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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

I vostri genitori hanno mai capito che eravate "diversi" dal "normale"?

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Commenti

  • buona sensibilità che le permwtte di comprendere lo stato d'animo altrui?
    Soltanto nella pienezza della mente è la chiarezza e la verità dimora nel profondo.
    Memento audere semper. 
  • Proprio stasera ho avuto l'ennesima prova del mio essere aspie. Premetto che, amando la fisica ed il metodo con cui si fanno nuove scoperte, agisco sempre con scetticismo e dubbio su tutto. Anche sull'asperger. Stasera (come sempre) la bilancia pende NETTAMENTE a favore del mio essere aspie.
    Ho litigato con mia madre, ci sono stati scambi di parole amari. Io ho difficoltà ad aiutare le persone, non capisco perché. Mi sono rifiutato di aiutare mio fratello in matematica, sull'insiemistica da primo anno di liceo classico (facile facile). La mia motivazione era che così non diventa autonomo, e che io se fossi in lui mi sarei rifiutato di aiuti esterni. Proprio la mia riluttanza a ricevere aiuto deve essere la causa della mia riluttanza a darlo. Mia madre dice che TUTTI i miei ragionamenti (non solo questo) sono irrazionali, stupidi ed inconcepibili. La conversazione/litigio termina con "Come mai è venuto così" da parte sua. Io me ne vado nella mia stanza, sbatto la porta e non so come abbia fatto a contenere il meltdown, ero fuori di me. Lei le prove dell'asperger le ha davanti agli occhi.. e non parlo del fatto che evito il contatto visivo, che cammino in modo goffo, che sono estremamente selettivo col cibo, abitudinario, e potrei andare avanti per ore. Parlo del fatto del pensiero. Uno è asperger non perché non ha il senso dell'umorismo, ma è asperger perché pensa in maniera diversa, perché il nostro cervello non funziona come quello NT.. e lei che dovrebbe essere la prima a notare la diversità, ci passa sopra e si lamenta solo dei miei modi di fare.. oggi è proprio una pessima giornata.
  • DomenicoDomenico Post: 3,935
    Mi dispiace @Stefano98 sono sicuro che arriveranno giorni migliori
    Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela - Lao Tze
  • Io da piccolissima mi mettevo nel camino e stavo li', quando mi cercavano sapevano dove ero. La scuola mi e' sempre piaciuta e andavo bene (soprattutto nel disegno dal vero e in matematica) perche' studiavo ed ero ubbidiente, ma nella vita ho fallito in tutti i campi perche' contano soprattutto i rapporti sociali.

    Avevo bisogno di attenzioni ma non ne ricevevo perche' ai miei genitori sembravo una bambina tranquilla, solo introversa,  che non dava problemi, in realta' piangevo sempre.

    Da adolescente mia madre mi disse: "Tu odi le persone", non aveva capito quanto stavo male per il fatto di non riuscire a socializzare.

    Sono scappata di casa senza un lavoro,senza niente,  perche' pensavo che avrei risolto i miei problemi solo lontano dalla famiglia, invece i problemi erano e sono dentro di me.

    In qualunque ambiente mi trovi, mi iscrivo sempre a dei corsi per poter vedere delle persone, dopo poco tempo mi stanno lontana, senza dirmi perche'. So che la gente avverte qualcosa di strano in me.

    Ci sarebbero tante cose da dire ma mi riesce difficile scriverle.

     

    @sacha capisco perfettamente cos' hai passato e cosa stai passando...  :(
  • ShadowLineShadowLine Post: 372
    modificato novembre 2014
    Mia madre ha un'eccellente capacità di osservazione e una pessima (e rigida) capacità di giudizio.
    Questo mix ha avuto effetti disastrosi sul nostro rapporto e ripercussioni importanti sulla mia vita (e la sua).

    Però oggi posso vedere anche il lato buono: questa situazione ha favorito la mia autonomia e la mia indipendenza, di fatto e di pensiero, fin da piccola.

