Io ricordo che avevo 11 anni e mia madre mi disse che avrei potuto acquistare una cassetta audio da un venditore ambulante.
Ne aveva davvero di tutti i tipi.
Mia madre mi disse: "Vuoi lo Zecchino d'oro? O Cristina D'Avena?".
Io volli Tina Turner!
Era una cassetta con copertina rosa sbiadito e stampa B/N. Aveva una carica infinita.
Finii col consumarla, a furia di ascoltarla, la cassetta. Mi dispiacque molto quel giorno che si ruppe. La conservai comunque finché a 14 anni ci trasferimmo nella nuova casa ed andò persa - o i miei genitori la buttarono, io penso - nel trasloco.
rientrando in topic: oltre alle distanza spaziale , c'è bisogno anche di una distanza temporale...almeno per quel che mi riguarda. Se appunto una persona mi sta attaccata come una cozza , mi sento in apnea. se sta troppo lontana (diciamo una settimana) comincio a sentirne la mancanza (se è una persona che mi sta molto vicino). almeno penso che così troverei il giusto equlibrio
ciao a tutti, come ho già scritto in un altro post sto con un uomo aspie da quasi 4 mesi e sono qui per imparare a rapportarmi con lui e tutti voi mi state davvero aiutando, solo che ieri mattina ho fatto un casino....l'ho fatto piangere e mi sono sentita una vera m....
alla mia domanda "visto che venerdì siamo in ferie giovedì dormi qui da me?", lui ha risposto "non lo so" e io che non sono una super donna e ogni tanto crollo anche io mi sono incazzata.....lui mi ha detto di essere incostante e che quindi non sapendo come potrà sentirsi giovedì non poteva programmare in questo momento la cosa (mentre ormai gli viene più facile avere la certezza di dormire da me tutti i we perché ormai per lui è un'abitudine).
mi ha detto "ti voglio bene (non me lo aveva mai detto e so che gli è costato una grande fatica) se penso a dove vorrei essere tra 3, 4, 5 mesi ti dico qui con te ma io a volte vorrei scomparire anche se poi quando non ci sei mi manchi" e quando è in questo stato non fa altro che ripetere "non è colpa tua".....cosa dovrei fare io in questi momenti? lasciare davvero che scompaia sapendo che comunque tornerà perché è solo una questione di ore?
Nei giorni no vorrei essere lasciata tranquilla ed essere trattata con gentilezza. E vorrei che la gente attorno a me non facesse chiasso o confusione. Sono molto molto grata a chi, quando sto male fisicamente e fatico a muovermi, mi fa trovare il pranzo pronto.
Io amo stare in silenzio, amo essere immersa nel mio mondo, ma quando c'era "la buonanima" (è così che chiamo il mio ex marito) mi faceva piacere che fosse in casa. Magari in un'altra stanza, o quando avevamo la casa su più livelli addirittura su un altro piano.
Spesso gli chiedevo: "Tu dove devi stare?" e se lui decideva di mettersi a dipingere un quadro giù in salotto io andavo su in camera da letto a conservare il bucato o a riordinare i cassetti. Però era piacevole sapere che c'era. A volte.
Quindi, la mia risposta è: se riesci a negoziare il tempo di una frase, prova a chiedere se gradisce la tua presenza mentre però sei occupata in qualcosa. Se devi studiare portati il libro, o il computer, o se ti piace lavorare a maglia portati l'occorrente.
O ti metti a spazzolare il cane, o anche a rammendare calzini, così magari gli fai anche un servizio utile
Insomma, non sto dicendo che ti devi sacrificare e devi essere sempre a disposizione, anzi. Intendo suggerirti di offrirgli la tua presenza, della quale mi sembra che lui abbia bisogno, ma senza l'obbligo del dovere: che può essere il dovere di interagire, di mostrarsi allegro, di spiegare cosa gli passi per la mente, eccetera.
Perché in fondo a volte quello che disturba non è la presenza dell'altro, ma il fatto che l'altro si preoccupi del nostro stato d'animo e allora dobbiamo rassicurarlo.
Se tu ci sei, e sei occupata in qualcosa che davvero ti interessa, secondo me la presenza reciproca può essere rassicurante ed anche colma di affetto, ma soprattutto ricca di una cosa fondamentale, l'autonomia.
Sai, io non conosco il tuo ND, ma so che spesso quello che un ND prova è la costrizione dello sguardo dell'altro, la dipendenza dell'altro dall umore del partner, la mancanza di autosufficienza che condiziona e che limita.
Quando l'altro non è intero e si aspetta che io lo completi.
Quando va in ansia se non ha il controllo di quello che sento.
