autostimolazioni e interessi assorbenti
Buonasera a tutti. Vorrei discutere con voi genitori e non di questi due argomenti per cercare di capire meglio il mio piccolino.Mi sono imbattuta per la prima volta nel termine autostimolazione leggendo il racconto di una mamma che descriveva il figlio aspie. Così vado a cercare il significato di questa parola e leggo che tra le autostimolazioni visive c'è il "guardare cose che si muovono lungo una linea visiva, come guardando per esempio lungo i pali di una staccionata". Mio figlio da quando aveva più o meno due anni, adesso ne ha quattro e mezzo, quando passa d'avanti a un cancello o a un muro inizia a correre senza guardare innanzi a sè ma di lato fissando il cancello o il muro, non so se sono stata chiara nella spiegazione ma è difficile descrivere il movimento che fa con gli occhi. Lo fa sempre ed è impossibile impedirglielo perchè se lo faccio si arrabbia o comunque non smette. Capita o è capitato anche ai vostri bambini o a voi adulti aspie? Adesso, da un pò di tempo, quando siamo a casa si sdraia per terra e si mette a seguire con lo sguardo la linea che separa il battiscopa dal pavimento e anche in questo caso non è facile farlo smettere. Mi spiegate perchè accade? Ed è necessario interrompere un'autostimolazione? Autostimolazione e stereotipia sono la stessa cosa?
Un'altra cosa che vorrei capire è quando un interesse si può definire assorbente soprattutto in un bambino così piccolo. Mi spiego meglio: quando Davide era più piccolo aveva un modo davvero atipico di giocare ma di questo mi sono resa conto solo da poco. Per esempio c'è stato un periodo che amava sfogliare i libri, ma in realtà non era interessato alle immagini ma solo al movimento delle pagine, infatti se lo fermavo per leggere la filastrocca o per mostrargli quello che era disegnato sulla pagina si arrabbiava, mi scostava la mano e continuava a voltare le pagine velocemente. Poi c'è stato il periodo delle matite colorate che alllineava ripetutamente e man mano che le metteva una affianco all'altra voleva che io gli dicessi il colore corrispondente, ma se poi gli chiedevo di darmi la matita di colore rosso per esempio non era in grado si eseguire il comando. Poi ancora il periodo del trenino della lego duplo che smontava e rimontava e adorava guardare girare sui binari. Fino a circa una anno fa quando è comparsa la passione per i numeri, le lettere e le forme geometriche di cui ama guardare su you tube le filastrocche in inglese, per esempio quelle della serie di Bob the train. In quei momenti sembra dimenticarsi di tutto, come se si chiudesse in un mondo tutto suo dal quale sono esclusa anch'io. Posso considerare questo un interesse assorbente? Come devo comportarmi, nel senso che faccio bene a fargli guardare queste filastrocche sullo smatphone o sul tablet anche se in maniera limitata? A volte le uso come rinforzo positivo e funziona, infatti è grazie allo smartphone di mio marito che ha imparato a fare la "cacca" nel bagno e questo alla veneranda età di tre anni e dieci mesi!!! Un abbraccio a tutti.
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Commenti
Mia esperienza: fin da bambina amavo osservare il movimento di oggetti. Dove movimento può esserr anche l'alternanza di luci con altre sfumature luminose.
Esempio? Guardare le lampadine e constatare che ad una determinata ora, in genere dopo le 20.00, compariva un alone multicolore.
Chi mi avesse visto dall'esterno, vedeva una bambina che fissava un oggetto. Ma io che ancora ricordo la mia infanzia, so' che cercavo di capire perché vedevo riflessi che altri non notavano.
I miei figli, ognuno con modalità diverse, hanno spesso giocato, impilando lego, facendoli diventare torri altissime. Li ho lasciati fare.
Per me, stavano studiando, dopo quante sovrapposizioni, sarebbero cadute. Ovvero verificavano il fenimeno fisico dell'equilibrio.
Implementavo i loro giochi, con altre osservazioni. Sperimenti con il ghiaccio, con mio figlio di 3 anni.
Io stessa ed i miei figli, abbiamo giocato nell'allimeare le matite.
È affascinante constatare in quanti modi si possano raggruppare. Ordinarli per tonalità, ordine crescente o decrescente di colore. Per intensità e così via.
Giochi che osssevati da fuori, possono sembrare inusuali, ma che nascondono l'osservazione di fenomeni fisici, chimici, matematici.
Quindi, e qui dirò qualcosa che per esser compreso, ha bisogno di creare nella mente uno spazio vuoto.
