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Aiuto nella comprensione di un mio comportamento

AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
Da una mia discussione precedente è emersa la mia propensione al "non voler appartenere" alla massa ed al mainstream, situazione che a mio parere deriva dal fatto che in quanto ND, sono "diverso", non sono mai stato pienamente accettato dalla società, in qualche modo ho trovato un minimo di integrazione, ma non posso ed a questo punto forse semi-involontariamente nemmeno voglio far parte della massa. Questa cosa è sfociata e sfocia in una continua ricerca di "alternativismo", nella musica che ascolto, nel look, nelle mie attività. Con questo non voglio dire che ogni cosa che faccio, dico, seguo è completamente out dal mainstream, ma un minimo di questo comportamento c'è ed a volte mi sento di dover essere (neanche troppo forzatamente, se non quasi per nulla) l'alternativo tra gli alternativi, cioè a volte nel sottogruppo di appartenenza, in maniera un po' provocatoria, di essere quello diverso, magari sfociando paradossalmente nel mainstream stesso (qui calza bene l'esempio di uscirsene con affermazioni tipo "amo molte canzoni di Lady Gaga" o "in questo periodo ascolto solo hip-hop", con amici metallari, pur avendo un passato da musicista black metal e frequentando assiduamente club rock/metal, eppure senz'altro queste affermazioni sono tanto vere per me, quanto inaccettabili e di "rottura" per metallari old school).
Mi aiutereste ad analizzare questo comportamento?
Aggiungo, in quanto può tornare utile, il fatto che da piccolo il mio essere riflessivo, particolare ecc., veniva ben visto dalla gente e difficilmente accettato da me stesso, mentre in adolescenza mi ha escluso, fatto ottenere l'etichetta di "sfigato" e così via, cosa assolutamente poco piacevole...
Al momento vengo considerato una persona intelligente, con una bella moglie ed un buon lavoro (non uno sfigato quindi, al contrario), particolare, un po' strano ed anche "a pelle" un po' str#nzo.
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Commenti

  • ct87ct87 Post: 2,956
    modificato novembre 2014
    Io lo sono sempre stata e con molta semplicità poiché me ne frego e vivo come fa stare meglio me e il 90% delle volte vadi contro l'opinione altrui ma se non faccio male a nessuno e sto bene io, scelgo ciò che mi fa stare meglio.

    Ora c'è da capire se tu godi nel fare lo "stravagante" (io lo uso in accezione positiva questo termine) e quindi se vuoi esserlo a tutti i costi
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    Io lo sono sempre stata e con molta semplicità poiché me ne frego e vivo come fa stare meglio me e il 90% delle volte vadi contro l'opinione altrui ma se non faccio male a nessuno e sto bene io, scelgo ciò che mi fa stare meglio.

