Aspie Radar

Riflettevo che è facile riconoscersi tra asperger. È facile anche distinguere chi non è consapevole di esserlo da chi lo è.
C'è come un'intesa particolare, uno scambio di sguardi dove non c'è bisogno di parole. E poi dicono che gli asperger hanno difficoltà a capire il non verbale. Potrebbe essere come per quanto riguarda la teoria della mente, gli asperger hanno teoria della mente verso altri asperger simili e forse riescono anche a capire il non verbale di altri asperger simili?
Forse la difficoltà sta proprio nel non riuscire a decriptare le persone tipiche perché diverse da noi, diverse nel modo di percepire emozioni e nel non verbale. Ma il discorso cambia se ti relazioni con persone che sono simili, persone che ti capiscono senza bisogno di spiegarsi.
È una bellissima sensazione.
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Frida
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Commenti
Non escludo che almeno un paio di queste persone che frequento siano aspie, ma sembra che il radar abbia una portata un po' più ampia.
un giorno ho realizzato che gli amici/amiche che frequento oppure che avevo frequentato negli ultimi 2 decenni sono ND.
tutti inconsapevoli tranne un paio che hanno fatto analisi o psicoterapia.
il radar evidentemente c'è, ed è dotato di una empatia ND perché ci azzecca anche quando l'affinità con l'altra persona non è totale.
Però ecco, non è che se si accende il radar, si è certi che la persona sia Aspie, piuttosto si capta una sorta di "inclusione nello spettro allargato" (non so se mi spiego).
Insomma, non basta essere timidi e taciturni.
nello sguardo di alcune persone si legge la consapevolezza.
Erano prevalentemente:
- sesso maschile, gestualità essenziale, carattere riservato, introversi, solitari e silenziosi. Laureati in ingegneria, giurisprudenza, economia.
- sesso femminile, atteggiamento sopra le righe, dirette, solitarie, amanti degli animali, donne che si notano o per la loro trascuratezza fisica, o per atteggiamento studiato nei dettagli come se interpretsssero il ruolo della femme fatale.
In entrambi i casi è presente un profondo senso etico, la predisposizione a comunicare di problematiche pratiche.
In effetti le persone con le quali interagisco positivamente creando una corsia preferenziale di comunicazione, sono persone insolite, ma nel complesso interessanti e leali.
Probabilmente, ho un rapporto positivo con la mia neurodiversita', perché ho saputo riconoscere i segnali dei miei simili, tanto da poterla definire normalità.
L'unico limite riscontrato in queste conoscenze è che non si sono instaurate amicizie durature. Come se il riconoscersi ed il poter interagire condividendo in profondità un interesse in comune, non portasse allo sviluppo di un'amicizia.
Di una mia cara amica, che ha più o meno la mia età, penso sia un poco ND.
Non ha neppure lei grosse doti empatiche, sbaglia spesso con le persone e prende molte cose alla lettera, ad esempio mi riferisce le cose che qualcuno le dice senza nessun senso critico o senza analizzare i retroscena o le vere intenzioni delle persone, come fanno molti altri.
Altra tendenza, è quella ai sermoni.
Altri miei amici sono schivi, un po "sfigati" o troppo pignoli ma non sono ND.
Aspie quiz ultima versione e precedente trovi quella domanda.
Se incontro uno totalmente inespressivo, abbastanza asociale, che fa movimenti robotici... un'altra spia sul radar direi che ci può stare.
Penso di aver descritto comportamenti che vanno oltre la soglia di normalità, comunque non è per niente frequente vedere gente con questi comportamenti.. saranno 1 su 100 forse.
Ho sempre avuto, l'intuizione della mappatura mentale, struttura.
La consapevolezza che con alcune persone dovevo seguire un ragionamento lineare e logico, con altre superficiale, simpatico, accattivante allusivo.
Il radar si mette in azione sul canale della comunicazione, non valuto la neurodiversita' dallo sguardo sfuggente. Consideriamo che stiamo parlando di persone analitiche, che studiano il comportamento altrui per costruire uno schema interiore analogo agli altri. Forse bisognerebbe fare un'ulteriore distinzione, tra neurodiversi che stanno relativamente bene con sé stessi ed i neurodiversi emarginati.
