L’autismo non è una bolla, l’autismo non è una bolla, #lautismononèunabolla

#lautismononèunabolla

No. L'Autismo non è una bolla. Ci sono bambini chiusi e con poco interesse sociale e bambini che si chiudono perché sono quasi "senza pelle" nei confronti del mondo. Ci sono bambini che sono aperti al mondo ma comunicano e interagiscono goffamente. Ci sono bambini che hanno una percezione differente del mondo. Ci sono bambini che lo elaborano in modo differente e bambini che lo elaborano bene ma hanno difficoltà a condividere quello che pensano. Ci sono bambini... ci sono infiniti modi in cui essere autistici e infiniti modi in cui l'autismo si manifesta.
Ma non c'è nessuna bolla e nessun bambino nella bolla.
Certo è vero, a volte una persona autistica (una di quelle che in fondo non stanno veramente nella bolla) può descrivere la sua vita come isolata, come se ci fosse un muro tra lei e il mondo, una bolla. Ma è una sensazione, a volte una speranza per proteggersi da una realtà ostile. Certo, a volte le famiglie delle persone autistiche si sentono in una bolla. Quella è una bolla vera, è la bolla dell'ignoranza e degli stereotipi che circondano questa condizione. Che separa, che divide. Che fa giudicare e relega la persona autistica e la sua famiglia ai margini della società.
Se c'è una bolla è una bolla creata dalla società e dagli stereotipi, come quello della bolla, che si ostinano a non morire.
Non c'è nessuna chiave magica, nessun cuoricino da disegnare. L'affetto aiuta qualsiasi bambino, calore familiare e un'educazione buona ovviamente migliora i comportamenti autistici come migliora qualsiasi bambino, ma non è il sistema per contattare il bambino nella bolla.
Non c'è nessuna bolla e se ci fosse, bisognerebbe tendere una mano per aiutare il bambino ad uscirne, non scomparirci dentro insieme a lui.
Chiedo alla rai di cogliere il consiglio di Alberto.
Smettiamo di diffondere stereotipi, i bambini autistici sono in primo luogo bambini e dobbiamo ricordarcelo. Promuovere stereotipi vecchi mezzo secolo non aiuta loro e non aiuta le loro famiglie.
Questo il video RAI:
Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
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Commenti
Di quello che ha scritto Wolfgang.
mamma! È a causa tua se il bimbo è solo nella sua bolla! Perché tu non lo hai amato! Vedi che se lo ami state perlomeno insieme nella bolla???
La colpa dell'isolamento nell'autismo è il solito mancato amore materno. Sicuramente avrebbero potuto fare uno spot 100 volte migliore.
Chi condivide quel tipi di messaggio, come fa allo stesso tempo a chiedere l'inclusione nella società del proprio familiare con autismo?
Non capisco, sinceramente non capisco.
:(
Io sono riuscita a vederlo da qui: http://www.greenme.it/vivere/speciale-bambini/19494-autismo-come-comprenderlo-video
Se metto solo il link al video, dà di nuovo plug-in non supportato.
Detto questo per me la bolla esiste, ma non è data dall'autismo ma dalla società che ha la necessità di catalogare e di giudicare, e di separare chi ritiene "giusto" da chi ritiene "sbagliato". E chi sta li, un po' giusto e un po' sbagliato, ma soprattutto capace di sentirsi il giudizio addosso, che varia tra lo "speciale", il "futuro ing.", il "troppo intelligente" a quello "timido", "stupido", "quello che non ce la fa", soffre parecchio.
Forse l'immagine giusta non è quella di una bolla silenziosa, ma sarebbe quella delle montagne russe in cui in un secondo passi dall'esprimere una grande potenzialità all'abisso di una crisi, del caos e della confusione di un luna park pieno di luci e rumori fortissimi, di una vita passata al limite dei propri sensi, di emozioni fortissime che ti fanno essere triste solo perchè Masha saluta Orso e va via; altro che quiete e altro che bolla.
La bolla al massimo potrebbe rappresentare i momenti di "depressione" o quelli in cui uno "si annulla" per ricaricare le proprie batterie, ma sono solo delle fasi di un modo di vivere la realtà diverso.
Se si crea la "bolla" non è per colpa dell'autismo, ma potrebbe essere l'esigenza di un momento di "riposo": mio figlio ad es. ha imparato a chiedere di poter andare a riposare quando non ce la fa; a scuola va in bagno o nel pomeriggio a riposare sulla brandina, a casa si sdraia nel letto sotto le coperte anche per pochi minuti. Ma in questo caso ha bisogno di stare un po' da solo, e - se questa è la bolla allora è funzionale e utile.
Forse invece noi genitori stiamo veramente in una bolla di incomprensione, ma da abbattere a picconate e non con i buoni sentimenti.
Qui però non c'è un obiettivo di marketing ma la pretesa di sensibilizzare e diffondere conoscenza.
Il messaggio finisce lì, descrittivo di un isolamento che si raddoppia e che non ha una visione di proseguimento. Per dirlo in un modo poco elegante, la madre che raggiunge con il suo amore il proprio figlio nella bolla, entrambi messi al centro dell'attenzione mediatica come due poveracci da compatire. E basta.
Poi ci sono gli associazionismi vari che appaiono come i club del pietismo ghettizzante. E gli associazionisimi contro gli associazionismi che spesso ricadono anch'essi in arroganza e bigottismo. Entrano in gioco i ruoli e le dinamiche che io ho spesso nominato (per quanto riguarda l' associazionismo in genere) come "i detentori delle buone pratiche che si autorappresentano". E varie. E qui ci sarebbe un post a parte da sviluppare.
Purtroppo l'eccellenza, il talento si manifestano dove vi è anche una sana dose di umiltà e di coraggio.
Spazio Asperger è uno dei rari.
e' tutt'altro che una bolla, anzi e' proprio il contrario. Non siamo contenuti. Siamo uno spillage continuo. E francamente, c'e' molto altro a questo mondo con cui connettersi che gli esseri umani.