Appunto, magari il fatto che utilizzi scarsamente il canale verbale fa in modo che quello legato all'azione (lancio di oggetti ecc..) risulti amplificato. Ma soprattutto penso c'entri anche il fatto che un bambino di tre anni in ogni caso non sappia come articolare a parole le sue richieste o le sue emozioni in modo complesso e così accade che queste si accumulano mettendosi in coda come i comandi in una stampante e ciò provochi un piccolo "scoppio". Ma appunto, come ti dicevo, è una cosa frequente nello spettro e soprattutto coi dovuti interventi si può insegnare al bambino a gestirli meglio. Perciò non preoccuparti e nel caso aspetta maggiori delucidazioni da parte di altri utenti;)
Io non ho meltdown nel sonno (non ho neanche ben capito di cosa si tratti), però mi è capitato di sognare di avere un meltdown!
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Si, intendo questo. Orribile.
Mai successo ciò che intendete voi. Però alcune volte mi è capitato di sognare che mio padre mi urlava e mi rimproverava e io non riuscivo a reagire o gli dicevo parolacce e bestemmie e mi svegliavo. Quell'uomo era così anche nella realtà, per questo fui contento della sua morte, anche se col senno di poi la mia opinione su di lui è cambiata in meglio...
Non capisco cosa differenzi il meltdown dall'essere arrabbiato. Penso capiti a tutti di urlare brutte cose anche ai genitori o familiari, qualche volta. Ad esempio, quando all'esame dopo che il professore davanti agli altri trovava da ridire sulla mia relazione, senza avermi fatto neanche un'osservazione nel mese che ha avuto per leggerla, e io ho preso e me ne sono andato gridando (tanto che dalla voce mi veniva quasi da piangere per il nervoso e per la necessità di controllarmi), è da considerare meltdown o arrabbiatura? Mentre succedeva mi sentivo le guance premere verso gli occhi. Era il 31/01/2002.
@fattore_a anche per me è faticoso distinguere semplice arrabbiatura da meltdown, questi ultimi sono rari e di solito dopo ricordo poco o nulla di cosa me li ha fatti scatenare, eppure avverto sensi di colpa come se ricordassi tutto.. non so come descriverlo, è stranissimo.
Per quanto ne so io il meltdown non è solo causato da esplosioni di rabbia (o frustrazione) ma può essere provocato anche da sovraccarichi sensoriali. Soprattutto nei bambini questa può essere una delle cause principali.
Inoltre la differenza tra arrabbiatura e meltdown vero e proprio credo risieda proprio nell'incapacità di controllare le proprie reazioni. Quel minimo di coscienza dell'agire (di quello che si sta facendo) che, comunque, anche nella reazione d'ira più forte è presente, nel meltdown sparisce. E' una tempesta che scoppia all'improvviso, senza nessuna avvisaglia, e sulla quale non si ha alcun potere. Poi, per più scientifiche e calibrate delucidazioni, chiamo in causa @wlofgang.
Per quanto mi riguarda, dopo un'attenta analisi delle mie esperienze da adulta, credo di avere avuto pochi episodi di vero e proprio meltdown. Negli ultimi anni di sicuro pochissimi. Un paio sul lavoro (e non è stata una cosa bella) e gli altri nella vita privata. Ne ricordo in particolare uno, scatenato dalla semplice immagine di un ricordo venutami in mente mentre parlavo al telefono, che mi ha portata ad urlare da un momento all'altro senza nessun motivo apparente, a chiudere la telefonata di botto e poi a rannicchiarmi sul letto, continuando ad urlare e a singhiozzare. In quell'occasione mi sono anche dondolata (cosa che di solito non faccio mai). Tutto ciò di fronte al mio ex, completamente allibito, che cercò comunque di consolarmi abbracciandomi, solo per ricevere dei pugni in risposta e per essere cacciato da casa mia. Non ho la più pallida idea di quanto tempo sia passato prima che mi calmassi.
Altre volte invece, soprattutto se i meltdown sono causati da rabbia, posso reagire con lancio di oggetti o percuotendo i muri con i palmi delle mani. Questo da adulta. Da bambina invece ero più sul versante del pianto incontrollato.
Per quanto riguarda quello che mi può aiutare in quelle situazioni, so di sicuro che è meglio non toccarmi. Mi può aiutare di più qualcuno che mi parla con voce tranquilla ma molto sicura, dandomi dei semplici ordini pratici. Poi alla fine quello che mi aiuta di più in assoluto è allontanarmi da tutto.
Allora non so dire se abbia avuto o meno queste esperienze, almeno non dopo il 1991 e su quell'espisodio la dinamica non mi è del tutto chiara e chi c'era oggi non c'è più. Ringrazio @Eunice e di nuovo @A87 per aver risposto parlando anche di cose personali.
