Un caos. La mia logica si basa quasi tutta su esperienze mie (90% dei casi) o raccontate da altri (10% rimanente). Paragono la situazione presente a cose che sono già capitate. Tutto questo a volte avviene in qualche secondo, quindi mi trovo sempre a malpartito ogni volta che è richiesta immediatezza. I miei ricordi sono come archiviati in ordine, catalogati. Posso ordinarli per similitudine, per importanza, per gravità o per data. Ho sempre una canzone che fa da sottofondo a tutto questo, ma cambia spesso.
Re-motivate me, I'm all there is to be - An omnipotent being so complete in my diversity
quando lo riesco a capire te lo dico. sembra un paradasso: essendo il pensare una cosa astratta, io che non riesco ad immaginare le cose astratte non riesco a immaginare come penso, quindi l'unica cosa che so è che non penso astratto (forse)
Come se i pensieri fossero un'enorme catena, ognuno un anello, tutti incastrati tra loro, poi la catena si dirama, ci sono alcuni anelli che fanno da checkpoint, la maggior parte sono raggiungibili solo partendo dal checkpoint più vicino.
Se devo affrontare un problema complesso su un argomento conosco poco allora devo procedere analiticamente, possibilmente prendendo appunti e disegnando diagrammi altrimenti perdo il filo e mi incasino. In questo caso sono molto lento.
Per i temi che conosco bene non ho quasi mai bisogno di seguire tutta la catena dei ragionamenti e "vedo" istantaneamente la soluzione.
Quando penso a ruota libera salto continuamente di palo in frasca (a briglia sciolta il mio pensiero procede per associazioni disordinatissime) e perdo regolarmente il filo. Per riordinare le cose devo fermarmi e disegnare delle mappe concettuali su carta o supporto informatico. Spesso però questo non è necessarop e a distanza di tempo (qualche ora o qualche giorno) mi arriva l'illuminazione all'improvviso.
Quando ero prossimo a sostenere uno scritto impegnativo all'università uscivo un paio d'ore alla sera, rientravo per le 11 e studiavo fino a sopraggiungimento della stanchezza che regolarmente significava che non riuscivo a risolvere qualcosa. Capitava quasi tutte le sere che, una volta spenta la luce e chiusi gli occhi, mi apparisse evidente il punto che fino a poco prima era oscuro. Pensavo "fantastico: domani mattina sistemo tutto". Però al mattino successivo non ricordavo più un accidente. Iniziai così a mettermi a letto con blocco note, penna e calcolatrice sul comodino. Fu utilissimo: era sufficiente una breve nota per riuscire - il mattino successivo - a "riagganciare" l'illuminazione perduta.
Sono visiva, quando penso guardo un film, un film a colori con audio. Se penso a me mi penso da fuori, mi vedo come se fossi fuori dal mio corpo, anche i miei sogni sono così. Per capire gli altri paragono le loro esperienze alle mie come @Meshuggah86 mi sembra di aver capito e poi tengo a mente che le mie esperienze non possono spiegarmi tutto e allora partono diversi film.
Provo a spiegarlo anche se non l'ho mai fatto e mi riesce un po' difficile.
Ogni mio ricordo è associato ad un'immagine. I ricordi di tipo emotivo e le esperienze sono legati ad una fotografia (sfocata o nitida) di un dettaglio che era presente al momento dell'evento vissuto. Visualizzo il dettaglio e rivivo l'emozione, spesso poi ne scaturiscono altre di immagini (tipo un video) ma quella specifica emozione è sempre collegata ad un singolo dettaglio visivo.
I ricordi di tipo razionale, nozionistico e gli schemi di ragionamento sono organizzati in "cartelle" di immagini concatenate fino ad arrivare, per le nozioni più complesse, alla visualizzazione di parole,pagine o schemi di testo.
