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Cosa vi accade durante i meltdown?- Pagina 3 — Spazio Asperger Onlus Salta il contenuto
Autismo al Lavoro con Tony Attwood! 11-12 Maggio 2023. A Milano e online!

Cosa vi accade durante i meltdown?

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Commenti

  • yugenyugen Post: 1,888
    modificato ottobre 2014
    Forse ripeto cose gia' scritte.
    Per me puo' essere una parola, una frase, uno sguardo, un ricordo..
    L'evento in se', da solo, si puo', si potrebbe contenere razionalmente.
    Invece ti risuona dentro e richiama altro.
    Ma con un'intensita' esplosiva.
    E non lo razionalizzi, non lo controlli.
    Ma spesso non lo percepisco, o almeno in passato non lo percepivo, perche' il fatto in se' era oggettivamente insignificante. Dovevo decantare tutte le sensazioni negative per recuperare quell'impressione scatenante.
    E diviene scatenante perche' si somma ad altro, a un contesto stressante, ad una condizione di stanchezza, o e' la risposta ad un forte investimento emotivo, o e' l'ennesima ripetizione di un evento intollerabile.
    Io non ho una sensibilita' percettiva tale da avere un meltdown solo per un contesto eccessivmente rumoroso.
    Mi innervosisce molto, anche da litigare con chi e' con me o mi capita a tiro..
    pero' se in quel contesto mi dovesse accadere un evento particolarmente spiacevole allora la probabilita' di esplodere c'e'.
    Poco tempo fa e' avvenuto un episodio tremendo.
    La cosa che odio del mio lavoro e' il fatto di dover parlare in luoghi rumorosi.
    Ma non solo un rumore di sottofondo.
    Spesso c'e' chi si mette a parlare a voce alta a pochi cm. dal mio orecchio.
    Questa cosa mi manda fuori di testa.
    E con molto nervosismo chiedo di abbassare la voce.
    Spesso torno a casa cosi' stressata per questo da sentirmi letteralmente senza forze.
    E se capita poi una piccola cosa non la posso reggere.
    Quella volta un'americana piu' isterica di me mi ha urlato "non dirmi cosa devo fare" e mi ha dato uno schiaffo!
    Mi sono trattenuta, perche' stavo lavorando, ma ho tremato visibilmente per quasi un'ora.
    E appena arrivata a casa sono esplosa, e ho pianto tutta la sera.

    E in quel momento non sei in collera, sei in tilt.
    Pero' @giannina ha ragione, i campanelli di allarme ci sono. Per me sono sensazioni fisiche.
    Non riesco ad evitarlo del tutto, ma ne limito i danni.
  • Andato_87Andato_87 Post: 3,049
    modificato ottobre 2014
    Quella volta un'americana piu' isterica di me mi ha urlato "non dirmi cosa devo fare" e mi ha dato uno schiaffo!
    Mi sono trattenuta, perche' stavo lavorando, ma ho tremato visibilmente per quasi un'ora.
    E appena arrivata a casa sono esplosa, e ho pianto tutta la sera.
    Come diavolo hai fatto? Io non riesco a immaginarmi in una situazione simile senza provare quello che hai provato anche tu. Io al tuo posto mi sarei infuriato al punto di perdere il lavoro, pur di sfogarmi in quel momento. Io con questi atteggiamenti non ragiono, divento reazionario.
    Se avessi avuto dieci anni di lavoro alle spalle, me li sarei giocati tutti per colpa di una sfuriata inutile e dannosa, ma per me vitale in quel momento. E al ritorno a casa avrei pianto comunque, dalla disperazione, dal senso di colpa, dalla perdita del lavoro e dal fatto che mi abbiano fatto schizzare.
    E poi, non contento, avrei anche diffamato queste persone su Facebook, fregandomene delle leggi sulla diffamazione e rischiando altri guai.
    Cavolo è così estenuante, ce l'hai fatta a mantenerti in quella situazione.
    Per me è una cosa al limite delle possibilità umane.

    Tornando tranquilli, per ora ho avuto problemi con gente più schizzata di me solo nel virtuale, non ho mai lavorato, non ho esperienze, per cui non so come me la caverei.
    Ma grazie a ciò che ho imparato sul web, sono diventato un tipo che reagisce al minimo sopruso, pur rimanendo ingenuo nell'animo. Ed è proprio questa ingenuità a tradirmi, a rendermi impotente nonostante quella voglia di “giustizia” che di solito mi viene al momento e poi mi passa, o per lo meno la razionalizzo. Mi è troppo facile anche riconciliarmi come niente fosse, quindi rischio costantemente di essere deluso o di finire nei guai.

