Una scuola "contro"
Ciao a tutti.Sono Giovanna e sono la madre di Alessandro, 13 anni, Asperger.
Quotidianamente combatto una estenuante guerra contro la scuola media che Alessandro frequenta. Nonostante infatti io abbia presentato mio figlio ancor prima dell'arrivo in 1a media, la scuola ha sin da subito dimostrato di non volere accettare la patologia. Nell'immediato, non accettarla si è tradotto in una non volontà di protocollare la diagnosi (la "scusa" addotta è stata la totale assenza di carenze sul piano cognitivo!), fino a metà anno della seconda media; da quando invece ho ottenuto che la diagnosi fosse protocollata, non accettarla si traduce in: note comportamentali sul registro elettronico quotidiane, voti dimezzati per cattivo comportamento, esclusione da tutte le uscite didattiche, esclusione dai laboratori (in realtà Alessandro riferisce di trascorrere anche metà dell'orario di lezione fuori dalla porta), sospensioni (già a quota 4), voto in condotta 6 con conseguente rischio di non ammissione all'esame di stato. Il tutto nonostante anche l'elaborazione dietro mia richiesta di un PEI, con la collaborazione di un unico docente che, ormai esausto ed impotente, si schiera contro i colleghi perchè ha focalizzato la questione.
Che fare?
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Commenti
Hai parlato con la dirigente?
Scritto al distretto scolastico provinciale?
Se le hai provate tutte e hai ottenuto nulla o un peggioramento, cambierei scuola.
Poi lascerei un'intervista al giornale locale per mostrare i fatti.
Una lettera su carta intestata di uno studio d'avvocati fa miracoli, in certi ambienti.
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L'unica cosa è scrivere sia alla Dirigente scolastica che all'Ufficio scolastico regionale.
In particolare, stando all'art. 7, comma 3, del d.P.R. 260/2007, è importante sapere che l'Ufficio:
- vigila sul rispetto delle norme generali sull'istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni, sull'attuazione degli ordinamenti
scolastici, sui livelli di efficacia dell'azione formativa e
sull'osservanza degli standard programmati;
- verifica e vigila al fine di rilevare l'efficienza dell'attività delle
istituzioni scolastiche e di valutare il grado di realizzazione del piano per l'offerta formativa.
- (altri punti...)
Dunque: scrivere alla Dirigente spiegandole il problema e dicendole che è tua intenzione convocare un'ispezione da parte dell'Ufficio scolastico regionale (che è un Ufficio periferico del MIUR).
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L'eventuale ricorso al TAR contro atti "mancati" - come la mancata consegna del PEI - non ha molto senso.
Il TAR si pronuncia in gran parte d'Italia con un ritardo imbarazzante e spesso i giudici non rilasciano decreti d'urgenza o provvisori.
La "lentezza" del TAR si traduce in una giustizia negata.
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Una nota: in Italia, il PEI andrebbe fatto su base ICF (di cui sono un devoto cultore).
Si dovrebbe dire "basta" a PEI non fondati su questa base: tra l'altro sarebbe anche tecnicamente sbagliato farlo.
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In conclusione: MASSIMA SOLIDARIETA'.
Forza.
Resisti.
Tieni duro.
Forza e coraggio, non arrenderti mai... tuo figlio merita serenità ovunque,anche nell'ambiente scolastico.
Le attivita' di sostegno dovrebbero impedire di stigmatizzare i suoi comportamenti come indisciplina e quindi note, rapporti e sospensioni, perche' riconducibili a una condizione patologica.
Cioe' loro lo trattano come gli altri, in sostanza?