Quando elaboro un ragionamento visualizzo sempre delle immagini, mi aiutano a concentrarmi e a vedere gli schemi logici, schemi che poi analizzo razionalmente e cerco di fissare a livello visivo. Di solito mi viene automatico ma a volte faccio confusione e la cosa mi richiede molta energia e concentrazione.
Quando devo fare una cosa pratica il meccanismo è simile, immagino la situazione e creo una serie di fotografie.
Anche io solo immagini, qui per immagini intendo anche brevi sequenze di 3/4 secondi al massimo. Alle immagini sono legate le sensazioni e quindi tutti i ricordi. I concetti astratti sono immagini di quando li ho affrontati. Se devo pensare una cosa da zero, tiro fuori immagini relative alla cosa e a cose/fatti simili. Non ho la sensazione che le immagini siano archiviate ordinatamente per cartelle, ma se dovessi azzardare direi che sono inconsapevolmente ed inconsciamente taggate nella mia testa e le recupero di volta in volta in base alle necessità.
Poi cerco uno schema logico in tutto, ovvero cerco in tutto l'azione minima più semplice per poter andare avanti pezzetto per pezzetto. Oramai ho situazioni con schemi con così tante variabili codificate che so di poter affrontare, che non mi pongo più il problema di affrontare la situazione. L' "azione minima" è anche lei un'immagine "pescata" dal mio archivio, insomma niente diagramma di flusso o altre cose astratte. Trovare lo schema logico per una nuova situazione nuova e con poche situazioni simili già codificate, è comunque molto complesso, perché io di base non sono logica, non ho proprio "né capo né coda", faccio casini su casini, prima provo una via, poi un'altra, poi forse, alla fine, se non ho desistito per scoramento, trovo il mio schema. Ciao.
Ho visto che molti pensano per immagini ed anche io. Ma soprattutto mi accorgo che penso per esempi concreti. Devo trasportare il racconto verbale ad un vissuto pratico. Solo quando sogno o leggo o dipingo la mente si libera dal pensiero concreto. E il mio pensiero deve seguire un programma, penso a catena, tutto è legato e disposto secondo un procedere logico ed ergonomico, veloce e più pratico possibile. Quando vedo che i pensieri s'incartano, cioè che non trovano nessi logici, schemi da seguire, un senso composto e delle risposte, vado nel pallone.
Potrei definire il mio pensiero teso a darsi sempre delle risposte sensate. Senza risposte, quando la catena si ferma, rimane uno spazio vuoto o non riesco a trovare l'anello mancante il mio pensiero s'ingrippa perché non accetta la mancanza di soluzioni e di risposte.
A.A.D. (Asperger Auto Diagnosticata)
Tutto ciò che vuoi sta al di là della tua paura...
E' stato difficile anche porre la domanda perché l'argomento è vasto e non volevo limitarvi. Ma in pratica penso di non aver afferrato nulla di quello che avete detto XD Cioè sì, ho capito, ma non ho appreso nel profondo. Qualcuno di voi riuscirebbe a fare degli esempi reali?
Io mi sono preparata e ho cercato di disegnare quello che vedo in maniera semplificata.
Mi sono convinta di pensare per pattern perché cerco sempre di inquadrare il pensiero del momento in un grafico che lo generalizzi. Spesso penso per esempi. Nel creare un ragionamento procedo come da disegno:
Mi muovo lungo il perimetro del pentagono e guardo il pensiero, in questo modo fisso il perimetro del quadrato. E il quadrato è il ragionamento. In questo modo spero di non essermi fatta scappare nessuna obiezione, nessun punto di vista, nessuna variabile impazzita. Ma è un lavoro infinito che non finirà mai. A un certo punto mi accontento di aver ridotto l'errore al minimo e basta. Questo causa perfezionismo e prolissità.