    Ora c'è da capire se tu godi nel fare lo "stravagante" (io lo uso in accezione positiva questo termine) e quindi se vuoi esserlo a tutti i costi
    Sono stravagante in quanto diverso "dentro" in maniera innata, lo esterno perchè ne sento l'esigenza ed un po' godo del fatto di "provocare", inteso come rompere le regole in modo tale risultare diciamo "anormale".
  • marielmariel Post: 1,551
    A me invece capita l'inverso,  penso di essere normalissima, di dire e comportarmi in modo abbastanza canonico e invece spesso mi sento dire che sono strana anzi bizzarra, stravagane, nella migliore delle ipotesi originale, creativa.
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Quindi ti piace essere visto come stravagante, perché allora dovresti rivedere questo comportamento? Non ne capisco il motivo. Ti piace essere stravagante e lo sei.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    A me invece capita l'inverso,  penso di essere normalissima, di dire e comportarmi in modo abbastanza canonico e invece spesso mi sento dire che sono strana anzi bizzarra, stravagane, nella migliore delle ipotesi originale, creativa.
    Guarda @mariel , in realtà anche quando cerco di essere "normale", spesso anche io vengo etichettato comunque come originale o bizzarro. Ti faccio un esempio stupidissimo: in ufficio un giorno vesto elegante, un giorno casual, un giorno street, a volte magari metto pantaloni di velluto e camicia dark, il tutto a seconda di ciò che mi va... Alcune volte in cui penso di essere vestito consono alla situazione, vengo comunque "deriso" da alcuni / parecchi colleghi. Ed uno potrebbe dire "per forza, la volta che vesti normale risulti strano...." Non è così! Spesso vesto elegante o casual e per me sono consono al luogo e le osservazioni che mi vengono fatte non sono quindi "come mai vesti così oggi", ma più che altro che vesto in maniera eccessivamente elegante, che ho accessorio tot ecc.. Eppure a mio parere è tutto regolare, quindi penso ci sia qualcosa di alternativo insito in me.....
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    Quindi ti piace essere visto come stravagante, perché allora dovresti rivedere questo comportamento? Non ne capisco il motivo. Ti piace essere stravagante e lo sei.
    Non voglio rivedere questo comportamento, io sono felice di essere e vivere così! Voglio solo capire se può avere in qualche modo a che fare con la neurodiversità, con il mio periodo adolescenziale e preadolescenziale piuttosto complicato sotto la sfera sociale e se qualcuno riesce a vedere dei nessi tra queste cose.
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Ah beh, facile io sono sempre stata la diversa, stramba, anormale e fuori luogo. Per cui rispetto al mio caso sei nella mia norma.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Comunque ho sempre odiato uniformarmi con la massa mi fa sentire come una caprona.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    Ah beh, facile io sono sempre stata la diversa, stramba, anormale e fuori luogo. Per cui rispetto al mio caso sei nella mia norma.
    Ed hai avuto lunghi periodi di grave complessità nella sfera sociale e di accettazione da parte della gente (inteso come parenti, coetanei ecc...)?
    Scusa l'insolenza se vogliamo della domanda, molto privata.
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Io piacevo e piaccio soprattutto per il mio essere originale e fuori dagli schemi. Si vede che alle persone piacciono le persone che dicono le cose come stanno e sono anche un pò fredde, altrimenti non me lo spiego.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Spesso vengo vista come glaciale e st....a
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Beh, comunque vengo presa in giro per come mi muovo, mi atteggio e come parlo.
    La cosa che piace di me e che non me la tiro e sono semplice.
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • Mi ritrovo molto in quello che racconti.
    Il fenomeno è parecchio complesso, penso sia difficile da inquadrare in poche parole, quindi preparatevi a essere annoiati a morte.
    Parlo della mia esperienza cercando di semplificare e non perdermi troppo:
    nel periodo del liceo mi scervellavo per capire come e perché le appartenenze, perfino quelle politiche, dovessero trasformarsi in un fattore di apparenza e di moda. Col senno di poi in realtà alle mie analisi, all'epoca, mancavano molti elementi, oppure cercavo elementi dove non ce n'erano davvero, e iper-interpretavo qualsiasi atteggiamento, il più banale, anche una collanina diventava per me motivo di interrogazione sul messaggio che la persona voleva dare portandola. E il messaggio non esisteva, a quella persona piaceva la collanina e non era assolutamente collegata ad appartenenze politiche o sociali.
    Nel frattempo, da un lato avevo l'esigenza di appartenere a qualcosa, da l'altro l'atto in sé mi si dimostrava immediatamente come futile (oppure sentivo me come sbagliato perché non sapevo farmi trasportare). Da amante del metal, l'unico oggetto da rockettaro che abbia acquistato in tutti questo anni è una giacca in pelle. Stop, basta. Neanche magliette dei gruppi, mai sentito l'impulso.
    Poi crescendo la voglia di appartenere a un gruppo è calata, mi sento parte di un gruppo quando di volta in volta trovo persone che condividono gusti o sentimenti o semplicemente conoscenze. Questo è anche il mio concetto di "patria" e di "amicizia": patria sono le persone con cui ho un legame, se questo legame è nato e cresciuto nella storia, prima di me (quindi le mie lingue in primis ma qualsiasi elemento delle tradizioni antiche dell'umanità che mi potrebbe collegare a una persona che vive all'altro capo del mondo, per cerchi concentrici sempre maggiori fino a comprendere l'intera umanità), "amici" sono quelli con cui ho creato un legame nuovo, e la loro storia si aggiunge alla mia.
    Però in ogni istante sento, come un dovere di sincerità, di dichiarare di non appartenere a una tradizione, un gusto, un sentimento, se questo si banalizza, nell'istante in cui si banalizza.
    Ho un po' complicato le cose, faccio allora un semplice esempio. Tutti danno addosso ai talent di Maria De Filippi. Anch'io, sono assolutamente stupidi. Ma se a me la canzone dei Modà fatta con Emma Marrone piace, lo dico senza vergognarmi, anche se qualcuno che non l'ha neppure ascoltata potrà sghignazzare e pensare che sono un fan di chiunque esca da un talent di Maria De Filippi.
    Mi chiedo quanti "profeti" di strade radicalmente nuove (a cui credano davvero, non parlo di santoni che cercano seguaci per sopi poco nobili) si siano poi trovati a loro agio quando la loro visione è diventata di massa. Se ti senti un pesce fuor d'acqua, continuerai per sempre, secondo me, tranne con quei pochi che come te hanno trovato la strada da soli, non quelli che ti hanno seguito come buoi.
  • TsukimiTsukimi Post: 3,827
    E' un po' un meccanismo di difesa. "Dato che sono strano, a questo punto lo faccio apposta e come voglio io". Capita anche a me ed in un certo modo è funzionale, ovviamente dipende dagli ambienti ma l'"alternativo" è accettato più facilmente che "quello che cerca di essere normale e non ci riesce".
    "The Enlightened Take Things Lightly" - Principia Discordia
  • PeregrinoPeregrino Post: 779
    modificato novembre 2014
    In altre occasioni, anche se raramente, mi faccio portavoce di un'idea bistrattata per puro spirito di polemica. Ad esempio, io sono agnostico, ma se una persona che non sa nulla di cosa sia la scienza si mette a dire che l'evoluzionismo è scienza e che automaticamente nega Dio, a quel punto devo per forza cominciare a spiegare in che termini l'evoluzionismo ha davvero uno statuto meno scientifico, in senso stretto, della termodinamica, cosa ne avrebbe detto Friedrich Schelling, e se mi provocano sono capace di difendere il creazionismo (chiariamo NON sono creazionista) pur di far capire a chi ho attorno che non si può essere ciecamente convinti di una cosa solo perché l'hai letta sul sussidiario delle elementari. Inutile dire che questa mia volontà pedagogica non ha nessun successo.
    E poi c'è anche un'altra cosa da dire: l'identificarmi nel diverso (quindi, questi legami invisibili che legano le persone, anche se non si sono mai conosciute) mi fa amare le posizioni di pazzi ed eretici, purché siano esteticamente belle. Così, per il gusto di essere l'oppositore del momento.
    http://www.tate.org.uk/art/artworks/blake-satan-in-his-original-glory-thou-wast-perfect-till-iniquity-was-found-in-thee-n05892
    @AJDaisy ho l'impressione che il dipinto del link possa piacerti
  • ct87ct87 Post: 2,956
    Io mi rapporto più facilmente con Quelli pazzi ed eretici, capisco meglio i loro punti di vista. Sono stata criticata perché dò retta a quelli ritenuti matti.
    Beh diciamo la verità, Meglio matti che ignotanti
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    @Peregrino , anche io ho avuto le fasi che menzionavi, negli stessi periodi, modi ed intensità. @Tsukimi , quello che dici in parte è vero, anche se non sono particolarmente interessato ad essere accettato nemmeno nei sottogruppi dove gli alternativi vengono ben visti, infatti non lo sono al 100% perchè a volte sono "troppo" ed altre "troppo poco".