Visto che siete tutti più ferrati di me in materia vorrei un chiarimento. Al mio bimbo di tre anni nello spettro capita spesso di avere delle crisi di rabbia, lancia gli oggetti, urla e si dibatte. Quando era più piccolo arrivava a sbattere la testa all'indietro nel pavimento. Gli capita quando viene contrariato, quando qualcosa non va come lui vorrebbe e in alcuni casi in cui mi è difficile capire i motivi scatenanti. Questi sono meltdown?
Questi che descrivi, più che semplici capricci sembrerebbero meltdown. Nel meltdown di solito si perde il controllo, mentre il capriccio tipicamente è una lamentela piagnucolosa fatta a mo' di sceneggiata e in quanto tale il bambino ha per forza il controllo di se stesso e della situazione (la recita è il controllo per eccellenza). Piuttosto è possibile che se il capriccio non ha esito, il bambino possa avere una crisi di rabbia e da questa scaturisca il meltdown. Io personalmente comunque da bambina non facevo capricci. Non ero solita manipolare i miei genitori e famigliari fingendo di piagnucolare o di lamentarmi per ottenere qualcosa, anche perché non mi era permesso (se ci provavo mi arrivava istantaneamente uno scapaccione o la sculacciata). Ma capitava che piangessi per il dolore o per la disperazione e da tale condizione scaturisse una crisi di rabbia, che tuttavia non è mai sfociata in un vero e proprio meltdown. I veri e propri meltdown ho iniziato ad averli a partire dall'adolescenza.
Io sono “nato capriccioso”, da piccolo piangevo sempre. Ancora oggi mi si fa credere che quelli che ho tuttora sono semplici capricci, quando invece è ciò che voglio e aspetto da anni. Per me, non ottenere ciò che voglio è irritante… urlo, impazzisco, non ci vedo più dalla rabbia… quasi letteralmente! E a volte, anche una volta ottenuto, provo qualcosa di spiacevole, simile a un senso di colpa, specie se durante l’attesa ho fatto tanti “capricci” stressando gli altri.
la differenza tra arrabbiatura e meltdown vero e proprio credo risieda proprio nell'incapacità di controllare le proprie reazioni. Quel minimo di coscienza dell'agire (di quello che si sta facendo) che, comunque, anche nella reazione d'ira più forte è presente, nel meltdown sparisce. E' una tempesta che scoppia all'improvviso, senza nessuna avvisaglia, e sulla quale non si ha alcun potere.
Grazie Eunice, questo spiega perché, dopo un meltdown, spesso non ricordo cosa lo ha scatenato. Nessuno vuol essere toccato o rivolto la parola durante un meltdown. Io devo stare da solo per sbollire.
La mia ultima crisi risale al 3 ottobre 2003, ruppi il mio cellulare all'epoca, da allora, ma anche prima, facevo sempre in modo di evitare o prevenire situazioni potenzialmente pericolose. A volte faccio delle veloci simulazioni mentali per capire se una situazione può degenerare e posso perdere il controllo, può essere che nella quotidianità me la prenda con oggetti incolpevoli per cazzate, ma è una specie di valvola di sfogo per evitare di coinvolgere gli umani. Mia moglie continua a chiedermi perchè sono di ghiaccio in situazioni dove la gente normale perde la calma e poi mi incazzo come una bestia se mi si rompe il laccio delle scarpe prima di uscire !
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Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me. (G. Marx)
In quel periodo (2003-2004) i miei meltdown erano frequenti, ne ricordo uno del 22 ottobre 2004 in cui arrivai a distruggere involontariamente con un pugno il vetro plastificato della porta della camera da letto dei miei. Ovviamente seguì una serie di rimproveri, ma non ricordo altro, soprattutto non ricordo il motivo della crisi. Si ruppe la parte inferiore del vetro, nessuna lesione fisica.
Mia moglie continua a chiedermi perchè sono di ghiaccio in situazioni dove la gente normale perde la calma e poi mi incazzo come una bestia se mi si rompe il laccio delle scarpe prima di uscire !
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Concordo! Anche i miei amici lo dicono. Uno degli ultimi attacchi isterici che ho avuto è stato un paio di settimane fa perchè una mosca si era poggiata sul mio fazzoletto. Ho cominciato a urlare e tirare cose cercando di ucciderla finchè non è arrivata mia madre a calmarmi.
