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Autismo al Lavoro con Tony Attwood! 11-12 Maggio 2023. A Milano e online!

Gestire i disturbi sensoriali

Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
modificato aprile 2014 in Esplorare i sentimenti
Vorrei chiedere a tutti voi se, nel caso abbiate disturbi sensoriali molto accentuati come me, avete delle strategie, delle tecniche per diminuirne l'impatto.
Io non riesco a stare nella folla, nei locali rumorosi, nei supermercati, mi viene da osservare tutto e temo gli urti, i rumori mi spaventano e mi prende una ansia, una paura che poi cresce cosi' tanto da dovere correre via, scappare via.
In quei momenti la priorita' diventa scappare via, allontanarmi, nulla puo' fermarmi, e questo mi costa cosi' tanta fatica e stress da quasi svenire, nelle situazioni piu' gravi.
Io sto provando da solo a gestire questi momenti forti da molti anni, ma non cambia nulla.
Io non so come fare. Io chiedo aiuto, qualche consiglio. Grazie. Simone
Tutto ciò IO penso (e scrivo).
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Commenti

  • fattore_afattore_a Post: 2,337
    Non so se ciò che succede a me sia la stessa cosa che tu descrivi.
    Per esempio, lo scorso mercoledì ero ad un incontro di lavoro imprevisto (mi hanno chiesto alle 14:35 di andare là, in sostituzione di, quando l'appuntamento era alle 14:30).
    Ad ogni modo, il posto era silenzioso ma ad un tratto sono cominciati dei rumori neanche troppo forti, tanto che l'interlocutore non si è fermato e non ha alzato il tono della voce; io, però, non spevo cosa ascoltare prima e guardavo le facce delle tre persone che avevo davanti.
    In posti rumorosi, poi, io stesso non riesco a parlare anche perchè faccio fatica a sentire la mia voce.
    In questi giorni, mi ossessiona il cinguettio degli uccelli e uno in particolare: c'è un uccellaccio che semra dirmi "ti uccido, ti uccido".
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    @fattore_a i suoni si sovrappongono tutti, anche le voci, io non so a quale dare attenzione, io devo ascoltarli tutti e categorizzarli e selezionarli, ma intanto che faccio cio' arrivano nuovi rumori, io fatico moltissimo a fare cio', ed e' un grave disastro, vengo attirato da ogni cosa, una lucina, un cane che abbaia, se poi passa una moto prima che mi tranquillizzo passano alcuni minuti.
    E se io provo a porre attenzione solo su uno di questi, va a finire che poi mi accorgo che perdo tutti gli altri, ed anche questo. E' un acceso-spento. E' molto,  molto stancante e non ho risultati.
    Grazie. Ciao. Simone
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • @Simone hai sempre avuto questo problema dell' ipersensorialità?
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    modificato aprile 2014
    Si, e' per quello che alle elementari io chiedevo di uscire anche 3,4 volte ogni ora dalla classe, io dovevo allontanarmi da tutto.
    All'infanzia si vede me in una fotografia in un saggio del 1985 che stringo le mani sulle orecchie, accovacciato a gambe incrociate mentre gli altri cantano.
    Nel 1991 a gardaland mi costrinsero a fare una fotografia davanti ad una cascata e strizzo gli occhi, braccia tese in giu, era troppo forte, il rumore, era insopportabile.
    Mi capita di uscire dal chiuso all'aperto ed essere aggredito da una onda di voci, in centro citta', che mi sembrano una cosa che non mi fa respirare, sai, e anche odori.
    Oggi, in un supermercato, io ho dovuto attendere 11 minuti in coda e 7 minuti in piu ancora perche' la cassiera ha sbagliato e ha battuto alcuni miei prodotti sulla spesa del precedente cliente, e abbiamo dovuto attendere la chiave per lo storno, e io a un certo punto ho sentito la necessita' di scappare via, io non ce la facevo piu, ero fuori di me, se mi avesse dato il resto con i soldi del monopoli probabilmente non mi sarei accorto. Ho dovuto attendere perche' i porodotti mi servivano, ma io sarei scappato.
    Mi viene da scappare, allontanarmi, e' l'unico rimedio, ma non va bene, cosi, @mandragola77, percio' cerco consigli.
    Grazie. Ciao. Simone
    luli12367
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • Magari ti sto dicendo una fesseria ma hai mai provato con le tecniche di training autogeno? So che insegnano a escludere tutte le sensazioni che disturbano per concentrarsi invece su quelle positive e utili alla concentrazione.
    Lessi tempo fa qualcosa al riguardo. Ora vedo se riesco a risalire all' articolo in questione.
    luli12367
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    modificato aprile 2014
    Mi hanno parlato di cio' e anche della mindfulness per educare la mente contro l'ansia e la paura, perche' poi da tutto cio' in sento che deriva ansia e paura, e io ho provato ma devo abituarmici, sono molti cambiamenti, in questo periodo, io sono molto scosso, e il ho capito che questi problemi si acuiscono. Ci sono anche quando non sono scosso, ma se lo sono io divento come un pezzo di cristallo, se mi toccano, mi spezzo.