    A mio padre invece, importava semplicemente che io andassi bene a scuola e che fossi una persona per bene, non ha mai capito tutti quei "drammi" di mia madre nei miei confronti. Non so se lui avesse capito/intuito i miei personali disagi col mondo, probabilmente no, ma so che a lui andavo bene com'ero.
    Peccato che nelle dinamiche familiari era mia madre ad avere il potere, anche su di lui.
    (...)
      In particolar modo vorrei chiederti se trovi riscontro in questa cosa: durante l'infanzia ho provato spesso molta tristezza perché non riuscivo a farle capire che mi dispiaceva di perdermi nel mio mondo e di non accorgermi del passare del tempo... E che mi dispiaceva ritenere un compleanno o una festa una cosa che non ha nulla a che fare con l'affetto che provavo per lei, ma non avrebbe mai potuto cambiare questa cosa perché per me ricordare di fare qualcosa o un avvenimento ha sempre richiesto uno sforzo, uno stress e un'ansia che gli altri non provano ...
    (@equilibrium, scusami non avevo letto la domanda, ti chiedo scusa e ti rispondo)

    Assolutamente sì, per una parte dell’infanzia, anch'io non riuscivo assolutamente a farle capire queste cose (e molte altre) e mi dispiaceva moltissimo, tanto da provare e riprovare “comportamenti alternativi” che speravo potessero essere più efficaci/accettati da lei e che ovviamente non funzionavano perché a quel tempo ero completamente fuori strada e inconsapevole degli errori/incomprensioni, ecc.
    Poi, a fine infanzia, mi sono ribellata per istinto di sopravvivenza: io le ho provate tutte (credevo) e niente funziona con lei quindi questa è pazza in più mi fa del male, mi detesta = non posso più perdere tempo con lei.
    La trovavo insopportabile e lei trovava insopportabile me, ma non mi preoccupavo più di dispiacerle perché il suo dispiacere era legato alla mia accettazione da parte sua. Accettazione che io da quel momento ho sempre preteso da lei. Muro contro muro.

    @equilibrium scrive: "... me lo immagino come una vocina che continuamente fa capolino nella mia testa per rimproverarmi al posto di qualcun'altro prima che le cose avvengano …"

    Sì anche questo, le sue critiche mi hanno accompagnato a lungo nella testa, e le ho sempre mal accettate e rifiutate. In un certo senso, però mi hanno anche aiutato un po' a decifrare ad esempio le convenzioni sociali, almeno il tanto per non sembrare del tutto, agli occhi degli altri, una selvaggia o simili e camuffarmi un po’. (Altrimenti sarei morta di fame senza un lavoro).

    Ciao :)
  • LuliLuli Post: 26
     @ IoAssoluto
    No...mia madre non è Aspie, anzi. Ha molti amici e persone che le vogliono bene. Però sì, ha una spiccata sensibilità, almeno nel comprendere me. Io mi sono sempre fatta molta forza su di lei. Adesso purtroppo non sta bene, e non posso contare sul suo aiuto come una volta
    Happiness can be found even in the darkest of times, if only one remembers to turn on the light

