Un anno in più alla scuola materna...

Probabilmente era una domanda da inserire nella sezione discussioni tra genitori, o forse in entrambe le sezioni, non lo so... ma volevo sentire il parere di voi ragazzi e adulti, quindi provo a postare qua, nel caso i moderatori lo ritengano meno adatto sposteranno loro (grazie!).
Ieri mattina ho incontrato per caso nell'androne della scuola un'insegnante delle scuole elementari dove andrà mio figlio. Lui ha appena compiuto 5 anni, ha ancora qualche difficoltà a livello di verbalizzazione, e una compromissione particolarmente forte nella sfera delle relazioni sociali, in particolare con i coetanei.
Le due mamme in compagnia delle quali ero hanno chiesto all'insegnante chi prenderà le prime il prossimo anno scolastico. Diciamo che è una scuola piccola, con una sola sezione per anno, e che le insegnanti reputate 'brave' (per preparazione, voglia, capacità di mettersi in gioco) sono 4. Una ha preso la prima quest'anno, l'altra quella con cui abbiamo parlato ieri, le altre due prendono le prime l'anno prossimo. Il che equivale a creare in me il dubbio: se lo lascio (come ipotizzato) un anno in più alla materna rischia di trovare una delle insegnanti che ci mettono il cuore ma non ci arrivano più di tanto.
Panico.
Panico, perché mi sono chiesta se ha senso cercare di aiutarlo a maturare nelle relazioni sociali per poi rischiare di essere 'penalizzato' sul piano cognitivo.
Inoltre, mio figlio effettivamente fatica a interagire coi pari, ma in classe con lui ci sono un bimbo e una bimba a cui è molto legato e lasciandolo alla materna un anno in più li perderebbe.
Ho naturalmente tempo per valutare a fondo la situazione, e avevo ipotizzato inizialmente di fare comunque l'iscrizione a gennaio e decidere a maggio se era il caso o meno di confermarla.
Però però... ho cominciato a pensare. Magari lui si sentirebbe più a suo agio in un ambiente dove si sta seduti a fare cose per lui interessanti invece che colorare (cosa che odia?) magari con un ausilio informatico potrebbe rivelare le sue competenze sul piano cognitivo (sicuramente più elevate di quelle relazionali?).
La cosa che mi preoccupava maggiormente era il suo disinteresse per impugnare biro matite o quant'altro. Quindi, l'idea di mandarlo a scuola non mi aveva sfiorato proprio. Però non vorrei che fosse praticamente più pronto per le elementari e che lasciarlo alla materna gli procurasse più una tortura che un piacere...
Lui tra l'altro è un bimbo che si muove molto ed è molto libero, ma ha anche una buona capacità di concentrazione, se sta facendo una cosa che lo interessa...
Avete ricordi del passaggio da una scuola all'altra?
Quali sono state le vostre esperienze?
Vi ringrazio in anticipo
Ieri mattina ho incontrato per caso nell'androne della scuola un'insegnante delle scuole elementari dove andrà mio figlio. Lui ha appena compiuto 5 anni, ha ancora qualche difficoltà a livello di verbalizzazione, e una compromissione particolarmente forte nella sfera delle relazioni sociali, in particolare con i coetanei.
Le due mamme in compagnia delle quali ero hanno chiesto all'insegnante chi prenderà le prime il prossimo anno scolastico. Diciamo che è una scuola piccola, con una sola sezione per anno, e che le insegnanti reputate 'brave' (per preparazione, voglia, capacità di mettersi in gioco) sono 4. Una ha preso la prima quest'anno, l'altra quella con cui abbiamo parlato ieri, le altre due prendono le prime l'anno prossimo. Il che equivale a creare in me il dubbio: se lo lascio (come ipotizzato) un anno in più alla materna rischia di trovare una delle insegnanti che ci mettono il cuore ma non ci arrivano più di tanto.
Panico.
Panico, perché mi sono chiesta se ha senso cercare di aiutarlo a maturare nelle relazioni sociali per poi rischiare di essere 'penalizzato' sul piano cognitivo.
Inoltre, mio figlio effettivamente fatica a interagire coi pari, ma in classe con lui ci sono un bimbo e una bimba a cui è molto legato e lasciandolo alla materna un anno in più li perderebbe.
Ho naturalmente tempo per valutare a fondo la situazione, e avevo ipotizzato inizialmente di fare comunque l'iscrizione a gennaio e decidere a maggio se era il caso o meno di confermarla.
Però però... ho cominciato a pensare. Magari lui si sentirebbe più a suo agio in un ambiente dove si sta seduti a fare cose per lui interessanti invece che colorare (cosa che odia?) magari con un ausilio informatico potrebbe rivelare le sue competenze sul piano cognitivo (sicuramente più elevate di quelle relazionali?).
La cosa che mi preoccupava maggiormente era il suo disinteresse per impugnare biro matite o quant'altro. Quindi, l'idea di mandarlo a scuola non mi aveva sfiorato proprio. Però non vorrei che fosse praticamente più pronto per le elementari e che lasciarlo alla materna gli procurasse più una tortura che un piacere...