    Grazie @mandragola77. Ciao. Simone
    luli12367
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • bloody81udbloody81ud Post: 465
    modificato aprile 2014
    Io non so come spiegarlo, ma ho più ansia verso alcuni edifici in sè (chiese, ospedali, tribunali, polizia, aule etc...) che per le persone che vi stanno dentro, è una cosa apparentemente stupida, ma per me è così.
    Se le persone in quell'ambiente non mi piacciono (capita spesso) tendo a chiudermi nel mio flusso di pensieri o al limite nei discorsi con i miei interlocutori che possibilmente non devono essere più di due o tre, diversamente cerco di diventare a mia volta la fonte più rumorosa all'interno del locale e così riesco in parte a non pensare ai rumori prodotti dagli altri.
    Ad ogni modo con il passare del tempo e molto allenamento riesco tranquillamente (anche se ci vado malvolentieri) a sopportare i luoghi affollati come discoteche e pub e la cornice rumorosa al loro interno, non ho invece mai avuto particolari problemi circa gli ambienti, sì rumorosi, ma all'aperto, ma questo probabilmente è dovuto al fatto che (come scrivevo in un repost precedente riguardo la discussione sulle paure) sono decisamente claustrofobico.
  • Lycium_bLycium_b Post: 1,868
    Anche io soffro di ipersensorialità, ma nel corso degli anni ho imparato a domarla e ad utilizzarla a mio vantaggio. Premesso che non entrerei mai in una discoteca o in un pub, poichè li reputo luoghi malsani, mi sono adattata a stare in luoghi con un discreto numero di stimoli sensoriali come ad esempio i supermercati o le vie del centro città. Non amerò mai la folla, i rumori, le grida e le luci forti, sempre mi daranno fastidio, ma sono arrivata a sopportarli fino ad una certa soglia, praticando l'autocontrollo. Ho sviluppato molto l'autocontrollo da quando faccio meditazione, anche se, come mi ha fatto notare il neuropsichiatra, la mia mente è caratterizzata da una forte componente razionale, che mi aiuta a prendere il controllo delle mie emozioni.
    Io credo che la meditazione, come il training autogeno e la mindfullnes siano molto utili in questo senso, ma sarebbe utile ancora di più praticare meditazione (ad esempio meditazione sul respiro) nel momento in cui si va in luoghi rumorosi o sovraffollati e si sperimentano sensazioni spiacevoli.
  • MammaAnnaMammaAnna Post: 373
    modificato aprile 2014
    Io ho sentito parlare di un intervento detto di "integrazione sensoriale". Sembra che sia efficace per calmare il sistema nervoso e ridurre la sensibilità tattile. 
    La prima volta l'ho letto sul libro "Pensare in immagini" di Temple Grandin.
    Temple Grandin cita la terapista occupazionale Jean Ayres come la persona che ha sviluppato questo tipo di intervento. Esiste anche un libro (incentrato sui bimbi, però) che io non ho letto e quindi a proposito non posso fare particolari commenti: "Il bambino e l'integrazione sensoriale. Le sfide nascoste della sensorialità" (di Ayres A. Jean).
    Sembra che questi interventi siano molto efficaci sui bimbi piccoli ma che siano utili anche per gli adulti (lo dice sempre Temple Grandin). 
    Viene praticata una cosa simile anche al mio bimbo nella stessa sessione dalla psicomotricista e dalla terapista occupazionale. Al momento il maggior problema del mio bimbo è proprio questo e spesso ha bisogno di essere calmato, soprattutto quando si trova in mezzo a tanta gente ed in mezzo al rumore.
    L'obiettivo di questo metodo è fornire tante esperienze sensoriali pianificate, controllate ed individualizzate sul singolo soggetto, allo scopo di "desensibilizzare" il più possibile il sistema nervoso alla miriade di stimoli a cui è sottoposto.
    Ti faccio degli esempi di attività che vengono fatte con mio figlio: 
    - viene fatto dondolare su un'amaca, gioca a fare l'aereo ed a trasportare cose da una parte all'altra della stanza
    - gli vengono praticate varie tipologie di pressione su varie parti del corpo per fargli "sentire" meglio il suo corpo. (viene fatto rotolare all'interno di tappetini pesanti, gli vengono applicare dei sacchettini pesanti su testa, braccia...)
    - gli fanno toccare varie consistenze con le mani (mio figlio adora giocare con i fagioli e sentirne la sensazione sulle mani)
    ...
    sono tutte attività che fa con piacere e che lo aiutano a calmarsi e ad essere più sereno (questa è la mia missione: la serenità sua e della famiglia...), è quindi una cosa che faccio per il suo benessere, sebbene non esistano studi che validano a pieno questo tipo di approccio.
    Sarei  interessata, in merito, a sentire anche il parere di @wolfgang.