Non bisogna paragonare un figlio o sé stessi agli altri. Esso, noi, siamo unici.
Il rischio reale del gioco, passione assorbente, è l'isolamento.
Come si può evitare l'eccesso di isolamento?
È sbagliato vietare i suddetti giochi, se egli ne sente la necessità, considera che sono il nutrimento di una mente assetata di conoscenza. Sarebbe come togliere ad un girasole, il sole, per far star fermo un fiore. Egli non è un fiore di cactus.
Quindi, pur facendolo giocare in questo modo, stai accanto a lui, interessati a questi esperimenti con domande. Proponi leggere, ma graduali varianti. Studia qualche piccolo esperimento scientifico. E dividi il tuo ruolo di madre, con il padre.
Sarà un bimbo che ti assorbira' molto mentalmente. E ci saranno giorni, in cui la sua intelligenza ti esasperera' con la sua sete.
Prima di arrivare alla tua umana stanchezza, è giusto coinvolgere l'altro genitore. Che ti sostituisca per farti riposare.
Interpreta quanto ho scritto, considerando che sono le mie esperienze. Io ho agito così.
Malgrado sia separata, nella crescita dei figli, ho coinvolto il padre. Tanto che è presente nella loro vita, più di molti padri che vivono in famiglia. Egli sente il suo ruolo.
E questo per un figlio atipico è importante. Con le sue mille domande, può portarti al punto di esasperarti, l-interscambialita' con il padre, può aiutarti a rimanere oggettivamente presente.
Alcune di queste autostimolazioni sono diminuite notevolmente grazie alla terapia e ricompaiono principalmente quando è stanco o non sta bene.
Per quanto riguarda la gestione di queste stereotipie mi è stato consigliato dalla terapista di distrarlo cercando di richiamare la sua attenzione con altro ma di non sgridarlo perché un rinforzo negativo avrebbe il solo fine di rinforzare il comportamento.
Ovviamente in principio non è stato facile distoglierlo, si arrabbiava e reagiva male, ma adesso che è più grande (ha 5 anni ) riesco con pazienza a riportarlo alla realtà.
Anche mio figlio ha degli interessi particolari: dall'età di tre anni ha la passione per lettere e numeri e soprattutto all'inizio della terapia questo è stato utilizzato come rinforzo. Idem per canzoni e tablet. Adesso siamo passati al rinforzo sociale perché è molto sensibile alle lodi e alla gratificazione.
Ciao mandragola77. Mio figlio ha 4 anni e mezzo e come ho già detto non ha ancora una diagnosi. Anche lui si rifugia nelle autostimolazioni quando è stanco o è annoiato allora cerco di distrarlo, di richiamare la sua attenzione su altre cose che so possono interessarlo. Adesso è comparsa un' altra stereotipia quando guarda un cartone che gli piace: saltella ed emette dei gridolini di eccitazione, allora dolcemente lo abbraccio e gli dico che non si urla. Tutto questo per me che sono la sua mamma non è un problema, lui è nd e io ho un profondo rispetto per questa sua neurodiversita', lo amo così com' è. La mia paura è il confronto con i suoi pari che adesso che è piccolo non gli crea grossi problemi ma potrebbe crearne non pochi quando diventerà più grandicello. Ho terrore dell'inizio della scuola primaria anche se manca più di un anno, per questo mi auguro che con il tempo riesca a controllare tutte le sue stereotipie e a migliorare ulteriormente con il linguaggio. @mandragola77 tuo figlio che terapie fa?
È stato valutato in un centro specializzato in disturbi pervasivi dello sviluppo perché anche io non credevo nel semplice disturbo del linguaggio che invece la pediatra si ostinava a diagnosticare.
Nell'autismo la vista genera l'udito.
Cioè: particolari ritmi visivi generano emozioni legate alla musica e permettono al cervello di comprendere gli stimoli uditivi.
Gli stimoli uditivi permettono alla persona autistica di camminare e di gestire la funzione vestibolare: cioè di gestire la coordinazione motoria.
Un po' è come l'effetto "Danza". Cioè: di solito, i ballerini propongono una performance su una base musicale. E il raccordo tra l'esercizio e il sottofondo musicale crea una coerenza espressiva. Gli autistici, per funzionare, hanno proprio bisogno di questo. Di suoni.
(Ripetizione: sto esprimendo delle OPINIONI PERSONALI).
