crisi

Siamo in profonda crisi:
mio figlio rifiuta tutto: uscite ( a parte un ragazzo che è un educatore con il quale va un po' in giro). medicine...adesso prende anche un antidepressivo( il Disperdal lo prende in dose minima per l' ansia). Inoltre rifiuta qualsiasi terapia e terapeuta ( "lo psicolgo non serve a niente" parole sue). Se ne sta chiuso in camera sua a navigare in internet, a leggere libri di storia e a scrivere diari in cui mette in evidenza solo le cose negative accadute in passato. Adesso sta andando indietro nel tempo , si ricorda fatti ed episodi accaduti al tempo delle elementari: indica pure la data in cui sono accaduti....ma fa anche di pèrogrammi in cui vorrebbe uscire, verdersi con amici....cosa che per lui è un sogno. Alla sera traffica in camera sua e soprattutto guarda le foto delle medie...ha nostalgia....
Insomma si isola sempre più. Io cerco di coinvolgerlo nelle faccende di casa ( svuoltare e riempire la lavastoviglie, bagnare le piante ecc. ecc. ) . Prende lezioni di piano e sarebbe pure portato...ma non gliene frega neppure.
Lo faccio uscire per sbrigare piccole commissioni.
Sono arrivata a decidere di andarmene da casa per qualche giorno ( ne ho estrempo bisogno per "staccare" un po')...forse senza mamma a disposizione riesce a smuversi per necessità....
mio figlio rifiuta tutto: uscite ( a parte un ragazzo che è un educatore con il quale va un po' in giro). medicine...adesso prende anche un antidepressivo( il Disperdal lo prende in dose minima per l' ansia). Inoltre rifiuta qualsiasi terapia e terapeuta ( "lo psicolgo non serve a niente" parole sue). Se ne sta chiuso in camera sua a navigare in internet, a leggere libri di storia e a scrivere diari in cui mette in evidenza solo le cose negative accadute in passato. Adesso sta andando indietro nel tempo , si ricorda fatti ed episodi accaduti al tempo delle elementari: indica pure la data in cui sono accaduti....ma fa anche di pèrogrammi in cui vorrebbe uscire, verdersi con amici....cosa che per lui è un sogno. Alla sera traffica in camera sua e soprattutto guarda le foto delle medie...ha nostalgia....
Insomma si isola sempre più. Io cerco di coinvolgerlo nelle faccende di casa ( svuoltare e riempire la lavastoviglie, bagnare le piante ecc. ecc. ) . Prende lezioni di piano e sarebbe pure portato...ma non gliene frega neppure.
Lo faccio uscire per sbrigare piccole commissioni.
Sono arrivata a decidere di andarmene da casa per qualche giorno ( ne ho estrempo bisogno per "staccare" un po')...forse senza mamma a disposizione riesce a smuversi per necessità....
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Commenti
Non potrebbe essere un po' depresso ?
E' depresso: prende anche un farmaco: Zoloft (solo mezza pastiglia) oltre al Disperdal in dose minima.
Non vuole saperne più di psicologi: abbiamo tentato con tre sedute da un psicologo comportamentale ma , adetta dello psicologo stesso, è stato meglio lascir perdere. Mio figlio afferma che non ci vuole più tornare ne da questo e neppure da altri "perchè tanto non serve a nulla".
Lo psicologo proponeva un'attività con altri ragazzi con h di vario genere..tipo mosaico ( mio figlio è disprassico) ma credo che ghettizzarlo inutilmente peggiorerebbe le cose!!!!!
Quello che sembra averci capito di più è il suo medico di base (è pure psicologo) che conoscendo la nostra storia ha affermato che è logico che il ragazzo sia depresso, non ne può più di etichette, diagnosi ecc. ecc.: ha bisogno di un lavoro fatto sulla persona non sui sintomi. Lui si è anche proposto di aiutare mio figlio ma mio figlio non ne vuol sapere...ha perso fiducia.
La musica sarebbe un' ottima cosa...suonava in una banda, cantava in un coro...ma dalla primavera ha mollato tutto e si stà chiudendo sempre più. Non so come aiutarlo e ho paura che si lasci andare...HA 15 ANNI E MEZZOOOO!
Risperdal si...e Zoloft per la depressione.
A scuola ci andava quando stava molto peggio..aveva attacchi di rabbia ( solo a casa).
Adesso è in vacanza Non starebbe in ogni caso da solo ma con il padre e la sorella maggiore (26 anni).
embra che io fugga..ma ho estremo bisogno di staccare . Riprendo a lavorare alla fine di agosto (insegno) e per me 5 giorni via da casa sono una boccata di ossigeno.