Quello a sinistra è un altro ragionamento. Non uso i colori quando penso, la linea blu è semplicemente posticipata nel tempo. I trattini neri orizzontali sono i dati. La linea nera continua l'approssimazione più probabile dell'intero sistema. Ma se entrano nuovi dati (i trattini orizzontali blu) il sistema cambia forma e rivela l'erroneità del precedente. Ho elaborato l'immagine pensando a come, guardando la linea nera, (quello che fa automaticamente chi ha appena elaborato un sistema) sia facile scovare nuovi dati che vi si sovrappongono e a quanto sia difficile invece trovarne che vi si allontanano. Questo è già stato teorizzato, niente di nuovo, ma un modo facile per vederlo è questo. Quindi posso dire "vedo questo pensiero", nonostante sia un concetto astratto.
Trovo molto difficile essere ordinata e muovermi in maniera unidimensionale. Di immagini vere e proprie di oggetti, situazioni, e di video me ne faccio pochi. Soprattutto quando mi raccontano qualcosa o immagino una situazione. Come pensiero di base, il più primitivo, utilizzo regolarmente schemi grafici spesso bidimensionali e ogni tanto tridimensionali. Spesso utilizzo anche le parole ma anche le parole possono spiegare un ragionamento per pattern, basta tradurre in parole l'elaborazione del cervello, giusto? Quindi esistono almeno due livelli dei quali dovremmo parlare distintamente: 1 come pensate? 2 attraverso quale modalità?
:-?
Mi sto fondendo (nel senso fisico del termine, non nel senso cognitivo XD) help
~X(
Non è facile, almeno per me, entrare nel pensiero di qualcun altro. Posso pensare alla modalità (punto 2) di Temple Grandin ad esempio, ma non arrivo a comprendere il punto 1. Dipende da un pattern di attivazione neuronale che non posso comandare? Devo assolutamente studiare questa roba mi sento ignorantissima.
:((
Backend developer ~ Asperger ~ ex tutor ABA
You split the sea
so I could walk right through it
Ho provato anch'io a visualizzare con un'immagine lo schema del mio pensiero... ma alla fine credo che tutti pensino così, cioè una catena di immagini (cioè di ulteriori pensieri) che dipartono dal pensiero principale, che altro non sono che risposte alle domande che mi pongo e che diventano altri nuclei di partenza per altre opzioni/soluzioni e via così con una catena che si allunga sino a prendere una direzione specifica. Le diverse diramazioni non sono un numero preciso perché per ogni cosa posso avere tante o poche opinioni, dipende dalla conoscenza che ho della stessa. Io non mi reputo in grado di vedere un pensiero da ogni suo punto di vista, perché c'è sempre qualcosa che non conosco e che mi sfugge, per questo non mi muovo su di una linea retta attorno la pensiero ma per nuclei che si collegano e possono aumentare se aumentano le informazioni e gli elementi legati a quel pensiero.
A.A.D. (Asperger Auto Diagnosticata)
Tutto ciò che vuoi sta al di là della tua paura...
Credo che il mio modo di pensare sia simile al modello generale e logico di @Mikikii però nel mio caso le emozioni rendono le linee di diversa lunghezza e i cerchi di diverse dimensioni..... così le priorità assumono un'ordine non logico e spesso caotico........ nell'esempio delle auto ad esempio il cerchio della scelta del metodo di pagamento potrebbe essere molto più grande e vicino di altri che ragionevolmente dovrebbero essere prioritari........
In ogni caso @Krigerinne è una domanda veramente difficile!!!!! Però è bello cercare di rispondere.........
@Monica76 come sarebbe a dire che pensi le parole e poi qualche immagine? Mi puoi spiegare meglio, non riesco a capire cosa ti succede in testa: pensi le parole e non le vedi? o vedi la scritta della parola che pensi? e le immagini che vedi, "durano" nella tua testa tutto il tempo della "pensata" o hai "buchi neri" nella testa in cui pensi, ma non "vedi" praticamente nulla? Scusa le mille virgolettature, ma non so come spiegarmi.