    Lo so, ho scritto troppo. Per chi non vuole leggere, riassumo tutto in una parola: impulsività.
  • Strano, sembra che molti di voi tendano a mettersi a piangere in occasioni particolarmente "pesanti" dal punto di vista psicologico
    .
    Io invece non riesco proprio a piangere, saranno oltre 7 anni che non lo faccio perchè semplicemente non riesco più a sfogarmi in questo modo. 
    Sarà che poche cose mi colpiscono fino a quel punto, tuttavia per certi versi mi manca la sensazione di piangere, davvero non ricordo bene cosa si prova :( . 
    Io in genere reagisco in due modi: se la causa è molto grave ed è dovuta a qualcun altro allora mi arrabbio, altrimenti semplicemente non faccio nulla e provo a risolvere la situazione nel modo che ritengo più adeguato.

  • Beh...é una roba che io eviterei volentieri. Non viene percepita bene nei contesti sociali. Viene connotata comunque come "esagerata" e in ogni caso interpretata male. Esempio pensano che tu sia triste (invece magari sei solo stanca e innervosita) o sensibile (e invece sei solo stanca e innervosita) o un sacco di altre cose. É solo un'altra causa di fraintendimento. Se non riuscissi più a piangere io sarei contenta. :)
    Phoebe
    "...il cammino di noi uomini presuppone mete che con la perseveranza possono essere raggiunte..." C. Dickens
  • yugenyugen Post: 1,888
    Io non riesco a piangere davanti altre persone, un meltdown "in diretta" e' una cosa piuttosto rara.
    Mi e' capitato e lo trovo sempre sconvolgente.
    In presenza di persone, o anche a contatto telefonico, al massimo dichiaro che sto male e cambio discorso.
    Non trovo utile esternare il dolore o altre emozioni negative, se non nella misura di far capire all'altro che non ce l'ho con lui o non sono fredda, distante etcc..che e' quello che pensano di solito quando stai male.
    Qualcuno pensa che facendo cosi' sono poco sincera. Secondo me non e' una questione di sincerita'.
    Unica eccezione, parziale, mio marito.
  • allora per quanto riguarda me sono pochissimi i meltdown che mi ricordo avuti da piccolo (un pugno a mia cugina alle medie bello forte e un "taci" detto a mia mamma a 4 anni), ma per il resto complice magari prima la paura di prenderle o la paura di fare peccato a reagire tendevo ad accumulare di continuo e di continuo (al massimo andavo a cercarmi quei salmi in cui si chiede vendetta). l'unica cosa era una fortissima volontà di isolamento. Fortunatamente una volta uscito dal seminario le occasioni che avrebbero potuto scatenare dei meltdown sono diminuite, anche se nel reagire sentivo sempre qaulcosa che mi bloccava, che faceva si che la reazione fosse sempre minore di quello che avevo accumulato dentro. Allora pensavo e penso tuttora quando magari mi riaffiorano cose del passato a come avrei voluto reagire (l'azzannamento alla gola era tra le cose più ricorrenti nella mente, più atti di violenza e di possesso fisico). L'unica cosa che a volte mi faceva piangere quando mi rintanavo nella mia stanza era la percezione di essere solo rispetto ai rapporti con le ragazze. con la discarica poi a volte la rabbia si sfogava solo con la distruzione dei mobili in legno fino all'appiccare il fuoco al cassone della carta. Più recente è invece l'urlo di rabbia quando sono da solo. devo poi dire che la pratica delle arti marziali mi ha permesso di far fluire di più la rabbia (ora appena posso la sfogo con l'esecuzione di qualche forma o di qualche fondamentale degli stili più esplosivi) fino ad arrivare alla meditazione che vedo mi aiuta molto a svuotarmi
  • PhoebePhoebe Post: 2,066
    Durante i meltdown provo molta rabbia, tanta da piangere. Urlo, vado avanti e indietro per la stanza e tremo così tanto da non riuscire neanche a tenere un bicchiere in mano. Tremo tutta. Mi viene voglia di dare a pugni e di rompere ogni cosa, anche verso me stessa, fortunatamente ho un sacco da box in camera da qualche anno. Qualche anno fa (durante l'adolescenza) erano molto più frequenti e non riuscivo a controllarmi bene: ho rotto di tutto, anche le mie mani e i miei polsi che dopo un meltdown risultavano gonfi e lividi. Attualmente ho una frequenza di 1-2 volte al mese (dipende anche dal periodo, capitano mesi che li ho pure 5 volte e anche altri 0). Tendo a isolarmi quando posso ma è capitato qualche volta che erano presenti altre persone, come il mio ragazzo o i miei genitori e sorelle.
    Andato_87
    Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

    Frida
  • Divento brutale, violento, potrei addirittura fare del male a qualcuno se ne è causa. Pur essendo fondamentalmente contro la violenza, ci sono stati casi in cui non ho potuto farne a meno, e sono arrivato a fare delle cose di cui mi vergogno a morte, e provo un forte rimorso. Anche quando la vittima se lo meritava, avrei tanto voluto evitarlo, magari mettendoci 2 parole ben dette invece.
    In alcuni casi riesco a frenare, ma commetto atti distruttivi o scellerati, come esplodere di rabbia, tremare, allontanarmi urlando maledizioni e insulti, sbattere la testa al muro, etc. Forse devo saperci convivere...
    Andato_87
    Re-motivate me, I'm all there is to be - An omnipotent being so complete in my diversity
  • CorocottasCorocottas Post: 1,322
    modificato marzo 2015
    "Il Lonfo non vaterca né gluisce
    E molto raramente barigatta
    ma quando soffia il bego, a bisce bisce
    sdilenca un poco, e gnagio s'archipatta"

    (F. Maraini, Il Lonfo)

    Sulla base delle parole inventate presenti in questa poesia di Fosco Maraini, la mia ragazza si è inventata una scala molto divertente del mio stato di disagio, che spesso passa gradualmente dallo shutdown al meltdown attraverso sfumature intermedie.