Mi serve per affrontare con un po' di energia la situazione. Adesso sono alla frutta ed ho reazioni controproducenti per tutti.
Trovare uno psichiatra , bravo!!! A Trieste.magari e chi? Finora ci siamo rivolti a quelli dell' ospedale infantile Burlo Garofolo ...uno peggio dell' altro...se conoscete qualcuno VERAMENTE in gamba ,per favore ditemelo!
Idem per lo psicologo...comunque il discorso del dentista ecc. che ha fatto elettra mi piace e lo farò a mio figlio.
Grazie a tutti voi!In questo momento siete le uniche persone con le quali riesco a dialogare sproblema.
data la tua disperazione mi sento di esprimere la mia esperienza/parere in proposito e parto subito quotando l'otimo consiglio di Wolfgang "Se hai i soldi forse potrebbe essere meglio mandare lui fuori ma in un ambiente protetto (tipo un college o simili)"...
perchè è un consiglio valido?
perchè, forse non te ne rendi conto, ma se l'ambiente familiare in cui tuo figlio vive non sta minando il suo equilibrio psicofisico...quanto meno gli va un "pò" strettino..
io ero poco più grande di lui, quasi 20enne quando la depressione prese il sopravvento...fu l'implosione finale di anni di "battaglie"..
facevo esattamente come tuo figlio
scrivevo un diario in cui ripercorrevo con minuzia poliziesca i fatti salienti, i punti cruciali, le sconfitte, le delusioni, i sogni infranti, la mia diversità, l'incomprensione dei compagni, dei professori e...pure...purtroppo nonostante l'impegno...dei miei familiari..
come cura casalinga,
non di rado venivo fisicamente trascinata fuori a forza da mia sorella perchè secondo i miei dovevo sforzarmi a socializzare a veder gente etc...una vera tortura inutile..
anzi peggio
più mi stavano addosso
e più mi chiudevo e peggioravo in un circolo vizioso al negativo..
tu vedi la tua rabbia, il tuo dispiacere, magari ti senti impotente etc.
ma ti assicuro, che nonostante tu sia sua madre e sei preoccupatissima, non ti puoi lontanamente immaginare la sofferenza dilaniante che questo ragazzo sta attraversando...anche se da fuori lo vedi "solo" apatico e scostante
quando toccai il fondo, cioè veramente non mi importava proprio più di nulla...es: mi portavano fuori a forza e non mi curavo di essere investita dalle macchine attraversando...era come portarsi fuori un vegetale...mi sentivo avulsa dal mondo..
decisero (eh!) finalmente di portarmi da una specialista, in effetti, anche secondo me, molto brava, perchè non avevo bisogno di chiacchere inutili, di buoni consigli o i soliti suggerimenti o pettegolezzi..
mi ci voleva una persona che potesse sintonizzarsi e valutare con me...<<le mie>> analisi raccolte su me stessa, scritte nel tempo etc.
Lei lo fece, parlava poco ed era molto mirata e mi diede una cura: prima zoloft, poi un'altro psicofarmaco che non ricordo...decisi dopo poco che quei farmaci non andavano bene, sentivo che il mio fisico, la mia testa non li tollerava adeguatamente...allora mi prescrisse il seropram, un ricaptatore della serotonina...e devo dire grazie a lei e al seropram se la mia situazione in davvero pochi mesi migliorò in modo apprezzabile per me e visibile per i miei.
Al termine della cura (circa 3 anni) lei volle dirmi, e lo apprezzai moltissimo: "tu ti sei voluta curare".
Ed in effetti era vero, non la vedevo praticamente mai e la sentivo prevalentemente per telefono, circa una volta al mese, io ero precisa nei sintomi, nel'evoluzione delle cose e lei mi prescriveva se aumentare o diminuire a seconda del caso...andai da lei davvero poche volte, forse 3..
penso che tuo figlio sia in una condizione analoga...sei fortunata perchè "lui vuole curarsi" e te lo dimostra facendo su stesso questa enorme e penosa analisi...sta combattendo per venirne fuori...
se vuoi posso darti il nominativo della Dr.ssa in questione, può darsi che se tuo figio non voglia a distanza, possa consigliarti una persona nella tua zona.