    Buona giornata, Simone
    Anna
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    Magari ti sto dicendo una fesseria ma hai mai provato con le tecniche di training autogeno? So che insegnano a escludere tutte le sensazioni che disturbano per concentrarsi invece su quelle positive e utili alla concentrazione.
    Lessi tempo fa qualcosa al riguardo. Ora vedo se riesco a risalire all' articolo in questione.
    Io ho sentito parlare di un intervento detto di "integrazione sensoriale". Sembra che sia efficace per calmare il sistema nervoso e ridurre la sensibilità tattile. 
    La prima volta l'ho letto sul libro "Pensare in immagini" di Temple Grandin.
    Temple Grandin cita la terapista occupazionale Jean Ayres come la persona che ha sviluppato questo tipo di intervento. Esiste anche un libro (incentrato sui bimbi, però) che io non ho letto e quindi a proposito non posso fare particolari commenti: "Il bambino e l'integrazione sensoriale. Le sfide nascoste della sensorialità" (di Ayres A. Jean).
    Sembra che questi interventi siano molto efficaci sui bimbi piccoli ma che siano utili anche per gli adulti (lo dice sempre Temple Grandin). 
    Viene praticata una cosa simile anche al mio bimbo nella stessa sessione dalla psicomotricista e dalla terapista occupazionale. Al momento il maggior problema del mio bimbo è proprio questo e spesso ha bisogno di essere calmato, soprattutto quando si trova in mezzo a tanta gente ed in mezzo al rumore.
    L'obiettivo di questo metodo è fornire tante esperienze sensoriali pianificate, controllate ed individualizzate sul singolo soggetto, allo scopo di "desensibilizzare" il più possibile il sistema nervoso alla miriade di stimoli a cui è sottoposto.
    Ti faccio degli esempi di attività che vengono fatte con mio figlio: 
    - viene fatto dondolare su un'amaca, gioca a fare l'aereo ed a trasportare cose da una parte all'altra della stanza
    - gli vengono praticate varie tipologie di pressione su varie parti del corpo per fargli "sentire" meglio il suo corpo. (viene fatto rotolare all'interno di tappetini pesanti, gli vengono applicare dei sacchettini pesanti su testa, braccia...)
    - gli fanno toccare varie consistenze con le mani (mio figlio adora giocare con i fagioli e sentirne la sensazione sulle mani)
    ...
    sono tutte attività che fa con piacere e che lo aiutano a calmarsi e ad essere più sereno (questa è la mia missione: la serenità sua e della famiglia...), è quindi una cosa che faccio per il suo benessere, sebbene non esistano studi che validano a pieno questo tipo di approccio.
    Sarei  interessata, in merito, a sentire anche il parere di @wolfgang.

    Buona giornata, Simone
    Anna
    Grazie anche da parte mia per queste informazioni, ragazze!
    Per conto mio, ieri a un seminario mi sono innervosita molto e poiché ero davanti al relatore, quasi sotto le slide proiettate, non potevo far vedere il mio stato d'animo, e non potevo uscire dal salone perché avevamo appena fatto pausa.
    E' stato uno sforzo tremendo, mi sono concentrata sul respiro con la pancia (e pazienza  se il prof mi vedeva muovere la ciccia) e poi mi sono focalizzata sui muscoli che sentivo rigidi, avevo le spalle contratte come se dovessi fare la lotta con un toro...... a poco a poco ho pensato alle braccia, alle cosce che erano dure e tese, ho rilassato i muscoli del viso, sempre respirando profondamente.... ho soprattutto evitato di cambiare freneticamente posizione per scaricare la tensione, anzi mi sono obbligata a stare immobile...... ho ascoltato i messaggi del mio corpo e ho trovato tensione anche nella nuca, allora ho abbassato un po' la testa....  ho continuato a respirare lentamente..... incredibile!  ha  funzionato, sono riuscita a guardare il conduttore del seminario con uno sguardo che è tornato sereno.
    Devo dire che anche se tanti anni fa avevo fatto il training autogeno, poi avendolo abbandonato avevo perso i benefici dell'allenamento.
    Però funziona.
    E' una sensazione bellissima, quella di essere riuscita a gestire una situazione molto critica con il rilassamento e non con l'autocontrollo rigido
    sono quelle cose che ti fanno sentire capace di affrontare nuove situazioni senza sentirsi, dopo, distrutta
    ho voluto condividere questa cosa
    ciao
    aspy

