Scusatemi per la domanda stupida, ma in cosa consiste esattamente uno shutdown? Significa "spegnersi"?
Si. È quando sovraccarico emotivamente, cognitivamente o sensorialmente al posto di esplodere (meltdown) ti "spengi" all'esterno e rimani chiuso in te stesso
Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
Io ho molto raramente dei meltdown e negli ultimi anni non ne ho più avuti. Soprattutto da quando ne ho capito l'origine. Esistono solo due cose che mi possono mandare in meltdown: - aprire la mia "ferita narcisistica" cioè contraddirmi senza fornire nessuna argomentazione logica su cose che conosco bene (fondamentalmente ho difficoltà a tollerare qualcuno che si confronta - a torto - con l'autorità che io mi do) - non poter andare in shutdown (me ne sono accorto da quando ho i figli e dovendoci stare attento facevo uno sforzo cosciente per non "spengermi" con il risultato che poi esplodevo.
Shutdown: Fondamentalmente qualsiasi sovraccarico sensoriale o emotivo. Frequente in luoghi affollati, soprattutto per suoni, ma anche odori e luci. Emozioni troppo negative tutte insieme (molto meglio di prima)
Né scusa né accusa. Addestrare le competenze, insegnare valori, e-ducare l'Uomo dalla Bestia. La Natura non è una scusa.
Melt anche quando mi dicono cosa devo fare, come e mi organizzano vita, impegni e spese da affrontare (non parlo di lavoro), perchè si DEVE fare così e cosà, altrimenti è "sbagliato". Altra situazione è la mancanza di reiterata di rispetto: insinuazioni e vociferare continuo su falsità nei miei confronti o situazioni che mi penalizzano a favore di qualcun altro, continuate nel tempo senza tenere conto dei miei disagi (ad es. passo a prendere qualcuno tutti i giorni e si presenta regolarmente in ritardo per negligenza ed io di conseguenza, che continuo a presentarmi per tempo, devo aspettare e tardo a presentarmi agli appuntamenti). I ritardi per negligenze o errori altrui tendono a oltremodo a stimolarmi negativamente: ricordo un taxista che la "prendeva lunga" di proposito ed aveva l'orologio dell'auto tarata 1h avanti (sicuramente per dimenticanza di regolazione ora legale/solare). Quando vidi l'orologio e decretai che era veramente tardi per arrivare in aereoporto, esplosi. Quando mi fecero notare l'errore dell'orologio poi vi fu un brutto shutdown; uno dei pochi recenti. Però mi sto migliorando. É normale uscire fisicamente distrutti da melt e shut?
Io penso di essere Mr. Shutdown. Ne ho veramente parecchi, decisamente di meno rispetto a quando ero piccolo ma sempre tanti. L'ultimo "a tutti gli effetti" l'ho avuto a dicembre, ma ne ho di minori che cerco di reprimere di cui uno avuto oggi a scuola. Le cause sono molteplici: 1)quando mi escludono da un gruppo (le volte in cui non mi autoescludo io); 2)quando vengo insultato o contraddetto su argomenti che io conosco mentre l'interlocutore neanche sa di cosa parlo e vuole avere ragione; 3)sovraccarico emotivo o sensoriale; 4)depressione; 5)sentirmi trascurato dai pochi individui con cui vado d'accordo, anche se può non essere vero; 6)rabbia causata da altri motivi; 7)l'obbligo di stare in una situazione sociale; 8)quando vengo rimproverato; 9)quando sto per avere un meltdown ma lo reprimo per non distruggere le cose, così ogni "rischiato" meltdown diventa uno shutdown;
Questi credo siano i motivi principali.
Invece non credo di aver mai avuto meltdown se con questo termine intendiamo momenti di rabbia distruttiva in cui si polverizzano gli oggetti e si buttano per terra mobili e oggetti vari, mentre se intendiamo una versione di meltdown più "moderata" in cui mi viene voglia di distruggere qualcosa, gridare, chiudere la porta in modo violento e sbattere la testa al muro beh ne ho parecchi e ne sto avendo uno anche ora che per miracolo sto contenendo.