La mia ultima crisi risale al 3 ottobre 2003, ruppi il mio cellulare all'epoca, da allora, ma anche prima, facevo sempre in modo di evitare o prevenire situazioni potenzialmente pericolose...Mia moglie continua a chiedermi perchè sono di ghiaccio in situazioni dove la gente normale perde la calma e poi mi incazzo come una bestia se mi si rompe il laccio delle scarpe prima di uscire !
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ecco, io invece il cellulare l'ho disrutto a dicembre scorso (ultimo meltdown) eheheh!
Comunque diverse modalita' di meltdown a seconda dell'eta'.
Da bambino chiusura decisa e totale al mondo, e per me non era uno shutdown in quanto comportava perdere sicuramente momenti piacevoli (es. non provare gioia per dei nuovi giocattoli, o per le uscite con la famiglia) e poi mi toccava pure subire le "coccole" materne, con mia incontrollabile reazione agli abbracci (li scansavo come con uno spasmo). Mai distruttivo fisicamente, che io ricordi.
Da adolescente e giovane facevo in modo di peggiorare la mia situazione generale, possibilmente gravando ancora di piu' gli impegni scolastici, non mangiando, provocandomi fatica fisica (es. allungando a dismisura il percorso verso casa). In seguito ho fatto uguale con gli impegni di lavoro. A volte, non potendo fare di piu' contro me stesso, piangevo disperatamente la notte fino a che mi addormentavo. Questi sfoghi non mi aiutavano minimamente a farmi cambiare le cose che mi provocavano tanta tensione. Non sono mai stato bravo a curare me stesso.
Da adulto maggiore autocontrollo e casi abbastanza prevedibili di meltdown, grazie a una rapida simulazione come dice @Francesco. Pero' l'autocontrollo nulla puo' verso la molla che si carica, e poi ecco finalmente o mio malgrado l'improvviso salire di "qualcosa" che si tramuta in manifestazioni prima emotive (so che il malessere sta' per uscire da me) e poi con violenza verbale, a volte anche fisica (solo verso oggetti che si tovano, poverini, a portata di mano).
Dopo, quando sono solo, mi stupisco di cosa ho potuto far uscire dalla mia bocca e mi pento perche' non mi sono controllato, mostrando quindi un aspetto violento che in realta' so non essere del tutto legato a quel contesto.
Invece, l'episodio di autocontrollo piu' eclatante fu una notte che in auto (ero alla guida e avevo due mie amiche con me), venimmo aggrediti da due energumeni strafatti di coca che bloccarono la mia auto con la loro, e poi ne scesero e iniziarono a provocare pesantemente. Io decisi di non reagire, o comunque rimasi impassibile, anche se mi stava montando una violenza immensa. Alla fine desistettero. Le due amiche ogni tanto ancora ricordano la mia non-reazione glaciale. Pensa te! Poi pero', se mi interrompono mentre lavoro, vado in bestia.
"Mia moglie continua a chiedermi perchè sono di ghiaccio in situazioni dove la gente normale perde la calma e poi mi incazzo come una bestia se mi si rompe il laccio delle scarpe prima di uscire!"
Ciao a tutti. Sono una new entry. Mio figlio di 17 anni sta questi giorni terminandola valutazione per la sindrome di Asperger. Avrò bisogno di chiedere tanti consigli perche da quando era piccolo abbiamo girato in lungo e largo senza che nessuno ci abbia mai capito nulla e abbia potuto aiutare lui e noi genitori. Oltre gli altri problemi che voi ben conoscete di esclusione ed emarginazione, di accettare che la sua verità non è sacrosanta ecc., il problema principale che dobbiamo risolvere con maggiore priorità è gli scatti d'ira incontrollati che ho scoperto chiamasi meltdown. Mio figlio ne ha di frequenti e molto violenti, scatenati spesso da motivazioni apparentemente futili. Uno lo ha avuto due giorni fa. Ha spaccato il telefono di casa ha affrontato fisicamente il padre e poi ha preso a pugni la nostra automobile ammaccandola e quasi fratturandosi la mano (che è ancora dolente e gonfia). È veramente pauroso sembra una furia omicida quando è in quello stato. Vorrei sapere da voi come avete affrontato queste problematiche, se siete ricorsi a farmaci e se potete darmi un consiglio, considerando che ho anche un'altra figlia di 11 anni che risente molto della situazione. Grazie
passiamo per persone capricciose invece durante e dopo il meltdown si sta da cane, è un dolore fortissimo in tutto il corpo, mio marito che mi sta accanto pure sta male ma credo che quello lui prova sia solo una minima parte di come io mi sento e mi dà pure fastidio che lui stia male per me, vorrei solo rimanere da sola
@chandra E' molto forte quello che capita a tuo figlio e non credo ci siano "motivazioni apparentemente futili" perche' quelle sono solo il grilletto. E' cosi' che funziona: arriva la saturazione e...boummm! Considera anche che e' un adolescente per cui puo' darsi che nel tempo le cose possano migliorare.
