funerale mi sembra più empatico che passare e far finta di niente."
    Parlo per me: non mi interessa che gli altri sappiano come sto. Sarebbe solo carino se capissero che alcune cose mi danno fastidio. Ma lo dico. Dico: non tamburellare con le dita. Dico: non mi sorprendere alle spalle. Dico: non parlare durante il film.
    E' qui che viene meno l'empatia degli altri. Perché se faccio queste richieste con un'espressione neutra in volto gli altri se ne infischiano. Allora mi arrabbio! E dico: devo urlarvi addosso e arrabbiarmi per farvi capire che queste cose mi danno fastidio?
    E' necessario, perché se glielo dico senza espressione non capiscono.
    Va anche bene, ora ho imparato ad arrabbiarmi... Sono scesa a questo compromesso, e va bene. Però rimane il fatto che devo traumatizzare le persone per essere rispettata, perché ad una semplice richiesta serena non credono. Cioè non "empatizzano" con la logica ma empatizzano con lo stato d'animo. Quindi se mi arrabbiano empatizzano. Se glielo dico semplicemente no. Io funziono esattamente in modo contrario.
    Per le domande sugli stati emozionali invece per me è del tutto diverso... Dato che, appunto, non ci capisco niente di questa roba. Mi dà fastidio se qualcuno mi fa queste domande perché mi sento a disagio e perché se io non lo so come può l'altro pretendere di volerlo sapere?
    Razionalmente so che nell'altro non c'è l'intento di infastidirmi, in pratica però non sono responsabile di ciò che sento. Magari lo fossi! Il massimo che posso fare (e che faccio) è cercare di non far capire all'altro che in quel preciso istante lo sto odiando con tutto il cuore, non sarebbe giusto nei suoi confronti.
    Aggiungo: se ve lo si chiede vi infastidite, se la gente non capisce telepaticamente vi infastidite, un essere umano che dovrebbe fare per dimostrarsi empatico?


    Credo sia la stessa cosa che provano gli NT, non parlano ma gli altri li capiscono. Immagino che nei ND ci sia la stessa volontà che c'è negli NT di essere capiti al volo.
    E io ci riesco con gli altri ND!
    In ogni caso parlo di pensieri, non di emozioni. Non voglio condividere le mie emozioni con gli altri. quindi nel senso comune di empatia no, non voglio che gli altri provino empatia nei miei confronti.
    Voglio introdurre un nuovo termine: "logicopatia" ASD... magari è anche semanticamente errato XD
    Backend developer ~ Asperger ~ ex tutor ABA
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