Ps. Il messaggio l'ho scritto ieri sera e poi salvato in bozze, non è ora che sto avendo il meltdown :-)
La curiosità è quasi sempre egoismo: in pochi si accorgono di quanto qualcosa funzioni in modo preciso ed efficiente, finché non smette di farlo.
In effetti non avevo mai pensato al fatto che per ognuno il concetto di meltdown è diverso, e che può variare anche a seconda delle occasioni. Sarebbe interessante aprire un thread in merito, ammesso che non sia già stato postato, qualcosa tipo: "qual è il tuo concetto di meltdown?" Quando sono coinvolte altre persone, e quelle persone hanno fatto qualcosa di male ad un altro(altra persona, o animale), e io l'ho testimoniato, divento automaticamente violenta nei loro confronti, in proporzione al danno che hanno arrecato o stanno arrecando. Nel caso ad esempio in cui vedo degli animali che si fanno male fra di loro, mi viene da accovacciarmi a terra, coprirmi le orecchie e urlare. Poi piango a non finire.
@Theda_Bara second8 me questa "soggettività" non vale solo per il meltdown. Intendo: per ogni aspie il concetto di meltdown può essere diverso, ma lo può essere anche di shutdown e di tantrum. Per esempio io a quanto leggo nel web potrei capire che il tantrum (o temper tantrum) è un momento di capriccio infantile tipico della tenera età (che negli aspie può succedere anche in età ben poco tenera), cioè urla disperate e dispetti reiterati nei confronti di altri individui. Secondo me non è questo. Io ho molto spesso momenti in cui, senza sbroccare, mi irrito a tal punto che anche se sei il mio più caro amico (lui, il mio più caro amico, ne sa qualcosa) in quei momenti posso coprirti di insulti pesanti e trattarti malissimo, neanche rendendomi conto di quello che dico. Per me è questo il tantrum. E fra l'altro ne ho veramente tanti, quindi credo di saperne qualcosa
Il punto è che come il tantrum, anche gli altri due comportamenti possono benissimo essere intesi in modo diverso per ogni aspie,forse perché SONO diversi per ogni aspie, e non ne sono sicuro ma ciò complicherebbe ulteriormente la ricerca della diagnosi giusta.
La curiosità è quasi sempre egoismo: in pochi si accorgono di quanto qualcosa funzioni in modo preciso ed efficiente, finché non smette di farlo.
Aggiungo anche questa situazione alle cause di meltdown: quando le persone che non hanno un cervello capace di generare pensieri logicamente consistenti sono sicure delle loro idee.
La Sindrome di Asperger è solo uno spunto per conoscere meglio se stessi e gli altri.
Io non riesco ad individuare circostanze specifiche di shutdown..I contesti sociali sono densi di fattori irritanti a cui dando attenzione mi porterebbero a fissarmici nei momenti successivi,credo con lo scopo recondito di comprendere decine di aspetti che nel complesso destano in me perplessità. Perciò deduco che generalmente le mie comparse sociali mi trovino automaticamente in shutdown senza che lo rilevi in maniera netta,spesso me ne rendo conto se qualcuno che mi è più vicino mi parla di argomenti precedentemente emersi e rimarcati mentre io non ho sentito nulla. Ho sensazioni di "spegnimento " esterno più nette invece quando sono sottoposta a stimoli singoli che mi sfiancano.
Ieri meltdown per la rottura di una lampo alle 23. Avevo un'impegno importante alle 23.30. Ho preso a pugni il muro in maniera molto violenta, rischiando di farmi male (a 17 anni in maniera simile ho riportato una microfrattura al piede), urlato senza controllo... Imbarazzante lo so. Sono arrivato al pelo, ma tanto la puntualità è solo il mio tarlo, poteva bastare anche l'arrivare con mezz'ora di ritardo.