Lui tra l'altro è un bimbo che si muove molto ed è molto libero, ma ha anche una buona capacità di concentrazione, se sta facendo una cosa che lo interessa...
Avete ricordi del passaggio da una scuola all'altra?
Quali sono state le vostre esperienze?
Vi ringrazio in anticipo
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Commenti
Infatti, non essendo mai bocciato, ho fatto il percorso regolarmente. Cinque-sei anni era l'età con cui si cominciava l'elementare: e così fu.
18-19 è l'età dell'esame di maturità e del foglio rosa per guidare l'auto: e così fu.
Se fossi bocciato, o avessi fatto la scuola materna un anno in più, mi sarei sentito indietro rispetto ai miei coetanei. Adesso, a 34 anni, considero coetaneo anche chi ne ha 30 o 38, ma quando si è bambini si guarda anche il mese di differenza!
Tuo figlio ha dei problemi relazionali, ma non penso che rimanendo un anno in più alla scuola materna li risolverà. Forse pensi che stando alla scuola materna, dove passano gran parte del tempo a giocare, migliori la sfera delle relazioni sociali. Invece, alle elementari, dove deve stare seduto e "studiare" avrebbe meno tempo per socializzare. Beh... non si socializza solo a scuola: a 5 anni potrebbe cominciare a far uno sport di gruppo.
Nel tuo caso contano anche gli insegnanti, su questo non ci piove. Ma riguardo ai programmi di sostegno non ne so niente, mi spiace.
Semir, hai ragione. In effetti uno dei problemi 'grossi' che abbiamo con mio figlio è che i suoi coetanei insistono nel definirlo più piccolo (credo sia stata una strategia delle insegnanti che hanno così cercato di far capire ai suoi compagni della stessa età che lui è immaturo in alcuni ambiti - come il linguaggio o l'interazione). Hanno anche fatto giochi (puzzle, memory e altro) in cui lui riesce meglio e hanno capito un po' meglio che lui non è stupido o altro, solo diverso.
Siccome lui su questo non verbalizza proprio, non ho idea se la questione grande/piccolo lo sfiori o meno. Sembra impermeabile. Ma dico sembra, perché la volta che è capitato che un bimbo piccolo lo definisse 'stupido' gli è praticamente saltato alla gola (a mio parere a ragione, confesso, anche se non amo le manifestazioni di rabbia fisiche ma lo capisco).
Mi do' tempo per ragionarci su. Il fatto, Cornelia, è che se decido di mandarlo in prima è probabile che io debba lavorare su alcune attività preparatorie adesso. E questo non lo posso decidere a maggio, ma ben prima.
A leggere e a scrivere in prima elementare, ma fu così per molti, dato che in alcuni asili non veniva insegnato. Il primo mese della prima elementare, metà alunni (tra cui io) imparavano a leggere e a scrivere, gli altri disegnavano.
Non per scoraggiare, ma purtroppo non ci sono solo scatti in avanti...mio figlio questa estate senza psicomotricità per due mesi ha perso un po' di terreno, tornando a difficoltà che sembravano superate...spero che non succeda mai ai vostri cuccioli, ma tenetene conto!
Comunque perdere un anno di scuola non è la fine del mondo, anzi,
secondo me 6 anni sono pochi per star seduti tutto il tempo. Più che
altro è per non perdere la possibilità di avere una maestra che può
essere una guida
Grazie mammaSole, hai centrato il punto.
Lui ha una maestra in gambissima alla materna, per quello lasciarlo un anno in più non mi spaventava più di tanto.
Oggi le ho accennato i miei dubbi, e lei mi ha detto che in effetti sono sensati.
Lui continuerà a fare i laboratori coi 5enni e vedremo come reagirà alle attività di preparazione alla primaria in termini di attenzione. Devo dire che le maestre che prendono le prime l'anno prossimo sono abbastanza intelligenti da evitare ai bimbi di stare seduti tutto il giorno al banco.
Anche per questo eviterei di trovarmelo con una meno intraprendente.
Grazie davvero.
@Cornelia, si è capitato che in estate ci fossero scatti in avanti. E' anche vero che, anche per noi, ci sono anche regressioni. Se consideriamo che lo sviluppo non procede in linea retta ma a spirali, ed è così anche per i bambini NT, ci risulta tutto più chiaro e meno preccupante. Ma è anche vero che nel caso di bambini particolari ogni piccola cosa fa entrare subito in allarme, vero?
Grazie ancora dei vostri preziosi contributi
Il secondo giorno di prima elementare ho detto che stavo male e mia madre è venuta a prendermi. Appena a casa, mi sono messa a giocare allegramente e lei mi ha fatto notare che avevo mentito. Le ho risposto che sì, era così, e che la scuola "non mi interessava"... Inutile dirvi che dal terzo giorno ho capito che il mio parere sulla questione era ininfluente ;-)
Il fatto di essere la prima della classe, molto amata dalla maestra (ero una bimba timidissima e per nulla oppositiva) mi ha aiutato molto, perché ho sempre avuto bisogno di piacere al mondo. In seconda sono venuta a vivere a Milano, in un palazzo con un bel giardino e tanti bambini e lì è cominciata per me "l'era sociale", che non si è mai interrotta. Gli altri bambini capivano che ero diversa, però mi hanno sempre rispettata come tale, perché in certi frangenti sapevo trovare soluzioni logiche che a loro non venivano in mente.