  • I miei genitori erano talmente problematici che anche avessero avuto come figlio un armadillo con le ali non se ne sarebbero neanche accorti. Mia madre era un'alcolista. Passava la sua giornata chiusa in camera a bere. Vivevo nell'angoscia che quella porta si aprisse perchè non avevo idea se la persona che mi sarei trovata di fronte fosse stata un'aliena in cimbali o una persona normale. Quando ero molto piccola pensavo che mia madre avesse un cancro dato che tutti gli altri adulti dicevano che "aveva una malattia"  e dato che vomitava continuamente (e io e mia sorella dovevamo pulire). Una volta tento' il suicidio e un paio di volte arrivò al coma etilico. Oggi vive chiusa in casa e mangia dalla mattina alla sera. Mio padre è un narcisista anaffettivo. Ha la corea di Huntington (suo fratello è morto di quella, ma lui non ha mai avuto il coraggio di farsi il test). Era sempre in giro a trombare con qualunque essere respirasse. Si sono separati quando avevamo 10 anni.
    Alle elementari a scuola andavo bene, alle medie eccellevo. Vincevo tutti i premi, dal concorso di arte a quello di scrittura. Al liceo (classico) ho fatto molta fatica. All'università ho prima scelto giurisprudenza per poi trovare l'amore della mia vita ( i cani) e iscrivermi a scienze naturali. Contemporaneamente feci i corsi per diventare istruttore cinofilo. All'università non andavo molto bene finchè non ho trovato alcuni accorgimenti utili per passare gli esami. Agli orali inventavo cose talmente assurde che i professori non avevano il coraggio di contraddirmi. All'esame di zoologia dei vertebrati raccontai di un progetto per la reintroduzione dell'asino jugoslavo sull'arco alpino, totalmente inesistente, e all'esame di ecologia  feci una disquisizione sulla scelta dei formaggi a pasta dura o pasta molle per i metodi di cattura dei topolini e su come la scelta del formaggio fosse significativo per la cattura di individui maschi o femmine. Quando mi chiedevano "Signorina, in quale zona della terra possiamo trovare questo fenomeno?" io rispondevo di default in Papua Nuova Guinea con una sicurezza disarmante. Chi sa con certezza cosa accade in Papua Nuova guinea? Per altri esami, esempio paleontologia, studiavo le statistiche dei vecchi "temi" d'esame (era un'esame in ben cinque parti e ogni parte verteva su un tema da svolgere su una classe di animali preistorici) e studiavo solo una classe. Alla fine mi era sempre capitata proprio quello che avevo studiato. Cercavo di trovare strategie di questo tipo e mi è quasi sempre andata bene. Diciamo che mi ero stufata del "sistema" in cui i professori ti prendevano davvero in giro.
  • iMoodiMood Post: 474
    Ciao @IoAssoluto, io da piccola ero veramente strana, i miei genitori hanno capito che avevo qualcosa che non andava quando, a 2 anni e mezzo, feci una scena madre la notte di natale perché Babbo Natale non aveva preso la mia letterina, andai dai miei genitori con questa fatidica letterina in mano e loro pensavano che fosse un foglio con dei disegni... invece era una vera e propria lettera formale indirizzata a Roavenjarga (poi qualche anno dopo iniziai a parlare e scrivere in finlandese... pensando che magari Babbo Natale non avrebbe capito il mio italiano...). Ricordo che mia mamma rimase quasi impaurita...
    Da piccola mi chiudevo nell'armadio per ore (nonostante io sia claustrofobica) ed i miei genitori non riuscivano a trovarmi mai perché stavo lì, al buio ed in silenzio.
    Sempre in quegli anni (tra 3 e 8 anni), avevo già alcune idee sul mio futuro professionale che però cambiavano nel giro di pochi mesi. Nell'ordine, ho proposto ai miei genitori: suora di clausura --> gommista --> magistrato --> benzinaia --> meccanico --> informatore scientifico --> sviluppatrice di mescole --> programmatrice HTML --> sarta.
    A scuola sono sempre andata benissimo, ho iniziato a chiedere ai miei di mandarmi a scuola da quando avevo 4 anni ma non si poteva, alla fine ho fatto gli esami della primina "da privatista" senza frequentare, ma solo perché i miei veramente non ne potevano più di questa bimba lagnosa. Nessuno pensava che avrei passato gli esami ed invece tiè :D (ah no questa faccina non significa sorrisone ma sorriso che nasconde qualcosa...). Ho finito gli studi molto presto, a 25 anni avevo già due lauree ed un dottorato, risparmiando qualche mese un po' qui ed un po' là.
    Con i miei compagni di scuola i rapporti erano inesistenti, forse solo in seconda elementare ho avuto una specie di amicizia con la mia compagna di banco. All'università è stato un po' diverso, ho conosciuto tutti subito ma senza stringere grossi legami, invece ho fatto amicizia da subito con due ragazzi (di cui uno poi l'ho sposato) e studiavamo spesso insieme nei primi due anni. Poi uno si è staccato dal gruppo (per il motivo di cui sopra).
    Non avevo una materia preferita ma avevo una materia odiata, educazione fisica! Quanto ho maledetto quelle ore da passare a giocare a pallavolo! Preferivo la teoria anche di quella materia. Le altre mi piacevano tutte, dal greco alla chimica, e le studiavo tutte con la stessa intensità. Forse la mia preferita era filosofia ma solo perché per me era una sfida, cercare di interpretare il pensiero di uno sconosciuto era un'impresa che mi riusciva poco (e poi è venuta, da lì a poco, la mia diagnosi che ha spiegato tutto).
    Il rapporto con i prof, principalmente negli anni del liceo, era un po' altalenante, da un lato mi ammiravano molto per la mia preparazione (in realtà, a me bastava leggere il libro una volta all'inizio dell'anno per memorizzarlo tutto e poi in classe la mia mente volava via ma loro non lo sapevano :D) dall'altro non gradivano molto la mia irrequietezza e "vivacità" (per spiegarmi meglio, la mia pagella era: tutti 10 tranne 9 in filosofia, 7 generoso in educazione fisica e 5-6 in condotta).
    "Voglio dedicare un pensiero anche a tutti i bambini, soprattutto a quelli che si sentono un po’ strani e diversi, che non vengono accettati fino in fondo, e che si fanno notare per i motivi sbagliati. Non essere uguali agli altri è ok. Continuate a credere in voi stessi, come insegna la mia storia alla fine malgrado tutto ciascuno può trovare la sua strada." - Zlatan Ibrahimovich
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