Gestione meltdown

Buona sera, credo che oggi mio figlio abbia avuto un meltdown. Eravamo in casa dei nonni e quando ha sentito che saremo dovuti andare via, ha sbottato! Urla pianti, testate, con nonni intorno che lo toccavano con un misto di tenerezza e pietà (e lì il meltdown stavo per averlo io). Volevo chiedervi è un meltdown?
E seconda cosa, voi come vi comportate in questi casi? Io lo abbraccio e prova a calmarlo, ma dopo un po' mi monta l'ira e mi scappano le sculacciate, con fortissimi sensi di colpa.
Ci sono volte che lo vorrei strozzare! Mi vergogno e mi pento per le mie sensazioni, ma sono molto stanca.
Datemi dei consigli, soprattutto voi nd
E seconda cosa, voi come vi comportate in questi casi? Io lo abbraccio e prova a calmarlo, ma dopo un po' mi monta l'ira e mi scappano le sculacciate, con fortissimi sensi di colpa.
Ci sono volte che lo vorrei strozzare! Mi vergogno e mi pento per le mie sensazioni, ma sono molto stanca.
Datemi dei consigli, soprattutto voi nd
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Commenti
Ma hai ragione, potrebbe ricordarlo e non me lo perdonerei mai. Lo adoro, ma mi fa impazzire, un po' come tutti i figli.
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Penso che piuttosto bisogn fare in modo di non arrivarci al meltdown, è li che bisogna farsi consigliare dai terapisti. Una volta che è scoppiato bisogna mettersi e metterlo in sicurezza e basta.
Penso che te lo hanno già detto che la miglior cosa è prevenire . Devi tenere un diario con metodo ABC ..Anche se non sempre è possibile prevedere.
Durante il meltdown cerca di mettere lui in sicuro prima di tutto. Assicurati che non si faccia male o che non faccia male a voi ....se puoi rimani comunque presente ,accanto ..sono in mezzo di una tempesta e hanno bisogno di sapere che stiamo li vicino per loro . Non parlare , non dire niente di verbale
Piuttosto utilizza la comunicazione non verbale . Il mio bambino vuole essere preso in braccio o coccolato da me ....devo dire che bisogna fare tanto allenamento su di noi ...Io ancora non ci riesco su di me . Spesso mi faccio prendere dal panico e mi arrabbio tanto per l incapacità di gestire il tutto. Ci vuole tanta tanta pazienza ....una volta finita la crisi , prova a capirne insieme perche del comportamento e come si può agire diversamente ....bisogna provare qual 'è la strategia migliore che funziona con lui
Forse non era un meltdown, ma tantrum.
È partito perché non voleva andare via da casa dei nonni, poi però è esploso con molta violenza. In questi casi cerchiamo di non dargli quello che vuole, per non fare passare il messaggio " se faccio così ottengo"
Poi però credo che abbia perso il controllo! Urlava, piangeva, andava dal fratello e cercava si togliergli la giacca. Io l'ho abbracciato, un po' contenendolo, ma è forte e sono caduta per terra.
Non vedevo l'ora di portarlo via da lì, perché i nonni mi angosciavano con la loro ansia e al ritorno ha voluto fare la strada in braccio. Una volta a casa si è calmato.
Era nervoso tutto il giorno, ma adesso non credo che fosse un meltdown, può essere un tantrum scappato di mano?
Non sente ragioni! Ha una buona comprensione comunicativa, ma non dialoga e men che meno, quando è arrabbiato.
Non ha neanche sei anni, lo blocco ancora, anche se è molto forte.
Infine, per quanto riguarda l'accontentarlo in un ambiente ansiogeno, mi è stato fortemente sconsigliato dalla terapista. Anzi secondo lei non devo mai accontentarlo quando si comporta così perché la volta successiva alzerà il livello, mentre mettendolo in sicurezza e ignorando, il comportamento si estingue.
Ho dimenticato di dire che per lei era un capriccio.
Abbiamo detto " adesso andiamo via" e ha risposto " eh no" come suo solito. Poi all'atto di prepararsi ha iniziato.
Sul tempo, non ci siamo assolutamente e soprattutto non gli importa in quel momento. Ho acquistato una sveglia visiva e ho un'applicazione sul telefono, in cui un topino mangia le mele prima di arrivare al formaggio in un tempo x. Non è disposto da aspettare.
È molto impulsivo ancora.
Diciamo che piange e si lagna tanto quando cerchi di fargli fare qualcosa che non gli va, inoltre, in questo è un fenomeno, capisce perfettamente con chi può e con chi non può.
I nonni, spruzzano ansia e pietà da tutti i pori e per accontentare i nipoti farebbero qualsiasi cosa... ed ecco che proprio da loro scatta il putiferio.