...Ricorda tuo figlio ha solo 15-16 anni, è adolescente, ha bisogno di trovare il suo equilibrio...se preferisci andar via di casa per un pò, ok..fallo ma l'idea di mandar tuo figlio, ad esempio in college per un periodo, può fargli solo bene; dagli fiducia, fagli sentire quanto lo apprezzi..che è grande...che il passato-sta-passando..che si apre un nuovo capitolo da cui ripartire e costruire ilo suo avvenire...
perchè tu lo apprezzi?!...ne sei orgogliosa?! hai fiducia in lui e nelle sue possibilità?!
se è così faglielo sapere
abbi fede, anche tu sarai stata adolescente, magari introversa, magari arrabbiata col mondo..magari chissà...poi passa si cresce si cambia, si acquista sicurezza...
passerà vedrai e questo periodo sarà solo un ricordo...
Ti sarei molto grata se mi daresti il nominativo della dottoressa che ti ha curato, magari conosce qualche collega ,BRAVO, a Trieste. La dott. in questione dove lavora?
Ho proposto a mio figlio di andare per un periodo in un college....o qualcosa di simile . Non vuol sentire parlare. la mia famiglia è disfunzionale ( ho descritto la mia situazione in altri post) e allontanarlo gli farebbe bene. Ma se lui non vuole? Cosa faccio lo porto di peso (54 kili) . Sono disperata e anche per questo vado via per 5 giorni...ho bisogno di ricaricarmi e di pensare....non so proprio che pesci pigliare.
magari questo link potrebbe interessarti:
www.hfm-detmold.de/en/portrait/institutionen/musikermedizin
hanno programmi estivi per ragazzi, l'ambiente è protetto e..potrebbe piacergli, senza doverlo portare di peso..
Rispondo a entrambe:
Paolaint: bellissimo il campo estivo musicale!! Ma è in Germania....mio figlio come se la caverebbe?Trovare una cosa simile in Italia...per lui sarebbe una manna dal momento che la musica è il suo talento/passione.
Rosa: si vado da una psicologa ma mi sto chiedendo se veramente mi serve o è solo un piccolo sostegno morale...
Però mi trovo poco daccordo nel mandarlo fuori. Se mia madre mi avesse mandata fuori, da sola, incapace come sono sempre stata di socializzare, sarebbe stata davvero la mia fine. Già mi sentivo poco amata e completamente sola, se mi avessero mandata fuori mi sarei sentita rifiutata del tutto. E poi quando ero depressa non riuscivo a fare nulla. Se mi avessero mandata in un posto da sola, mi sarei chiusa nella mia stanza rifiutando di fare qualunque cosa anche sotto minaccia.
Poi non so, ognuno di noi è diverso.
Purtroppo sono del sud e non so darti nominativi di quella zona...
Io ho fatto una terapia di due anni con incontri ogni due settimane. Non ricordo i nomi di tutti i farmaci che ho preso, poichè la dottoressa me li cambiava spesso man mano che miglioravo o andavo presentando nuovi sintomi (per esempio c'è stato un mese che avevo difficoltà a mangiare, e per una quindicina di giorni ho preso il levopraid fino a che non è scomparsa la nausea quando vedevo il cibo). Alcuni che ricordo sono quelli che ho preso nel primo periodo, ovvero sereupin associato a lexotan e quelli che ho preso durante l'ultimo periodo, cipralex associato a lorazepam. Nel mezzo ce ne sono stati altri, ma non ricordo. E' vero, bisogna volerlo. Se non lo si vuole e non ci si crede, curarsi è impossibile.
Insisti con il discorso che ha una malattia e che le malattie vanno curate. E' certamente una malattia difficile perchè non ha un riscontro fisico.
Una cosa che mi aiutò molto ad accettare sia la malattia che la cura, fu un ragionamento molto materiale, che escludeva tutta la complicata componente esistenziale che certe volte fa perdere un po' di vista le priorità e gli obiettivi più importanti che passo passo portano alla guarigione.
Ragionai del fatto che talvolta la depressione viene generata da un'insufficienza chimica che fa andare un po' fuori controllo tutto il sistema emozionale, che è pur sempre gestito da ormoni e varie sostanze prodotte dal nostro organismo. I farmaci e la terapia aiutano a resettare e reimpostare correttamente tutte quelle parti del nostro corpo addette alla gestione delle emozioni che per qualche "oscura ragione" (stanchezza, stress, difficoltà varie) erano impazzite.
Un po' come chi ingrassa a causa dell'ipotiroidismo e si comincia a tormentare che è brutto, che anche se da una dieta strettissima non dimagrisce, che la vita è uno schifo, e perde di vista il fatto che prendendo gli ormoni per regolare la tiroide, dimagrirebbe e qualunque tormento esistenziale legato al peso sparirebbe.