    Amelie
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    Non ho precisato che una delle cause del mio nervosismo era il fatto di stare proprio al primo posto  di fronte alle slide, che erano molto luminose e mi infastidivano.....
    aspirina
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • Bella questa tua testimonianza @aspirina! In effetti in questa situazione il training autogeno era la soluzione migliore.
    Secondo la mia esperienza (con mio figlio, ma anche personale mia) funziona anche eliminare i disturbi esterni ridirezionando l'attenzione verso qualcosa di gradito (ascoltare musica con gli auricolari, leggere...)
    Esempio: per mio figlio il parrucchiere è sempre stata un'esperienza abbastanza drammatica per il rumore, per gli odori, per il rumore delle forbici. Qualche mese fa avevamo fatto, assieme alle terapiste che seguono il bimbo, un taglio di capelli "strutturato", imponendo al parrucchiere anche il numero di sforbiciate da fare.... Quella volta era solo lui nel salone ed avevamo portato anche distrazioni tipo tablet, giornali di macchine... Mio figlio si ricordava quella visita dal parrucchiere come piacevole. Mercoledì ci siamo tornati e ci è andato felice, non è servito più seguire sequenze, ne contare nulla. Si è accomodato, ha suonato la chitarra elettrica col tablet (a basso volume), ha letto giornali di macchine, ha letto un libretto di filastrocche... questa volta c'erano anche altre persone dal parrucchiere, ma lui sembrava filtrare tutto il resto ed era sereno, si è agitato solo una volta quando il fratellino si è messo a piangere (lui non sopporta di sentir piangere i bimbi ed il fratellino ha una voce alquanto forte...). Quando si è agitato è bastato proporgli di leggere una breve filastrocca al parrucchiere (che è un tipo calmo e molto simpatico) ed è tornata la calma... il parrucchiere era piacevolmente sorpreso e per me è stata una grande vittoria.