Se io penso "domani vado a prendere in libreria il libro x", il mio pensare è un "dirmi nella mia testa" la frase ed in contemporanea vedo delle immagini relative alla sintesi delle fasi/azioni che dovrò fare domani per compiere l'azione: 1 - immagini di me che cerco parcheggio e parcheggio [domani per me è dopo il lavoro, quindi è scontato che avrò l'auto e la dovrò parcheggiare] 2 - immagini di me che cammino [c'è un lungo tratto di strada a piedi, sia mai che spendo i soldi per i parcheggi a pagamento!!!] 3 -immagini della libreria prescelta In pratica il mio pensare è associato una decina di immagini che in sequenza rapidissima, ma chiara, occupano la mia testa tutto il tempo necessario alla "pensata". Ciao.
@Geco Ho detto che per me è una domanda difficile, non mi sono mai domandata come penso e non so se riesco a dare una risposta chiara.
Credo che come hai spiegato tu dal punto 1 al punto 3 sia pressapoco come penso io, sono immagini velocissimi a cui il più delle volte non faccio neanche caso...
Però se magari sto litigando con qualcuno e sto ripetendo con foga qualcosa... facciamo come esempio la parola fine... be in quel caso posso anche vedere nella mia mente la parola fine scritta.
Interessante e difficile da descrivere classificherei il mio pensiero cinestesico/visivo ,Varia , prima sento ,(è come se io fosse parte della scena o cosa ed essa fosse parte di me ), poi si fa immagine ,Comunque non sempre è cosi a volte solo visiva a volte cinestesica , ma non riesco a capire bene la differenza .
È comune tra gli Asperger, ad esempio pensano o hanno pensato per immagini Albert Einstein e Temple Grandin. Anche io credo di pensare anche per immagini (ho notato una difficoltà molto minore rispetto ai miei compagni nel visualizzare funzioni, moti, analisi fisica dei sistemi ed entità matematiche), però non ne sono sicuro perché non so come pensano gli altri
Io penso per immagini, È una cosa comune degli autistici? ..o delle persone neurotipiche ?
Si dice sia caratteristico dei neurodiversi. Capire come pensa mio figlio lo ritengo essenziale per capire il suo stile di apprendimento. Al momento, ad esempio, impara per imitazione, osservando ciò che facciamo noi o le terapiste ma guai a prenderlo e iniziare a spiegargli qualcosa perché va su tutte le furie.
Sono nella probabile minoranza di persone che pensano molto per parole. Sono molto verbale e pure verboso. Memorizzo facilmente i dialoghi, posso riprodurre intere conversazioni avute durante l'infanzia, ma con le immagini sono tragico. Non capisco le immagini nei libri, i fumetti mi affaticano, i film d'azione mi creano quasi un meltdown. Non riesco neppure a fantasticare. La mia mente mi sembra piena di conversazioni, concetti astratti, sinonimi, contrari e rime, le immagini vi trovano spazio con molta fatica.
Io non saprei proprio. Con la scuola, superiori, ho iniziato a pensare anche in parole, figurandomi i discorsi da fare ecc ecc. Tendenzialmente non penso in immagini. Non vedo immagini. È come se pensassi per concetti. Non so spiegarlo. Quando penso in questo modo diventa molto stancante tradurlo in parole. Tanto che da sempre parlo da sola. Perché tradurre in parole mi calma.
Direi anch'io a parole, anche per studiare e se penso a immagini dietro c'è sempre la parola che poi traduco. In genere adorando la lettura e la musica, ho più affinità con lo scritto e con i suoni, quindi con la parola.
Le immagini, le parole, i suoni e gli odori ci sono anche quelli, ma fanno parte integrante di una situazione, un'analogia, un modo per affrontare un problema, un meccanismo in cui finiscono un'infinità di pezzi ciascuno al posto giusto, una specie di algoritmo nel quale confluiscono sempre nuovi dati. Adesso che ho una certa età riesco anche a lasciare una "parte indeterminata per gestire l'imprevisto".