    1) Il Lonfo vaterca quando, in situazione socialmente disagevole, inizia a manifestare un comportamento assente, apatico e distaccato. Fissa dritto dinanzi a sé con l'aria di non vedere nulla, non presta attenzione a ciò che gli si dice, anche in situazioni allegre o rilassate ha un'aria tesa, evita qualsiasi contatto, anche accidentale, con le persone. Questa fase è accompagnata, a detta della mia ragazza, da un odore particolare sulla pelle.

    2) Il Lonfo gluisce: se la fase di vatercamento si protrae e non scompare da sé, inizia a dar segni d'insofferenza: prima gesti compulsivi e ingiustificati (buttare con sdegno il contenuto di un bicchiere mezzo pieno, rifiutare ostentatamente di salutare qualcuno che si conosce, eccetera). Torna a interagire, ma interagisce in maniera rozza, interpreta come prese in giro i tentativi di riportarlo alla "normalità". Ti rivolta contro ogni parola e sembra cercare in ogni vocabolo che si usa il pretesto per poter esplodere.

    3) Il Lonfo barigatta. Questo è l'inizio del meltdown vero e proprio. E' ormai impossibile fermarlo: dalle risposte concitate è passato al monologo, all'invettiva (barigattamento lieve). Va avanti per ore, rovescia completamente i punti di vista. Sembra cambiare personalità: diventa razzista, omofobo, sessista, e tutto ciò solo per dimostrare che le idee totalmente opposte, ovvero di libertà e anticonformismo, che propugna normalmente hanno contribuito a far di lui ciò che è: un povero imbecille. (barigattamento moderato). Inizia a urlare, spesso sembra non rendersi conto di essere in un contesto sociale. Insulta persone a caso, a volte compie gesti provocatori di estrema insolenza (in totale contrasto col carattere mite che ha normalmente) da cui solo per miracolo è uscito indenne finora (barigattamento grave). Inizia a spaccare cose. Tira pugni e calci a oggetti. (barigattamento atomico). Sfocia nella violenza. A volte spintona o schiaffeggia chi gli capita davanti, spesso non riconoscendolo e/o chiamandolo col nome di un'altra persona. Ma al 90% si rivolge contro sé stesso: si taglia, si graffia, si colpisce al capo con oggetti contundenti. Si fa occhi neri da solo, spacca bottiglie e cammina sui cocci a piedi nudi. Una volta si è anche fratturato una falange.(barigattamento "chernobyliano").

    4) Il Lonfo sdilenca un poco e, gnagio, s'archipatta. Dorme, e l'indomani ricorda solo vaghissime immagini. Ha idea che la crisi sia durata cinque minuti quando magari è andata avanti per un'ora, e quasi sempre non ricorda né i particolari né le cause.
    EuniceCyranoMikiValentawolfgang
  • CyranoCyrano Post: 1,052
    Una vampata. Con un preavviso che può essere brevissimo. Una scossa elettrica mi attraversa il cervello, dalla base cranica alla punta della testa. A quel punto la cosa o persona che ne sono la causa vengono investiti di pugni, calci, urla che si alternano a denti che scricchiolano perché digrignati a forza, ringhio come una tigre. Se è una cosa viene fatta a pezzi. Se è una persona…anche. Per evitare di smontare la persona, facendo uno sforzo sovrumano, quando e se lo sento arrivare, cerco un oggetto sul quale sfogarmi prima che inizi. A casa dei miei avevo spaccato tutti gli interruttori della luce e sfondato una porta. Più di recente ho distrutto un ombrello su una macchina, quindi l'ho gettato e ho preso a pugni la macchina; per fortuna il conducente, impaurito, non è sceso. Dopo sto male per ore, ma non mi sono mai pentito di averle date a qualcuno. In genere erano bulli o, nel caso del militare, "nonni". Negli ultimi anni sono diventati rari, perché mi sono allenato a sentirlo arrivare con un certo anticipo, sufficiente ad allontanarmi dalla causa.
    I portoni del mio isolamento cingono parchi di infinito… (Pessoa)
  • PietbonuPietbonu Post: 60

    solo adesso mi rendo conto di aver avuto molti episodi di quelli che ora so che si chiamano meltdown, quando ero un giovaneadolescente. Questi sono progresivamente diminuiti sino a divenire rari in età adulta, Principalmente adesso la rabbia e la frustrazione che li scatenano, innescano solo toni forti di voce, urla, scarso controllo delle affermazioni e offese verso chi ha emesso la scintilla. Più spesso, invece, dopo episodi di ingiustizia o comunque in forte distress, passo quasi direttamente a shutdown con assenza di reazioni verbali e chiusura a cassaforte in silenzi e periodi di solitudine, tristezza e crisi di pianto. In questi giorni sperimento con efficace e pronta alternanza, momenti di breve serenità a lunghissimi periodi, giorni di shutdown.