Riguardo alla scelta asilo/scuola, io sceglierei la scuola per due motivi:
- Maestra dell'anno prox più brava
- Se tuo figlio è capace in certe cose, aumenterà di più la sua autostima rispetto ad una situazione di gioco. Credo che alla materna io sarei morta, ricordo come odiavo l'intervallo alle elementari... Ma non conosco abb tuo figlio, naturalmente. Tu iscrivilo e poi ci penserai!
@Bianca, io sono una di quelle madri considerate degeneri dai più che ritiene la socializzazione forzata del nido prima dei 3 anni un'inutile tortura che ai bambini dovrebbe essere risparmiata. :-O
E in effetti, mio figlio credo vada volentieri a scuola per altri motivi: le classi sono grandi, ci sono molti giochi per lui interessanti (giocattoli intendo) e un bel giardino.
Più sì, un paio di bimbi con cui si intende meglio.
Le due cose che mi avevano fatto propendere senza pensarci allo stop erano mancanza di interesse per il disegno e la scrittura e ritardo nel linguaggio (è vero, @Wolf, che parlare a 3 anni è considerato ritardo nel linguaggio, ma mi pare di avere capito che nel caso di Semir a 5-6 avesse le competenze linguistiche dei pari). Adesso scappo che vuole fare un puzzle con me al pc comunque grazie ancora.
(mi ritirarono subito perchè non sapendo come interagire o mi ficcavo sempre nei guai o mi isolavo annoiandomi da matti e senza riuscire a capire od apprezzare minimante il perchè di certe attività o giochi che mi apparivano davvero puerili e senza senso...)
pensarono fosse bene tenermi a casa ancora un anno, essendo di fine gennaio mi ritrovai in classe con bimbi anche di 5 ed io quasi 7enne...un trauma! ricordo ancora i compiti del primo giorno di scuola, li trovai di una stupidità umiliante così come il programma...purtroppo loro erano molto più vivaci e buffi e questo contribuì a rendermi l'ombra silenziosa della classe quella che non parlava e rimaneva in disparte senza interagire e...si rifiutava di studiare o apparentemente non capiva o apprezzava la materia...quindi occasionalmente passavo pure per tonta...
se tu gli sarai accanto, come vedo che fai, e saprai spiegargli come interagire coi compagni, magari preparando un pò le maestre..allora, a parer mio, faresti bene a mandarlo a scuola prima, anche perchè se manterrà il ritmo di anno in anno andrà prima all'università liberandosene prima degli altri...trovando un lavoro prima etc. etc...
un saluto!:)
Specifico che il mio dubbio non era se fargli fare la primina o mandarlo coi coetanei ma, 'peggio', se farlo andare a scuola a 7 anziché a 6.
Ho parlato proprio l'altro giorno con una maestra di cui mi fido e anche lei suggeriva, se proprio lo si vedeva faticare, di farlo fermare in prima un anno in più provandoci piuttosto che fermarlo alla materna.
Comunque per il momento valutiamo la situazione.
Grazie delle vostre esperienze, mi aiutano sempre
Se poi vedi che odia colorare come i suoi coetanei si vede che è sin troppo sveglio. Mettitelo sulle ginocchia, apri l'Odissea adattata per i bambini e leggigliela. Imparerà a leggere e scrivere in men che non si dica. Cerca di capire quali sono i suoi interessi e compragli enciclopedie e riviste e libri. Poi ,parliamoci chiaro, la scuola italiana delle maestrine non serve a molto;servirebbe un tutore illuminato e antiaccademico. E non solo per tuo figlio
Al massimo li sfoglia.
Insieme al fatto che lui per ora continua ad avere un ritardo importante nel linguaggio, credo sia importante valutare la situazione con tutte le cautele.
La scuola che frequenta attualmente e la scuola elementare in cui andrebbe sono un po' fuori dagli schemi in questo senso (e infatti ritengo piuttosto insolito, confermatomi anche dallo psi che lo segue, che gli siano concesse 17 ore settimanali di lavoro in piccolo gruppo proprio per farlo stare più a suo agio). Anche l'elementare è un contesto un po' sui generis, e le insegnanti che prenderebbero le prime il prossimo anno paiono parecchio in gamba.
Ora alla scuola dell'infanzia ha delle insegnanti che gli sono sinceramente affezionate, cui oggi ho cercato di spiegare per quale motivo mi pare che lui ora fatichi più degli anni scorsi (coscienza della difficoltà di relazione coi pari), e sono concordi con me.
Per cui al momento, continuiamo a vigilare sulla situazione e sui suoi progressi, e monitorando mi auguro di arrivare a fare la scelta migliore per lui. E se pure non sarà, non potrò dire di averla fatta a cuor leggero.
Grazie ancora