Gli altri hanno empatia verso di voi?
Si parla tanto di mancanza di empatia da parte degli asperger verso gli altri. Ma gli altri hanno empatia verso di voi? Riescono a predire i vostri comportamenti, a capire cosa pensate o come vi sentite in quel momento?
Lo chiedo perché a quanto mi risulta gli altri (nt e nd) non riescono quasi mai a capire quello che io penso o come mi comporterò o quali emozioni provo in reazione ad un determinato evento, cioè, avranno anche empatia fra di loro (gli nt), ma verso di me non ce l'hanno per niente.
Cosa ne pensate?
Lo chiedo perché a quanto mi risulta gli altri (nt e nd) non riescono quasi mai a capire quello che io penso o come mi comporterò o quali emozioni provo in reazione ad un determinato evento, cioè, avranno anche empatia fra di loro (gli nt), ma verso di me non ce l'hanno per niente.
Cosa ne pensate?
La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
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Commenti
Mentre mi capita spesso che anche quando sono serena la gente mi chiede "ma che hai? perchè fai quella faccia?" e io "quale faccia?" e loro "non so, sei strana" e io "nono, tutto a posto" e rimangono perplessi.
Io sono capita, parzialmente o totalmente, soltanto da persone della mia famiglia con lo stesso problema... gli nt non mi capiscono e spesso mi chiedono 'se sono arrabbiata', 'a cosa sto pensando' ecc. Quello che mi irrita di più è quello che mi chiede a cosa sto pensando, saranno anche fatti miei no ??
I miei familiari mi capiscono abbastanza.
Anche a me danno fastidio parecchio le fatidiche domande:
-"a cosa stai pensando?"
-"cos'hai fatto, perchè sei così?"
Se voglio dirtelo, te lo dico, no?
Questo ragionamento per me (e te lo dico nella massima calma e gentilezza) è inaccettabile e molto pericoloso, perchè allora sarebbe giusto anche lasciar morire una persona che incontro in una strada deserta e ha bisogno di essere soccorsa, perchè tanto (come hai scritto tu) a me che mi frega, non sono mica io a versare in una condizione di disagio.
Nel primo caso lo cancello dalla mia vita e per me non esiste più. Nel secondo caso, cercherò di ignorare il suo comportamento fastidioso tollerandolo fino a quando questo non intaccherà direttamente la mia serenità. A quel punto lo faccio passare alla prima categoria! XD
Penso che questo approccio dovrebbe valere anche per i NT nei confronti sia dei NT che dei ND, ma a me è capitato mooolto raramente che qualcuno abbia deciso di passare sopra ad una qualunque delle mie stranezze.
Le domande servono a questo. Siccome spesso non avete una mimica adeguata alla situazione, chiedere se c'è qualcosa che non va o a cosa stai pensando se avete una faccia da funerale mi sembra più empatico che passare e far finta di niente.
Anch'io che vivo con delle persone da un anno devo dire che farei un'inutile e immensa fatica se tentassi di intrecciare uno stabile rapporto di comunicazione con loro, unendomi al gruppo per cena, trovando sempre qualcosa da dire ecc..
Semplicemente non mi viene spontaneo e vivo con ciò che sono, devo dire, senza farmi problemi di sorta. Se ciò capita ora soprattutto perchè sento di non avere punti di contatto a livello umano o di interessi coi miei coninquilini, (per i quali tuttavia non nutro nessun sentimento ostile, credo anzi siano delle bravissime persone) sono convinta che anche nel caso io vivessi con un amico, alla lunga sentirei comunque l'esigenza di avere i miei ampi spazi e perciò finirei con l'isolarmi un pò (ma ovviamente non in maniera così netta come faccio ora).
Ho notato una cosa ultimamente. Quando sono qua, (in una città diversa dalla mia, dove studio e lavoro) durante la settimana, tendo a mangiare il giusto e in modo regolare. Non mi viene neanche in mente di fumare o di aprirmi una birra, mentre quando sono a casa col mio ragazzo nel week end, sento spesso l'esigenza di mangiare o di fumarmi una sigaretta (per fortuna solo una o due il sabato) o ancora di bere qualche bicchiere. Visto che anche quando ho passato qualche giorno a casa dei miei ho sentito una cosa del genere, seppur smorzata e che non mi ha portata a ricercare nulla che potesse alleviarla, mi sono chiesta se per caso si tratti di una forma d'ansia legata al fatto di non essere da sola.
Se per te è adeguato tutto, fai pure.
Non vedo perché ti poni delle domande se poi ti dai le risposte da solo, ma se devi sempre porti in questo modo, preferirei che mi ignorassi.
Comunque se preferisci che ti ignoro non c'è problema. Ti ringrazio comunque per aver portato il tuo punto di vista. Ciao
Guarda, logicamente non posso darti torto, però è quello che sento.
Forse mi aspetto talmente tanto che gli altri capiscano quello che provo, che le conseguenze sono poi quelle.
Del resto, anche prima di conoscere l'Asperger, mi sono sempre definita complicata.
Poi, quando mi sono ritrovata da sola in camera mia ho pianto, perchè la conoscevo, conoscevo anche il bambino e ho provato un dispiacere enorme.
Mia madre non mi ha detto nulla perchè sa che io ho la risata nervosa, ma mi rendo conto che per quanto sia una cosa assolutamente spontanea e involontaria, per chi non lo sa può sembrare una reazione assolutamente fuoriluogo.
Non è una questione di cosa è più o meno giusto, ma di convenzioni sociali. Se le convenzioni sociali fossero un po' più elastiche, non reputerebbero sconveniente un'episodio come quello sopra citato, perchè vorrebbe dire che tutti accettano tutte le diversità caratteriali, concependo anche l'idea che alcune persone quando ricevono una brutta notizia improvvisamente, scoppiano a ridere.
Anche quando sono stata al funerale del padre di una mia amica ho dovuto combattere duramente per non riderle in faccia quando sono andata a farle le condoglianze. E ti garantisco che ero davvero dispiaciuta.
Credo sia la stessa cosa che provano gli NT, non parlano ma gli altri li capiscono. Immagino che nei ND ci sia la stessa volontà che c'è negli NT di essere capiti al volo.