Energie

Vediamo se riesco a inquadrare il problema.
Mediamente, una persona NT (con tutte le semplificazioni e le generalizzazioni del caso, sia chiaro) riesce in alcune attività in modo più facile e automatico. Queste attività includono la socializzazione, l'ingresso e la permanenza in specifiche reti sociali (comprese quelle lavorative), la costruzione di una vita sentimentale e affettiva, la creazione e il mantenimento delle amicizie, la comprensione delle persone e dei loro segnali non verbali, ecc. Queste sono aree in cui mediamente una persona ND o Asperger parte con uno svantaggio (ripeto, poi ci sono le eccezioni, le differenziazioni, i diversi livelli di presenza nello spettro, ecc.)
Si presume, però, che una persona ND abbia anche dei vantaggi rispetto agli NT, ad esempio nella capacità di approfondimento dei propri interessi, e nell'eventuale realizzazione personale in essi. La storia è piena di ND/Asperger che hanno fatto delle proprie passioni personali dei punti di forza, lasciando un segno importante nei rispettivi settori. L'interesse (più o meno speciale), per l'Asperger, è sicuramente un punto di forza da valorizzare.
Ora, però, il mio dubbio è: se la persona ND si forza a fare quello che normalmente NON gli riesce in modo naturale, magari scegliendo male modi e tempi, scegliendo male le persone con cui entra in contatto, fallendo e generando(si) un costante senso di frustrazione... se succede questo, immagino che quella persona stia impiegando (male) delle energie. Energie che, se i tentativi sono ripetuti e prolungati, vengono dissipate in modo praticamente costante. Domanda: in questa ipotetica situazione, quel dispendio (inutile) di energie va a discapito di ciò a cui invece la persona ND potrebbe, molto più proficuamente, dedicarsi?
L'energia, insomma, ha una quantità finita? Se ne butti un po' (o tanta) da una parte, finisci sempre per toglierne dall'altra? Questa dissipazione costante può arrivare a prosciugare la persona? E' possibile, cioè, che una persona ND butti via il suo potenziale, alla lunga, per i suoi ripetuti tentativi (inutili) di fare ciò che NON è nelle sue corde? Oppure, la natura "Asperger" della persona (e il suo istinto di sopravvivenza) alla lunga la riporterà sulle cose che, in modo naturale, le riescono meglio?
E' un interrogativo, questo, che in questi giorni è stato molto presente (in modo "amorfo") nella mia mente, e che solo ora ha preso una forma compiuta...
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Commenti
L'energia credo si rigeneri facilmente, io credo che il presente dimentichi il passato, quindi non sprechi le forze. Alla peggio rischi di deprimerti e avere meno coraggio dopo.
Sullo sforzarsi di fare quello che non viene naturale credo che il raccolto dipenda tutto dalla qualità del seminato. Conta molto l'abilità di auto-correggersi in maniera risolutiva e non soltanto simulativa.
Se ti butti subito sullo sforzo cieco di essere perfettamente uguale agli altri forse rischi di dissipare tanto, stancarti tanto... e nei casi peggiori arrivare a non capire più chi sei... magari raccogli risultati discreti ma ad un prezzo gigante. (Per citare Battiato: "l'evoluzione sociale non serve al popolo, se non è preceduta da un'evoluzione di pensiero").
Se invece fai tentativi in maniera graduale, passo dopo passo.... e mantenendo forti le tue passioni naturali... secondo me puoi pure arrivare a socializzare senza sentire fatica. Per carità, sicuramente ne ero predisposto pure di natura
Forse trovi pure qualche articolo di spazioasperger che parla di quel fenomeno.
Però secondo me non c'è soluzione a priori. Perché probabilmente quelli che imboccano la strada sbagliata la vedono come unica strada possibile.
Secondo me vivere nel proprio mondo da piccoli ed esser meno capaci a percepire le differenze dagli altri ti espone a prese in giro maggiori ma ti salva pure dalla strada dell'imitazione sfrenata
Un'attività che non amo, mi svuota, ma ... esercita ed allena le mie abilità.
Significa che se con costanza mi applico, miglioro la mia resistenza.
E ti premetto che per me, non tanto socializzare stanca, quanto piuttosto mantenere le relazioni.
I miei malesseri erano fisici (nausea, nal di testa, vomito).
Ora, quelli fisici sono solo giramenti di testa, stordimento, ma sono subentrati altri problemi legati alla razionalità.
Però nel mio caso non sento un'esaurirsi di energia, osservarsi è anche ottimizzarsi, alternare attività che svuotano con quelle che caricano.
Con il tempo si impara a selezionare, e forse si acquisisce una maggiore determinazione a non farsi invadere emotivamente (questo mi svuota).
Comunque anche i nt si stancano quando i nd li coinvolgono in attività (di tipo intellettuale) prolungate.
Diciamo che esercitarsi aiuta anche a capire e farsi capire