Per quello che posso dirti io, non devi reprimere ma facilitargli lo sfogo, perche' di questo si tratta e se lo reprimi, e' inutile perche' tanto prima o poi avverra'. Personalmente sono contrario a farmaci, ma qui ci sono esperti che possono darti informazioni in merito.
Secondo me la sua fortuna e' di vivere con i genitori, che possono prevenire osservando il suo umore. Potreste quindi accompagnarlo in una zona sicura dove non ci sono oggetti contundenti ma oggetti utili all'uso (tanto si tratta di quel preciso momento in cui "serve" l'oggetto che e' piu' a portata di mano). Non saprei dire, magari vecchie cose, purche' li conosca gia'. Parlane con lui.
Ciao a tutti. Sono una new entry. Mio figlio di 17 anni sta questi giorni terminandola valutazione per la sindrome di Asperger. Avrò bisogno di chiedere tanti consigli perche da quando era piccolo abbiamo girato in lungo e largo senza che nessuno ci abbia mai capito nulla e abbia potuto aiutare lui e noi genitori. Oltre gli altri problemi che voi ben conoscete di esclusione ed emarginazione, di accettare che la sua verità non è sacrosanta ecc., il problema principale che dobbiamo risolvere con maggiore priorità è gli scatti d'ira incontrollati che ho scoperto chiamasi meltdown. Mio figlio ne ha di frequenti e molto violenti, scatenati spesso da motivazioni apparentemente futili. Uno lo ha avuto due giorni fa. Ha spaccato il telefono di casa ha affrontato fisicamente il padre e poi ha preso a pugni la nostra automobile ammaccandola e quasi fratturandosi la mano (che è ancora dolente e gonfia). È veramente pauroso sembra una furia omicida quando è in quello stato. Vorrei sapere da voi come avete affrontato queste problematiche, se siete ricorsi a farmaci e se potete darmi un consiglio, considerando che ho anche un'altra figlia di 11 anni che risente molto della situazione. Grazie
I farmaci non servono assolutamente a niente. Nella fattispecie ho iniziato ad avere violenti meltdown proprio quando da adolescente iniziarono a darmi neurolettici (antipsicotici), che diminuivano la capacità di intendere e volere e l'espressività per cui subivo ancora di più le situazioni con la conseguenza che la frustrazione aumentava a dismisura sfogandosi poi attraverso i meltdown che prima non c'erano. I disturbi autistici non sono trattabili con i farmaci, non solo: molti psicofarmaci, tra cui benzodiazepine e antipsicotici rendono il sistema nervoso instabile e il paziente è ancora più facilmente soggetto a comportamenti aberranti, a scatti d'ira e disturbi neurologici quali insonnia e tremori. Spesso i danni neurologici sono irreversibili (come ad esempio lo sono stati nel mio caso). Diffidate di qualsiasi specialista che come primo approccio ai problemi di vostro figlio vi propone una terapia farmacologica, specialmente se a base di antipsicotici. Se gli volete bene non rifilate quei veleni a vostro figlio. Piuttosto se volete realmente aiutare vostro figlio, cercate di comprendere assieme a lui cosa davvero lo fa soffrire e lo rende frustrato. Alla base del meltdown non c'è mai un motivo futile, ma un accumulo insostenibile di frustrazioni, che si sfoga alla prima piccola goccia che fa traboccare il vaso. L'unico modo per evitare il meltdown è fare in modo che il vaso non si riempia. Quanto a vostra figlia capisco bene la situazione, ma dato che la bambina non è più un infante potete tranquillamente spiegarle che suo fratello fa così non perché sia cattivo, ma perché sta soffrendo e quello è il suo modo per esprimere la sua sofferenza.
io ho sempre sognato "la stanza dello sfogo"!!! magari con un pungiball .. o come si scrive! mai potuta avere purtroppo :-(
Lo sai che è un' idea geniale? Non ci avevo pensato!
