Posso chiedere se qualcuno dei frequentatori del Forum (...terapeuti a parte) ha esperienza di terapia di gruppo per adulti Asperger, tipo, p.es., il percorso del gruppo Alieni Terrestri (http://www.cuorementelab.it/portfolio/alieni-terrestri/), che è quello che sto seguendo, e vuole qui condividere le proprie impressioni?
("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
La mia impressione è positiva, in quanto uno dei miei problemi riguarda proprio la relazione nel gruppo, quindi ho modo di esercitarmi nel gestire sia l'ansia che modulare quando intervenire (in questo ho ancora qualche difficoltà nel cogliere quando l'intervento di qualcuno termina). In genere per valutare quanto una scelta sia adatta alle mie esigenze osservo quanto mi energizza dopo, ed ho constatato un aumento. Nonché ha acceso nuove curiosità. In parte è aumentato anche un senso critico verso me stessa, ma vorrei sottilizzare che è più simile ad un osservarsi esternamente, questo scaturisce proprio dal confrontarsi con le esperienze altrui. In parte, registro anche un minimo disagio, in quanto a volte mi sembra di essere fuori contesto. Ma aggiungo che questa sensazione è ricorrente. A volte proprio dal confronto mi sembra di sentire il mio alter ego neurotipico e durante la seduta mi perdo a parlarci. Quindi cerco di trasferire fuori (es sul lavori), questo alter ego pensante, che in un certi senso mi guida. A volte provo un senso di confusione, questo accade perché i rumori si sommano e quindi sento la necessità o di isolarmi o di fissare gli altri mentre parlano. Però, mi sentirei di dire in tutta sincerità che per alcune persone asperger (anche non) è un ottino percorso per arrivare alla consapevolezza. Quello che mi piace è proprio il confrontarsi in modo guidato e professionale. Non è come leggere un buon libro è più simile ad essere i caratteri che compongono il libro, quindi ci si sente parte di un evento.
Queste sono, in sintesi, le mie impressioni, giunto circa a metà del percorso, sul gruppo Alieni Terrestri, questo è quello che penso di aver imparato fino adesso.
Il cammino lungo la consapevolezza di sé stessi convince che è possibile adattare, senza soffrire, il proprio comportamento alle diverse situazioni, modulando la focalizzazione dell'attenzione, vivendo nel presente e socchiudendo la porta della comunicazione interpersonale. E' stata una "rivelazione": non ne sapevo nulla di queste possibilità: prima di iniziare avevo sentito la necessità di documentarmi sugli aspetti diagnostici e clinici, ma non su quelli terapeutici, per paura di sviluppare pregiudizi.
Ho verificato che, come è opinione diffusa, gli adulti dello spettro sono davvero tra di loro "uguali ma diversi", come se, per ciascun aspetto caratteristico, ci fosse un cursore regolato per ogni individuo in modo differente, ma mai completamente sulla tacca dello zero.
Nei racconti degli altri partecipanti, riconosco sensazioni e comportamenti vissuti, adesso o nel passato, in modo più o meno intenso, talvolta non molto fastidiosi ma pur sempre percepibili: questo mi ha fa sentire lo stesso "nuovo" senso di appartenenza che provo quando leggo molti dei post di questo Forum.
Ogni incontro aumenta la conoscenza/coscienza di questi aspetti e rafforza il convincimento che la consapevolezza sia una "nuova" chiave interpretativa, anzi un passepartout, per le interazioni quotidiane.
... ma la domanda mi sorge spontanea: è maggiore il piacere per aver finalmente imparato 'ste cose, adesso, o il rimpianto per non averle imparate qualche decennio prima?
("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
Mi sembra di capire che confrontarsi con un gruppo stia rapidamente facendo acquisire le strategie delle interazioni sociali a chi è cresciuto con la difficoltà della loro mancanza. Quindi state migliorando in questo, si può acquisire il metodo per relazionarsi efficacemente con gli altri? È dunque il confronto con un gruppo l'unico modo? Non serve a questo fine una terapia individuale? Mi date qualche indicazione su questi punti, per cortesia? Grazie!!!
Mi sembra di capire che confrontarsi con un gruppo ...
In linea di massima, la partecipazione a gruppi comporta un buon grado di giovamento soggettivo. Diciamo che questo tipo di approccio è considerato "promettente" (i riferimenti bibliografici te li risparmio).
Le terapie di gruppo hanno un costo minore e una maggiore fattibilità, anche se richiedono un'opportuna selezione dei partecipanti, ma non sminuiscono minimamente la validità della terapia individuale!
Questo te lo scrivo da partecipante, per i dettagli devi rivolgerti agli addetti ai lavori.
("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
Grazie ..Come dici tu vanno selezionati i partecipanti in base alle loro peculiarità. A mio figlio hanno fatto venire un trauma perché , ignaro della sua diagnosi, lo hanno fatto confrontare con bambini che manifestavano palesemente nel linguaggio ed in altro la problematica, mentre lui manifesta solo la difficoltà relazionale. Quando ha finito si è nascosto sotto il cappuccio della felpa per tutto il viaggio di ritorno in macchina.