  • Lasciando un attimo perdere le categorie cosiddette NT e ND, a me la diversità nelle persone pare sempre un segno di bellezza, di ricchezza e soprattutto di salute. Come tutte le cose per cui vale la pena lottare può comportare anche molte sofferenze, ma anche la sofferenza è un indiscutibile segno del fatto che si è vivi e che si sta lottando per esserlo. Al contrario, sentire di avere il dovere di appartenere alla "moltitudine" significa volersi vivificare nel potere delle opinioni degli altri e perciò, per certi versi, uccidere la forza della propria singolarità per non rischiare la sua non accettazione e la sofferenza che ne deriva. E' chiaro che tutte le persone che hanno "osato" essere se stesse hanno sofferto per essere se stesse. Ma ne è valsa la pena? Credo che ognuno, in se stesso, ognuno che ha lottato per essere se stesso, nel bene e nel male converrebbe di sì. Altrimenti che senso avrebbe avuto essere se stessi? Proprio ieri stavo interloquendo con una mirabilissima donna asperger a proposito di una frase di un altro mirabilissimo signore, il quale diceva pressapoco così: "Ci sono due posizioni negli esseri umani: la prima comporta il nascondere ciò che sei, e sperare di essere accettato; la seconda comporta il rivelare ciò che sei, e rischiare di non essere accettato". Ci sono sicuramente molti motivi per cui ti ritieni neurodiverso, ma io personalmente, parlando per me ed esclusivamente per me, non vedo perché la tua originalità o la fedeltà a te stesso o l'unicità della tua vita e il modo in cui si manifesta debba essere ricondotto all'asperger e non alla tua natura che combatte per darti la sensazione che tu sia assolutamente unico, asperger o non asperger.  