Se è talmente insicuro da percepire il mio silenzio come una minaccia.
In quei casi la distanza deve per forza diventare anche distanza fisica.
Ecco, ho centrato il problema: essere presenti ma alla giusta distanza.
Quale sia, lo scoprirai dal fatto che lo vedrai più rilassato.
Auguri
Bellissima risposta, condivido in pieno. Anche io preferisco mantenere le distanze ma sapere che non sono da sola.
Sii sempre pronto a dire ciò che pensi, e il vile ti scanserà. (William Blake)
Io in alcuni momenti desidero che accada nulla, che nessuno mi chiami, che cambi nulla, che arrivi nessuno.
Io voglio solo stare zitto e muto, zitto e muto, e leggere qualcosa che mi interessa o fare qualcosa che mi interessa.
Quindi io direi di lasciarmi stare, e non continuare a chiedere 'perche'?' e non preoccuparsi, che io sono li' e non muoio, solo non voglio niente, io sono li ma non ci sono, poi ritorno, ecco tutto.
Penso sia come quando le altre persone non hanno voglia di conversare, solo che magari la mia non voglia e' un po' piu' forte e coerente e visibile, magari, ma io poi ritorno, a conversare, solo mi lascino li quegli attimi, solo questo.
Io in alcuni momenti desidero che accada nulla, che nessuno mi chiami, che cambi nulla, che arrivi nessuno.
Io voglio solo stare zitto e muto, zitto e muto, e leggere qualcosa che mi interessa o fare qualcosa che mi interessa.
Quindi io direi di lasciarmi stare, e non continuare a chiedere 'perche'?' e non preoccuparsi, che io sono li' e non muoio, solo non voglio niente, io sono li ma non ci sono, poi ritorno, ecco tutto.
Penso sia come quando le altre persone non hanno voglia di conversare, solo che magari la mia non voglia e' un po' piu' forte e coerente e visibile, magari, ma io poi ritorno, a conversare, solo mi lascino li quegli attimi, solo questo.
Ciao. Grazie. Simone
Anche mia madre quando ero ragazzina si preoccupava sempre di me, perchè ogni tanto sparivo e non mi facevo sentire per ore, a volte per giorni interi, uscivo dalla mia camera solo per mangiare e per andare in bagno. Mi ricordo che mi irritavo molto quando lei veniva a chiedermi perchè stavo lì da sola e non scendevo mai, lei non capiva perchè mi arrabbiassi e alla fine si arrabbiava anche lei. Ci sono state molte discussioni e litigi a causa di questo purtroppo tra me e mia mamma quando c'era ancora ed io ero più giovane.
nooo..vabbe' ho letto ora i commenti di 2 mesi fa e mi sto buttando via dalle risate! Ero entrata per scrivere una cosa seria e non me la ricordo piu'. =D>
Commenti
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
ciao a tutti, come ho già scritto in un altro post sto con un uomo aspie da quasi 4 mesi e sono qui per imparare a rapportarmi con lui e tutti voi mi state davvero aiutando, solo che ieri mattina ho fatto un casino....l'ho fatto piangere e mi sono sentita una vera m....
alla mia domanda "visto che venerdì siamo in ferie giovedì dormi qui da me?", lui ha risposto "non lo so" e io che non sono una super donna e ogni tanto crollo anche io mi sono incazzata.....lui mi ha detto di essere incostante e che quindi non sapendo come potrà sentirsi giovedì non poteva programmare in questo momento la cosa (mentre ormai gli viene più facile avere la certezza di dormire da me tutti i we perché ormai per lui è un'abitudine).
mi ha detto "ti voglio bene (non me lo aveva mai detto e so che gli è costato una grande fatica) se penso a dove vorrei essere tra 3, 4, 5 mesi ti dico qui con te ma io a volte vorrei scomparire anche se poi quando non ci sei mi manchi" e quando è in questo stato non fa altro che ripetere "non è colpa tua".....cosa dovrei fare io in questi momenti? lasciare davvero che scompaia sapendo che comunque tornerà perché è solo una questione di ore?
grazie
Bellissima risposta, condivido in pieno. Anche io preferisco mantenere le distanze ma sapere che non sono da sola.
Mi ricordo che mi irritavo molto quando lei veniva a chiedermi perchè stavo lì da sola e non scendevo mai, lei non capiva perchè mi arrabbiassi e alla fine si arrabbiava anche lei. Ci sono state molte discussioni e litigi a causa di questo purtroppo tra me e mia mamma quando c'era ancora ed io ero più giovane.
Ero entrata per scrivere una cosa seria e non me la ricordo piu'. =D>