Pensare a niente

Apro questa discussione ispirata da uno scambio con @riot.
È possibile pensare a niente? Quando le persone, alla domanda "a cosa pensi?", rispondono "a nulla", cosa stanno dicendo?
Ho sempre pensato che quella risposta fosse un modo per eludere la domanda, infatti anche io rispondo così, se non voglio dire a cosa penso. Ma esistono davvero persone che possono sospendere il pensiero? Avete mai provato a parlarne con qualcuno, seriamente?
Io quando rispondo in quel modo mi sento vagamente in colpa, perché so che è una bugia. Ma spesso i miei pensieri sono troppo articolati o fuori contesto in quel preciso momento per parlarne. Per spiegare davvero a cosa sto pensando dovrei ricostruire tutto il flusso di pensiero, che spesso è basato su dati molto specifici che andrebbero spiegati e verrebbe fuori un discorso lunghissimo e di scarso interesse per chi mi ascolta. In altre occasioni farei una fatica incredibile per spiegarlo a parole, perché penso per immagini e dovrei "tradurre" tutto verbalmente, cosa che può risultarmi complessa.
Trovo che la domanda " a cosa pensi?" sia molto fastidiosa e invadente, mi sento un po' violata quando me lo chiedono.
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Commenti
No. Non è possibile non pensare, il cervello è un organo atto a pensare, ma è possibile essere fusi o defusi dai propri pensieri spostando l'attenzione sulle proprie percezioni corporee (osservando senza giudizio).
Accade che si possa avere un'espressione del viso enigmatica e quindi è plausibile che un interlocutore chieda espressamente - cosa pensi? - ed è altrettanto comprensibile che si possa non aver voglia di condividere o spiegare il flusso dei pensieri.
Raramente faccio questa domanda, più spesso mi.viene fatta, al che rispondo in modo vago o.dettagliato in funzione di vari e variabili fattori.
E ogni tanto mi è capitato di chiedere a qualcuno che conosco bene come facesse a "non pensare a niente" o anche "come vivesse una persona con una mente cosi";
e la semplicità delle risposte che ho ottenuto che, come immeginavo non cercavano e non chiedevano nulla, mi ha lasciato un senso di desolazione, non so se più per la persona che avevo di fronte o più per me e per il mio arrovellio mentale.
(Comunque quando non voglio parlare dico spesso anche io che non sto pensando a niente).
http://www.focus.it/cultura/curiosita/si-puo-smettere-di-pensare
cito in particolre, per chi non ha voglia di leggerlo: "il nostro cervello non riposa mai: a metà degli anni '90, alla Washington University School of Medicine di St. Louis (Usa), è stato scoperto un circuito di regioni cerebrali (chiamato "default mode network", ossia "rete cerebrale di default") che si attiva proprio quando non si fa alcuno sforzo cognitivo e si lascia la mente libera di vagare. Consuma circa 20 volte più energia cerebrale di quella usata per una semplice risposta a uno stimolo esterno, come scacciare una zanzara, e si è ipotizzato che possa essere la sede della coscienza."
Quindi sì, mi capita di non pensare A nulla.
Quando osservo o ascolto senza contenere nulla, e mi lascio fluire di cose che non trattengo. È una cosa che faccio quando sono serena, stanca, o in shutdown. E che non controllo molto.
Ma le funzioni cognitive non si arrestano mai, quello no. Resto sempre capace di percepire i suoni o le immagini. I neuroni restano sensibili, le informazioni arrivano al talamo e poi nelle rispettive cortecce sensoriali e nelle aree associative. Ma se una persona chiede "a cosa pensi?" Io non posso di certo dare questa risposta, penso mi stia chiedendo del contenuto della mia mente, DEI pensieri e non DEL pensiero. E allora non posso che rispondere "a nulla. Non penso a nulla" e spesso mi hanno risposto "è impossibile".
Alcune volte devo isolarmi per capire come la penso su qualcosa. Qualcuno mi parla e io capisco tutto, oppure vedo dei vestiti al supermercato e non so se prenderli o meno, cerco di formulare un mio pensiero in proposito ma la mente è vuota. Mi restituisce il nulla. È come lanciare un sasso in un pozzo senza fondo e aspettarsi il rumore.