    OT.
  • ct87ct87 Post: 2,956
    @Theda_Bara ti distingui nel blog poiché usi un carattere di scrittura diverso da tutti. Sei la prova di quanto hai appena postato. Sei coerente
    Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza
  • Theda_BaraTheda_Bara Post: 1,329
    modificato novembre 2014
    @ct87 No, quella non è coerenza, quella è malattia mentale  :P
    Se non scrivo in un font che assomiglia al Times New Roman, per qualche motivo mi sfugge il significato di quello che scrivo(è così anche nelle email). 
    OT.
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    @Peregrino , Blake è pollice su, Satana per me è una figura del tutto "astratta", in quanto la bibbia per me ha un valore pari ad un buon romanzo. Oltretutto Satana in quanto tale non esiste nemmeno nelle bibbie scritte in ebraico, che oltretutto non sono altro che un meltin' pot di miti, leggende e religioni di altre culture precedenti e contemporanee. La versione del satana di Blake mi piace perche contiene questa iconografia del satana originale, cioè un insieme di concetti lontani dal satana della chiesa cattolica. Comunque a me del diavolo importassega, sono solo uomo di cultura e quindi rappresenta al massimo un concetto.
    @Theda_Bara , la mia natura è anche essere aspie, non emulo AS perchè voglio essere Sheldon Cooper (che per altro odio), quindi credo non ci si debba nemmeno porre la questione se essere alternativo dipenda dalla neurodiversità o dalla mia reale natura, in quanto il pacchetto Andreas J. Daisy comprende sia Asperger che rifiuto delle convenzioni in maniera intrinseca. La domanda è piuttosto se c'è un nesso tra sindrome e rifiuto al mainstream, non solo per me.
    La prima parte del tuo post è straordinaria, love love!
  • @AJDaisy Sia chiaro che io non intendevo mettere in discussione la tua natura "aspie", ma semplicemente sottolineare che questo "rifiuto al mainstream", secondo me, c'è in tutte le persone che siano in grado di pensare per sé e perciò dotate di una certa intelligenza, che siano asperger o meno. Avviene in tutte le persone che vogliono prendersi la responsabilità non solo di quello che sono, ma anche di quello che sanno. Spero di essermi spiegata. Buonanotte. 
    OT.
  • @AJDaisy,
    ma non ho capito: sei sempre pienamente te stesso o a volte provochi (anche solo un po', non dico che stravolgi te stesso) per andare controcorrente e così distinguerti?

    Sia chiaro che se lo fai per "rompere" e scuotere metallari old school, hai tutta la mia approvazione :)
    (Il conformismo dell'anticonformismo è ancora più insidioso - e noioso - del conformismo "classico")

    Certo che se poi si finisce per andare per forza contro, a prescindere, può essere faticoso e inutile.
    Ma questo, se lo fai o no, puoi saperlo solo tu o eventualmente chi ti conosce molto bene, credo.