L'ho capito soltanto dopo aver frequentato il Gruppo di supporto cognitivo comportamentale. Ora finalmente so perché a scuola e all'università facevo tanti schemi che si collegavano così bene l'uno all'altro e perché mi era così semplice e spontaneo creare collegamenti.
("Caducità delle umane cose!" - considerazione indifferentemente attribuibile a Umani e Non)
È comune tra gli Asperger, ad esempio pensano o hanno pensato per immagini Albert Einstein e Temple Grandin. Anche io credo di pensare anche per immagini (ho notato una difficoltà molto minore rispetto ai miei compagni nel visualizzare funzioni, moti, analisi fisica dei sistemi ed entità matematiche), però non ne sono sicuro perché non so come pensano gli altri
È comune tra gli Asperger, ad esempio pensano o hanno pensato per immagini Albert Einstein e Temple Grandin. Anche io credo di pensare anche per immagini (ho notato una difficoltà molto minore rispetto ai miei compagni nel visualizzare funzioni, moti, analisi fisica dei sistemi ed entità matematiche), però non ne sono sicuro perché non so come pensano gli altri
É per i neurotipici?
Per i neurotipici mi sa di no. Però in realtà non ho capito bene dov'è la differenza tra i pensieri.
Entrambi. Di solito quando faccio un monologo interiore su cose passate, presenti o future penso a parole, per il resto, penso ad associazioni di immagini.
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I miei ricordi sono come archiviati in ordine, catalogati. Posso ordinarli per similitudine, per importanza, per gravità o per data.
Ho sempre una canzone che fa da sottofondo a tutto questo, ma cambia spesso.
Ogni mio ricordo è associato ad un'immagine. I ricordi di tipo emotivo e le esperienze sono legati ad una fotografia (sfocata o nitida) di un dettaglio che era presente al momento dell'evento vissuto. Visualizzo il dettaglio e rivivo l'emozione, spesso poi ne scaturiscono altre di immagini (tipo un video) ma quella specifica emozione è sempre collegata ad un singolo dettaglio visivo.
I ricordi di tipo razionale, nozionistico e gli schemi di ragionamento sono organizzati in "cartelle" di immagini concatenate fino ad arrivare, per le nozioni più complesse, alla visualizzazione di parole,pagine o schemi di testo.
Quando elaboro un ragionamento visualizzo sempre delle immagini, mi aiutano a concentrarmi e a vedere gli schemi logici, schemi che poi analizzo razionalmente e cerco di fissare a livello visivo.
Di solito mi viene automatico ma a volte faccio confusione e la cosa mi richiede molta energia e concentrazione.
Quando devo fare una cosa pratica il meccanismo è simile, immagino la situazione e creo una serie di fotografie.
Alle immagini sono legate le sensazioni e quindi tutti i ricordi.
I concetti astratti sono immagini di quando li ho affrontati.
Se devo pensare una cosa da zero, tiro fuori immagini relative alla cosa e a cose/fatti simili.
Non ho la sensazione che le immagini siano archiviate ordinatamente per cartelle, ma se dovessi azzardare direi che sono inconsapevolmente ed inconsciamente taggate nella mia testa e le recupero di volta in volta in base alle necessità.
Poi cerco uno schema logico in tutto, ovvero cerco in tutto l'azione minima più semplice per poter andare avanti pezzetto per pezzetto.
Oramai ho situazioni con schemi con così tante variabili codificate che so di poter affrontare, che non mi pongo più il problema di affrontare la situazione.
L' "azione minima" è anche lei un'immagine "pescata" dal mio archivio, insomma niente diagramma di flusso o altre cose astratte.
Trovare lo schema logico per una nuova situazione nuova e con poche situazioni simili già codificate, è comunque molto complesso, perché io di base non sono logica, non ho proprio "né capo né coda", faccio casini su casini, prima provo una via, poi un'altra, poi forse, alla fine, se non ho desistito per scoramento, trovo il mio schema.