    EstherDonnelly
  • KeatsKeats Post: 95
    Ne sono appena reduce, di solito vado avanti ed indietro per il corridoio proferendo con invettive sagaci contro i miei compaesani, c'è da aggiungere, non rinnego Napoli ma a volte non è semplice essere Aspie qui.
    osurEstherDonnelly
    La vita è tempesta...
    ... e tempesta sia! (Herman Melville)
  • KaleenKaleen Post: 386
    tutto si contrae le mani sulla faccia piango tiro craniate indietro calci alle porte gira tutto mi sembra la fine... in quel momento non sopporto l'essere toccata non sopporto sentirmi sola non sopporto essere guardata non sopporto le parole, non saprei cosa consigliare a qualcun altro per riuscire a calmarmi, sono scosse telluriche vortici emotivi che non possono che esaurirsi naturalmente. Mi succedono molto raramente. Di solito credo siano state generate da un improvviso senso di solitudine originato da qualche accadimento esterno principalmente legato ad un forte giudizio negativo nei miei confronti, oppure conseguenti all'aggressività verbale di qualcun altro (mi turba profondamente sentire urlare).
    EstherDonnelly
  • torukhtorukh Post: 1,767
    modificato aprile 2015
    Io cerco qualcosa che costi poco e ci riverso sopra la totalità della mia forza e rabbia.
    Un giorno mutai totalmente la forma e dimensione di un pentolino privandolo del manico.

    Quando mia madre mi istiga nell'ansia mi porta sempre fino al meltdown nonostante continui a dirle di smetterla poi piange quando, ad esempio, ho rotto una porta sbattendola contro il muro.

    Bestemmio a tutta andata peggio di Galileo Galilei urlando affinché sia oltremodo fastidioso per i credenti che mi possono sentire, ed urlo quasi sempre fino a farmi venire una raucedine.
  • Prima soffrivo molto di più per gli Shutdown, ora ho imparato a gestirli e mi vengono solo in situazioni che ritengo realmente importanti. 
    Non sono così bravo con i meltdown però, ne ho sempre sofferto ed ora, anche se ne ho di meno, l'unica cosa che ho imparato è come non sfogarmi sulle persone nella maggiorparte degli episodi.
    Il meltdown può scaturire per una cavolata: Una parola, un odore, un modo di fare, qualsiasi cosa mi ricordi un episodio covato da tempo. Non mi rendo conto che sta per arrivare che già inizio ad aggredire verbalmente,i miei modi cambiano in maniera totale, se poi la persona in questione continua con aria di strafottenza,arroganza e giudica anche allora perdo totalmente la testa. Al pianto ci sono arrivato poche volte comunque, una delle poche che ricordo è finita con una porta bucata da parte a parte (non ho neanche una gran forza, quindi dovevo essere proprio furioso).

    La cosa triste della faccenda è che il comportamento che mi scaturisce queste crisi è quello che continuano a mettere in atto mia madre e mio fratello minore, con cui abito, senza capire che è ciò che mi rende furioso (oppure lo capiscono e se ne fregano, non so). 
    Riuy
    "La biologia carica il fucile, la psicologia prende la mira e l'ambiente tira il grilletto" 

    "Guardo i film, so come ci si comporta" 

    Scoprii che ignorava totalmente la Teoria Copernicana e la composizione del Sistema Solare. (…) "Lei dice che giriamo intorno al sole. Anche se girassimo intorno alla luna non farebbe un soldo di differenza per me o per il mio lavoro." (Sherlock Holmes) 
  • osurosur Post: 750
    ArkOfGlory ha detto:

    Prima soffrivo molto di più per gli Shutdown, ora ho imparato a gestirli e mi vengono solo in situazioni che ritengo realmente importanti. 

    Non sono così bravo con i meltdown però, ne ho sempre sofferto ed ora, anche se ne ho di meno, l'unica cosa che ho imparato è come non sfogarmi sulle persone nella maggiorparte degli episodi.
    Il meltdown può scaturire per una cavolata: Una parola, un odore, un modo di fare, qualsiasi cosa mi ricordi un episodio covato da tempo. Non mi rendo conto che sta per arrivare che già inizio ad aggredire verbalmente,i miei modi cambiano in maniera totale, se poi la persona in questione continua con aria di strafottenza,arroganza e giudica anche allora perdo totalmente la testa. Al pianto ci sono arrivato poche volte comunque, una delle poche che ricordo è finita con una porta bucata da parte a parte (non ho neanche una gran forza, quindi dovevo essere proprio furioso).

