Quei Maledetti Numeri!

Qualcuno di voi ha dei problemi con i numeri o con il ragionamento matematico?
Se si, quali?
Io mi confondo facendo operazioni anche usando carte e penna, a mente mi è quasi impossibile.
Non so svolgere nessun tipo di funzione matematica e mi è impossibile tenere a mente la dimostrazione di un teorema.
La matematica per me è un altro linguaggio che non riesco a comprendere, fatto di numeri e lettere inseriti a caso.
Se si, quali?
Io mi confondo facendo operazioni anche usando carte e penna, a mente mi è quasi impossibile.
Non so svolgere nessun tipo di funzione matematica e mi è impossibile tenere a mente la dimostrazione di un teorema.
La matematica per me è un altro linguaggio che non riesco a comprendere, fatto di numeri e lettere inseriti a caso.
Il mio sistema limbico è crashato.
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Commenti
È uno dei problemi dell'estrema selettività dei cervelli aspie.
D'altro canto alcuni aspie sono geni in matematica perché essa coincide con il loro interesse speciale.
Proprio oggi, a scuola, stavo svolgendo qualche esercizio (sulla parabola) con alcuni miei compagni, sbagliavo in continuazione alcuni calcoli semplici (i passaggi complessi mi vengono bene, nelle cose più banali poi mi confondo in modo abominevole). Alla fine sono anche andato in shutdown. Solo che non potevo isolarmi in classe e ho cercato di reprimere. Ebbene, ebbe diventato un brutto tantrum. Poveri i miei compagni che hanno preso tutti gli insulti che ho rivolto loro ogni volta che sbagliavo.
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione di essere uno stupido. – Albert Einstein
Alle elementari andavo molto bene in questa materia, riuscivo a capire da sola a cosa mi servisse. Poi le cose sono diventate più astratte, e mi sembrava di perdere tempo studiandola, non capivo a cosa mi servisse. Al liceo riuscivo ad andare bene, ma non eccellevo e seguivo le lezioni controvoglia.
Durante il terzo anno, qualcosa è scattato in me, e mi sono messa a studiare la matematica e le sue applicazioni nella realtá per conto mio.
Al giorno d'oggi non è uno dei miei interessi più grandi, ma mi affascina e a volte mi piace cercare problemi matematici e risolverli, pur non essendo nelle mie competenze, visto quel che studio ora.
La matematica appare così misteriosa ai profani come me, ma sarebbe così divertente saperci fare.
Un'altra cosa che non ho capito della matematica a livello scolastico è il perché i programmi studiati a scuola raggruppano certi tipi di argomenti invece che altri. Sicuramente questa è una domanda che può essere estesa a tutte le altre discipline, ma nello specifico, non sarebbe meglio che i ragazzi imparassero due o tre cose bene piuttosto che leggerne cento senza ricordarne nessuna?
Bisogna prenderla per mano e comprenderla a poco a poco. In questo non è diversa dalle persone
Mai capita la matematica in vita mia. L' algebra poi per me è incomprensibile. Era negato anche per le lingue; più tardi però ho capito che le comprendevo grazie ad una didattica che si basa sulla visulaità e la praticità. Mi è quindi venuto il sospetto che con una didattica diversa avrei potuto capire anche la matematica; ma adesso anche per età sono preso da altre faccende. Quindi non sono d' accordo con Peregrino. Non è giusto voler imporre a tutti un unico metodo di studio: ognuno ha diritto ad una didattica personalizzata. Bisogna sviluppare i naturali talenti di ogni diverso individuo. Facendo diversamente si inculca soltanto un piatto conformismo che può distruggere persone anche molto dotate. Un esempio è Leonardo Da Vinci che a scuola era fallito completamente: non imparò mai il latino e ebbe problemi anche con l' algebra. La sua scuola fu la bottega del Verrocchio che si basava sulla pratica. Il più grande pedagogista del XX secolo, John Dewej, affermava che ogni conoscenza nasce dall' esperienza. Secondo lui "l' applicazione per l' applicazione", vale a dire lo sforzo fine a se stesso, non serviva a nulla. Questo perchè nella sua concezione i fini erano collegati con i mezzi: anzi, il mezzo è già se stesso fine. Se per ottenere un certo fine uso un mezzo cattivo, anche il risultato sarà cattivo. Studiare con cattività, cioè con metodi che non sono consoni alla propria natura ma imposti d' autorità, porta risultati cattivi. Chissà che non sia per questo che abbiamo una classe dirigente così schifosa.
In effetti non hai detto questo.
E anche io dovevo specificare meglio.
Tu hai parlato della matematica fatta a scuola. La matematica fatta a scuola (non so ora, ma ai miei tempi era così), era astratta. Ed è certamente utile per chi non ha problemi con il pensiero astratto. Ma ci sono persone che non riescono ad adattarsi all' astrazione. Per loro è più utile una didattica pragmatica. Esiste un apposita legge, varata nel 2010, che prevede appunto una didattica alternativa per i bambini discalculici. Tuttavia sono dell' opinione, come sosteneva Dewej, che la conoscenza nasce prima dalla pratica e la teoria viene dopo. Anche nella scienza prima si osservano i fenomeni e poi si formulano le teorie; tali teorie devono poi passare al vaglio dell' esperienza. Credo, anche se non ne so molto, che nelle scuole americane prevalga questa concezione.
Probabilmente ho avuto una maestra alle elementari che la amava, in 5 elementare ci insegno' a fare le equazioni di I grado.
Purtroppo, sono metodica, ed ho bisogno di silenzio e tranquillità, ma vorrei riprendere a studiarli.
E mi piacerebbe approfondire il rapporto tra alcune regole dei numeri, ed il modo in cui ci si può relazionare.
La stessa cosa succederebbe se mi chiedessi "che lettera c'é prima della Q?" Io per arrivarci devo passarmi tutto l'alfabeto. (Per non parlare dello spelling, che é per me incomprensibile.) Io non so come ho fatto a passare elementari e medie! Dovrebbero darmi l'oscar.
Ma sai che non è male quella del collegare il calcolo a un suono simile? Non ci avevo pensato.