Quindi PER ME (maiuscolo necessario) di solito, se si pone un autistico in un ambiente estremamente silenzioso, (tipo biblioteca o chiesa) o non gli si rivolge la parola o un impatto sonoro, si può osservare un decadimento della funzione vestibolare e, ad esempio, potresti vederlo in coreusi. (Cioè: ondeggiare, sfarfallare con le mani o altro...). Moltissimi autistici, ascoltando una musica o determinati suoni, sono capaci di grandissima coordinazione. Basta solo "beccarli".
Ora: gli autistici cercano figure visive "ritmiche" cioè "regolari" perché scorrendole con gli occhi, percepiscono la costruzione della sonorità e dell'udito. Un po' è come scorrere con gli occhi uno spartito o una pagina.
La scrittura - per funzionare - deve avere una ritmicità particolare e ripetere gli stessi simboli. Proprio questa RITMICITA' visiva e REGOLARITA' geometrica, genera il suono. (Aspetto particolarmente evidente ad esempio nell'alfabeto ebraico e così via...).
Così come la regolarità della scrittura genera sonorità, così la regolarità deglli schemi visuali genera nei bambini autistici sonorità.
E' come se i bambini CERCASSERO VISIVAMENTE un alfabeto e una scrittura.
Questo il mio PUNTO DI VISTA.
Per me è una cosa più che ovvia però ci stà che i Neurotipici si chiederanno SEMPRE perché lo facciamo.
Magari, noi autistici, li vediamo leggere scritture. E non accadrà mai che un neurotipico pensi che la regolarità di una scrittura alfabetica corrisponda al bisogno di un bambino autistico di mettere oggetti in fila.
Io posso scrivere... iiiiiiiiiiii..... e se lo faccio è perché voglio generare un suono. Un suono che mi è necessario per gestire equibrio e coordinazione motoria. Non avendo, magari, di che scrivere, uso macchinine. Cioè: è raro... è veramente raro... che un bambino autistico che crea serie visive ondeggi o sfarfalli (accade, se ben ricordo, nell'8% dei casi e solo il presenza di ritardo mentale).
Perché mi sia necessario un suono per controllare il corpo è semplice: per un autistico molti gesti sono un danza. Cioè: implicano una coordinazione motoria molto più elevata (questo per non generare un goofy behaviour).
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Comunque: io sono convintissimo che questa sia una cosa che tutti gli autistici sanno, che spiegano da anni, e che nessun neurotipico capirà mai.
Semplicemente, come scrivi tu, ci saranno SEMPRE neurotipici che si chiederanno perché un bimbo autistico, ad esempio, faccia scorrere le pagine di un libro o crei sequenze di automobiline e cose così...
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Chiaramente: essendo io autistico, ciò che ho detto è solo un'opinine personale che non sarà mai compresa, studiata o osservata dalla scienza.
Mi ripeto: è solo il mio punto di vista personalissimo.
(Lo dico fino alla nausea).
Se per te ha un senso... sono felice.
Di fatto è abbastanza "infelice" passargli il messaggio che le cose che piacciono a lui non siano interessanti; per cui la cosa migliore è eventualmente fare in modo che i suoi interessi si amplino sempre di più e che soprattutto diventino interattivi. Ad es. quando aveva la passione del cell io lo "usavo" in maniera impropria tipo ad es. lo predevo e lo nascondevo e lo trasformavo nel bottino di una caccia al tesoro. Si può abbastanza facilmente ricondurre tutte le passioni facendole convergere sui giochi più comuni.
In ogni caso nessuna terapia - per fortuna - gli toglierà il punto di vista fuori dal comune sul mondo (mio figlio ad es. quando vede una palla è affascinato dal fatto che rotola più o meno veloce e dal fatto che può rimbalzare di più o di meno, la studia e si interroga sui fenomeni scientifici che ci stanno dietro) e quello che va fatto non è cercare di farlo diventare come gli altri bimbi ma aiutarlo ad entare correttamente in relazione con gli altri e a sentirsi di pari valore. Bisogna cercare di concentraci sul fatto che acquisisca le competenze giuste per essere indipendente e felice e non nel tentativo di "togliergli" le cose "sbagliate" che fa.
Se mio figlio avesse passato il tempo a seguire le fughe del battiscopa sicuramente non avrebbe sviluppato la capacità di condividere i suoi interessi con i pari, se avesse continuato a scrivere in solitudine all'infinito le sue parole preferite gli sarebbe completamente sfuggito il valore comunicativo della scrittura e sarebbe stato solo un esercizio fine a se stesso.