    La cosa triste della faccenda è che il comportamento che mi scaturisce queste crisi è quello che continuano a mettere in atto mia madre e mio fratello minore, con cui abito, senza capire che è ciò che mi rende furioso (oppure lo capiscono e se ne fregano, non so). 

    La porta bucata mi ricorda l'anta di un armadio che ho sfondato in un meltdown.
    :(
  • Inveisco contro le persone a me più care,dico tantissime cattiverie e poi piango tantissimo,mi rannicchio e mi dondolo per consolarmi mentre piango.questo mi succede spesso quando mi sento sopraffare dalle sensazioni che non riesco a controllare
    EstherDonnelly
  • EstherDonnellyEstherDonnelly Post: 2,737
    modificato aprile 2016
    Io credevo di averne avuti pochi in vita e che fossero più che altro capricci; parlando con mia madre però è emerso che ne avevo davvero tanti, in adolescenza, e che fin da piccola mia nonna lamentava preoccupata che "questa bambina quando si arrabbia prende a calci le sedie, le cose"...
    Non so, detta così potrebbero davvero sembrare solo piagnistei. Però ho dei flash di quando, a 14 anni, i miei erano costretti a trascinarmi in casa per le scale mentre urlavo e scalciavo, rimproverandomi di stare facendo brutta figura coi vicini.
    Non ricordo bene perché arrivassi a tanto; ricordo però di non aver provato alcun imbarazzo a essere guardata mentre urlavo. Solo, mi rompeva le scatole che mia madre tentasse di calmarmi a questo modo.
    Non ho mai avuto scatti involontari del corpo (almeno, non credo!) ma sono stata selvaggia, si, questo vagamente lo ricordo. Temo di avere la tendenza a rimuovere i ricordi spiacevoli (in una discussione in veterani già dicevo di non avere alcun ricordo di un evento FONDAMENTALE per la mia esistenza), per cui non saprei riportare precisamente né i motivi che mi portavano ad agitarmi tanto, né cosa facessi di particolare allora.
    Ricordo però cosa ho fatto durante quelle che io avrei chiamato "crisi di rabbia" dei tempi più recenti: ho rotto il porta-scottex, lanciato per aria i libri sotto maturità, battuto i piedi sul pavimento, gridato forte fino all'esaurimento, preso a pugni la testa.
    In questo stato, se qualcuno mi si avvicina, ruggisco. Dondolo per un po', se riesco piango (o parte in automatico per chissà quale motivo, o mi devo costringere per "scaricare" e non stare peggio dopo), in generale sto fuori dal mondo per tutto il giorno.
    L'ultimo che mi è capitato, se escludiamo quello piccolo che ho avuto su lavoro qualche mese fa (sono scappata in bagno a premermi le mani forte sul volto, tirare manate al contenitore di carta igienica), l'ho avuto quando ho scoperto che i miei non hanno i problemi economici che credevo - e che quindi qualunque cosa avessi potuto fare non avrei avuto diritto alla residenza universitaria come gli anni precedenti. 
    Sono cambiati i parametri dell'ISEE lo scorso anno; sarei dovuta andare a rifarlo in tempo per richiedere la residenza universitaria, ma non rispettai i tempi e persi il posto letto. Per settimane credetti di aver fatto un danno e la cosa mi gettò in depressione, ma non mi fece avere meltdown. Era colpa mia, e io al limite avrei potuto farci qualcosa, o non farci nulla.
    Ma sapere che invece non era così... che l'ISEE comunque sarebbe stato troppo alto, che la cosa era fuori dal mio controllo... ecco, quello mi fece impazzire.
    Urlai di tutto ai miei genitori (non ricordo cosa di preciso, ma mi sgolai), corsi in camera, presi a tirare pugni alle ginocchia digrignando i denti, armeggiai per mezz'ora con un taglierino meditando se non fosse il caso di ricominciare a farmi del male. Quando i miei tentarono di entrare per parlarmi imprecai e li cacciai via.
    Se ci ripenso ora mi sento sollevata - ossia provo ora quello che avrei dovuto provare razionalmente allora, allo scoprire che i miei stanno economicamente bene.
    Pure, proprio non riesco a spiegarmi cosa mi abbia fatto impazzire a quel modo.
    Forse il motivo per cui non ho memoria dei miei meltdown passati è proprio il fatto che sono stati tutti profondamente irrazionali (quindi indegni di nota), e che tendo a non provare assolutamente alcun tipo di imbarazzo (per cui la cosa non rimane impressa a livello mnemonico).
    Non lo so. Io avevo sempre creduto di avere un brutto carattere.
    Talvolta ancora adesso mi sembra di stare scegliendo, di arrabbiarmi tanto. Ma davvero non saprei dire.
    Sono un po' confusa.
    AmeliePhoebeamigdalaOssitocinawolfgangfrieden
    ❤️
    but the Earth refused to die
  • amigdalaamigdala Post: 6,362
    Io non so se i miei sono meltdown, ogni tanto ho l'istinto di spaccare tutto ma mi controllo.
    Qualche volta ho rovesciato libri, fatto volare appunti, scagliato scarpe contro al muro e ribaltato sedie, strappato capelli e graffiata faccia e braccia.
    Però non so se erano solo scatti d'ira contestualizzati che hanno tutti o se erano veri e propri meltdown.
    EstherDonnellyAmelieWBorg
  • SoleSole Post: 1,177
    Mio figlio ha avuto parecchi meltdown quando soffriva a causa del Doc.
    In pratica doveva fare certi rituali e se non riusciva si verificavano. Il fatto è che tali rituali dipendevano anche dall' esterno. In fase più maniacale doveva uscire tutte le sere e sedersi su determinate pensilinee del pulmann, trovandole libere, però capite che non sempre lo erano...