Mi è capitato alcune volte di andare in shutdown, e sempre in situazioni simili fra loro: quando, cioè, nel corso di interazioni sociali con due o tre persone la situazione virava dallo stare insieme amichevole ed autentico al più artificioso "fare salotto", con ostentazione, artificiosità e discorsi fatui e vuoti.
Mentre le altre persone presenti si abbandonavano alla goduria del birignao, del pettegolezzo o dei discorsi fatti "per mostrarsi colti eleganti disinvolti e brillanti", io ammutolivo e la mia mimica facciale si riduceva ad un viso pietrificato dall'angoscia di sentirmi estranea, di non riuscire assolutamente a interloquire, sorridere, mostrare interesse e/o animazione.
Normalmente, man mano che in tali situazioni si snocciolano i vari "oh mia cara che buooono devi assolutamente darmi la riceeeetta!!" oppure "oh ssì conosco il Tal dei Tali che si interessa di pan-teo-cosmo-mistico-ginnico-sofia bioenergetica! Ma tu conosci il guru dei sinto-sciaman-sufi-scintoisti esperto in fisiopatologia dell'orgone quantico?"Ooooh è talmente travolgenteeee!" allora io divento l'alieno che non conosce il codice, la paralitica che apre bocca per dire "scusate devo andare" ma emette un gorgoglio gracchiante....... e se ne va, lasciando i presenti stupiti, regalando a loro l'ultimo argomento di conversazione, il mistero del proprio inspiegabile comportamento.
Bleah
aspirina
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
La difficoltà che ho a rispondere a questa domanda è una traduzione di termini. Quello che voi definite Meltdown credo corrisponda a quello che io definisco "Effetto Krakatoa", dal nome del vulcano che ci ha regalato la più potente esplosione in epoca storica. In quelle circostanze è meglio che persone e cose siano evacuate immediatamente. E' estremamente raro ormai che mi capiti, perché, dal momento che poi io sto emotivamente e psicologicamente male e gli altri sono già barellati, ho imparato a sentirne l'arrivo, e avverto prima che succeda. Temo che la mia espressione e l'atteggiamento li convincano immediatamente. La penultima volta è stato molti anni fa, a militare, quando 3 "nonni" ebbero la sventura di farmi uno scherzo di cattivo gusto, e io, per non far nascere discussioni tra loro, li pestai tutti e tre contemporaneamente. L'ultima poco tempo fa, allo sportello di un centro di analisi mediche, dove, per un esame ormai effettuato, mi comunicarono una spesa quadrupla rispetto a quanto detto prima, ma ho fatto a tempo a raggiungere il parcheggio ed esplodere fuori, probabilmente salvando molte vite umane.
Shutdown solo il rumore, oltre un certo limite o scappo o sto veramente male.
L'insulsaggine di certe situazioni sociali come quelle descritte da @aspirina non so quale direzione prenderebbe delle due; ancora una volta, per salvare vite umane, stupide ma pur sempre umane, mi alzo e me ne vado.
I portoni del mio isolamento cingono parchi di infinito… (Pessoa)
La difficoltà che ho a rispondere a questa domanda è una traduzione di termini. Quello che voi definite Meltdown credo corrisponda a quello che io definisco "Effetto Krakatoa", dal nome del vulcano che ci ha regalato la più potente esplosione in epoca storica. In quelle circostanze è meglio che persone e cose siano evacuate immediatamente. E' estremamente raro ormai che mi capiti, perché, dal momento che poi io sto emotivamente e psicologicamente male e gli altri sono già barellati, ho imparato a sentirne l'arrivo, e avverto prima che succeda. Temo che la mia espressione e l'atteggiamento li convincano immediatamente. La penultima volta è stato molti anni fa, a militare, quando 3 "nonni" ebbero la sventura di farmi uno scherzo di cattivo gusto, e io, per non far nascere discussioni tra loro, li pestai tutti e tre contemporaneamente. L'ultima poco tempo fa, allo sportello di un centro di analisi mediche, dove, per un esame ormai effettuato, mi comunicarono una spesa quadrupla rispetto a quanto detto prima, ma ho fatto a tempo a raggiungere il parcheggio ed esplodere fuori, probabilmente salvando molte vite umane.