...A mio figlio hanno fatto venire un trauma perché , ignaro della sua diagnosi, lo hanno fatto confrontare con bambini che manifestavano palesemente nel linguaggio ed in altro la problematica...
Mi dispiace. Io ho solo un'esperienza, e limitata, come partecipante di un gruppo di adulti, ciascuno consapevole della propria condizione.
Il contenuto del mio post voleva avere un significato generale.
("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
@athena non si può mettere in un gruppo una persona che non sa di essere parte di quel gruppo. In seconda battuta molto dipende anche da come le persone vengono preparate alle cose. Purtroppo a volte i terapisti danno per scontate certe cose (capita purtroppo). Mia figlia asperger non ha problemi ad interagire con bambini LF, anzi aiuta. Il problema nasce quando un bambino/ragazzo percepisce la cosa come un "mi stanno dicendo che sono così".
Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
Come va il gruppo? Io mi sono ritirata perché ero in condizioni di stress elevatissimo. Mi sono chiusa in casa a studiare per diversi esami. Sono 10 giorni che non cambio città, non capitava da un anno. Sento che sto migliorando stando ferma.
Backend developer ~ Asperger ~ ex tutor ABA
You split the sea
so I could walk right through it
Commenti
In genere per valutare quanto una scelta sia adatta alle mie esigenze osservo quanto mi energizza dopo, ed ho constatato un aumento. Nonché ha acceso nuove curiosità.
In parte è aumentato anche un senso critico verso me stessa, ma vorrei sottilizzare che è più simile ad un osservarsi esternamente, questo scaturisce proprio dal confrontarsi con le esperienze altrui.
In parte, registro anche un minimo disagio, in quanto a volte mi sembra di essere fuori contesto. Ma aggiungo che questa sensazione è ricorrente. A volte proprio dal confronto mi sembra di sentire il mio alter ego neurotipico e durante la seduta mi perdo a parlarci. Quindi cerco di trasferire fuori (es sul lavori), questo alter ego pensante, che in un certi senso mi guida.
A volte provo un senso di confusione, questo accade perché i rumori si sommano e quindi sento la necessità o di isolarmi o di fissare gli altri mentre parlano.
Però, mi sentirei di dire in tutta sincerità che per alcune persone asperger (anche non) è un ottino percorso per arrivare alla consapevolezza. Quello che mi piace è proprio il confrontarsi in modo guidato e professionale.
Non è come leggere un buon libro è più simile ad essere i caratteri che compongono il libro, quindi ci si sente parte di un evento.
Queste sono, in sintesi, le mie impressioni, giunto circa a metà del percorso, sul gruppo Alieni Terrestri, questo è quello che penso di aver imparato fino adesso.
Il cammino lungo la consapevolezza di sé stessi convince che è possibile adattare, senza soffrire, il proprio comportamento alle diverse situazioni, modulando la focalizzazione dell'attenzione, vivendo nel presente e socchiudendo la porta della comunicazione interpersonale. E' stata una "rivelazione": non ne sapevo nulla di queste possibilità: prima di iniziare avevo sentito la necessità di documentarmi sugli aspetti diagnostici e clinici, ma non su quelli terapeutici, per paura di sviluppare pregiudizi.
Ho verificato che, come è opinione diffusa, gli adulti dello spettro sono davvero tra di loro "uguali ma diversi", come se, per ciascun aspetto caratteristico, ci fosse un cursore regolato per ogni individuo in modo differente, ma mai completamente sulla tacca dello zero.
Nei racconti degli altri partecipanti, riconosco sensazioni e comportamenti vissuti, adesso o nel passato, in modo più o meno intenso, talvolta non molto fastidiosi ma pur sempre percepibili: questo mi ha fa sentire lo stesso "nuovo" senso di appartenenza che provo quando leggo molti dei post di questo Forum.
Ogni incontro aumenta la conoscenza/coscienza di questi aspetti e rafforza il convincimento che la consapevolezza sia una "nuova" chiave interpretativa, anzi un passepartout, per le interazioni quotidiane.
@Krigerinne sei proprio saggia!
In linea di massima, la partecipazione a gruppi comporta un buon grado di giovamento soggettivo. Diciamo che questo tipo di approccio è considerato "promettente" (i riferimenti bibliografici te li risparmio).
Le terapie di gruppo hanno un costo minore e una maggiore fattibilità, anche se richiedono un'opportuna selezione dei partecipanti, ma non sminuiscono minimamente la validità della terapia individuale!
Mi dispiace. Io ho solo un'esperienza, e limitata, come partecipante di un gruppo di adulti, ciascuno consapevole della propria condizione.
Il contenuto del mio post voleva avere un significato generale.
:x Noi ti aspettiamo sempre, anche oggi!
In bocca al lupo per gli esami! - anche se questa è proprio una frase da NT