Riuscite ad andare al ristorante?

La domanda spiega già molto... il punto è questo.... andare al ristorante con mio figlio è una vera sofferenza, a parte il fatto che è selettivo nell'alimentazione e quindi per lui potremmo benissimo stare a casa, quando siamo lì lui si "annoia" perchè non sa cosa fare.
Il problema sorge soprattutto in occasioni di incontro con famiglia / amici... un battesimo un matrimonio etc.... che magari i pranzi sono più lunghi ma anche una semplice serata al pub diventa una sofferenza. Abbiamo provato a portare dei fogli per disegnare... qualche giochino... ma non ne vuole sapere.
Appena ci sediamo lui pretende in telefono per guardasi i video ma così facendo si isola mentre potrebbe fare conversazione con gli altri.....
Noi non siamo d'accordo di dare il telefono in queste occasione, solo che lui non lo accetta e comincia a fare strani versi con la bocca ed ad avere comportamenti inadeguati, quindi poi per il quieto vivere siamo costretti a cedere. Volevo sapere che siamo gli unici ad avere questo problema o se capita anche ad altri e come risolvete la cosa.
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Commenti
Ovviamente battesimi e matrimoni sono noiosi per tutti i bimbi. Noi portiamo giochi o fogli, ma devo dire sempre meno, nel senso che ormai una cena in famiglia che dura poco la passiamo chiacchierando. Ma questo avviene anche a casa.
Mai concesso cel o tablet a tavola, ma non lo usiamo neanche noi, io in cucina non ho neanche la tv.
Questo è servito anche ad incrementare il piacere di uscire non solo noi ma anche in compagnia; infatti la maggior parte dei genitori concede ai figli cel e tablet e nel caso che un suo amico usi cel o tablet lui ha il permesso di guardarlo o di usarlo se glielo presta (ma mai il nostro).
Non sono venuto fuori particolarmente disadattato. Ricordo però che quando non avevo modo di distrarmi era una tortura: per i rumori, per la confusione, per la noia anche.
Voi non volete che il bimbo si isoli sul cellulare, videogiochi, ecc... ma se gli portare giochini, materiale da disegno, ecc, non si isola ugualmente? A questo punto non vedo perché continuare a demonizzare così tanti i dispositivi come cellulare, tablet o Nintendo. Controllare e regolarne l'utilizzo sì ma non vedo la differenza dalle altre attività che proponete al bambino quando si annoia a tavola.
Parlando invece di me da piccola... i miei mi lasciavano passeggiare tra i tavoli.
La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò. - Frank Herbert, libro Dune
Non so cosa possa andar bene per il tuo piccolo ma se non ricordo male è un asperger senza problemi di linguaggio. Io farei i patti prima, anche eventualmente usando una storia sociale se l’evento è particolarmente lungo o con molti stimoli sensoriali. Patto che prevede si l’utilizzo di tecnologia ma solo in cambio di almeno un po’ di tempo dedicato a fare altro(non per forza socializzare) e di un adeguato comportamento per tutto il tempo dell’evento. Non so se questo tipo di strategia può essere applicabile a tuo figlio.
In ogni caso personalmente non credo sia giusto forzarlo alla socializzazione in situazioni già di base stressanti: più persone che parlano insieme, luoghi affollati con molto rumore, molte pietanze con odori consistenze e colori diversi, a maggior ragione se ha selettività alimentare.
Solo i mei stanno composti e zitti (non è vero, passano il tempo a scannarsi a vicenda)
È brutto dirlo, ma qualsiasi bambino si annoia al ristorante.
Una soluzione potrebbe essere (se gradisce) prediligere i ristoranti con l'angolo bambini.
Alcune coppie affittano un animatore durante i loro matrimoni (sante persone!), ma appunto, forse il bambino non gradisce.
Il ristorante deve essere percepito come una gioia, non come una punizione; il tablet sinceramente non lo vedo come il peggiore dei mali.
Anche mio figlio voleva il telefono e non sempre potevi ragionarci, l'alternativa erano urla e scene isteriche con tutti gli altri clienti che si lamentavano e ghettizzavano, beato chi ha figli talmente "leggeri" da poterlo fare, ci sono situazioni anche peggiori purtroppo e vanno affrontate al meglio che si può, non si può dire basta fare questo o quello perchè non è così, ognuno deve trovare la propria dimensione.
Adesso che è più grande va meglio e riusciamo a limitare l'uso intervallando altre cose ma è una conquista recente...
Tranquilla non sei la sola...
Credo che se si riesce l'ideale non sia trovare una strategia affinchè "facciano i bravi", ma trovare una strategia affinchè gli piaccia, perchè una cosa che non piace è noiosa, certo nella vita si devono fare anche cose noiose come andare al matrimonio di qualche parente dove non conosci nessuno, ma andare in pizzeria in famiglia o con amici deve essere vissuta come un'esperienza piacevole, non come qualcosa in cui si viene trascinati. Ci sarà qualcosa di MOLTO piacevole che può essere associato all'uscita, come bere "bevande" a casa non concesse, potersi scegliere il menù senza interferenze dei genitori - i miei figli prediligono cotoletta impanata e patatine che a casa non faccio sostanzialmente mai, ovviamente con maionese, e poi dolce (è logico che al ristorante non si fa educazione alimentare nè dieta sana) - oppure dove c'è un'area giochi non di tipo organizzato (che magari non piace) ma tipo castello dove arrampicarsi. Per il caos basta scegliere il locale giusto e mangiare tra le 19.30 e le 20.30 e prima andare solo in famiglia, poi man mano estendere l'esperienza quando si è acquisito il PIACERE di farlo. Altra idea andare in un agriturismo con animali fuori e orto da visitare: dovrebbe essere un'avventura piacevole. Piano piano diventa bello andare anche nei locali più impensabili, ma deve diventare bello, non un'imposizione.