Mio figlio ne ha rari ora, molti di più in passato. Da piccolo piccolo credo per sovraccarico sensoriale...ricordo ancora lo spaghetto e vongole che pendeva dalla nostra bocca quando alla sua festa di 1 anno al ristorante ci fece scappare in fretta e furia e impaccottare la torta perché gridava come un pazzo. Ne ha avuti tantissimi altri, soprattutto feste e posti caotici. Poi è migliorata molto la comunicazione non verbale e questo ci aiuta a capirlo. Ora gli vengono quando viene contraddetto o gli tolgo qualche gioco per lui ossessivo. Anche se @mandragola77 spesso sono solo capricci. Lui inizia a piangere forte e comincia a correre e si va a mettere in un angolo della casa, dietro ad un mobile. A volte lo coccolo, cerco di calmarlo, ma è peggio se non può ottenere quello che vuole. Altre volte non lo calcolo e lui viene a chiamarmi per farmi vedere dove si è nascosto. Alla fine anche lui si pente, ma il nervoso gli dura pure una giornata.
io ho sempre sognato "la stanza dello sfogo"!!! magari con un pungiball .. o come si scrive! mai potuta avere purtroppo :-(
@kokorozashi Ahahah! E' esattamente quello che un tempo ho usato io fino a distruggerne l'attacco al soffitto. In realta' all'inizio serviva per allenarmi (ho praticato per 20 anni le arti marziali), poi un giorno ne ho scoperto anche l'uso "improprio".
Ciao a tutti. Sono una new entry. Mio figlio di 17 anni sta questi giorni terminandola valutazione per la sindrome di Asperger. Avrò bisogno di chiedere tanti consigli perche da quando era piccolo abbiamo girato in lungo e largo senza che nessuno ci abbia mai capito nulla e abbia potuto aiutare lui e noi genitori. Oltre gli altri problemi che voi ben conoscete di esclusione ed emarginazione, di accettare che la sua verità non è sacrosanta ecc., il problema principale che dobbiamo risolvere con maggiore priorità è gli scatti d'ira incontrollati che ho scoperto chiamasi meltdown. Mio figlio ne ha di frequenti e molto violenti, scatenati spesso da motivazioni apparentemente futili. Uno lo ha avuto due giorni fa. Ha spaccato il telefono di casa ha affrontato fisicamente il padre e poi ha preso a pugni la nostra automobile ammaccandola e quasi fratturandosi la mano (che è ancora dolente e gonfia). È veramente pauroso sembra una furia omicida quando è in quello stato. Vorrei sapere da voi come avete affrontato queste problematiche, se siete ricorsi a farmaci e se potete darmi un consiglio, considerando che ho anche un'altra figlia di 11 anni che risente molto della situazione. Grazie
io non ho figli ma sono una figlia, i miei genitori e ora mio marito mi stanno accanto e lasciano passare la cosa, poi il giorno dopo cercano di calmarmi di farmi ragionare, analizziamo razionalmente tutte le motivazioni che mi hanno portato al meltdown, ne parliamo a lungo, io resto frastornata perchè ciò che provo veramente i veri motivi non riesco a tirarli fuori del tutto, poi cerco di razionalizzare ma non è detto che la cosa non si ripeta. Genitori e mariti devono avere un sacco infinito di pazienza... e tanta calma. però devo anche dirti che è meglio un meltdown, anche se in qualche modo va arginato la tentazione di farsi male è forte, piuttosto che shutdown tanto buio nel cuore è terribile...
Nel mio caso i meltdown sono dovuti ad un accumulo costante di frustrazione. Nella mia vita ho dovuto sopportare per lunghissimo tempo situazioni relazionali e affettive deludenti e molto pesanti che mi portavano ad un costante accumulo di tensione e frustrazione. È ovvio che raggiunto il limite della sopportazione, alla prima occasione possibile, tutta questa esasperazione viene fuori sotto forma di meltdown. Per evitare questa condizione occorre laddove possibile operare un cambiamento in quelle che sono le cause (la situazione che porta all'accumulo di frustrazione). Tuttavia, già la consapevolezza di quella che è la fonte della propria esasperazione può avere un effetto riduttivo, rispetto alla totale ignoranza del problema. Questo mi è stato detto dallo specialista.
Ho momenti di rabbia, di tristezza; di panico, ma non so se c entrino con i metltdown. Ho aperto anche una discussione per saperne di più, se volete la trovate nel mio profilo.
Vale (egli\lui\gli)- feedback e reactions sempre graditi
Ma questi 'Meltdown' sono un sintomo della sindrome?
Ho sempre avuto crisi di rabbia incontrollata dove scoppio a piangere, tremo, lancio oggetti, sbatto porte e vado avanti e indietro per motivi che non giustificano la cosa.
Quello che ho descritto sopra è un 'Meltdown'?
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la
sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione
di essere uno stupido. – Albert Einstein
Io dico un sacco di parolacce e urlo con tutto e tutti, poi piango e sono giù di corda per qualche giorno. Ho i muscoli delle gambe contratti e mi fanno male.