Shutdown solo il rumore, oltre un certo limite o scappo o sto veramente male.
L'insulsaggine di certe situazioni sociali come quelle descritte da @aspirina non so quale direzione prenderebbe delle due; ancora una volta, per salvare vite umane, stupide ma pur sempre umane, mi alzo e me ne vado.
nel mio caso una volta (una di quelle da Krakatoa o da Pinatubo, fai te) un piatto ci ha rimesso la vita (ma per sbaglio, mi è scivolato dalle mani)
nel mio caso una volta (una di quelle da Krakatoa o da Pinatubo, fai te) un piatto ci ha rimesso la vita (ma per sbaglio, mi è scivolato dalle mani)
Io da ragazzo ho spaccato tutti gli interruttori della luce e sfondato la porta di camera mia con un destro. I miei rimasero in religioso silenzio.
Mi vengono in mente altre situazioni da Shutdown; se devo scegliere fra molte possibilità, qualsiasi cosa, anche solo un libro da leggere, non ci riesco, perché incomincio a valutare i dettagli di tutti; non riesco a scegliere e implodo.
Oppure quando non capisco cosa dicono le persone. Due esempi, anche un po' divertenti.
Cugina francese di mia moglie ospite a casa, parla perfettamente l'italiano, come mia moglie il francese. La cugina dice: "Questa tavola è bilingue". Io guardo il tavolo con aria interrogativa. Mia moglie, tra lo sconforto e il divertito: "Voleva dire che le persone che sono a questo tavolo sono bilingui".
Riunione di lavoro. Il capo dice una frase, evidentemente con un sottinteso che non capisco assolutamente. Tutti all'unisono, quasi in coro, dicono:"Si". Tranne il sottoscritto. Non è che non fossi d'accordo, è che non avevo capito cosa intendessero. 5 minuti di depressione.
I portoni del mio isolamento cingono parchi di infinito… (Pessoa)
Cari amici, prima di ringraziare tutti per questo luogo e per come ciascuno di voi lo rende quello che è, volevo aspettare almeno la diagnosi, non perché abbia un valore in se, ma come momento simbolico. Lo farò, ma qui mi rendo conto di dover dire già un grazie.
Io non sono uno che ride facilmente: ce lo vedete Cyrano a ridere? E' sempre pronto a combattere, a poetare, a filosofare, ma mai a ridere. Soprattutto su se stesso e i suoi limiti. Ho sempre pensato che nella mia vita non ci fosse proprio niente da ridere. Alle mie difficoltà si sommavano le violenze subite da chi avrebbe dovuto amarmi e proteggermi: no, non c'era proprio niente da ridere.
Oggi, per la prima volta nella mia vita, rido dei miei limiti, e penso sia una specie di miracolo.
Grazie a tutti. Il primo. Poi arriverà l'altro.
I portoni del mio isolamento cingono parchi di infinito… (Pessoa)
Commenti
- aprire la mia "ferita narcisistica" cioè contraddirmi senza fornire nessuna argomentazione logica su cose che conosco bene (fondamentalmente ho difficoltà a tollerare qualcuno che si confronta - a torto - con l'autorità che io mi do)
- non poter andare in shutdown (me ne sono accorto da quando ho i figli e dovendoci stare attento facevo uno sforzo cosciente per non "spengermi" con il risultato che poi esplodevo.
Shutdown:
Fondamentalmente qualsiasi sovraccarico sensoriale o emotivo.