    Voglio dire: senti di doverti distinguere anche quando in realtà saresti naturalmente e spontaneamente sulla stessa lunghezza d'onda del tuo interlocutore/ambiente, anche solo momentaneamente?

    Dato che citi la musica, ti faccio un esempio musicale*: incontri un amante di Vivaldi e tu senti, per reazione, il desiderio - più o meno irrefrenabile - di ascoltare i Megadeth e se nel frattempo si unisce l'amico metal, metti su, per reazione a tutti, il cd dei Chemical Brothers, come a voler affermare/sottolineare il tuo essere "altro"?
    Oppure, niente di tutto questo è vero e ascolti liberamente ciò che ti va in quel momento, a prescindere e indipendentemente da chi c'è con te?
    Oppure ... che fai?
    (*nell'ipotesi che a te piacciano tutti i musicisti citati)

    Chiedo per capire l'eventuale "gravità - natura" del fenomeno :)
  • @Peregrino , Blake è pollice su, Satana per me è una figura del tutto "astratta"
    In Blake, Satana è un simbolo di ribellione, in una lettura quasi manichea in cui i ruoli sono ribaltati (quello che nella nostra cultura è visto come l'oppositore, qui è dio dello spirito che si oppone alla materia)
    questo "rifiuto al mainstream", secondo me, c'è in tutte le persone che siano in grado di pensare per sé e perciò dotate di una certa intelligenza
    Il quid in più che vedrei nell'asperger (senza dire che ne sia esclusivo) è che non abbiamo un meccanismo che ci avvisa che siamo socialmente inopportuni nei momenti in cui ci opponiamo al mainstream apertamente. Magari un NT la pensa come noi ma si dice "chi me lo fa fare di ripetere per l'ennesima volta quanto fa schifo Vasco?". Ho sentito persone intelligenti dire: "a me non piace Vasco, ma se si canta tutti assieme, o lui o Zucchero". E hanno ragione, non è facile trovare una canzone che piace davvero a tutti. Io, delle due una: o evito il karaoke che non fa per me, oppure faccio la piaga e mi metto a dire: "No! Vasco no! Vasco no!" (per di più sbagliando, che diritto ho di imporre i miei gusti? Ma questo è il ragionamento successivo, lì per lì sbotto)
  • Guarda, secondo me nel momento in cui percepisci, dopo molta esperienza in merito, la più totale e assoluta inutilità e futilità nel volerti opporre al "mainstream" con gli altri, per "altri" in questo caso intendo altri che non si oppongono al "mainstream", impari a tacere e ad accettare la loro...diversità :) , nella misura in cui tu accetti e conosci, silenziosamente, la tua. 
    Ti faccio un esempio. Una delle pochissime persone con cui sono costretta, di tanto in tanto, a parlare, è il mio coinquilino. Il mio colloquio, per accettarlo, eventualmente, in casa, è cominciato così: "Parlami di musica. Cominciamo da uno facile: Fabrizio De André". Lui si è mostrato titubante. Allora gli ho chiesto: "Vedi quei poster al muro?Sono capolavori del cinema. Se io ti dessi la possibilità di mettere qualcosa sul muro, cosa metteresti?" E lui mi ha risposto che avrebbe voluto mettere un calendario di Lady Gaga. Per dire, insomma, che non ha passato l'esame se non per il fatto che mi sembrava una persona di buon cuore e per il fatto che ha accettato di non mettere mai nulla sui muri comuni senza il mio esplicito consenso. Il primo anno è stato un inferno, perché tutte le volte che parlavamo sentivo che la sua diversità da me(cioè la sua troppo "non-diversità" in fatto di gusti) era un difetto insopportabile, e non riuscivo a capire come potesse andare avanti nella vita servendosi esclusivamente del codice "mainstream". Io credevo di fargli del bene nell'esprimergli il mio malumore verso la sua convenzionalità, che io avvertivo come un veleno non solo per me, ma anche per lui. Invece un giorno ho capito che non ottenevo assolutamente nulla, se non di farlo sentire stupido e banale. E meno male che non ottenevo assolutamente nulla. Perché io stavo cercando inconsapevolmente di omologarlo alla mia diversità, e non gli lasciavo la libertà e il diritto di rappresentare la propria. Se io sono assolutamente consapevole dell'entità della mia diversità, a cosa mi servirà imporla incessantemente ad altri che non sono in grado di nutrirla? E' uno spreco di risorse. Io credo che il discorso "mainstream", "non mainstream" dipenda anche da quanta attenzione e importanza dai a un argomento. E' chiaro che se ami molto la musica, difficilmente ti basterà ascoltare i gruppi "mainstream", anche se non vuol dire, come hai giustamente fatto notare(sulla canzone dei Modà e Emma Marrone), che uno non possa ascoltare anche gruppi "mainstream". Con ciò sono assolutamente d'accordo con te. Secondo me, l'importante è sentirsi liberi e non essere tirannizzati né dal "mainstream" né dal "non mainstream". Ma io, personalmente, quando ora incontro qualcuno che sta su Facebook, o che si guarda Amici, o che si ascolta solo Laura Pausini, me ne frego proprio di fargli presente che per me non è così e perché, tanto praticamente qualunque cosa ci diciamo lascia il tempo che trova. La mia diversità è la mia libertà. Me la sono sudata, io la conosco e io me la godo. Questo a me basta. Se qualcuno vuol essere tirannizzato dal "mainstream" o dal "non mainstream", sono fatti suoi. Perché anche questa è una sua libertà. Almeno io (ora) la vedo così.
    OT.
  • DomenicoDomenico Post: 3,935
    modificato novembre 2014
    @Theda_Bara