Presente! Anche per me sono dei momenti di rabbia intensa che non riesco a controllare nei quali finisco per aggredire verbalmente gli altri (oggi, da piccola solitamente mi buttavo in terra e iniziavo a tirare calci e pugni o morsi - mi ricordo che questo accadeva perché mia madre mi chiedeva se fossi un cane, ma io non capivo che significasse) dico cose che in generale non penso, ho l'istinto di spaccare delle cose (che di solito riesco a controllare) e finisco per mordermi labbra, mani e tutto il mordibile di solito direzionato su me stessa. In realtá, eunice, credo che siano due cose che vanno molto di pari passo, lette in chiavi diverse. Mi capita quando sono in una situazione che mi innervosisce, quando ci sono delle condizioni che non riesco a sopportare a livello di sensazioni...e quando queste si accumulano generando sovraccarico. Però penso che il "quando mi arrabbio" di kokorozashi possa essere sovrapponibile leggendolo come un sovraccarica rispetto a situazioni esterne che non riesco a gestire e in cui mi sento frustrata...in cui mi arrabbio. A me capita. É una rabbia portata dalla frustrazione di non capire e non sapere come intervenire per modificare quella situazione, in cui non capisco più chi pensa cosa e boh...disconnessione totale. Stesse sensazioni fisiche che descriveva kokorozashi. Mi capita di più ancora se le due cose si sovrappongono...ad esempio una volta in una riunione molto aggressiva e concitata di lavoro in cui tutti urlavano e eravamo in una situazione sensoriale "ostile" e io non riuscivo a capire più nulla. Ecco, li sono proprio crollata. Solitamente mi riprendo con del silenzio...degli abbracci. Chiedo spesso alla mia compagna di stringermi in questi momenti, anche se per lei a volte é difficile perché non riesce a scollegare l'abbraccio da qualcosa di emotivo e dice che non é proprio facile abbracciare qualcuno che ti sta urlando contro...solitamente mi viene da piangere e finché non ho sfogato la rabbia e le lacrime. Potrei dormire per giorni. Di solito dondolo (ma io non mi dondolo...oscillo), ascolto musica o mi metto a fare qualcosa di particolarmente motivante. Comunque mi sento spossata per parecchio tempo, possono volerci anche dei giorni per riprendere le energie. Nel momento subito pre crisi mi capita spesso di non riuscire a fermare lo sguardo sulle cose, gli occhi passano in autonomia da un dettaglio all'altro del mondo che mi circonda senza vedere niente ma anche senza riuscire a fermarsi. Credo di aver capito che per me é segnale di massima allerta sovraccarico, al quale é necessario intervenire perché poi superato il limite non potrò più farlo. Vi capita?
"...il cammino di noi uomini presuppone mete che con la perseveranza possono essere raggiunte..." C. Dickens
Commenti
Ad esempio, quando all'esame dopo che il professore davanti agli altri trovava da ridire sulla mia relazione, senza avermi fatto neanche un'osservazione nel mese che ha avuto per leggerla, e io ho preso e me ne sono andato gridando (tanto che dalla voce mi veniva quasi da piangere per il nervoso e per la necessità di controllarmi), è da considerare meltdown o arrabbiatura?
Mentre succedeva mi sentivo le guance premere verso gli occhi.
Era il 31/01/2002.
anche per me è faticoso distinguere semplice arrabbiatura da meltdown, questi ultimi sono rari e di solito dopo ricordo poco o nulla di cosa me li ha fatti scatenare, eppure avverto sensi di colpa come se ricordassi tutto.. non so come descriverlo, è stranissimo.
Inoltre la differenza tra arrabbiatura e meltdown vero e proprio credo risieda proprio nell'incapacità di controllare le proprie reazioni. Quel minimo di coscienza dell'agire (di quello che si sta facendo) che, comunque, anche nella reazione d'ira più forte è presente, nel meltdown sparisce. E' una tempesta che scoppia all'improvviso, senza nessuna avvisaglia, e sulla quale non si ha alcun potere.
Poi, per più scientifiche e calibrate delucidazioni, chiamo in causa @wlofgang.
Per quanto mi riguarda, dopo un'attenta analisi delle mie esperienze da adulta, credo di avere avuto pochi episodi di vero e proprio meltdown. Negli ultimi anni di sicuro pochissimi. Un paio sul lavoro (e non è stata una cosa bella) e gli altri nella vita privata. Ne ricordo in particolare uno, scatenato dalla semplice immagine di un ricordo venutami in mente mentre parlavo al telefono, che mi ha portata ad urlare da un momento all'altro senza nessun motivo apparente, a chiudere la telefonata di botto e poi a rannicchiarmi sul letto, continuando ad urlare e a singhiozzare. In quell'occasione mi sono anche dondolata (cosa che di solito non faccio mai). Tutto ciò di fronte al mio ex, completamente allibito, che cercò comunque di consolarmi abbracciandomi, solo per ricevere dei pugni in risposta e per essere cacciato da casa mia. Non ho la più pallida idea di quanto tempo sia passato prima che mi calmassi.