Non capisco che vuol dire sfigate, disadattate e pazze....e non capisco che c'entra con i barboni? Io credo quella domanda del test e il punto che fa Attwood si riferisca al fatto che la solidarietà con chi è ai margini derivi dalla nostra innocenza e visione da bambini del mondo (nel senso che elimina le contraddizioni, non che siamo dei santi).
oggi:
sono notoriamente single, e notorio frequentatore di bar. sono astemio.
da un paio di mesi ho cominciato a frequentare un bar, ogni giorno. perché quando sono entrato la prima volta la barista, molto carina, non mi staccava gli occhi di dosso.
sono abituato ad essere "notato" dalle donne, più o meno giovani.
abbiamo continuato "a studiarci" - io un po' imbarazzato, potrebbe essere mia figlia - lei più tranquilla, almeno apparentemente.
è "fidanzata" ma vive da sola.
è estroversa, apparentemente, ma a saperla ascoltare come io so dice altre cose.
è molto intelligente, iperattiva, molto in gamba nel suo lavoro. tiene ai dettagli, io che conosco il suo lavoro più di una volta le ho fatto i complimenti... di cui si è visibilmente mostrata molto lieta!
una volta che siamo rimasti soli nel bar, mi ha fatto delle confidenze (sesso: penso che solo fra donne si dicano certe cose) che nemmeno le mie ex mi hanno fatto. è molto "spigliata" anche quando non siamo soli, però si è creato "qualcosa", un'intesa, che c'è anche in presenza di altri, senza imbarazzo.
ho notato da quasi subito che è "diversa", anche perché una che insiste per sposarsi quando il fidanzato non vuole e poi lo pianta la vigilia delle nozze, una che si è diplomata alle professionali e poi a trent'anni si legge i Promessi sposi... tanto NT non dev'essere!
io credo di averla "riconosciuta", e non le sto dietro per una questione di sesso: non stimo le doppiogiochiste e l'età non permette qualcosa di diverso.
lei non è consapevole, descrive quelli che per me possono essere comportamenti Aspie come prerogative del suo modo di essere: per esempio una enorme ingenuità.
intanto continuiamo a trovare, le poche volte che parliamo, cose interessanti da dire, cosa rarissima per me!
certo ormai posso invitarla ad uscire - a mangiare una pizza, per esempio.
ma continuiamo a studiarci. se fosse solo una questione di sesso ci rimarrei veramente male.
sarei deluso, non da me che ormai mi conosco: socialità sotto lo Zero Assoluto!
Nemo me impune lacessit
visto che non sono riuscito a cambiare me stesso, dovrò provare a cambiare il mondo
"persone sfigate" non saprei che significa, magari qualcuno è solo un po' più problematico/a. poi parlo io, hai capito!
di Asperger sospetti posso dire di conoscerne almeno 3, un mio ex compagno, l'attuale e l'amica che frequento di più.
quello che voglio dire è che esiste un'affinità che porta a relazionarsi con determinate persone piuttosto che con altre.
Se penso alle mie amiche che sembrerebbero essere NT (anche se io, ancora, le sento MOLTO diverse da tutti le persone che conosco e vi assicuro personalmente che tra loro e la maggioranza degli NT c'è UN ABISSO) so di stare bene con loro perché sono anticonvenzionali e perché mi hanno sempre - più o meno, ci sono stati dei momenti si e momenti no - accettata per come sono, anzi, proprio loro mi fanno sentire speciale anziché deficitaria di chissà che cosa.
Divagamento a parte... forse crescere con alcune persone ci porta a voler proiettare su di loro alcune delle nostre caratteristiche a maggior ragione perché ci fidiamo, perché sono parte di noi e li vorremmo sempre con noi; per alcune cose è vero, siamo fatti l'uno dell'altro, per altre sicuramente no. Ma crescendo di persone se ne incontrano altre e, con un bagaglio di sicurezze in più, si arriva ad essere più onesti con sé stessi e a stare più facilmente vicino a chi ci è simile.
Siamo tutti neurodiversi. Alcuni, per mantenere l'analogia con la biodiversità, sono una variante meno comune e a rischio, come certe specie rare.
Io ho conosciuto cinque persone di cui sono sicura che fossero autistiche nella mia vita, escludendo la mia famiglia e quelli di questo forum che ho incontrato dal vivo.