    Certo, in questo caso era consentito distrarsi (non era necessario prestare attenzione ad alcun interlocutore)...
  • damydamy Post: 1,196
    @simone tu hai la necessità di categorizzarli e sentire tutti i rumori perché sei tu che li ritieni tutti importanti o perché secondo te è il tuo cervello che non stabilisce priorità in modo incontrollabile?
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    modificato aprile 2014
    @damy io non li controllo, i suoni si mescolano e diventano un rumore unico e si uniscono al resto.
    Quando devo parlare con una persona e ci sono altri stimoli come e' successo in stazione io cerco di guardare la persona più che posso e mi concentro ma vengo attirato da tutto, da tutti i suoni, da tutti i rumorini, dalle lucine se ci sono, e diventa molto arduo separare, io ho perso pezzi importanti di discorso, nella biglietteria della stazione, fino a chiedere all'amica che mi ha accompagnato di scusarmi ma che c'erano troppe cose alle quali dare retta e che la avrei ascoltata fuori.
    Se poi e' un luogo che mi mette particolare tensione, allora diventa tutto infinitamente confuso, e li' si' devo scappare via, sento come di essere aggredito,e mi viene forte ansia.
    Io ho provato a filtrare i discorsi, ma poi questi rumori e suoni e luci mi attirano, è come avere qualcuno che continuamente ti tira il vestito e ti chiama, e devo dare retta anche a loro, e se cerco di eliminarli, piano piano elimino tutto. Alle elementari le insegnanti hanno fatto 5 anni a cambiarmi di posto perche' dicevano che mi distraevo sempre, ma non e' cambiato niente, non hanno ottenuto nulla, se non che non ho fatto nemmeno la conoscenza di nessuno dei miei compagni in particolare.
    Alle scuole superiori ricordo di aver dato una sberla ad un mio compagno di gruppo perché continuava a cantare una canzone e io non riuscivo MAI a concentrarmi a scrivere al computer, lui la cantava sottovoce ma io ero attratto da ciò e disturbato dal rumore delle ventole dei computer, e dopo due mesi io non ce la feci più e gli mollai un ceffone. Nota, preside. Fu l'unica volta che io reagii così. Dovevo essere proprio al limite.
    In università fortunatamente solo all'inizio, ai primi insegnamenti, erano in molti in aula, poi sono diminuiti, perché il brusio dei primi insegnamenti è stato un disastro, un disastro. Dovevo scrivere tutto, qualsiasi cosa, ma quello da sempre l'ho fatto, scrivere ogni cosa. In università, ai primi insegnamenti, dovetti scrivere proprio ogni cosa, sembrava la trascrizione di un processo. Poi ho seguito corsi dove eravamo anche solo in 5 o 6, in aule piccole, e lì, a parte le luci, era ok, riuscivo a seguire bene.
    Ma anche a casa, per esempio ora, io sento la tv della cucina con una canzone e do' retta agli accordi e alla melodia e ai suoni suonati, e sento le posate e i piatti, e il suono del videogioco in camera, e l'acqua in bagno, e il cucchiaio che mischia la pasta e colpisce la pentola, e i miei genitori che parlano, e io mi accorgo che cerco di dare attenzione a tutto, ma alla fine non riesco a dare attenzione assoluta a niente, e' come se tutto è molto importante e ciò mi disturba anche nello scrivere.
    Quando io ho fatto il colloquio con il Dr. Moscone, c'era molto silenzio, ma un allarme è scattato 3 volte, all'esterno.
    Io per 3 volte ho dovuto concentrarmi al massimo, al massimo per non perdere il filo del discorso. Al massimo.
    Ciao. Grazie a tutti per i consigli. Simone
    Post edited by Andato_Sim on
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    Ehehehe, non so cosa sia peggio! Io sento tutte le mie emozioni, e questo mi impedisce di cogliere gli altri stimoli in maniera corretta, posso stare in un posto e non vedere assolutamente niente ma ricordare benissimo cosa provavo e pensavo ogni istante.
    Ho solo una grande affinità per le voci, una volta ero in treno e chiacchieravo con uno sconosciuto, ad un certo punto gli chiesi se per caso conoscesse il professor X. Lui stupito mi disse che era suo fratello, ed io risposi che avevo riconosciuto la voce (però era il professore di italiano, e l'avevo ascoltato per mesi!)
    Ma per il resto, i luoghi eccetera, sono cieca. Forse per questo non viaggio più, tanto qualunque posto mi sembra sempre nuovo perché non me ne ricordo,
    E i volti? Ossignur, le mie colleghe mi sembrano tutte uguali, jeans capelli lumghi e occhiali a televisore. Che fatica sapere se salutare! (ultimamente saluto tutte, così non mi sbaglio)
    uff!
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • Lycium_bLycium_b Post: 1,868
    @damy io non li controllo, i suoni si mescolano e diventano un rumore unico e si uniscono al resto.
    Quando devo parlare con una persona e ci sono altri stimoli come e' successo in stazione io cerco di guardare la persona più che posso e mi concentro ma vengo attirato da tutto, da tutti i suoni, da tutti i rumorini, dalle lucine se ci sono, e diventa molto arduo separare, io ho perso pezzi importanti di discorso, nella biglietteria della stazione, fino a chiedere all'amica che mi ha accompagnato di scusarmi ma che c'erano troppe cose alle quali dare retta e che la avrei ascoltata fuori.
    Se poi e' un luogo che mi mette particolare tensione, allora diventa tutto infinitamente confuso, e li' si' devo scappare via, sento come di essere aggredito,e mi viene forte ansia.
    Io ho provato a filtrare i discorsi, ma poi questi rumori e suoni e luci mi attirano, è come avere qualcuno che continuamente ti tira il vestito e ti chiama, e devo dare retta anche a loro, e se cerco di eliminarli, piano piano elimino tutto. Alle elementari le insegnanti hanno fatto 5 anni a cambiarmi di posto perche' dicevano che mi distraevo sempre, ma non e' cambiato niente, non hanno ottenuto nulla, se non che non ho fatto nemmeno la conoscenza di nessuno dei miei compagni in particolare.
    Alle scuole superiori ricordo di aver dato una sberla ad un mio compagno di gruppo perché continuava a cantare una canzone e io non riuscivo MAI a concentrarmi a scrivere al computer, lui la cantava sottovoce ma io ero attratto da ciò e disturbato dal rumore delle ventole dei computer, e dopo due mesi io non ce la feci più e gli mollai un ceffone. Nota, preside. Fu l'unica volta che io reagii così. Dovevo essere proprio al limite.
    In università fortunatamente solo all'inizio, ai primi insegnamenti, erano in molti in aula, poi sono diminuiti, perché il brusio dei primi insegnamenti è stato un disastro, un disastro. Dovevo scrivere tutto, qualsiasi cosa, ma quello da sempre l'ho fatto, scrivere ogni cosa. In università, ai primi insegnamenti, dovetti scrivere proprio ogni cosa, sembrava la trascrizione di un processo. Poi ho seguito corsi dove eravamo anche solo in 5 o 6, in aule piccole, e lì, a parte le luci, era ok, riuscivo a seguire bene.
    Ma anche a casa, per esempio ora, io sento la tv della cucina con una canzone e do' retta agli accordi e alla melodia e ai suoni suonati, e sento le posate e i piatti, e il suono del videogioco in camera, e l'acqua in bagno, e il cucchiaio che mischia la pasta e colpisce la pentola, e i miei genitori che parlano, e io mi accorgo che cerco di dare attenzione a tutto, ma alla fine non riesco a dare attenzione assoluta a niente, e' come se tutto è molto importante e ciò mi disturba anche nello scrivere.
    Quando io ho fatto il colloquio con il Dr. Moscone, c'era molto silenzio, ma un allarme è scattato 3 volte, all'esterno.
    Io per 3 volte ho dovuto concentrarmi al massimo, al massimo per non perdere il filo del discorso. Al massimo.
    Ciao. Grazie a tutti per i consigli. Simone