    Nel giro di pochi istanti iniziava a buttarsi per terra, sbattere la testa, urlare di trovare una soluzione, urlare aiuto (una sera una signora ha persino chiamato la polizia pensando che mio marito gli stava facendo del male), non ascoltava più nessuno, lo sguardo era di terrore, si toglieva la maglietta (era estate); una volta ha persino attraversato la strada rischiando di finire sotto una macchina. E una volta a casa ha preso un coltello. Erano tutte richieste di aiuto.
    Mio figlio che è molto descrittivo diceva che si sentiva come un vaso di coccio che si frantumava in mille pezzi perché colpito da un sasso.
    Ora io non so se tecnicamente questi sono meltdown, comunque quest' estate abbiamo fatto tutti una visita all' inferno. E un bambino NON AVREBBE DOVUTO PASSARE tutto ciò.
    Però ora che il Doc è passato viviamo tutto con una gioa più intensa!
    AmelieamigdalaEstherDonnellyCorocottasrondinella61
  • SoleSole Post: 1,177
    Breve Ot. Mi dispiace che magari sono apparsa "fredda" nella descrizione, ma era per mantenere la lucidità nel racconto dei fatti (dentro soffro ancora). Io non sono stata capace di gestire tali situazioni, o comunque non come avrei voluto e questa cosa devo ancora affrontarla.
    Ossitocinaamigdalafrieden
  • JaganJagan Post: 28
    Più che meltdown, io ho degli shutdown in cui sento la necessità opprimente di chiudermi nel luogo più stretto che trovo (il mio armadio) e al buio. A volte sto anche ore lì dentro, finchè non mi passa. Quando ero più piccola invece ed entravo ancora sotto al letto andavo lì. La cosa strana è che di norma sono un po' claustrofobica. 
    I meltdown mi capitano molto più di rado, soprattutto quando mi sento attaccata e non riesco a difendermi. Li odio, perché vuol dire che ho perso la mia razionalità, e non c'è niente che mi terrorizzi di più. Semplicemente urlo e divento molto irrazionale, anche se a volte riesco a "contenermi" e a limitarmi a diventare molto sarcastica e irragionevole. 
    Quando ero più piccola invece avevo degli stimming al posto dei meltdown perché odiavo i rumori forti, anche se prodotti da me, e mi mangiavo i capelli. Ho smesso intorno ai 19 anni, quando sono andata da uno psicologo che mi ha aiutata anche per altri problemi. 
    Ps. ora ho 21 anni e 9 mesi e ho scoperto solo un anno e due mesi fa circa di avere la Sindrome di Asperger, anche se credo che il mio psicologo lo sapesse. 
  • Non ho mai scritto sul forum, cerco di essere una persona autonoma in tutte le situazioni della mia vita, e forse per questo fin'ora mi sono limitata a leggere; adesso pero sono preoccupata per mia figlia, ha quasi 14 anni ed è molto ansiosa, in questo periodo è prossima agli esami di terza media e sta avendo un meltdown un giorno sì e un giorno no. 
    Io prendo tutte le misure preventive che posso, ma ogni volta c è qualche piccola cosa che va storta e questo basta per scatenarle una crisi.
    A giorni alterni arrivo 2 ore in ritardo a lavoro per aspettare che le passi, ma la cosa più grave è che lei si debilita fisicamente e psicologicamente dopo ogni crollo, e visto che mancano 2/3 settimane agli esami, presumo che andremo peggiorando. Che cosa posso fare? 
    frieden
  • friedenfrieden Post: 1,387
    Ciao @micaela, ma come e quando si manifestano queste crisi di tua figlia? Anche io l'anno scorso con mia figlia in terza media ho passato un anno difficile per le continue crisi e attacchi simil panico giornalieri.
  • NanukNanuk Post: 153
    modificato maggio 2016
    Di meltdown ne ho sempre avuti, soprattutto nell'adolescenza. Prima di venire a sapere della sindrome di Asperger non riuscivo a comprendere cosa fossero quelle crisi di pianto e rabbia improvvise che mi colpivano.. poi tutto è diventato più chiaro. La possibilità di dare un nome a quello che mi succedeva mi ha aiutata a comprenderlo e ad esorcizzarlo almeno un po'.
    Di fatto, durante gli anni di liceo ricordo che ne avevo moltissimi... adesso di meno perchè sto imparando a gestirli... ma le dinamiche sono sempre le stesse.
    La mia mente si sovraccarica di pensieri negativi e angoscianti, inizio a pensare solo al peggio, che non sono in grado di fare le cose, che sono stupida, non valgo a niente e vorrei solo morire o essere inghiottita da una voragine e sparire. Penso anche di valere nulla e che il fatto che io sia al mondo non ha alcun senso... quando ero più giovane mi ero anche fossilizzata nell'idea che fossi nata solo per far soffrire e complicare la vita alle persone che mi stavano vicine... e tutti questi pensieri mi portano poi a crisi di pianto che possono durare anche più di un'ora. A volte capita che mi tiro i capelli e strizzo gli occhi fortissimo oppure mi raggomitolo sul letto e schiaccio la faccia contro il cuscino e urlo... ai tempi del liceo e primi anni di università ho sofferto anche di crisi di panico. Le peggiori erano quelle che avvenivano fuori casa, in mezzo alla gente... lo sguardo della gente addosso non faceva altro che peggiorare la situazione... pian piano ho scoperto che un modo per calmarmi è di ascoltare musica rock/metal a tutto volume con gli auricolari.
    friedenamigdalaOssitocinaLudo
  • Ciao a tutti, stavo leggendo questa sezione pe capire esattamente cosa fossero i meltdown.