Altre volte invece, soprattutto se i meltdown sono causati da rabbia, posso reagire con lancio di oggetti o percuotendo i muri con i palmi delle mani. Questo da adulta. Da bambina invece ero più sul versante del pianto incontrollato.
Per quanto riguarda quello che mi può aiutare in quelle situazioni, so di sicuro che è meglio non toccarmi. Mi può aiutare di più qualcuno che mi parla con voce tranquilla ma molto sicura, dandomi dei semplici ordini pratici. Poi alla fine quello che mi aiuta di più in assoluto è allontanarmi da tutto.
Piuttosto è possibile che se il capriccio non ha esito, il bambino possa avere una crisi di rabbia e da questa scaturisca il meltdown.
Io personalmente comunque da bambina non facevo capricci. Non ero solita manipolare i miei genitori e famigliari fingendo di piagnucolare o di lamentarmi per ottenere qualcosa, anche perché non mi era permesso (se ci provavo mi arrivava istantaneamente uno scapaccione o la sculacciata). Ma capitava che piangessi per il dolore o per la disperazione e da tale condizione scaturisse una crisi di rabbia, che tuttavia non è mai sfociata in un vero e proprio meltdown. I veri e propri meltdown ho iniziato ad averli a partire dall'adolescenza.
non siano capricci, il bambino non piagnucola ma si arrabbia di brutto, si irrigidisce e urla.
Ancora oggi mi si fa credere che quelli che ho tuttora sono semplici capricci, quando invece è ciò che voglio e aspetto da anni. Per me, non ottenere ciò che voglio è irritante… urlo, impazzisco, non ci vedo più dalla rabbia… quasi letteralmente! E a volte, anche una volta ottenuto, provo qualcosa di spiacevole, simile a un senso di colpa, specie se durante l’attesa ho fatto tanti “capricci” stressando gli altri. Grazie Eunice, questo spiega perché, dopo un meltdown, spesso non ricordo cosa lo ha scatenato.
Nessuno vuol essere toccato o rivolto la parola durante un meltdown.
Io devo stare da solo per sbollire.
~X( ~X( ~X(
Concordo! Anche i miei amici lo dicono. Uno degli ultimi attacchi isterici che ho avuto è stato un paio di settimane fa perchè una mosca si era poggiata sul mio fazzoletto. Ho cominciato a urlare e tirare cose cercando di ucciderla finchè non è arrivata mia madre a calmarmi.
Comunque diverse modalita' di meltdown a seconda dell'eta'.
Da bambino chiusura decisa e totale al mondo, e per me non era uno shutdown in quanto comportava perdere sicuramente momenti piacevoli (es. non provare gioia per dei nuovi giocattoli, o per le uscite con la famiglia) e poi mi toccava pure subire le "coccole" materne, con mia incontrollabile reazione agli abbracci (li scansavo come con uno spasmo). Mai distruttivo fisicamente, che io ricordi.
Da adolescente e giovane facevo in modo di peggiorare la mia situazione generale, possibilmente gravando ancora di piu' gli impegni scolastici, non mangiando, provocandomi fatica fisica (es. allungando a dismisura il percorso verso casa). In seguito ho fatto uguale con gli impegni di lavoro.
A volte, non potendo fare di piu' contro me stesso, piangevo disperatamente la notte fino a che mi addormentavo.
Questi sfoghi non mi aiutavano minimamente a farmi cambiare le cose che mi provocavano tanta tensione.
Non sono mai stato bravo a curare me stesso.
Da adulto maggiore autocontrollo e casi abbastanza prevedibili di meltdown, grazie a una rapida simulazione come dice @Francesco. Pero' l'autocontrollo nulla puo' verso la molla che si carica, e poi ecco finalmente o mio malgrado l'improvviso salire di "qualcosa" che si tramuta in manifestazioni prima emotive (so che il malessere sta' per uscire da me) e poi con violenza verbale, a volte anche fisica (solo verso oggetti che si tovano, poverini, a portata di mano).
Dopo, quando sono solo, mi stupisco di cosa ho potuto far uscire dalla mia bocca e mi pento perche' non mi sono controllato, mostrando quindi un aspetto violento che in realta' so non essere del tutto legato a quel contesto.
