Aiuti al liceo

1. Se mi diagnosticano l'Asperger, posso ricevere degli aiuti a scuola senza avere un'insegnante di sostegno o senza avere prove semplificate?
2. Mi causerà problemi per l'esame di maturità?
3. I professori potrebbero rifiutare o sono costretti a dire di sì?
4. C'è bisogno di un certificato apposito?
5. Posso chiedere quello che voglio?
5. Posso chiedere quello che voglio?
6. Mi spiegate un po' come funzionano i vari certificati?
7. Non ho mai avuto sostegno né aiuti di alcun tipo, non mi sono mai trovata male per la mia buona memoria ma ora incomincio ad avere difficoltà. Mi prenderebbero sul serio?
Per favore, evitate moralismi come "non ti servono aiuti", "prova a fare da solo" o cose del genere. Limitatevi a rispondere alle domande.
Comunque è da un anno che sono su questo forum. So di non aver scritto per molto tempo, ma non avevo niente da dire.
Aiuti di questo tipo:
Le verifiche scritte e orali devono seguire le seguenti indicazioni operative:
• Devono vertere su contenuti ben specificati e non troppo vasti
• È opportuno prediligere domande chiuse, chiare e che non necessitino di interpretazione (non domande “trabocchetto”)
• In alcuni casi prevedere tempi più lunghi di esecuzione delle prove scritte
• Proporre tipologie di esercizi già sperimentati durante le esercitazioni
• Utilizzare verifiche orali programmate e dire gli argomenti da studiare prima di verifiche orali o scritte
• Accertarsi che le richieste siano comprese (spesso i ragazzi non chiedono aiuto).
• Richiedere approfondimenti e ricerche su specifici argomenti, da valutare;
• Uso della calcolatrice nella risoluzione dei problemi;
• Utilizzo di formulari creati con regole e formule studiate;
• Nell'algebra, insistere sull'apprendimento dei "meccanismi" e delle procedure di risoluzione.
• Insistere con metodo su esercizi a difficoltà crescente che sono svolti prima a scuola e poi a casa (e controllati). Nelle prove di valutazione proporre esercizi analoghi.
• Richiamare l’attenzione quando si nota una difficoltà di concentrazione.
• Prediligere il canale visivo piuttosto che quello uditivo (schemi alla lavagna, mappe concettuali, schemi riassuntivi delle regole grammaticali per la grammatica italiana e straniera….)
• Sottolineare i successi più che gli insuccessi
• Spiegare metafore, modi di dire e parole con doppio significato.
• Mostrare esempi di quanto richiesto
• Strutturazione di spazio e tempo
• Poiché i ragazzi hanno un approccio cognitivo basato sull'apprendimento di ogni singolo passaggio dei procedimento, se sfugge un passaggio è difficile che riescano ad andare avanti. Hanno difficoltà ad avere una visione d’insieme e per questo spesso appaiono lenti. Non incalzarli con domande ma lasciare quindi il tempo per ragionare ed arrivare a una risposta.
• Creare opportunità di lavori di gruppo
• Utilizzare gli interessi specifici e fissazioni per motivare il lavoro scolastico.
• Davanti a un insuccesso NON commentare mettere in dubbio l’impegno nello studio (es. “Si vede che non hai studiato”): è molto mortificante e demotivante!
• Devono vertere su contenuti ben specificati e non troppo vasti
• È opportuno prediligere domande chiuse, chiare e che non necessitino di interpretazione (non domande “trabocchetto”)
• In alcuni casi prevedere tempi più lunghi di esecuzione delle prove scritte
• Proporre tipologie di esercizi già sperimentati durante le esercitazioni
• Utilizzare verifiche orali programmate e dire gli argomenti da studiare prima di verifiche orali o scritte
• Accertarsi che le richieste siano comprese (spesso i ragazzi non chiedono aiuto).
• Richiedere approfondimenti e ricerche su specifici argomenti, da valutare;
• Uso della calcolatrice nella risoluzione dei problemi;
• Utilizzo di formulari creati con regole e formule studiate;
• Nell'algebra, insistere sull'apprendimento dei "meccanismi" e delle procedure di risoluzione.
• Insistere con metodo su esercizi a difficoltà crescente che sono svolti prima a scuola e poi a casa (e controllati). Nelle prove di valutazione proporre esercizi analoghi.
• Richiamare l’attenzione quando si nota una difficoltà di concentrazione.
• Prediligere il canale visivo piuttosto che quello uditivo (schemi alla lavagna, mappe concettuali, schemi riassuntivi delle regole grammaticali per la grammatica italiana e straniera….)
• Sottolineare i successi più che gli insuccessi
• Spiegare metafore, modi di dire e parole con doppio significato.
• Mostrare esempi di quanto richiesto
• Strutturazione di spazio e tempo
• Poiché i ragazzi hanno un approccio cognitivo basato sull'apprendimento di ogni singolo passaggio dei procedimento, se sfugge un passaggio è difficile che riescano ad andare avanti. Hanno difficoltà ad avere una visione d’insieme e per questo spesso appaiono lenti. Non incalzarli con domande ma lasciare quindi il tempo per ragionare ed arrivare a una risposta.
• Creare opportunità di lavori di gruppo
• Utilizzare gli interessi specifici e fissazioni per motivare il lavoro scolastico.
• Davanti a un insuccesso NON commentare mettere in dubbio l’impegno nello studio (es. “Si vede che non hai studiato”): è molto mortificante e demotivante!
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Commenti
Se hai disturbi dell'apprendimento, questi devono essere diagnosticati dal servizio sanitario nazionale.
La documentazione clinica viene consegnata alla scuola che elabora un piano didattico personalizzato o propone misure didattiche dispensative (più tempo o verifiche più brevi, uso di mappe concettuali, no interrogazioni a sorpresa ecc.). Non è obbligatorio il sostegno.
Nei casi "gravi" segnalati dalla diagnosi, lo studente ottiene un attestato di frequenza e non un diploma come gli altri allievi (ma non credo sia il tuo caso).
Nel giudizio finale non si farà riferimento alla diagnosi.