il progetto "rain man"
Purtroppo non so mettere il link, comunque è su repubblica oggi. Voi cosa ne pensate?
[io sinceramente tutto il male possibile: trovo sconfortante al massimo livello che dei ragazzi di talento - uno con due lauree - abbiano bisogno di mettere su un progetto del genere - dal nome orrendo - per trovare lavoro; penso dovrebbero trovarlo normalmente come tutti. Io non voglio questo per mio figlio. I genitori sui vari gruppi lo vedono come un successo enorme. Io lo vedo come una grande regressione, perchè penso che ragazzi così un tempo bene o male trovassero la loro strada da soli.]
[io sinceramente tutto il male possibile: trovo sconfortante al massimo livello che dei ragazzi di talento - uno con due lauree - abbiano bisogno di mettere su un progetto del genere - dal nome orrendo - per trovare lavoro; penso dovrebbero trovarlo normalmente come tutti. Io non voglio questo per mio figlio. I genitori sui vari gruppi lo vedono come un successo enorme. Io lo vedo come una grande regressione, perchè penso che ragazzi così un tempo bene o male trovassero la loro strada da soli.]
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Commenti
Questo?
Mi pare un lavoro nettamente diverso dal solito "fai le decorazioni natalizie o la pasta fresca in cooperative in cui ti danno uno stipendio simbolico, forse (se non è la famiglia stessa che paga per farli lavorare)".
È un inizio.
All'estero credo sia una cosa normale, ho letto spesso di queste iniziative, che poi non sono iniziative ma sono le aziende che scelgono persone neurodiverse per le loro peculiarità.
Sul nome concordo, è terribile.
(a proposito, perché concordate tutti sul fatto che sia inadatto?)
Il fatto che le donne non siano pervenute è un'ulteriore conferma.
Il lavoro è bello, tutti sono contenti, quello che contesto è la presenza dell'asl in qualcosa che non c'entra nulla, la presenza delle categorie protette, il non rendersi conto che non è affatto un passo avanti, perchè una persona così avrebbe di certo lavorato in passato, non ditemi che pensate che una persona così non avrebbe trovato lavoro da solo, ovviamente presentandosi senza un'invalidità dichiarata.
@Markov per me sono arrivati a quel punto perchè sono stati cresciuti in un certo modo, e infatti non è affatto un caso che si dichiari malato, d'altronde uno che non si ritiene malato non credo che vorrebbe essere assunto come categoria protetta.
In pratica "conta solo come ti sai vendere".
Non quello che sai fare.
Devi piacere.
E uno come loro (e come me) non piace.
Non servono (almeno qui in Italia) 10 lauree 110 e lode e 400 master, conta solo come ti poni.
Brutto dirlo, eh, ma io la vedo così.
È un fatto che trovare lavoro oggi per chiunque sia un problema. Ed è un fatto che con una diagnosi lo è ancora di più. Vent’anni fa l’asperger non era conosciuto e riconosciuto, oggi un po’ di più, chissà cosa accadrà tra venti anni ancora. Sarà pure possibile che, diagnosi o no, asl o no, un candidato venga riconosciuto e scartato per questo. La lotta, quello che almeno personalmente vorrei per mio figlio, è che si arrivi a che mio figlio possa fare un colloquio, venire riconosciuto o potersi apertamente dichiarare e NON venire scartato per questo, ma solo perché non idoneo a quel lavoro.
Non sarei mai riuscita a lavorare in altri modi, perché se non hai le reti di conoscenze per il passaparola o il giusto atteggiamento, non c'è possibilità.
Forse il campo informatico/scientifico è un po' diverso, ma un grosso problema (come già detto altrove) sono stati gli studi umanistici.
Anche il ragazzo del video, se avesse un dottorato in storia moderna della Cina e non avesse avuto la passione per l'informatica, se la sarebbe vista brutta...
A quanto pare, c'è fame di informatici nel mondo del lavoro, prendono davvero su tutto il prendibile...
Forse è anche per questo che si sono fidati di ragazzi Asperger... Poi ovvio, sono competenti, e infatti si sono stupiti.
Ho sempre lavorato in campo scientifico/tecnico e anche qui ci sono i colloqui. Non ti prendono neppure se sei Einstein. Bisogna sapersi vendere. Il camaleontismo femminile aiuta parecchio e anche l'incompetenza delle risorse umane che fanno i colloqui (neppure gli psicologi conoscono la AS, figuriamoci le Human Resource! Fortunatamente in questo caso!).
Penso che sì, quel ragazzo avrebbe qualche problema a trovare lavoro e a mantenerlo. Quindi, ben vengano la legge 68 e le categorie protette.
C'è una probabilità (per motivi che non vi sto a spiegare) che i miei colleghi scoprano della mia AS. Ho paura che si scopra perché i datori di lavoro non sempre sono così intelligenti dal prendersi i lati positivi della AS. Ho paura di venire osservata nei miei momenti di distrazione. Ho paura che si pongano delle domande quando ho bisogno di leggere 2 o 3 volte una frase prima di capirla. Ho paura che venga "contato" il tempo che impiego nel fare qualcosa. E, credetemi, se mi vedeste dall'esterno nella vita di tutti i giorni, non pensereste che ho la AS. Mi cercano per fare le pause alle macchinette e scherzo come fanno gli altri. È faticoso e l'ho imparato negli anni, ma le difficoltà sono anche pesanti talvolta e la paura è costantemente presente.
Le "categorie protette" nascono per favorire lavoratori che sono svantaggiati, cioè far assumere persone che il mercato non assumerebbe mai di suo, quindi accettare che un aspie venga assunto tramite "categorie protette" vuol dire riconoscere che non è appetibile sul mercato; da questa "posizione" come si farebbe a passare a quella che ti auguri tu?
Una persona o è alla "pari" e non ha diritto alle "categorie protette" o è in una posizione di svantaggio. Le categorie protette sono un'imposizione dello Stato sulle Aziende. Poi possiamo essere contenti che gli aspie comincino ad essere "preferiti" ad altri disabili visto che purtroppo nelle categorie protette le Aziende possono scegliere discrezionalmente quale disabile assumere. Però la mia domanda è sempre la stessa, ma questo ragazzo è giusto che si veda e si comporti da disabile; che lo Stato lo consideri un lavoratore "disabile"? Mi pare che alcuni di voi in effetti ritengano che ha bisogno delle categorie protette per trovare lavoro.
Al di là di questo se un ragazzo intelligente sceglie di passare per le categorie protette forse non è così poco disabile come lo ritieni tu. Forse in questo mondo, che ripeto non è quello di venti anni fa, la sua disabilità è più invalidante di quello che un’intervista ci può far pensare. Il punto è proprio quello che hai detto: una svolta verso la scelta degli asperger rispetto ad altre disabilità. Se in generale si dovesse diffondere la comprensione che un autismo lieve non comporta una incapacità lavorativa e che può non esserci differenza tra assumere un nt o un nd allora non ci sarà più bisogno di passare dalle categorie protette.
Ma allo stato attuale non è così e queste iniziative le vedo necessarie proprio per arrivare a quella realtà.
Diciamo per persone che hanno un grave problema.
Però sì, 20 anni fa sarebbe stato diverso, adesso è dura per tutti.