Aiuto nella comprensione di un mio comportamento
Da una mia discussione precedente è emersa la mia propensione al "non voler appartenere" alla massa ed al mainstream, situazione che a mio parere deriva dal fatto che in quanto ND, sono "diverso", non sono mai stato pienamente accettato dalla società, in qualche modo ho trovato un minimo di integrazione, ma non posso ed a questo punto forse semi-involontariamente nemmeno voglio far parte della massa. Questa cosa è sfociata e sfocia in una continua ricerca di "alternativismo", nella musica che ascolto, nel look, nelle mie attività. Con questo non voglio dire che ogni cosa che faccio, dico, seguo è completamente out dal mainstream, ma un minimo di questo comportamento c'è ed a volte mi sento di dover essere (neanche troppo forzatamente, se non quasi per nulla) l'alternativo tra gli alternativi, cioè a volte nel sottogruppo di appartenenza, in maniera un po' provocatoria, di essere quello diverso, magari sfociando paradossalmente nel mainstream stesso (qui calza bene l'esempio di uscirsene con affermazioni tipo "amo molte canzoni di Lady Gaga" o "in questo periodo ascolto solo hip-hop", con amici metallari, pur avendo un passato da musicista black metal e frequentando assiduamente club rock/metal, eppure senz'altro queste affermazioni sono tanto vere per me, quanto inaccettabili e di "rottura" per metallari old school).
Mi aiutereste ad analizzare questo comportamento?
Aggiungo, in quanto può tornare utile, il fatto che da piccolo il mio essere riflessivo, particolare ecc., veniva ben visto dalla gente e difficilmente accettato da me stesso, mentre in adolescenza mi ha escluso, fatto ottenere l'etichetta di "sfigato" e così via, cosa assolutamente poco piacevole...
Al momento vengo considerato una persona intelligente, con una bella moglie ed un buon lavoro (non uno sfigato quindi, al contrario), particolare, un po' strano ed anche "a pelle" un po' str#nzo.
Mi aiutereste ad analizzare questo comportamento?
Aggiungo, in quanto può tornare utile, il fatto che da piccolo il mio essere riflessivo, particolare ecc., veniva ben visto dalla gente e difficilmente accettato da me stesso, mentre in adolescenza mi ha escluso, fatto ottenere l'etichetta di "sfigato" e così via, cosa assolutamente poco piacevole...
Al momento vengo considerato una persona intelligente, con una bella moglie ed un buon lavoro (non uno sfigato quindi, al contrario), particolare, un po' strano ed anche "a pelle" un po' str#nzo.
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Commenti
Ora c'è da capire se tu godi nel fare lo "stravagante" (io lo uso in accezione positiva questo termine) e quindi se vuoi esserlo a tutti i costi
Scusa l'insolenza se vogliamo della domanda, molto privata.
La cosa che piace di me e che non me la tiro e sono semplice.
Il fenomeno è parecchio complesso, penso sia difficile da inquadrare in poche parole, quindi preparatevi a essere annoiati a morte.
Parlo della mia esperienza cercando di semplificare e non perdermi troppo:
nel periodo del liceo mi scervellavo per capire come e perché le appartenenze, perfino quelle politiche, dovessero trasformarsi in un fattore di apparenza e di moda. Col senno di poi in realtà alle mie analisi, all'epoca, mancavano molti elementi, oppure cercavo elementi dove non ce n'erano davvero, e iper-interpretavo qualsiasi atteggiamento, il più banale, anche una collanina diventava per me motivo di interrogazione sul messaggio che la persona voleva dare portandola. E il messaggio non esisteva, a quella persona piaceva la collanina e non era assolutamente collegata ad appartenenze politiche o sociali.
Nel frattempo, da un lato avevo l'esigenza di appartenere a qualcosa, da l'altro l'atto in sé mi si dimostrava immediatamente come futile (oppure sentivo me come sbagliato perché non sapevo farmi trasportare). Da amante del metal, l'unico oggetto da rockettaro che abbia acquistato in tutti questo anni è una giacca in pelle. Stop, basta. Neanche magliette dei gruppi, mai sentito l'impulso.
Poi crescendo la voglia di appartenere a un gruppo è calata, mi sento parte di un gruppo quando di volta in volta trovo persone che condividono gusti o sentimenti o semplicemente conoscenze. Questo è anche il mio concetto di "patria" e di "amicizia": patria sono le persone con cui ho un legame, se questo legame è nato e cresciuto nella storia, prima di me (quindi le mie lingue in primis ma qualsiasi elemento delle tradizioni antiche dell'umanità che mi potrebbe collegare a una persona che vive all'altro capo del mondo, per cerchi concentrici sempre maggiori fino a comprendere l'intera umanità), "amici" sono quelli con cui ho creato un legame nuovo, e la loro storia si aggiunge alla mia.