Frequente in luoghi affollati, soprattutto per suoni, ma anche odori e luci. Emozioni troppo negative tutte insieme (molto meglio di prima)
Altra situazione è la mancanza di reiterata di rispetto: insinuazioni e vociferare continuo su falsità nei miei confronti o situazioni che mi penalizzano a favore di qualcun altro, continuate nel tempo senza tenere conto dei miei disagi (ad es. passo a prendere qualcuno tutti i giorni e si presenta regolarmente in ritardo per negligenza ed io di conseguenza, che continuo a presentarmi per tempo, devo aspettare e tardo a presentarmi agli appuntamenti).
I ritardi per negligenze o errori altrui tendono a oltremodo a stimolarmi negativamente: ricordo un taxista che la "prendeva lunga" di proposito ed aveva l'orologio dell'auto tarata 1h avanti (sicuramente per dimenticanza di regolazione ora legale/solare). Quando vidi l'orologio e decretai che era veramente tardi per arrivare in aereoporto, esplosi. Quando mi fecero notare l'errore dell'orologio poi vi fu un brutto shutdown; uno dei pochi recenti.
Però mi sto migliorando.
É normale uscire fisicamente distrutti da melt e shut?
Ne ho veramente parecchi, decisamente di meno rispetto a quando ero piccolo ma sempre tanti.
L'ultimo "a tutti gli effetti" l'ho avuto a dicembre, ma ne ho di minori che cerco di reprimere di cui uno avuto oggi a scuola.
Le cause sono molteplici:
1)quando mi escludono da un gruppo (le volte in cui non mi autoescludo io);
2)quando vengo insultato o contraddetto su argomenti che io conosco mentre l'interlocutore neanche sa di cosa parlo e vuole avere ragione;
3)sovraccarico emotivo o sensoriale;
4)depressione;
5)sentirmi trascurato dai pochi individui con cui vado d'accordo, anche se può non essere vero;
6)rabbia causata da altri motivi;
7)l'obbligo di stare in una situazione sociale;
8)quando vengo rimproverato;
9)quando sto per avere un meltdown ma lo reprimo per non distruggere le cose, così ogni "rischiato" meltdown diventa uno shutdown;
Questi credo siano i motivi principali.
Invece non credo di aver mai avuto meltdown se con questo termine intendiamo momenti di rabbia distruttiva in cui si polverizzano gli oggetti e si buttano per terra mobili e oggetti vari, mentre se intendiamo una versione di meltdown più "moderata" in cui mi viene voglia di distruggere qualcosa, gridare, chiudere la porta in modo violento e sbattere la testa al muro beh ne ho parecchi e ne sto avendo uno anche ora che per miracolo sto contenendo.
Ps. Il messaggio l'ho scritto ieri sera e poi salvato in bozze, non è ora che sto avendo il meltdown :-)
Intendo: per ogni aspie il concetto di meltdown può essere diverso, ma lo può essere anche di shutdown e di tantrum.
Per esempio io a quanto leggo nel web potrei capire che il tantrum (o temper tantrum) è un momento di capriccio infantile tipico della tenera età (che negli aspie può succedere anche in età ben poco tenera), cioè urla disperate e dispetti reiterati nei confronti di altri individui.
Secondo me non è questo. Io ho molto spesso momenti in cui, senza sbroccare, mi irrito a tal punto che anche se sei il mio più caro amico (lui, il mio più caro amico, ne sa qualcosa) in quei momenti posso coprirti di insulti pesanti e trattarti malissimo, neanche rendendomi conto di quello che dico. Per me è questo il tantrum. E fra l'altro ne ho veramente tanti, quindi credo di saperne qualcosa
Il punto è che come il tantrum, anche gli altri due comportamenti possono benissimo essere intesi in modo diverso per ogni aspie,forse perché SONO diversi per ogni aspie, e non ne sono sicuro ma ciò complicherebbe ulteriormente la ricerca della diagnosi giusta.
1 THESSALONIANS 4:11
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola