Gestire i disturbi sensoriali
Vorrei chiedere a tutti voi se, nel caso abbiate disturbi sensoriali molto accentuati come me, avete delle strategie, delle tecniche per diminuirne l'impatto.
Io non riesco a stare nella folla, nei locali rumorosi, nei supermercati, mi viene da osservare tutto e temo gli urti, i rumori mi spaventano e mi prende una ansia, una paura che poi cresce cosi' tanto da dovere correre via, scappare via.
In quei momenti la priorita' diventa scappare via, allontanarmi, nulla puo' fermarmi, e questo mi costa cosi' tanta fatica e stress da quasi svenire, nelle situazioni piu' gravi.
Io sto provando da solo a gestire questi momenti forti da molti anni, ma non cambia nulla.
Io non so come fare. Io chiedo aiuto, qualche consiglio. Grazie. Simone
Tutto ciò IO penso (e scrivo).
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Commenti
Per esempio, lo scorso mercoledì ero ad un incontro di lavoro imprevisto (mi hanno chiesto alle 14:35 di andare là, in sostituzione di, quando l'appuntamento era alle 14:30).
Ad ogni modo, il posto era silenzioso ma ad un tratto sono cominciati dei rumori neanche troppo forti, tanto che l'interlocutore non si è fermato e non ha alzato il tono della voce; io, però, non spevo cosa ascoltare prima e guardavo le facce delle tre persone che avevo davanti.
In posti rumorosi, poi, io stesso non riesco a parlare anche perchè faccio fatica a sentire la mia voce.
In questi giorni, mi ossessiona il cinguettio degli uccelli e uno in particolare: c'è un uccellaccio che semra dirmi "ti uccido, ti uccido".
Lessi tempo fa qualcosa al riguardo. Ora vedo se riesco a risalire all' articolo in questione.
Io credo che la meditazione, come il training autogeno e la mindfullnes siano molto utili in questo senso, ma sarebbe utile ancora di più praticare meditazione (ad esempio meditazione sul respiro) nel momento in cui si va in luoghi rumorosi o sovraffollati e si sperimentano sensazioni spiacevoli.
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
È la stessa cosa che succede anche a me. Ogni rumore, specialmente se protratto per più di qualche secondo mi distrae completamente catturando tutta la mia attenzione e se i rumori sono tanti vado in confusione. A scuola non avevo problemi di attenzione, ma poichè ero taciturna e non davo confidenza a nessuno le insegnanti mi mettevano sempre di fianco degli elementi pessimi nella speranza che accanto a me si sentissero isolati e stessero zitti, invece questi finivano per capire cosa mi desse fastidio (rumori ripetitivi come ticchettii o canzoncine, prese in giro e insulti a raffica, pacche sulla schiena o sulle spalle, ecc...) e si mettevano a torturarmi in continuazione, cosa che mi rendeva molto difficile seguire. Non ho mai reagito a queste provocazioni se non chiedendo verbalmente a questa gente di smetterla e ovviamente ottenevo il risultato opposto.
mi danno fastidio alcuni tipi di rumore di fondo in quanto non riesco bene a sentir le parole delle persone
la luce troppo forte e di un ceto tipo ( verso gli ultravioletti )mi da fastidio e fa irritare gli occhi...
ho risolto parzialmente (la cosa funziona bene ma alla lunga mi stanca) con un addestramento all'esposizione.
esposizione a disagio-> rilassamento o esecuzione di attività fino a quando queste siano fattibili come quando il disagio non c'e-> aumento dello stimolo del disagio e così via poi riposo, poi si ripete fino a quando non si anno tempi di adattamento minori, e si continua fino a quando non si avverte la sensazione che se non ci si rilassa le cosa peggiora.
poi si ripete il tutto
naturalmente non superò mai i parametri di massima esposizione senza protezione, perché non voglio danneggiare i miei sensi.
ad esempio per l' udito metto i tappi, per la luce gli occhiali...
Tante voci e più discorsi contemporaneamente, non so nemmeno cosa ascoltare e alla fine percepisco tutto e non intervengo. Se lo faccio poi devo concentrarmi tanto Per mantenrre il discorso che non mi interessa e non fare collegamenti che suscitano il "sei ubriaca/sei fatta".
Tornando al visivo, mi ritrovo bloccata. Non riesco però a fermare la vista su una cosa e muovo in continuazione lo sguardo. Vi capita? Magari cercando qualcosa di stimolante e/o distraente. Se non lo trovo mi agito sempre di più. E alla fine respiro veloce e mi "contraggo" ed è una merda.
Capisco bene quello che scrivi...non avrei saputo descriverlo meglio.