Ciao.
Come si fa a capire come si pensa?
Ho visto che molti pensano per immagini ed anche io. Ma soprattutto mi accorgo che penso per esempi concreti. Devo trasportare il racconto verbale ad un vissuto pratico. Solo quando sogno o leggo o dipingo la mente si libera dal pensiero concreto. E il mio pensiero deve seguire un programma, penso a catena, tutto è legato e disposto secondo un procedere logico ed ergonomico, veloce e più pratico possibile. Quando vedo che i pensieri s'incartano, cioè che non trovano nessi logici, schemi da seguire, un senso composto e delle risposte, vado nel pallone.
Potrei definire il mio pensiero teso a darsi sempre delle risposte sensate. Senza risposte, quando la catena si ferma, rimane uno spazio vuoto o non riesco a trovare l'anello mancante il mio pensiero s'ingrippa perché non accetta la mancanza di soluzioni e di risposte.
Ho provato anch'io a visualizzare con un'immagine lo schema del mio pensiero... ma alla fine credo che tutti pensino così, cioè una catena di immagini (cioè di ulteriori pensieri) che dipartono dal pensiero principale, che altro non sono che risposte alle domande che mi pongo e che diventano altri nuclei di partenza per altre opzioni/soluzioni e via così con una catena che si allunga sino a prendere una direzione specifica. Le diverse diramazioni non sono un numero preciso perché per ogni cosa posso avere tante o poche opinioni, dipende dalla conoscenza che ho della stessa. Io non mi reputo in grado di vedere un pensiero da ogni suo punto di vista, perché c'è sempre qualcosa che non conosco e che mi sfugge, per questo non mi muovo su di una linea retta attorno la pensiero ma per nuclei che si collegano e possono aumentare se aumentano le informazioni e gli elementi legati a quel pensiero.
Si pensa discorsivamente.
Mi puoi spiegare meglio, non riesco a capire cosa ti succede in testa: pensi le parole e non le vedi? o vedi la scritta della parola che pensi? e le immagini che vedi, "durano" nella tua testa tutto il tempo della "pensata" o hai "buchi neri" nella testa in cui pensi, ma non "vedi" praticamente nulla? Scusa le mille virgolettature, ma non so come spiegarmi.
Se io penso "domani vado a prendere in libreria il libro x", il mio pensare è un "dirmi nella mia testa" la frase ed in contemporanea vedo delle immagini relative alla sintesi delle fasi/azioni che dovrò fare domani per compiere l'azione:
1 - immagini di me che cerco parcheggio e parcheggio [domani per me è dopo il lavoro, quindi è scontato che avrò l'auto e la dovrò parcheggiare]
2 - immagini di me che cammino [c'è un lungo tratto di strada a piedi, sia mai che spendo i soldi per i parcheggi a pagamento!!!]
3 -immagini della libreria prescelta
In pratica il mio pensare è associato una decina di immagini che in sequenza rapidissima, ma chiara, occupano la mia testa tutto il tempo necessario alla "pensata".
Ciao.
Io penso per pattern.
Le immagini, le parole, i suoni e gli odori ci sono anche quelli, ma fanno parte integrante di una situazione, un'analogia, un modo per affrontare un problema, un meccanismo in cui finiscono un'infinità di pezzi ciascuno al posto giusto, una specie di algoritmo nel quale confluiscono sempre nuovi dati. Adesso che ho una certa età riesco anche a lasciare una "parte indeterminata per gestire l'imprevisto".
L'ho capito soltanto dopo aver frequentato il Gruppo di supporto cognitivo comportamentale. Ora finalmente so perché a scuola e all'università facevo tanti schemi che si collegavano così bene l'uno all'altro e perché mi era così semplice e spontaneo creare collegamenti.