    Quando ho iniziato a leggere le caratteristiche dell'asperger, credevo di non averne mai avuti, un po' perché li avevo compresi in maniera  tereotipata, un po' perché la maggior parte delle cose, le archivio come dati di fatto del mio carattere, su cui sto riflettendo soltanto ora.

    Riflettendo, appunto, mi sono venute in mente tutte le crisi di pianto, spesso insensate, e mi sono ritrovata nell'ultimo post qui sopra di @Nanuk

    Nanuk ha detto:

     La mia mente si sovraccarica di pensieri negativi e angoscianti, inizio a pensare solo al peggio, che non sono in grado di fare le cose, che sono stupida, non valgo a niente e vorrei solo morire o essere inghiottita da una voragine e sparire. Penso anche di valere nulla e che il fatto che io sia al mondo non ha alcun senso...

    Mi  sono resa conto che sono proprio io. 

     Poi mi sono tornate in mente, quando ero piccola, quelle che potevano sembrare crisi di rabbia e, anche più recentemente, tutte le volte che mi sono trovata a lanciare oggetti (sono cose che avevo rimosso, finché non ho pensato alla spazzola che ancora porta i segni della volta che l'ho buttata a terra con tutta la forza che avevo, del lancio di vari evidenziatori al punto che una volta ho pensato "meno male che non avevo il cellulare davanti, altrimenti non so che fine faceva").

    Mi stranisce un po', non essermi mai soffermata a riflettere su tutte queste cose.