    Due domande:

    Come gestisci quando tu vieni aggredita o maltrattata per la tua diversità? Quando il primo sangue lo spargono gli altri?

    Sei una persona sola?
    Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela - Lao Tze
  • @Domenico

    1)Quando sono stata aggredita o maltrattata per la mia diversità l'ho sempre difesa, anche perdendoci il lavoro e cose di questo tipo. 
    2)Non so bene cosa tu intenda per solitudine. Questa parola ha molte sfumature.
    OT.
  • DomenicoDomenico Post: 3,935
    modificato novembre 2014
    @Theda_Bara

    1) come sospettavo, almeno sei coerente

    2)hai dei sodali (amici, parenti, amori) gente che sta dalla tua parte, sa chi sei e lo fa sapere pure a te? Quello che nel coaching si chiama 'il gruppo dei pari'?
    Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela - Lao Tze
  • Theda_BaraTheda_Bara Post: 1,329
    modificato novembre 2014
    @Domenico
    No, direi di no. Ho dei genitori e dei parenti, ma non posso dire che stiano proprio "dalla mia parte", visto che la maggioranza della mia vita l'hanno contrastata. Se per "amori" intendi una relazione reale con un essere umano che mi sta fisicamente accanto, no, non ho amori. Ho una persona che possa considerare mia amica fraterna, che sento con una certa sporadicità, e altre persone che mi vanno particolarmente a genio, che so per certo che mi vogliono bene, e a cui ne voglio io, ma non direi che superiamo le quattro persone. Il resto delle mie conoscenze sono lì, ma non ci faccio alcun affidamento e non sento alcun bisogno di interagirci. Direi che sì, sono una persona piuttosto sola, ma non faccio molto sforzo per non esserlo, perché esserlo mi piace. 
    Post edited by Theda_Bara on
    OT.
  • DomenicoDomenico Post: 3,935
    @Domenico
    Direi che sì, sono una persona piuttosto sola, ma non faccio molto sforzo per non esserlo, perché esserlo mi piace. 



    Come sospettavo un altra volta. Pascal il filosofo diceva che il 90% dei problemi dell'umanità si risolve imparando a stare bene da solo nella propria stanza. Un arte che sto imparando in tutti i modi (sono una persona espansiva a cui piacerebbe la compagnia). Ma ci sto lavorando sodo per raggiungere questo stato. Buona fortuna a te e a me.
    Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela - Lao Tze
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