    È la stessa cosa che succede anche a me. Ogni rumore, specialmente se protratto per più di qualche secondo mi distrae completamente catturando tutta la mia attenzione e se i rumori sono tanti vado in confusione. A scuola non avevo problemi di attenzione, ma poichè ero taciturna e non davo confidenza a nessuno le insegnanti mi mettevano sempre di fianco degli elementi pessimi nella speranza che accanto a me si sentissero isolati e stessero zitti, invece questi finivano per capire cosa mi desse fastidio (rumori ripetitivi come ticchettii o canzoncine, prese in giro e insulti a raffica, pacche sulla schiena o sulle spalle, ecc...) e si mettevano a torturarmi in continuazione, cosa che mi rendeva molto difficile seguire. Non ho mai reagito a queste provocazioni se non chiedendo verbalmente a questa gente di smetterla e ovviamente ottenevo il risultato opposto.
  • zisczisc Post: 1,603
    modificato aprile 2014
    Io ho un ipersensibilità con luce suoni e odori, nonché con i vestiti. odio i rumori forti o la musica alta, mi da fastidio i piatti che sbattono o il metallo che scorre facendo rumore sui piatti e alcuni tipi di rumore.

    mi danno fastidio alcuni tipi di rumore di fondo in quanto non riesco bene a sentir le parole delle persone

    la luce troppo forte e di un ceto tipo ( verso gli ultravioletti )mi da fastidio e fa irritare gli occhi...

    ho risolto parzialmente (la cosa funziona bene ma alla lunga mi stanca) con un addestramento all'esposizione.

    esposizione a disagio-> rilassamento o esecuzione di attività fino a quando queste siano fattibili come quando il disagio non c'e-> aumento dello stimolo del disagio e così via poi riposo, poi si ripete fino a quando non si anno tempi di adattamento minori, e si continua fino a quando non si avverte la sensazione che se non ci si rilassa le cosa peggiora.
    poi si ripete il tutto


    naturalmente non superò mai i parametri di massima esposizione senza protezione, perché non voglio danneggiare i miei sensi.

    ad esempio per l' udito metto i tappi, per la luce gli occhiali...


  • AnamAnam Post: 136
    @simone, e tutti gli altri partecipanti alla discussione, io soffro di ipersensibilita' sensoriale a cio' che istintivamente rifiuto, discoteche e pub li ho lasciati perdere da molti anni benche' io ne abbia 33. curiosamente, musica chiassosa ad alto volume che piace a me... non mi da' nessun disturbo, anzi, me gusta mucho. ma se sento in cucina una partita di calcio ad alto volume oppure i miei litigare mi viene un vulcano dentro e l'unica soluzione e' chiedere con cortesia di sistemare il volume. in caso di litigio dei miei, soffro come un cane bastonato ma se mi intrometto e' peggio. una mia idea sarebbe allenare la percezione a concentrarsi sulla pace dell'interiorita' e cosi' schivare la percezione di rumori avvertiti come molto molesti. insomma, concentrarsi sul proprio se' e ripetere: " dentro di me vi e' silenzio e pace", cio' che c'e' fuori non ha consistenza, e' solo "un fascio di percezioni", come diceva Hume. Ed esiste finche' tu gli dai una essenza.

    Buon Tutto,
    Shanti.
    Om Shanti Shanti Shanti
  • ThemOutThemOut Post: 239
    modificato aprile 2014
    Troppi stimoli visivi e visi e comportamenti che noto essere diversi ,ma non li distinguo naturalmente, mi mandano in totale confusione.
    Tante voci e più discorsi contemporaneamente, non so nemmeno cosa ascoltare e alla fine percepisco tutto e non intervengo. Se lo faccio poi devo concentrarmi tanto Per mantenrre il discorso che non mi interessa e non fare collegamenti che suscitano il "sei ubriaca/sei fatta".
    Tornando al visivo, mi ritrovo bloccata. Non riesco però a fermare la vista su una cosa e muovo in continuazione lo sguardo. Vi capita? Magari cercando qualcosa di stimolante e/o distraente. Se non lo trovo mi agito sempre di più. E alla fine respiro veloce e mi "contraggo" ed è una merda.
    Post edited by ThemOut on
  • ThemOutThemOut Post: 239
    Il commento precedente manca di punteggiatura sensata, scusate.
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    @ThemOut di nulla, anzi grazie.