Oggi pomeriggio gli ho parlato, siamo usciti per una passeggiata...lo sto convincendo ad andare perlomeno dal medico di base( che mi sembra finora abbia capito meglio di altri come stanno le cose).
Mi ha chiesto di leggere tutta la documentazione che lo riguarda e vuole vedere le immagini (le chiama fotografie) del suo cervello!!Fatte con la risonanza...gliele posso anche far vedere (metto il dischetto nel pc) e gli posso anche leggere o meglio gli spiego che c'è scritto che il suo cervello è proprio perfetto!
Accidenti..troveremo anche noi un cane di medico che sappia cosa fare!!!!! E lo aiuti veramente...mio figlio vuol venirne fuori ma ha perso fiducia nei dottori ecc.
329 2577264 (Alessandro)
Ciao
Io invece posso dire di avere avuto esperienze positive in merito ai farmaci. Nel mio caso dico sempre che se non li avessi presi, non ne sarei mai uscita. Avevo delle situazioni talmente stratificate e talmente cementificate, che non potevano essere scardinate altrimenti. Non ero materialmente in grado di fare un ragionamento lineare e quindi non avrei mai potuto fare una terapia senza qualcosa che "calmasse" e riportasse sulle rotaie il turbinare continuo nella mia testa.
Se i farmaci sono giusti e ben dosati, nel momento in cui non servono più, cominceranno a dare "fastidi". Io mi accorgevo immediatamente se un farmaco non era più necessario o se non era quello di cui avevo bisogno, era come se il mio corpo me lo comunicasse.
Nel caso però del figlio di @500 c'è da valutare il fatto che è molto giovane e in questo caso, l'uso dei farmaci deve essere ben controllato. Per questo c'è bisogno di una persona davvero in gamba.
Lo yoga comunque, come dice oskene, è fantastico: ha un potere rilassante eccezionale!
Sono d'accordo con te sul fatto che in casi estremamente circoscritti (vale a dire quando necessari) quando vi sia la necessità di riportare il soggetto ad un livello di lucidità accettabile che rispecchi lo scopo finale del processo terapeutico (da perseguire con altri metodi) l'utilizzo di farmaci possa pure starci come strumento iniziale. Più che altro visto le porcherie che vengono messe in commercio, anche a causa dello scarso controllo preventivo dei farmaci, (e anche qui si potrebbe aprira la bibbia in merito) occorrerebbe prendere l'abitudine, soprattutto quando il medico ci prescrive con entusiasmo qualche "nuovo" farmaco,(di qualunque tipo) di andare a fare una ricerca su internet per assicurarsi della non nocività del prodotto. Molti psicofarmaci e/o antidepressivi, ritirati nel giro di un paio d'anni dopo aver causato numerosi danni ad altrettanti soggetti, sono stati accusati di: aumentare il rischio di suicidio di tot numero di volte nei soggetti trattati; non produrre alcun beneficio trattandosi di farmaci sostanzialmente "vuoti"; portare danni cerebrali e disturbi ulteriori a carico del cervello e di altre parti del corpo (se non erro uno di loro, lo zyprexa - e questo per citarne uno fra i tanti della serie - come si desume da una ricerca effettuata su google https://www.google.it/search?hl=it&site=&source=hp&q=zyprexa+infarto&oq=zyprexa+infarto&gs_l=hp.3...1640.8090.0.9812.17.14.0.0.0.0.1629.5472.1j4-2j0j1j2j1.7.0...0.0...1c.4jgDZX_rUSM rischiava di provocare infarto diabete e quant'altro)
E comunque scusate, visto che si parlava di Risperdal
http://www.nopazzia.it/risarcimento.htm
Per quanto riguarda l'aumento di rischio di suicidio (che era riportato sui bugiardini di TUTTI i farmaci che ho assunto), come dici tu ci sarebbe da aprire un dibattito che non finirebbe mai. E' una questione molto complessa dove a parer mio, gioca moltissimo la qualità della psicoterapia associata all'assunzione dei farmaci.
http://www.youtube.com/watch?v=bAxQrTXP8zk
Ecco questa è un'illuminante puntata di Report sull'argomento. Se volete, davvero può aiutare a chiarire le idee in merito:)
Io per questo motivo sono da sempre contrario agli psicofarmaci.
Tranquilla, ho letto tutto, ci sono casi e casi, ma io rimarrò sempre contro...
Fortunatamente non me li hanno mai prescritti.
E anche se me li avessero prescritti, mi sarei rifiutato, poiché credo nella lucidità naturale e nella forza di volontà (che però non ho su alcune cose, qui forse pecco d’incoerenza).