A volte dico alle persone "fa silenzio o non riesco a pensare". Ma non è che ragiono male, proprio non riesco ad avviare un pensiero mio che sia uno, il meccanismo è bloccato.
letto l'articolo, il fulcro è proprio quello citato qui sopra. quello
che mi sono subito chiesta è se questa "rete cerebrale di default" possa
intromettersi in maniera invasiva anche nel momento in cui si è
mentalmente impegnati esternamente (conversazioni, svolgimento di
compiti). rarissime volte mi è capitato di percepire del silenzio
mentale, assenza di conversazioni ed immagini che si sovrappongono di
continuo fra loro senza alcuna tregua, è una sensazione del tutto
peculiare, potrei paragonarla ad una stanza piena di persone che parlano
e che improvvisamente si ritrovano tutte insieme in silenzio, si
guardano tra loro come catapultate in un ambiente che non conoscono.
In primis non ho capito bene se vi riferiate ad una situazione particolare quando parlate di persone che vi pongono la domanda: " A cosa stai pensando?". Secondo me è una domanda abbastanza gettonata e non sempre va interpretata in senso letterale.
Dal mio punto di vista il suo vero valore dipende molto dalla persona che la pone, perché da un lato potrebbe essere un modo per entrare empaticamente in contatto con l'interlocutore, dall'altro potrebbe essere quasi assimilabile ad una formalità. E questo suggerisce il tipo di risposta, per cui, di fronte a questa domanda, nel primo caso una persona può approfittarne per esternare un sentimento, un'iDea, un turbamento ecc... che magari non vedeva l'ora di condividere, nel secondo caso potrà rispondere in maniera superficiale Ed evasiva dicendo: " Non sto pensando a niente di particolare", che sostanzialmente, tradotto in soldoni, equivale a " fatti gli affari tuoi". Siccome però, la domanda formalmente è sempre la stessa (" a cosa stai pensando?"), e anche l'intonazione non suggerisce informazioni utili, l'unico discriminante è il rapporto tra le due persone in questione, la loro complicità e confidenza.
Detto questo, si può non pensare a nulla? Per me personalmente risulta molto difficile, perché già per natura sono una persona molto riflessiva e tendo a rimuginare sulle vicende, creare finti monologhi per prendermi una rivincita immaginaria su persone che mi hanno fatta arrabbiare, organizzare mentalmente i vari impegni eccetera eccetera. In più, soffrendo di disturbi ossessivo compulsivi, anche quando potrei avere la mente libera, in realtà è sempre al lavoro a costruire argomentazioni su argomentazioni nel tentativo di zittire paure che in questo modo non fanno altro che essere alimentate.
questo l'ho scritto per darvi un'idea di quanto possa essere difficile per me spegnere tutti i circuiti cerebrali. ad ogni modo, credo che il cervello sia perennemente attivo, anche durante il sonno, perché nel momento in cui si reagisce anche passivamente ad impulsi sensoriali si sta "pensando", oppure nella fase REM si tende a pensare per immagini eccetera
Quindi credo che la possibilità di non pensare sia legata Esclusivamente ad una ben precisa e cosciente volontà. a questo proposito,da qualche tempo mi sono accostata alle discipline orientali, ed ho scoperto il potere della meditazione. Il trucco è sistemarsi in una posizione che risulti comoda, ma che consenta di sentirsi ancorati a terra, ea quel punto concentrarsi sulla respirazione, compiendo una lunga inspirazione e un'altrettanto lunga espirazione, e sforzarsi di lasciar fluire via i pensieri che inevitabilmente compaiono e, come ho letto anche qui, concentrarsi sulle sensazioni corporee. a seguito di un certo periodo di pratica giornaliera, dopo alcuni minuti da che si comincia, ad un certo punto non bisogna più concentrarsi per effettuare una respirazione corretta perché diventa un automatismo, si comincia ad oscillare ( la medicina cinese attribuisce questa oscillazione al flusso dell'energia), e, (ma questa sensazione l'ho avvertita poche volte), si percepisce in maniera quasi tangibile la profonda unità che c'è tra corpo e mente in una condizione di svuotamento mentale, ed è una sensazione bellissima.