    Gazie a te e a tutti, io spero di continuare a leggere spunti, io vi ringrazio.
    Grazie. Io leggo tutto e imparo. Ciao. Simone
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • ggianinaggianina Post: 309
    Ciao Simone,
    Capisco bene quello che scrivi...non avrei saputo descriverlo meglio.
    Anche io non tollero i rumori...quelli forti, ma anche quelli che forti per tutti gli altri non sono...mi si sovrappongono nella testa e non riesco a capire quale devo ascoltare, tutti allo stesso volume...e "sbattono" con le luci, mi danno noia soprattutto quelle al neon, ma anche quelle forti...e in momenti di particolare stress...anche quelle meno forti, tipo per guidare la macchina stamani (che era nuvoloso) al rientro dal supermercato (delirio) ho dovuto mettere gli occhiali. Concordo con zisc, l'unica soluzione che al momento ho trovato è esporsi a determinati tipi di situazione...respirare profondamente...e nei casi più "gravi" cercare di isolarsi dall'esterno. Parecchi anni fa, quando ero poco più che adolescente, in alcune situazioni che non riuscivo a tollerare arrivavo proprio al semi-svenimento...ad un certo punto la mia testa non tollerava più ed era come se si spengesse...e cadevo per terra...non ero incosciente, ma era come se lo fossi perchè anche con lo sforzo che potevo metterci non rispondevo proprio a nessun tipo di stimolo...non riuscivo ad aprire gli occhi nè la bocca...con il passare degli anni ho pensato che forse dipendeva proprio dal fatto di trovarmi in una situazione di sovraccarico che non riuscivo a gestire...e dalla quale non sapevo come uscire...non è funzionale. Una volta mi hanno anche portato in ospedale, e mandato dallo psichiatra del pronto soccorso...che non c'ha capito niente, ovviamente. -.- Poi ho imparato a scappare fisicamente dalle cose, prima in un modo meno accettabile e poi maggiormente tollerabile...ma comunque improduttivo...ora mi costringo a stare nelle situazioni anche quando sono troppo, troppi stimoli visivi e uditivi, troppa gente, troppo di tutto. Anche io non riesco a fermare gli occhi su qualcosa e comincio a vagare con lo sguardo ovunque per lo spazio e leggendo tutti i numeri e tutte le lettere e tutte le parole che incontro a caso mentalmente e a guardare tutto ma proprio tutto quello che c'è e allora entro nel panico...è il momento di respirare. Di solito provo a concentrarmi per capire quale sia il problema (tipo se c'è troppo rumore, o troppa luce) e a trovare un modo per schermarmi da tali esposizioni...tipo mettere gli occhiali da sole, chiedere di spengere la luce o di abbassare il tono della voce, mettere le cuffie nelle orecchie con della musica...levare la giacca (nel caso in cui avessi caldo perchè spesso accade). Però mi rendo conto che quando mi allontano da quello stimolo per un po'...poi torna tutto come all'inizio...esempio quando vivevo a roma spesso prendevo i mezzi (deliranti) di roma...con affollamento (delirante) ...e molte altre cose deliranti. E alla fine lo facevo con abitualità e senza più troppo stress...una roba accettabile. Tempo fa sono tornata a roma e salita sui mezzi...e era anche domenica mattina, quindi ragionevolmente c'era anche meno gente, e più rilassata...e dopo un po' sono stata costretta a levare la giacca, mettere gli occhiali da sole e le cuffie nelle orecchie (ovvero stato di massima allerta dopo il quale scatta la crisi). quindi penso che la questione dell'esposizione sia sensata, e in definitiva l'unico modo funzionale di sopravvivere, magari all'inizio a piccole dosi...e comunque lanciarsi nelle cose, anche quando pensiamo di non riuscire a tollerarle, perchè saranno sempre un passo in più verso l'adattamento. :)
    "...il cammino di noi uomini presuppone mete che con la perseveranza possono essere raggiunte..." C. Dickens
  • AnamAnam Post: 136
    Non ti scusare della punteggiatura @ThemOut , non siamo in un corso di Scrittura Creativa, vai tranquy  ;)

    Io generalmente mi concentro su un unico stimolo, pur essendo capace di fare molte cose assieme mi rendo conto che alla fine mi stressano e mi ritrovo mal di testa.
    Ad esempio, se io sto guardando per la 80a volta il mio film preferito e di colpo entra un familiare e si mette a parlare a voce alta mi vien voglia di lanciargli/le il telecomando, ma la rabbia non e' una emozione dalle buone conseguenze.

    Buon Tutto,
    Shanti.
    Om Shanti Shanti Shanti
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    ThemOut, respirare veloce è la giusta soluzione per stare peggio :-)
    scusa la battuta scema, ma se iperventili ti vai a cercare un attacco di panico!
    Lo so che questi sono meccanismi della serie "attacco-fuga", contrarsi è funzionale all'intento di fuggire, ma ahimè nelle situazioni sociali non sempre si può fuggire.
    L'unica arma che abbiamo in quei casi è proprio il respiro, ma non quello veloce!  Lento e profondo, e non con il torace ma con la pancia. 
    Ah, un'altra cosa. A me in quei casi (ora per fortuna non succede spesso) funziona da distraente recitare mentalmente il cinque maggio  di Manzoni, che è la poesia più pallosa che conosco ma è l'unica che è abbastanza lunga da tenere l'attenzione occupata a lungo.
    Invece quando ero più giovane e scema serravo i pugni facendomi male con le unghie, ma così le situazioni stressanti diventavano peggiori.