Il padre invece, è molto più duro nei rimproveri, meno tollerante nei confronti di certi comportamenti e stranamente non lo aggredisce fisicamente, non vuole entrare in bagno per forza se c'è lui, non gli sfonda la porta se si chiude in una stanza.
Di contro non lo cerca per farsi aiutare o per andare a letto.
Tutto questo alla faccia della mancata empatia autistica e del deficit della tom
Se gli dessi tempo e retta, non si andrebbe all'asilo, a terapia ecc. Non è questo lo scopo. Se non c'è un disagio forte, e purtroppo non sono sempre in grado di capirlo, bisogna anche accettare la noia e le decisioni dei genitori. Temo molto che diventi un piccolo tiranno, voglio che capisca i ruoli ecc.. Mio marito (figlio unico superviziato) all'età di 43 anni ha fortissime difficoltà ad accettare un imprevisto perché è sempre stato " protetto" e non abbiamo diagnosi.
@mammaconfusa80 hai centrato il problema. Anche il figlio nt, pur essendo più piccolo fa le sue piazzate, ma mai così intense.
Infine vi ringrazio tutti per i consigli.
Noi se si può evitiamo lo scontro cercando ad esempio di fargli fare una cosa che lui non vuole promettendo un contentino.
Nel caso specifico gli diciamo ad esempio dai andiamo a casa facciamo il gioco che ti piace tanto oppure ti faccio vedere un video sul tablet,in genere funziona ed evitiamo così di arrivare a scatenare il capriccio che poi sfocia nel comportamento problema.
Ci succede anche con i rinforzi, se sono troppo forti diventano fonte di ulteriori crisi.
imparare convenzioni sociali. Cena poi arrivederci. .
Pero,quando si diverte e difficile, andare via. Anche per adulti. Se no ,non faceva nessuno ore piccole,ad esempio se leggi un libro interessante.
Con il tempo si impara .
Da genitore,vorrei tornare indietro nel tempo.
Cerano le occasioni quando lui si comportava così.Se stavo da sua parte ,potevo gestire meglio situazione .Se avessi avuto più pazienza , se soltanto non avessi avuto paura del giudizio del altri ma siamo tutti umani.
E un pensiero tutto mio.
Non è facile distinguere l’impuntata, frustrazione, o la natura del gesto... ma piano piano sto iniziando a distinguere perché non mi posso comportare sempre allo stesso modo anche se fa la stessa cosa!
Quando capisco che è per sfida, e mi colpisce per vedere la reazione mia, lo blocco o paro per non farmi colpire. E non gli dico nulla!
Prima lo guardavo fisso ma naturalmente era uguale perché anche quella è comunicazione e quindi anche se non dicevo nulla era come se accoglievo la sfida! Poi ho iniziato a ignorarlo e devo dire che si placa perché non ha quel che vuole.
Quando è per frustrazione che si colpisce o colpisce chi ha a tiro, lo contengo e lo rassicurò, lo faccio calmare e poi magari se serve lo aiuto a compiere quella cosa, oppure lo coccolo fino a che non passa se non può farlo proprio..
Quando più o meno senza motivo mi colpisce o semplicemente perché contrariato, lo fa, allora lo blocco e gli dico e spiego il motivo per cui non si fa ( ed in quel caso lo sguardo minaccioso ha più effetto).
Il mio non è verbale e questo naturalmente amplifica le difficoltà.
Ma devo dire che sto raggiungendo un buon equilibrio, non ancora estinzione ma diminuzione e consapevolezza si.
È vero prevenire è fondamentale ma è spesso impossibile.
Stessa cosa con il rinforzo (o il premio se fa quel che si dice) non sempre è efficace, perché non sempre si usano per il criterio corretto.
Io non uso premi o rinforzi materiali.
Secondo me, visto che comprende bene, dovresti iniziare ad anticipare l’azione in modo da prepararsi ed accettarlo in tempo.
Tipo (se capisce l’ora) alle 16 andiamo via (così quando si avvicinano inizi a prepararlo, oppure dopo questo gioco mettiamo la giacca che andiamo a casa e così via.
Questo anche se non vuole lo dovrebbe portare ad accettare meglio il compromesso o quello che sta per accadere. Spiegare passo passo quello che sta per succedere.
Hai mai provato con le storie sociali? Io la sto preparando così me la porto sempre dietro...
Sicuramente pazienza e perseveranza sempre.
Rispondere con violenza ad un atto violento non fa altro che rafforzare il meccanismo di prevaricazione. Perché finché puoi contenerlo perché piccolo puoi avere la meglio, ma poi? Se apprende che il più forte può ‘menare’ allora se si sente tale, è autorizzato a farlo con chiunque.
E questo naturalmente vale per tutti..
Stessa scena, stessa intensità, stesso sconvolgimento generale.
Riporto l'accaduto perché spesso tendiamo a preoccuparci troppo per la neuroatipicità dei nostri figli, in fondo fanno anche le cose che fanno tutti i bambini