La mia opinione, da autistico (DSA livello 2), è che obbligare in questi casi significa complicare ulteriormente la vita al bambino. E il risultato finale è che sarà sempre più a disagio in quelle occasioni, o che vivrà le vostre imposizioni come crudeltà immotivate. Nessuna delle due opzioni è buona, né per lui, né per voi, né per il vostro rapporto.
Poi immaginati la situazione di una famiglia, con anche altri figli da crescere, che deve trovare una babysitter tutte le volte che vuole andarsi a mangiare una pizza fuori: certo lo si può fare ma solo dopo aver verificato che non è cosa sul serio.
Poi tutte le limitazioni per la persona che non è in grado di mangiare fuori con ripercussioni a 360° su tutta la sua vita.
Né ho suggerito da nessuna parte che il bimbo debba rimanere a casa.
Al contrario, ho detto che è ragionevole portarlo con sé, ma che è altrettanto ragionevole lasciare che passi il tempo in modo a lui gradito. Se questo implica isolarsi, non vedo niente di male nel fatto che si isoli. Poi ognuno è fatto a modo suo, ma mi sono permesso di portare la mi esperienza di neurodiverso diagnosticato tardi. Pensavo fosse interessante per dei genitori neurotipici avere il punto di vista di qualcuno che ha passato queste cose e magari può spiegarvele con una consapevolezza ancora assente in un bambino. Tutto qua.
Detto questo se tuo figlio apprezza il ristorante tanto di guadagnato. Non capita sempre, anzi nella mia esperienza è piuttosto raro. Meglio così, ovviamente.
Solo, e non parlo con te nello specifico, bisognerebbe sempre chiedersi: sono capricci o è un’esigenza dovuta Alla sua particolare conformazione mentale? Perché obbligare a fare una cosa che a uno crea molti problemi, non è educare...
E' estremamente difficile e pericoloso basarsi solo su di un'etichetta per l'educazione e quindi a mio avviso è meglio "provare" con il "consueto" e modificarlo solo dove non funziona, anche perchè se glielo concedi qualsiasi bimbo passerebbe tantissimo tempo davanti ai dispositivi elettronici, e qualsiasi bimbo fai i "capricci" per questo, dare per scontato che quelli di un bimbo autistico non siano capricci è discriminatorio. Quindi condivido che bisogna chiedersi il motivo del comportamento ma capirlo con bimbi piccoli è difficile. In ogni caso quando vai dal pediatra ti viene detto che per la salute non si dovrebbe superare un'ora al giorno di tempo video - limite che dalle elementari è sostanzialmente impossibile e che neanche noi rispettiamo, però concedere una cosa "dannosa" non può essere fatto a cuore leggero. Inoltre mangiare guardando dispositivi favorisce problematiche quali l'obesità.
Per me concedere cel o tablet a tavola non è la soluzione del problema, molto meglio trovare i luoghi giusti per un'educazione al piacere dell'uscita. Quando una cosa piace si alza di molto il livello di sopportazione: ad es. a mio figlio piacciono le giostre e credo non ci sia posto più caotico e rumoroso.
Il problema dei dispositivi elettronici in generale è diverso da quello che veniva posto nel thread: qui si parla di cosa fare al ristorante e in effetti leggere fumetti o cincionare con l’ipad Non è sostanzialmente diverso. Non credo del resto che si vada al ristorante sette giOrni la settimana a pranzo e cena, caso nel quale la tua obiezione sarebbe sensata.
Piccola storia: lo stimming. Quando ero piccolo io manco esisteva il termine. Il mio stimming principale è manipolare il tessuto delle camicie in maniera alquanto caratteristica ed evidente. Mio babbo, con le migliori intenzioni, ha provato per anni a cercare di togliermi quello che considerava un vizio o un capriccio. Evidentemente sbagliava, e non ci è riuscito infatti. Ma questo ha provocato a me discrete sofferenze. Se avesse saputo che ero autistico e se avesse saputo cos’era lo stimming e se un professionista gli avesse detto, come molti fanno oggi, che provare a levarmi quello stimming al più me avrebbe fatto uscire un altro è peggiore, ci saremmo risparmiati diversi brutti quarti d’ora.
Btw, continuo a stimmare come un pazzo anche oggi e nessuno mai, né a scuola né al lavoro ha mai detto niente.
A parte le mie personali rigidità sull'uso dei dispositivi elettronici a tavola su cui tutti si sono concentrati, io comunque volevo puntare il discorso in positivo, cioè quello di trovare il modo di fargli piacere l'uscita, perchè se la goda, raccontando la mia esperienza in modo che si capisca che essere autistici non vuol dire necessariamente non potersi godere una cosa come andare al ristorante. D'altronde far scoprire il piacere per le cose è sempre il modo più efficace per raggiungere il risultato: ad es. le maestre ottengono molto di più se puntano a far piacere lo studio puntando sulla voglia di conoscenza che non dando delle regole.