Invece, l'episodio di autocontrollo piu' eclatante fu una notte che in auto (ero alla guida e avevo due mie amiche con me), venimmo aggrediti da due energumeni strafatti di coca che bloccarono la mia auto con la loro, e poi ne scesero e iniziarono a provocare pesantemente. Io decisi di non reagire, o comunque rimasi impassibile, anche se mi stava montando una violenza immensa. Alla fine desistettero. Le due amiche ogni tanto ancora ricordano la mia non-reazione glaciale. Pensa te! Poi pero', se mi interrompono mentre lavoro, vado in bestia.
Sono una new entry. Mio figlio di 17 anni sta questi giorni terminandola valutazione per la sindrome di Asperger. Avrò bisogno di chiedere tanti consigli perche da quando era piccolo abbiamo girato in lungo e largo senza che nessuno ci abbia mai capito nulla e abbia potuto aiutare lui e noi genitori.
Oltre gli altri problemi che voi ben conoscete di esclusione ed emarginazione, di accettare che la sua verità non è sacrosanta ecc., il problema principale che dobbiamo risolvere con maggiore priorità è gli scatti d'ira incontrollati che ho scoperto chiamasi meltdown.
Mio figlio ne ha di frequenti e molto violenti, scatenati spesso da motivazioni apparentemente futili.
Uno lo ha avuto due giorni fa.
Ha spaccato il telefono di casa ha affrontato fisicamente il padre e poi ha preso a pugni la nostra automobile ammaccandola e quasi fratturandosi la mano (che è ancora dolente e gonfia). È veramente pauroso sembra una furia omicida quando è in quello stato.
Vorrei sapere da voi come avete affrontato queste problematiche, se siete ricorsi a farmaci e se potete darmi un consiglio, considerando che ho anche un'altra figlia di 11 anni che risente molto della situazione.
Grazie
Per quello che posso dirti io, non devi reprimere ma facilitargli lo sfogo, perche' di questo si tratta e se lo reprimi, e' inutile perche' tanto prima o poi avverra'.
Personalmente sono contrario a farmaci, ma qui ci sono esperti che possono darti informazioni in merito.
Secondo me la sua fortuna e' di vivere con i genitori, che possono prevenire osservando il suo umore. Potreste quindi accompagnarlo in una zona sicura dove non ci sono oggetti contundenti ma oggetti utili all'uso (tanto si tratta di quel preciso momento in cui "serve" l'oggetto che e' piu' a portata di mano). Non saprei dire, magari vecchie cose, purche' li conosca gia'. Parlane con lui.
magari con un pungiball ..
o come si scrive!
mai potuta avere purtroppo :-(
Piuttosto se volete realmente aiutare vostro figlio, cercate di comprendere assieme a lui cosa davvero lo fa soffrire e lo rende frustrato. Alla base del meltdown non c'è mai un motivo futile, ma un accumulo insostenibile di frustrazioni, che si sfoga alla prima piccola goccia che fa traboccare il vaso. L'unico modo per evitare il meltdown è fare in modo che il vaso non si riempia.
Quanto a vostra figlia capisco bene la situazione, ma dato che la bambina non è più un infante potete tranquillamente spiegarle che suo fratello fa così non perché sia cattivo, ma perché sta soffrendo e quello è il suo modo per esprimere la sua sofferenza.
Mio figlio ne ha rari ora, molti di più in passato. Da piccolo piccolo credo per sovraccarico sensoriale...ricordo ancora lo spaghetto e vongole che pendeva dalla nostra bocca quando alla sua festa di 1 anno al ristorante ci fece scappare in fretta e furia e impaccottare la torta perché gridava come un pazzo. Ne ha avuti tantissimi altri, soprattutto feste e posti caotici.
Poi è migliorata molto la comunicazione non verbale e questo ci aiuta a capirlo.
Ora gli vengono quando viene contraddetto o gli tolgo qualche gioco per lui ossessivo. Anche se @mandragola77 spesso sono solo capricci. Lui inizia a piangere forte e comincia a correre e si va a mettere in un angolo della casa, dietro ad un mobile. A volte lo coccolo, cerco di calmarlo, ma è peggio se non può ottenere quello che vuole. Altre volte non lo calcolo e lui viene a chiamarmi per farmi vedere dove si è nascosto. Alla fine anche lui si pente, ma il nervoso gli dura pure una giornata.
però devo anche dirti che è meglio un meltdown, anche se in qualche modo va arginato la tentazione di farsi male è forte, piuttosto che shutdown tanto buio nel cuore è terribile...
Per evitare questa condizione occorre laddove possibile operare un cambiamento in quelle che sono le cause (la situazione che porta all'accumulo di frustrazione).
Tuttavia, già la consapevolezza di quella che è la fonte della propria esasperazione può avere un effetto riduttivo, rispetto alla totale ignoranza del problema. Questo mi è stato detto dallo specialista.
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione di essere uno stupido. – Albert Einstein