Invece con tanta pazienza la terapista, insieme a noi ovviamente, ha iniziato a distoglierlo dalle stereotipie più pesanti per impiegare il suo tempo in modo più costruttivo e funzionale. Questo non significa piegarlo alla normalità intendiamoci, non mi interessa farlo, ma amplificare i suoi talenti eliminando gli aspetti più invalidanti della condizione.
Ricordo che mio figlio ha 5 anni e una diagnosi di autismo ad alto funzionamento da quando ne aveva 3. Probabilmente in casi più leggeri non è necessario intervenire con terapie invasive ma per il mio bambino sono state più che necessarie.
Poi certo l'integrazione va insegnata, infatti io cercavo proprio di spiegare che più che cercare di limitare i comportamenti sbagliati mi sembra utile insegnare a far accettare le proprie passioni agli altri integrandole con interessi più comuni e gestendone l'intensità in maniera da non infastidire. Non volevo affatto dire che non bisogna fare nulla.
Comunque è chiaro che ci sono due diversi indirizzi di intervento: il primo prevede che se il bimbo fa qualcosa di disfunzionale, lo si distolga da quest'attività sostituendola con una funzionale; il secondo che ci si inserisca nell'attività disfunzionale del bambino modificandola e rendendola funzionale. Secondo me il secondo indirizzo è molto più facile - soprattutto per i genitori che non sono terapisti e non sono formati e ha anche il pregio di aumentare la flessibilità. Poi è chiaro che se l'attività disfunzionale è sbattere la testa contro il muro, c'è poco da modificare! Insomma non tutte le attività sono modificabili, ma quelle modificabili per me vanno affrontate nel secondo modo.
Inoltre purtroppo va insegnato anche "il piacere" di fare le cose con gli altri perchè non è così automatico, quindi mi sembra più utile fargli "vivere" la condivisione anche su un suo interesse magari troppo particolare, perchè ho visto che poi si è reso conto che le cose fatte insieme sono molto più divertenti. E che adesso a farle da solo si stufa subito. Dal piacere di fare le cose insieme poi bisogna passare allo step successivo: quello in cui si capisce che per avere "compagnia" occorre fare anche le cose che interessano all'altro e non solo quelle che interessano a se stessi. E in questo ci viene in aiuto il fratellino che vuole fare quello che gli piace e che devo dire gli sta insegnando molte cose.
Poi bisogna fare in modo che sviluppino strategie utili da soli, mettendo un freno a quelle sbagliate e valorizzando quelle utili. Non c'è nulla meglio delle soluzioni che trovano "da soli", solo che bisogna fare super attenzione a quelle "sbagliate", perchè non sempre ci si rende conto.
Ad es. mio figlio ad un certo punto ha avuto l'interesse per il tempo e ha imparato a leggere l'ora negli orologi e voleva sapere sempre a che ora si facevano le varie cose; sicuramente era "esagerato" nei modi però a lui l'ossessione del tempo è servita perchè gli ha permesso di acquisire quelle competenze utili per orientarsi nel tempo e per tranquillizzarsi sulla durata delle varie attività e la scasione degli impegni. Lui non ha avuto bisogno di avere delle agende grafiche o dei calendari con le attività perchè ha compensato in maniera autonoma al suo bisogno di certezze.
Ovviamente le sue possibilità future di indipendenza e autonomia sono legate alla sua capacità di compensazione, perchè comunque i suoi ragionamenti e il suo sguardo sulla realtà saranno sempre particolari.
Da qualche mese con il dito indice disegna nell'aria figure geometriche, numeri, lettere e in quei momenti sembra un direttore d'orchestra! Se provo a distoglierlo si arrabbia, protesta e ricomincia. E qui mi riallaccio alle risposte di mamma francesca e di mandragola77. Mi sono sempre chiesta in questi mesi se era davvero giusto distoglierlo in questi momenti particolari, se per la sua mente neurodiversa non fossero necessari per una qualche funzione cerebrale che una mente neurotipica non può comprendere. Ma mi rendo conto che tutto ciò lo distoglie dall'interazione con gli altri bambini che per lui non è così semplice e istintiva. Si credo che integrare sia la giusta modalità. Sai mamma francesca anche Davide ha un fratellino di due anni e mezzo che quando è nato ha praticamente ignorato per moltissimo tempo. Adesso lo adora, gioca tanto con lui, litigano, si azzuffano ma mi rendo conto di quanto lo stia aiutando! Un abbraccio a voi mamme meravigliose e ai vostri bimbi.