    Un altro trucco  è quello del braccialetto, E' molto rilassante (per me) giocare con il braccialetto che ho al polso, toccando le perline una ad una e ad ogni perlina associando un pensiero piacevole.  
    Le cose distraenti bisogna portarsele addosso, ci sono oggetti che hanno significati particolari, tu tocchi quell'oggetto e pensi una tua cosa in segreto, ti muovi in una dimensione dove il fastidio ti raggiunge di meno. Piccoli trucchi
    ;;)
    aspirina
    Amelie
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    Non ti scusare della punteggiatura @ThemOut , non siamo in un corso di Scrittura Creativa, vai tranquy  ;)

    Io generalmente mi concentro su un unico stimolo, pur essendo capace di fare molte cose assieme mi rendo conto che alla fine mi stressano e mi ritrovo mal di testa.
    Ad esempio, se io sto guardando per la 80a volta il mio film preferito e di colpo entra un familiare e si mette a parlare a voce alta mi vien voglia di lanciargli/le il telecomando, ma la rabbia non e' una emozione dalle buone conseguenze.

    Buon Tutto,
    Shanti.
    Anam, non ti ho ancora accolta, mi  sei molto simpatica e te lo dico ora
    Benvenuta
    aspirina
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • AnamAnam Post: 136
    Grazie @aspirina, del tuo gentile atto di accoglimento. Ti ho letta in alcune discussioni, mi sembri di notevole intelletto, oltre che simpatica.

    Hai dato degli ottimi consigli sulle tecniche di respirazione, non so se lo hai fatto volontariamente o meno, ma hai descritto una tecnica di meditazione Pranayama. I respiri devono essere lunghi e profondi, come dici tu, e il torace deve rimanere immobile mentre la pancia deve seguire il movimento del respiro. Non e' facile da eseguire, se non hai imparato le basi del Pranayama. Pero' una volta imparato e' come il nuoto, non annegheresti piu' :-)

    Le poesie recitate beh... mi cogli in fallo... non mi e' mai piaciuta la poesia a scuola. Strano che anni e anni dopo io abbia scritto e mi abbiano pubblicato un piccolo volume di poesie. E' in vendita su distribuzione esclusivamente locale, ma io non voglio che le persone lo comprino, anche perche' l'editore gli ha messo, secondo me, un prezzo assurdo. Ho letto poi un piccolo volume di poesie di Alda Merini, personaggio che mi sta alquanto simpatico. In fondo, malgrado la sua sofferenza, e' riuscita a trasformare persino luoghi come vecchi manicomi in fonti di ispirazione.

    Buon Tutto...
    Shanti.
    Om Shanti Shanti Shanti
  • aspirinaaspirina Post: 3,054
    Ho fatto training autogeno (ciclo inferiore + superiore) nel '91 e nel '93
    poi nel 2010 meditazione vipassana per un po'
    ma stavo troppo male, allora, e quando il maestro diceva di concentrarsi sulle varie parti del corpo (come nel body scan)  mi mettevo a piangere così ho lasciato
    adesso va meglio e riesco a fare meditazione .... ho fatto pace con il mio corpo
    il body scan me l'ha insegnato Wolfgang a Roma, e va bene


    ciao e grazie
    aspirina
    Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
  • yugenyugen Post: 1,888
    io pratico il Buddismo Nichiren da quasi 25 anni.
    La pratica, oltre allo studio teorico, consiste nella recitazione ritmica di un mantra concentrandosi davanti un mandala (o Gohonzon).
    Eseguo questo esercizio, che per me oggi e' piu' natuale e necessario che svegliarsi e bere un caffe', tutti i giorni almeno 2 volte il giorno, mattina e sera, dedicando almeno 20 minuti ogni volta, quando posso di piu'.
    Se dovessi scegliere una unica cosa da portare con me fino al resto dei miei giorni non avrei dubbi. :-)
  • Andato_SimAndato_Sim Post: 2,046
    Alda Merini io l'ho sempre sentita come me. Io so, di lei.
    Grazie @Anam di aver fatto riferimento.
    Ciao. Grazie. Simone
    Tutto ciò IO penso (e scrivo).
  • ThemOutThemOut Post: 239
    @aspirina
    Respiro veloce involontariamente. E infatti attacchi di panico capitati più volte.
    Altre invece riesco a trovare l'espediente, ora senza farmi male. Prima pugni+unghie anche io o qualsiasi cosa che facesse male.

    lo so che non è scrittura creativa, non è il vostro giudizio ma il mio su me stessa
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