Sapevo che erano come me, profondamente come me, anche se in apparenza molto diversi.
Uno era un mio compagno delle elementari. Purtroppo, era molto bullizzato, oltre che picchiato tutti i giorni dal maestro. Lui era, per farvi capire, simile a Ben X.
Il secondo, conosciuto a sette anni, è un adulto. Un ex compagno di scuola di mio padre. Per gli altri è uno studioso autididatta, un genio eccentrico, un solitario. Io ho sempre saputo che è come me.
Gli ultimi due mi dissero di avere una diagnosi di "autismo lieve". E io mi chiesi in che senso erano "autistici", visto che non somigliavano per niente a mio cugino. Associavo la parola "autismo" a "ritardo mentale". Però, visto che con loro si era attivato il mio radar, cominciai a farmi delle domande e intuii per la prima volta che forse questo "come me" poteva chiamarsi "autismo".
Sul terzo scriverò qualche parola in più. Anch'io, come @EstherDonnelly, dopo il liceo ho frequentato un'Accademia. Credo che in questi ambienti artistici, come anche in facoltà tecnico-scientifiche tipo matematica o ingegneria, ci sia moltissima "genetica autistica". O moltissimi appartenenti al cosiddetto "spettro autistico allargato". Io all'Accademia ho avuto per la prima volta degli amici. Era da quando avevo dodici anni che mi allenavo a "vivere in comunità" e che collezionavo dolorosi fallimenti. Per questo cominciai l'Accademia con una disperata determinazione. Doveva iniziare la mia "vita vera", dovevo diventare come gli altri, dovevo avere degli amici. Ero tesissima, all'inizio. Avevo preso una ragazza conosciuta al liceo come modello, ma impersonarla era faticoso. Era faticoso nascondere come ero veramente.
E poi, nella mia classe, trovai uno "come me". Il terzo fino ad allora.
Solo che lui non si nascondeva. Era pure un Asperger del tipo estroverso. E aveva scelto proprio le due che avevo puntato io come amiche! Devo ammettere che fui piuttosto dura con lui all'inizio. Mi comportavo come una maestrina severa e cercavo di fargli capire che era meglio nascondersi, come facevo io. Aspettavo il momento in cui gli altri avrebbero cominciato a prenderlo in giro, a farlo a pezzi, a emarginarlo.
Ma questo momento non arrivò. Al contrario, lui ai nostri compagni piaceva sinceramente e tolleravano certi aspetti fastidiosi del suo carattere.
Mi rilassai e mi accorsi che anche io piacevo per come ero. La stranezza è una qualità in un ambiente artistico. Inoltre, erano tutte persone strane a loro volta, anche se non per l'autismo. Persone fuori dagli schemi, originali, intelligenti e aperte alla diversità, ossessionate dai loro interessi, che potevano parlare per ore di una tecnica e di un'opera. Persone ingenue e generose, che anche adesso a trent'anni hanno la curiosità e l'entusiasmo di un bambino. E persone con una conoscenza enciclopedica del loro interesse, con un perfezionismo che li ha fatti diventare specialisti molto ricercati. Persone che un secolo fa avrebbero definito "spiriti liberi". Persone di una sensibilità rara, con una visione molto originale e creativa del mondo, invecchiate presto per l'eroina, o con il cervello bruciato dagli acidi. Persone meravigliose, che ho amato e che continuerò sempre ad amare.
Tra queste solo uno aveva la sindrome di Asperger. E non siamo diventati neanche tanto amici.
"persone sfigate" non saprei che significa, magari qualcuno è solo un po' più problematico/a. poi parlo io, hai capito!
Forse ho capito male io. Per aspie radar ho capito la capacità di capire chi è nello spettro autistico.
Diciamo nerd, che però non significa Nd.
'Dicono di essere aspie'... appunto dicono...
Se hai una diagnosi puoi affermare di esserlo, e non credo che lo si vadi a dire in giro, penso che sia una caratteristica che si tiene per sé o che si condivide con poche persone
Mi sono inserita nella discussione, ma forse è stato un Off. Topic., in effetti ho sempre scritto ND. Probabilmente un eccesso di presunzione nel pensare di poter intuire negli altri, ed in me, un diverso modo di percorrere il labirinto mentale. Quindi mi scuso, per l'intromissione.