Però in ogni istante sento, come un dovere di sincerità, di dichiarare di non appartenere a una tradizione, un gusto, un sentimento, se questo si banalizza, nell'istante in cui si banalizza.
Ho un po' complicato le cose, faccio allora un semplice esempio. Tutti danno addosso ai talent di Maria De Filippi. Anch'io, sono assolutamente stupidi. Ma se a me la canzone dei Modà fatta con Emma Marrone piace, lo dico senza vergognarmi, anche se qualcuno che non l'ha neppure ascoltata potrà sghignazzare e pensare che sono un fan di chiunque esca da un talent di Maria De Filippi.
Mi chiedo quanti "profeti" di strade radicalmente nuove (a cui credano davvero, non parlo di santoni che cercano seguaci per sopi poco nobili) si siano poi trovati a loro agio quando la loro visione è diventata di massa. Se ti senti un pesce fuor d'acqua, continuerai per sempre, secondo me, tranne con quei pochi che come te hanno trovato la strada da soli, non quelli che ti hanno seguito come buoi.
E poi c'è anche un'altra cosa da dire: l'identificarmi nel diverso (quindi, questi legami invisibili che legano le persone, anche se non si sono mai conosciute) mi fa amare le posizioni di pazzi ed eretici, purché siano esteticamente belle. Così, per il gusto di essere l'oppositore del momento.
http://www.tate.org.uk/art/artworks/blake-satan-in-his-original-glory-thou-wast-perfect-till-iniquity-was-found-in-thee-n05892
@AJDaisy ho l'impressione che il dipinto del link possa piacerti
Beh diciamo la verità, Meglio matti che ignotanti
@Theda_Bara , la mia natura è anche essere aspie, non emulo AS perchè voglio essere Sheldon Cooper (che per altro odio), quindi credo non ci si debba nemmeno porre la questione se essere alternativo dipenda dalla neurodiversità o dalla mia reale natura, in quanto il pacchetto Andreas J. Daisy comprende sia Asperger che rifiuto delle convenzioni in maniera intrinseca. La domanda è piuttosto se c'è un nesso tra sindrome e rifiuto al mainstream, non solo per me.
La prima parte del tuo post è straordinaria, love love!
ma non ho capito: sei sempre pienamente te stesso o a volte provochi (anche solo un po', non dico che stravolgi te stesso) per andare controcorrente e così distinguerti?
Sia chiaro che se lo fai per "rompere" e scuotere metallari old school, hai tutta la mia approvazione
(Il conformismo dell'anticonformismo è ancora più insidioso - e noioso - del conformismo "classico")
Certo che se poi si finisce per andare per forza contro, a prescindere, può essere faticoso e inutile.
Ma questo, se lo fai o no, puoi saperlo solo tu o eventualmente chi ti conosce molto bene, credo.
Voglio dire: senti di doverti distinguere anche quando in realtà saresti naturalmente e spontaneamente sulla stessa lunghezza d'onda del tuo interlocutore/ambiente, anche solo momentaneamente?
Dato che citi la musica, ti faccio un esempio musicale*: incontri un amante di Vivaldi e tu senti, per reazione, il desiderio - più o meno irrefrenabile - di ascoltare i Megadeth e se nel frattempo si unisce l'amico metal, metti su, per reazione a tutti, il cd dei Chemical Brothers, come a voler affermare/sottolineare il tuo essere "altro"?
Oppure, niente di tutto questo è vero e ascolti liberamente ciò che ti va in quel momento, a prescindere e indipendentemente da chi c'è con te?
Oppure ... che fai?
(*nell'ipotesi che a te piacciano tutti i musicisti citati)
Chiedo per capire l'eventuale "gravità - natura" del fenomeno
Due domande:
Come gestisci quando tu vieni aggredita o maltrattata per la tua diversità? Quando il primo sangue lo spargono gli altri?
Sei una persona sola?
1) come sospettavo, almeno sei coerente
2)hai dei sodali (amici, parenti, amori) gente che sta dalla tua parte, sa chi sei e lo fa sapere pure a te? Quello che nel coaching si chiama 'il gruppo dei pari'?
Come sospettavo un altra volta. Pascal il filosofo diceva che il 90% dei problemi dell'umanità si risolve imparando a stare bene da solo nella propria stanza. Un arte che sto imparando in tutti i modi (sono una persona espansiva a cui piacerebbe la compagnia). Ma ci sto lavorando sodo per raggiungere questo stato. Buona fortuna a te e a me.