Anche io non tollero i rumori...quelli forti, ma anche quelli che forti per tutti gli altri non sono...mi si sovrappongono nella testa e non riesco a capire quale devo ascoltare, tutti allo stesso volume...e "sbattono" con le luci, mi danno noia soprattutto quelle al neon, ma anche quelle forti...e in momenti di particolare stress...anche quelle meno forti, tipo per guidare la macchina stamani (che era nuvoloso) al rientro dal supermercato (delirio) ho dovuto mettere gli occhiali. Concordo con zisc, l'unica soluzione che al momento ho trovato è esporsi a determinati tipi di situazione...respirare profondamente...e nei casi più "gravi" cercare di isolarsi dall'esterno. Parecchi anni fa, quando ero poco più che adolescente, in alcune situazioni che non riuscivo a tollerare arrivavo proprio al semi-svenimento...ad un certo punto la mia testa non tollerava più ed era come se si spengesse...e cadevo per terra...non ero incosciente, ma era come se lo fossi perchè anche con lo sforzo che potevo metterci non rispondevo proprio a nessun tipo di stimolo...non riuscivo ad aprire gli occhi nè la bocca...con il passare degli anni ho pensato che forse dipendeva proprio dal fatto di trovarmi in una situazione di sovraccarico che non riuscivo a gestire...e dalla quale non sapevo come uscire...non è funzionale. Una volta mi hanno anche portato in ospedale, e mandato dallo psichiatra del pronto soccorso...che non c'ha capito niente, ovviamente. -.- Poi ho imparato a scappare fisicamente dalle cose, prima in un modo meno accettabile e poi maggiormente tollerabile...ma comunque improduttivo...ora mi costringo a stare nelle situazioni anche quando sono troppo, troppi stimoli visivi e uditivi, troppa gente, troppo di tutto. Anche io non riesco a fermare gli occhi su qualcosa e comincio a vagare con lo sguardo ovunque per lo spazio e leggendo tutti i numeri e tutte le lettere e tutte le parole che incontro a caso mentalmente e a guardare tutto ma proprio tutto quello che c'è e allora entro nel panico...è il momento di respirare. Di solito provo a concentrarmi per capire quale sia il problema (tipo se c'è troppo rumore, o troppa luce) e a trovare un modo per schermarmi da tali esposizioni...tipo mettere gli occhiali da sole, chiedere di spengere la luce o di abbassare il tono della voce, mettere le cuffie nelle orecchie con della musica...levare la giacca (nel caso in cui avessi caldo perchè spesso accade). Però mi rendo conto che quando mi allontano da quello stimolo per un po'...poi torna tutto come all'inizio...esempio quando vivevo a roma spesso prendevo i mezzi (deliranti) di roma...con affollamento (delirante) ...e molte altre cose deliranti. E alla fine lo facevo con abitualità e senza più troppo stress...una roba accettabile. Tempo fa sono tornata a roma e salita sui mezzi...e era anche domenica mattina, quindi ragionevolmente c'era anche meno gente, e più rilassata...e dopo un po' sono stata costretta a levare la giacca, mettere gli occhiali da sole e le cuffie nelle orecchie (ovvero stato di massima allerta dopo il quale scatta la crisi). quindi penso che la questione dell'esposizione sia sensata, e in definitiva l'unico modo funzionale di sopravvivere, magari all'inizio a piccole dosi...e comunque lanciarsi nelle cose, anche quando pensiamo di non riuscire a tollerarle, perchè saranno sempre un passo in più verso l'adattamento.
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Hai dato degli ottimi consigli sulle tecniche di respirazione, non so se lo hai fatto volontariamente o meno, ma hai descritto una tecnica di meditazione Pranayama. I respiri devono essere lunghi e profondi, come dici tu, e il torace deve rimanere immobile mentre la pancia deve seguire il movimento del respiro. Non e' facile da eseguire, se non hai imparato le basi del Pranayama. Pero' una volta imparato e' come il nuoto, non annegheresti piu' :-)
Le poesie recitate beh... mi cogli in fallo... non mi e' mai piaciuta la poesia a scuola. Strano che anni e anni dopo io abbia scritto e mi abbiano pubblicato un piccolo volume di poesie. E' in vendita su distribuzione esclusivamente locale, ma io non voglio che le persone lo comprino, anche perche' l'editore gli ha messo, secondo me, un prezzo assurdo. Ho letto poi un piccolo volume di poesie di Alda Merini, personaggio che mi sta alquanto simpatico. In fondo, malgrado la sua sofferenza, e' riuscita a trasformare persino luoghi come vecchi manicomi in fonti di ispirazione.
Buon Tutto...
Shanti.
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
La pratica, oltre allo studio teorico, consiste nella recitazione ritmica di un mantra concentrandosi davanti un mandala (o Gohonzon).
Eseguo questo esercizio, che per me oggi e' piu' natuale e necessario che svegliarsi e bere un caffe', tutti i giorni almeno 2 volte il giorno, mattina e sera, dedicando almeno 20 minuti ogni volta, quando posso di piu'.
Se dovessi scegliere una unica cosa da portare con me fino al resto dei miei giorni non avrei dubbi. :-)
Respiro veloce involontariamente. E infatti attacchi di panico capitati più volte.
Altre invece riesco a trovare l'espediente, ora senza farmi male. Prima pugni+unghie anche io o qualsiasi cosa che facesse male.
lo so che non è scrittura creativa, non è il vostro giudizio ma il mio su me stessa