    EstherDonnellyOssitocina
    "Siamo tutti in un fosso, ma alcuni di noi guardano le stelle" - Oscar Wilde -
  • SophiaSophia Post: 5,904
    modificato luglio 2016
    Dunque il meltdown si potrebbe paragonare ad un processo a spirale che ti convoglia e ti insinua nel suo vortice senza poterlo arrestare. Lo stato d'animo diventa improvvisamente negativo con un crescente senso di fastidio, di nausea e di voglia di sclerare, come se si rabbuiasse l'anima; cominci a sentire una sensazione di fastidio, quasi di schifo, e non riesci a salvare niente e nessuno. Pensi che sia tutto un errore, tu, le persone che frequenti, il lavoro che svolgi; pensi di aver fatto solo scelte sbagliate, ti infastidiscono le voci, le domande di chi in quel momento ti parla e cerca di coinvolgerti perché ti vede strana. E più ti chiede più tu pensi a cose tipo: "Mma perché sono nato?" "Che urto il vivere!", "Ma chi me lo ha fatto fare", "Ma perché sto qui in questa situazione", "Ma potevo restarmene da solo tutta la vita", "Ma perché non ho scelto di essere Rita Levi Montalcini, oppure Vasco Rossi, o Galileo Galilei", "Ma che ci faccio io qui", "Perché non sono riuscita a capire prima quello che avrei dovuto fare", "Vorrei andare via da sta vita di m....", ecc... Capita che senti forte l'ipotesi di aver sbagliato tutto, e vorresti cancellare di colpo ogni cosa, hai dentro solo una grande volontà di fuga.
    E correresti via a piedi scalzi. Lontano. In quei momenti non hai bisogno di nulla e di nessuno, perché c'è un sovraccarico, che può essere
    • emozionale: può capitare in seguito a un evento che far star male qualcuno che conosci o a cui tieni. Può riguardare la cattiva gestione delle emozioni. Può avvenire in seguito alla mancata capacità di gestire eventi, persone  e situazioni. Capita quando hai difficoltà nel capire che sentimenti stai provando; in seguito a frustrazione, a sensi di colpa.  Può succedere dopo la visione di un film, o la lettura di un libro o l'accadimento di un fatto di cronaca, o semplicemente dopo aver preso un vecchio album di ricordi o aver ascoltato una canzone o sentito un profumo o ricordato un evento;
    • sensoriale: può essere determinato da sovraccarico sensoriale (troppo freddo, caldo, troppo studio, file, rumori, disagio, cambiamenti, costrizioni, ambienti rumorosi, indigestione, fame, sete, insonnia, eventi mondani, concerti; ..)
    • persone: quando ti contraddicono e lo fanno a posta; quando ti dicono cose stupide e sbagliate ma non puoi rispondere; se sei uscita a mangiare insieme ad altre persone; quando devi sorridere tutta la sera; parlare di cose comune, condividere il tuo tempo con persone stupide;
    • salute: può succedere quando si è malati di andare in meltdown per sovraccarico da dolore, fastidio fisico e/o mentale; c'è poca tolleranza in genere alla poca autonomia che dà la malattia. Essere sempre iperattivi e poi trovarsi a dover stare a letto ad aspettare crea un non so ché di disarmonia interiore.
    Quando succede quasi sempre le persone ti chiedono "cosa hai fatto, non stai bene, sembri strana?" e ti fanno domande che ti irritano, le senti nello stomaco, senti una molla che gira e che ti tira i nervi; perché tu lo sai che non capiscono, e non capirebbero, e quindi che non puoi condividerlo, perché non gli appartiene, che te lo devi far passare e che mentre tenti che passi non dovrebbero farti domande, dovrebbero solo aspettare, senza fretta, aspettare e non chiedere e non chiederti, e lasciarti che poi tanto ritorni.


    NanukValeymkupElenajEowyn
    "Nulla esiste finché non ha un nome".
    Lorna Wing
  • @lollina

    Grazie dell'esauriente spiegazione :) mi sarà utile anche per capire in futuro le connessioni, il sovraccarico che ha generato la risposta meltdown. So che mi ripeto, ma non mi sono mai analizzata tanto, se non pensando di essere troppo ansiosa.

    Quando ero in crisi, pianti o nervosismo e tentavo di trovare una risposta razionale, mia mamma mi liquidava sempre dicendo che mi agitavo per sciocchezze, che i veri problemi erano altri, per cui non mi sfogo in famiglia e evinto anche i pianti, se non in bagno, da sola.

    Mio fratello è quello del "che cos'hai? sei strana" ripetuto all'infinito, non accontentandosi di un "niente, lasciami in pace", anzi, poi mi viene detto che non dico niente, non racconto niente, sto sempre sulle mie.

    Per dire, mi sto agitando anche a scrivere questo post.


    Sophia
    "Siamo tutti in un fosso, ma alcuni di noi guardano le stelle" - Oscar Wilde -
  • NewtonNewton Post: 5,327
    Io ne ho avuti pochissimi nella vita, sono più da shutdown.
    Comunque mi è capitato di urlare forte, non sapevo neanche di poter avere una voce così potente, tirare testate al muro, diventare molto cattiva con chi mi innesca, piangere istericamente, rompere oggetti o tirarli.

    L'ultimo che ho avuto è stato 4 anni fa. A me vengono quando sono tesissima a causa di qualche paura e una persona comincia a parlarmi sopra e a vanificare così  i miei tentativi di rimanere sotto controllo. La sensazione è quella di frantumarmi in tanti pezzi che deflagrano con violenza inaudita.
    EstherDonnellyValeymkupSophiaMononokeHime
  • EowynEowyn Post: 284
    Anche io sono più da shutdown, ma dopo aver iniziato a sospettare l'asperger e aver iniziato un percorso di autoconoscenza e autocoscienza ho ripercorso la mia vita e mi sono ricordata che da bambina a volte, probabilmente dopo momenti intensi, cercavo qualche giocattolo ben resistente e lo massacravo, lanciandolo o colpendolo. Ricordo distintamente che alcune volte lo facevo alla fine di giochi di simulazione (es. coi playmobil) in cui mettevo in atto situazioni per me ansiogene o irritanti, come se le esorcizzassi.
    Dall'adolescenza in poi sono state più che altro crisi di pianto e qualche sorta di attacco di panico. Anche io riconosco la spirale di pensieri negativi che precipita in brevissimo tempo e allo stesso modo si risolve. Convivo comunque con una certa inclinazione alla depressione, che mi tiene sull'orlo di questi episodi abbastanza a lungo, specialmente ora che ho meno spazi per scaricare il sovraccarico.
    SophiaNewtonElenaj
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